di Maverick

TR3B2 Come mantenere un segreto
Come si mantiene un segreto che evidentemente coinvolge migliaia di persone, nei vari ruoli? Non è probabilmente cosi difficile se si guarda al precedente più illustre che coinvolse con successo per quasi dieci anni circa 120.000 persone, il progetto Manhattan, che partorì la bomba A. Sul piano individuale si ottiene imponendo segretezza al personale scientifico, militare e di sicurezza con contratti e impegni “a vita” (una delle richieste di chi vuole smantellare il segreto è l’appello ai Presidenti affinché ne svincoli per decreto i funzionari e gli ufficiali governativi), gestendo tramite i servizi segreti la disinformazione sui media,1 moltiplicando i livelli di top secret, parcellizzando all’estremo la ricerca, incanalando ingenti finanziamenti “in nero” in un numero impressionante di appalti semiclandestini affidati all’industria e alla ricerca privata.

Dopo l’11 Settembre, per la necessità conclamata di contrastare il terrorismo, negli Usa gli apparati di sicurezza e di intelligence si sviluppano in misura enorme esondando nel settore privato. Le agenzie di intelligence “ufficiali” americane ad oggi sono 16 ma quelle “non riconosciute” e private sono centinaia,2 tutte in competizione per assicurarsi una fetta dell’enorme budget “nero” che si è gradatamente dimensionato al punto da essere diventato irrintracciabile e “unaccountable” (inaccertabile contabilmente), disperso in mille rivoli denominati Sap (Special Access Programs, Programmi a Speciale Accesso), su cui non c’è controllo pubblico e a cui si aggiungono programmi “waived” (cancellati-non esistenti) o “unacknowledged” (non riconosciuti) accessibili solo ai più alti livelli di clearance e, a maggior garanzia, a chi è riconosciuto un “need to know” (necessità di sapere).3

E’ noto che al momento del suo insediamento come segretario alla Difesa, il 16 Luglio 2001, Donald Rumsfeld riferì al House Appropriation Committee di aver accertato un budget “nero” cinque volte maggiore di quello ufficiale e di non aver alcun controllo su di esso. Dati riferiti solo al Pentagono.4 I destinatari dei flussi di finanziamento sono agenzie private d’intelligence, contractors, laboratori privati di ricerca scientifica, filiali “non riconosciute” delle grandi corporazioni dell’industria aerospaziale (Northrup, Lockeed, Boeing, ecc.), della farmaceutica, e della stessa Nasa (che, ricordiamo, è un’agenzia militare). Si calcola che quasi due terzi di quei flussi di denaro siano spesi per la “sicurezza” degli stessi e vadano ad agenzie di contractors specializzate. Una sicurezza nella sicurezza.

Dal 2001 a oggi, il settore intelligence negli Usa si è più che duplicato,5 i livelli di segretezza sono aumentati a dismisura, la catena di controllo gerarchico istituzionale è totalmente annullata.
Dan Morris, sottufficiale dell’Air Force e agente operativo del National Reconnaissance Office (Nro) riferisce di ben 38 livelli di top secret nella sua organizzazione.6 Il giornalista Bill Sweetman ha stimato che a fine 1999 fossero attivi almeno 150 Sap solo tra quelli pertinenti il Pentagono, molti dei quali “non riconosciuti” con sistemi indipendenti di classificazione di segretezza e controllo totale esercitato da singoli program managers, la maggior parte dei quali non dipendenti dal Pentagono ma privati,7 sganciati da qualsiasi catena di comando.

E’ sempre Paul Czysz che descrive come funziona il finanziamento “nero” dei Sap: “Se si tratta di un progetto segreto, il finanziamento arriva via diverse fonti governative, nessuna delle quali è rivelata a chi vi lavora, non importa a che livello dirigenziale. Qualcuno lassù firma un contratto con il governo e il finanziamento arriva al momento e nel posto giusto8 . Inutile chiedere ai presunti responsabili istituzionali nelle singole posizioni: né un Segretario alla Difesa né un Direttore Cia né tanto meno il Presidente (si sa…i politici e i funzionari di nomina politica sono di passaggio) sono al corrente di tale imponente flusso di denaro e delle sue destinazioni.

