presidentemoltiplicato.jpgdi Francesco Scalone

Alcuni vecchi titoli della collezione Urania ancora oggi risultano di un’attualità sorprendente. È il caso di un uscita del 1977: Il presidente moltiplicato, thriller fantascientifico di Ben Bova. In realtà, il titolo originale inglese era The Multiple Man, ma i curatori dell’epoca decisero di tradurlo in italiano con un più esplicito riferimento alla vicenda fantpolitica raccontata. Un titolo che riletto oggi suona non solo attuale ma anche un po’ profetico.
La storia è ingenua, geniale e pazzesca come non se ne leggono e non se ne scrivono più. Un generale, personaggio losco, fascista, parecchio esaltato è un po’ svitato, decide di clonare il figlio per farlo diventare presidente degli Stati Uniti.

Fin qui niente di particolarmente sconvolgente, se solo non ci fossero sette poveri cloni costretti già dalle elementari a studiare come dei dannati economia, storia militare, scienze politiche, relazioni internazionali, geopolitica, etc. È così che, grosso modo, viene creato “il candidato perfetto e il presidente perfetto”: James J. Halliday, “il miglior presidente che gli Stati Uniti abbiano mai avuto”. Questo James, infatti, va veramente forte: in qualsiasi dibattito, conferenza o intervista televisiva ha sempre la meglio. Semplicemente, non sbaglia mai. Grazie al cavolo, però, perché non appena si trova in difficoltà, Halliday spedisce a sostituirlo uno dei suoi cloni secchioni. Non si tratta però di una vera simbiosi, non c’è niente di sano e non è un caso che uno dei cloni finisce per impazzire e tenta di ammazzare tutti gli altri (Halliday compreso).
A suo tempo, questo romanzo mi sembrò — concedetemi il termine — un mastodontica cazzata, ma oggi dopo la proliferazione mediatica del nostro presidente del consiglio non posso che ricredermi. Ancora una volta la fantasia ha anticipato la realtà per poi esserne a sua volta superata: una realtà che, in quanto cazzata, ha assunto proporzioni ancora più colossali. E se anche Berlusconi avesse dietro di sé altri sette cloni che lavorano per lui giorno e notte? Uno che tarocca i sondaggi, uno che scrive le barzellette, uno che intorta le babbione alle convention, uno che va alla trasmissione di Vespa, un altro che prepara i dossier contro i comunisti. Perché questo Berlusconi è un fenomeno, un vero portento: sono troppe le cagate che riesce in continuazione a dire e sparare. Io la penso come Ben Bova, dietro deve esserci come minimo un’altra mezza dozzina di cloni.