Chi controlla tutto questo? Chi si avvale delle enormi cifre di denaro succhiate ai bilanci statali? Chi conosce e gestisce il segreto sui risultati dei Sap? Chi ha trattenuto per i propri interessi la conoscenza di enormi avanzamenti scientifici e tecnologici ottenuti anche dallo studio del fenomeno Ufo condannando cosi il mondo all’arretratezza?

Una “società in fuga”
Il 23 Marzo 1993, un personaggio di indiscutibile peso nel mondo delle corporation, Ben R. Rich, ex CEO della Skunkworks, branch della Lockeed che ha realizzato i progetti più top secret dell’aviazione americana (SR71 Blackbird, F117A Nighthawk) dichiarò con una certa nonchalance nel corso di una conferenza alla Engineering Alumni Association dell’Università di California a Los Angeles: “Abbiamo già i mezzi per viaggiare verso le stelle. ma queste tecnologie sono rinchiuse nei progetti segreti e ci vorrebbe un miracolo per farle emergere a beneficio dell’umanità. Qualsiasi cosa possiate immaginare, noi sappiamo come farlo”.9 Si sa, letteratura e Hollywood talvolta precedono la realtà..o ci vanno vicino. Ma è una rivelazione sconvolgente quella di mr.Rich, anche qui chissà quanto voluta, cui si stenta sinceramente a credere. Se fosse vera, e l’uomo, la sua posizione e la circostanza rendono difficile dubitarne, si tratterebbe di una finestra aperta su una realtà inconfessabile. Chi possedesse quelle conoscenze e quei mezzi si porrebbe “oltre” l’attuale livello del progresso riconosciuto; avrebbe un potere immenso e risorse incalcolabili; di conseguenza controllerebbe o condizionerebbe la politica e l’economia globale. Come dare un volto, un’identità a un’entità del genere? Qualcuno, sempre in base a dati e logica, ci ha provato.

Questo un identikit attendibile, condiviso: si tratterebbe di uno o più gruppi transnazionali, trasversali agli ambienti politici, industriali, militari, tutti collegati in qualche misura ai Sap e alla finanza internazionale, in qualche misura in competizione fra loro ma uniti negli scopi: condividere (o spartirsi) la conoscenza delle tecnologie più avanzate e di traguardi scientifici molto oltre quelli ammessi nel mondo “normale”, controllare il mercato delle applicazioni scientifiche, proteggere lo sfruttamento delle risorse energetiche basate sui combustibili fossili; una consorteria ibrida tra politico e privato che, tra le tante funzioni, controllerebbe gruppi minori di collegamento nei media, nella comunità scientifica, nelle corporazioni di importanza strategica, nei think tanks di analisi politica, operativi di medio livello gerarchico nel mondo della politica, della difesa e dell’intelligence, unità operative non ufficiali del settore sicurezza. E’ possibile ipotizzare che il management e il processo di decisione politica siano al momento attuale gestiti soprattutto dalla componente civile mentre quella militare fa da scudo protettivo. Viene definito “breakaway society”, una elite che gestisce progetti clandestini, che controlla centellinandola la commercializzazione di prodotti derivati (circuiti integrati e miniaturizzati con relative applicazioni – quelle che utilizziamo tutti i giorni – fibre ottiche, tecnologia laser, ecc.), che domina il settore aerospaziale, che governa la scienza “privata” (avete notato che gli scienziati sopra citati hanno sempre operato all’interno di circuiti privati e di intelligence?) e avanzamenti estremi nei campi della propulsione, della biotech e della produzione di energia, che ha rapporto diretto con il complesso militare, che opera in un contesto extracostituzionale, che prolifica e prospera sulla base di un concetto autoritario, gerarchico, che si nutre del suo stesso essere segreto e clandestino. Che è talmente avanti, rispetto al mondo che noi viviamo, nel livello tecnologico e nella conoscenza del nostro ambiente spaziale e del nostro posto nell’universo che può a buona ragione definirsi “in fuga”.

A giudicare da quanto la logica porta a ipotizzare, il gruppo clandestino potrebbe essere cosi tanto avanti da definirsi quasi estraneo alla realtà che conosciamo. E più che mai radicato in qualche misura nelle entità finanziarie internazionali per quanto riguarda il potere economico, in particolare in quegli organismi che controllano i meccanismi del prestito (Banca Mondiale, Wto, ecc.) e che pilotano le frodi finanziarie per alimentare il budget “nero”.10 Accedervi è possibile solo per inclusione e per necessità senza che influiscano le singole posizioni: non importa se si è direttori della Cia, presidenti, segretari dell’Onu o semplici miliardari. Inutile sottolineare quanto le politiche di liberismo estremo, la difesa delle fonti fossili di energia, siano funzionali a un’entità di questo genere che fa del potere e del profitto il proprio unico scopo. I nomi ci sono, ci devono essere e c’è sicuramente chi sa di più,11 ma quella che traspare dall’identikit è l’immagine del capitalismo peggiore, del più selvaggio, quello che è pronto a devastare il pianeta come uno sciame di locuste per poi, come nel film, abbandonarlo al suo destino dopo essersi assicurata condizioni di sopravvivenza.12 Se, a dar retta a mr. Rich, già nel 1993 sapevano di poterlo fare, oggi, dopo altri venti anni, a che punto sono arrivati? A quali conoscenze?

Complottismo? Con le risultanze acquisite nel tempo (dati, informazioni declassificate, testimonianze eccellenti) sembra un’ipotesi sempre più difficile da sostenere. E in tale contesto il fenomeno Ufo diviene più comprensibile e accettabile. E allora diventa d’obbligo chiedere e avere verità. Nascondere, negare le possibilità di progresso scientifico ed energetico significa ritardare il progresso stesso e mantenere gli squilibri economici tra i popoli.

Le testimonianze provenienti dal settore scientifico sommerso13 confermano che si conoscono sistemi per generare energia pulita e illimitata e sistemi di propulsione basati sull’antigravità capaci di sostituire tutti quelli attualmente in funzione senza inquinare, tanto da poter relegare la cosiddetta green economy, tanto cara ai radical chic, nell’antichità.extremetech Se tali sistemi fossero resi disponibili – affermano i ricercatori – si potrebbero eliminare i combustibili fossili come fonti di energia e di conseguenza l’inquinamento di aria e acque, il riscaldamento globale, le piogge acide, le malattie da inquinamento entro una ventina d’anni; potrebbero finire lo spreco di risorse e le tensioni geopolitiche collegate all’accaparramento dei carburanti fossili; si fermerebbe la desertificazione e si incrementerebbe l’agricoltura tramite il deprezzamento della desalinizzazione; si potrebbero rimpiazzare molti dei mezzi di trasporto utilizzando le forme di energia derivanti dall’antigravità ed eliminare l’inquinamento di jet, camion e mezzi pesanti; si potrebbero eliminare le grandi condutture sotterranee e sottomarine di gas e petrolio; crollerebbero i costi dei servizi energetici domestici e industriali perché sarebbe possibile creare autonomamente energia con apposita tecnologia; si eliminerebbero o ridurrebbero fortemente le centrali nucleari utilizzando le nuove tecnologie per ripulire i siti e le scorie. Energia pulita e a basso costo (perché infinita) avvierebbe una crescita economica esplosiva. Inutile dire che tali misure inciderebbero fortemente sul raggiungimento di piena sostenibilità per la nostra civiltà. Le aree impoverite del pianeta rifiorirebbero, la carestia e le siccità potrebbero essere sconfitte portando il terzo mondo ai livelli di vivibilità dei paesi sviluppati, la povertà potrebbe essere drasticamente ridotta. L’ordine attuale economico, sociale e geopolitico ne risulterebbe alterato. Una vera rivoluzione, un immenso cambiamento che comprensibilmente le forze oscure vorrebbero evitare. Per non parlare dei cambiamenti culturali, spirituali, politici che si verificherebbero. Ce n’è abbastanza per riflettere?

Che fare?
Se tutto quanto raccontato in queste pagine è vero, allora tutti noi ci troviamo di fronte a difficili sfide e enormi interrogativi che possono mettere a dura prova la nostra percezione della realtà. La consapevolezza individuale e collettiva dovrebbe essere la nostra prima risposta. Non è facile superare la visione della realtà che l’idea di una presenza non umana che interagisce con la nostra impone. Bisogna vincere l’inerzia mentale che ci frena nell’acquisire nuove prospettive, vincere la paura del ridicolo sapendo che è strumento indotto da chi frena il cambiamento e sapendo che può essere contrastata con l’informazione, la logica, i dati e un approccio laico, non superficiale. C’è anche la nostra paura dell’ignoto da vincere: conosco direttamente diverse persone che “hanno visto” ma che hanno rimosso il ricordo “perché faceva paura” o semplicemente perché mentalmente “troppo impegnativo” relazionarvisi. Più che comprensibile, dopotutto non sappiamo se quelle presenze sono buone o cattive nei nostri confronti o se seguono una loro agenda per cui la nostra presenza è insignificante. Ma la paura è gestibile con il raziocinio. Bisogna poi vincere le diffidenze ideologiche che impongono di diffidare di argomenti che sembrino esulare dalla concretezza delle esigenze quotidiane e materiali. Cosa c’è di più concreto che battersi per il superamento dell’attuale modello di sviluppo e per la sconfitta delle forze che perseguono lo sfruttamento intensivo delle risorse, il riarmo (anche spaziale), e un progetto di società mondiale che ci vuole solo cittadini inerti e consumatori passivi? Non basta: bisogna vincere le diffidenze parascientifiche di chi crede solo nei postulati della scienza mainstream senza pensare che la scienza stessa è una disciplina in costante evoluzione che dovrebbe confrontarsi con i dati e non escluderli a priori. E senza sapere che le frontiere della scienza non sono fissate negli articoli di Nature né nelle sedi di ricerca “pubbliche” con budget risicati e asfittici, con scarsità di mezzi e personale ma nei laboratori privati delle corporation, degli appaltatori della Difesa e della sicurezza nazionale, dove, come abbiamo letto, i finanziamenti arrivano a fiumi per mille canali, legali o “neri” e dove vige il segreto più stretto. Dove ci sono i soldi c’è il segreto e ci sono i veri risultati. Che gli altri si divertano con provette e acceleratori di particelle. Non fu forse un’azienda privata a disvelare per prima la struttura del Dna?

Ci si potrà chiedere perché sottoporsi a ulteriori nuovi stress e sforzi mentali per un problema cosi fuori dalla nostra portata. Siamo cosi immersi nella nostra stretta quotidianità e nelle pieghe di una tossica cultura di massa; già dobbiamo misurarci con le piccole tematiche della nostra politica, dobbiamo far fronte alle difficoltà quotidiane. Perché andare cosi oltre e sconvolgere le nostre menti con l’idea di aver a che fare con qualcosa di sconosciuto e inquietante o mettere a rischio la nostra incolumità per aver ficcato il naso in cose troppo grandi e forse pericolose? Le risposte dipendono dal tipo di persona che pensiamo di essere. Se non siamo fatti per viver come bruti ma abbiamo sete di conoscenza, se siamo curiosi e non ci soddisfano facili risposte a grandi questioni, o pensiamo che abbiamo diritto di sapere o sentiamo di voler scavare più a fondo, allora dobbiamo andare avanti sapendo che niente ci viene regalato e che, principio sempre valido, dobbiamo lottare per prenderci i nostri diritti. E il più grande di questi è la Verità specie se qualcuno ce la nasconde e se riguarda quello che è stato definito “il segreto più grande dell’umanità”.

La ricerca della Verità è il nodo cruciale che può aprire la porta al cambiamento, un obiettivo che può essere perseguito e declinato in mille modi ma che deve essere definito in termini politici. Può essere perseguito sia individualmente che collettivamente dandosi gli opportuni strumenti. Partiamo dal presupposto che la segretezza di Stato nuoce alla democrazia e sovverte la Costituzione perché concentra la conoscenza nelle mani di pochi, non eletti e, come ben sappiamo, quasi sempre poco affidabili se non personalmente pericolosi. Non si può accettare che i cittadini vengano tenuti all’oscuro di fatti che li riguardano con la giustificazione quasi sempre pretestuosa di presunte esigenze di sicurezza nazionale. Se è comprensibile che certe cose possano temporaneamente non essere divulgate, bisogna tuttavia stabilire dove tracciare il limite.

Essenziale dovrebbe essere la richiesta di ridimensionamento dei segreti di Stato e quantomeno la ridefinizione delle esigenze della sicurezza nazionale. Obiettivo arduo in tempi di terrorismo e di guerra come quelli che stiamo vivendo ma si potrebbe cominciare a fare piazza pulita dei segreti del passato e degli apparati più “a rischio”deviazione con severi protocolli di controllo (non basta il Copasir). Già cosi potrebbero scaturire sorprese e si potrebbero creare altre crepe nel muro della segretezza. Penso per esempio a Ustica, un caso dato per risolto con la conferma che aerei stranieri (francesi, americani?) hanno sparato i missili fatali ma che non lo è perchè, fateci caso, non si è mai data risposta a due domande fondamentali: a chi o cosa hanno sparato? A chi rispondevano i generali processati per alto tradimento e poi prosciolti per mancanza di evidenze?14 Penso al caso Canneto di Caronia e al possibile collegamento tra i fenomeni “di origine non terrestre” e la destinazione d’uso del Muos.

Chiedere la verità e l’abolizione dei segreti di Stato sull’immediato significa minare le politiche sporche della “sicurezza nazionale”, significherebbe ostacolare le connessioni tra intelligence e criminalità organizzata, una delle fonti di sovversione e di creazione di fondi neri, le promiscuità con poteri occulti piccoli e grandi, le provocazioni e le operazioni clandestine più efferate, le connessioni con i meccanismi di corruzione finanziaria e chissà quant‘altro.

La richiesta di Verità si può collegare alle lotte sociali antimilitariste. Se è vero che a utilizzare e sfruttare le scoperte e gli avanzamenti scientifici derivanti dalla retroingegneria sugli Ufo sono prevalentemente le corporation dei settori militare e avio-spaziale, allora può essere utile aumentare le pressioni e i controlli su aziende come Microtecnica (Utc Aerospace Systems), Avio (General Electrics), Skf, Teksid Getti Speciali, Alenia SIA, Alenia Aermacchi, Galileo Avionica spa, Finmeccanica e derivata Selex Es (in particolare, la presidenza De Gennaro in Finmeccanica è sintomatica della sinergia di interessi tra sicurezza nazionale e tecnologia militare aerospaziale).

Gli hackers come Anonymous o Gary McKinnon, il giovane britannico che entrò nei sistemi Nasa per cercare risposte al segreto Ufo, possono costituire un’altra valida arma per forzare la mano e incoraggiare leaks, per ampliare le crepe del silenzio. Ma avere consapevolezza delle ragioni del progresso negato dovrebbe di per sé costituire uno stimolo a sapere di più a darsi come impegno per esempio il contrasto agli armamenti per ridurne il mercato e il potere di chi lo gestisce e lo alimenta (non per idealismo pacifista), a tutte le zone oscure del Potere, nonché alle forze e ai progetti che devastano il pianeta, la natura e ne depauperano le risorse per interesse privato, progetti che indirettamente sono figli di chi ci mantiene nel buio della conoscenza.

(Fine)


  1. Terry Hansen, The Missing Times, TH 2000. Il rapporto tra intelligence e media è argomento che regala spunti di grande interesse e analisi dei meccanismi di disinformazione, manipolazione delle notizie e di infiltrazione nei media applicabili ad ampio raggio e meriterebbe uno studio specifico  

  2. Dana Priest, William Arkin,Top Secret America, The Rise of the New American Security State, Little Brown & Co., 2011  

  3. Tra i programmi invisibili, un’ulteriore distinzione è fatta per i programmi “non esistenti” considerati talmente sensibili da essere esenti da esigenze di rapporto al Congresso. Il presidente di commissione o il membro anziano e talvolta altri esponenti dello staff delle commissioni parlamentari possono essere informati solo oralmente dell’esistenza di tali programmi (1997, U.S. Senate Document 105-2, Report of the Commission on Protecting and Reducing Government Secrecy). “Possono“, ma ignorandone l’esistenza è improbabile che chiedano  

  4. Per la precisione Rumsfeld dichiarò 2.6 triliardi di dollari di ‘soldi mancanti’, poi ridotti dopo varie verifiche a qualche centinaio di miliardi di dollari. Una cifra comunque fuori da ogni buon senso di cui si era persa traccia. v. Lost Spendings, American Forces Press Service, 20/2/2002, www.defense.gov/news/newsarticle.aspx?id=43927. Secondo una più recente valutazione, il totale budget nero attuale si aggira intorno ai 500 triliardi di dollari – di fondi pubblici, naturalmente  

  5. Dana Priest, William Arkin, op. cit.  

  6. Steven M. Greer, op. cit. 

  7. Richard Dolan, After Disclosure, Keyhole2010  

  8. Steven M. Greer, op.cit.  

  9. Timothy Good, Earth, an Alien Enterprise, Pegasus Books 2013; anche Tom Keller in MUFON Journal, Maggio 2010 e in http://www.abovetopsecret.com/forum/thread 965970/pg1  

  10. Catherine A. Fitts, What’s up with the Black Budget?, Settembre 2003, https://solari.com/blog/whats-up-with-the-black-budget  

  11. In un’intervista telefonica del 1987, il Dr. Eric A. Walker, presidente della Penn State University con una lunga storia di rapporti di alto livello nella comunità dei think tanks sui problemi della sicurezza nazionale, ex presidente dell’ Institute for Defense Analysis e precedentemente (1950-1951) Segretario Esecutivo della Commissione militare Ricerca & Sviluppo, cosi rispondeva, enigmatico: Domanda: Dr. Walker, esiste un tale gruppo e se si, include degli scienziati?
    Risposta: Immagino che lei intenda chiedere se lavorano per la Difesa o per i militari…
    D. Esatto. R. Li è dove si sbaglia. Sono una piccola elite. Qualora si fosse invitati a farne parte, io lo saprei.
    D. E’ un gruppo simile al Bilderberg o alla Trilateral? R. (lungo silenzio) Qualcosa del genere. D. Lei ne fa parte? R. Non posso rispondere. Quanto è buono il suo sesto senso? Quanto ne sa di Esp (Extra Sensorial Perception)? D. Qualcosa ne so. Ma che c’entra questo? R. A meno che lei ne sappia e sappia usarne non verrebbe accettato. Solo pochi ne sanno. (in Richard Dolan, Ufos and the National Security State 1973-1991, Keyhole publ.2009)  

  12. Interessante la ricerca dello Swiss Federal Institute of Technology di Zurigo, pubblicata da New Scientist nel 2011, che da un data base di 37 milioni di aziende internazionali ha individuato quella che definiscono un’ “entità superiore” in 147 aziende (meno dell’1%) strettamente collegate tra loro che controllano oltre il 40% dell’intera rete economica mondiale. Tra le Top 20 ci sono Barclays Bank, JP Morgan, Chase & Co.,Goldman & Sachs Group. “E’ sconcertante vedere quanto nella realtà le cose siano connesse” ha dichiarato in merito George Sugihara, esperto di sistemi complessi e consulente della Deutsche Bank. La maggior parte delle azioni di quelle 147 aziende sarebbero di proprietà di gestori di fondi che a loro volta le controllano www.Newscientist.com, Ottobre 2011)  

  13. Steven M. Greer, op. cit.  

  14. Sul caso Ustica, v. Fabrizio Salmoni, Ustica: un segreto più grande, https://mavericknews.wordpress.com/2013/03/12/ustica-un-segreto-piu-grande/