di Giuseppe Genna

mercenari0.jpgmercenari.jpgE’ da verificare anche se è difficile verificarla: intendo l’ipotesi che dietro le esplosioni a Riyadh, l’altro mese (nella foto a destra, Colin Powell sul luogo degli attentati), non ci fosse un’intenzione di attacco indiscriminato ai civili americani che popolano un intero quartiere residenziale nella capitale saudita. La verità potrebbere essere più scottante e imbarazzante per l’Amministrazione Bush. Nei palazzi presi di mira dagli attentatori si troverebbero, infatti, non semplici civili, bensì agenti Cia impiegati nell’ambiguissima rete mercenaria statunitense – una sorta di longa manus dell’Agenzia Usa, svincolata dalle normative congressuali che temperano il ricorso a covert action e azioni illegali dal punto di vista delle convenzioni internazionali. Questa rete vergognosa, cui si devono scelleratezze disumane nei Balcani, ha un nome: MPRI, acronimo neutro che nasconde la sigla inquietante Military Professional Resources Incorporated. Nulla di segreto, c’è anche un sito (questo), che pubblicizza il servizio privato di militari a domicilio. La MPRI è al centro di una galassia infinita di corporation militari, tra cui alcune controllate dal Carlyle Group, nel cui board figurano i Bush e Cheney. Una stella di questa galassia è la O’Gara Protective Services, che fornisce il servizio di sicurezza ai regnanti sauditi e i cui uomini sono tutti agenti ex Cia, abitanti in Riyadh, nel quartiere preso di mira dai “terroristi”.

vuono.jpgLa MPRI è di stanza nel nord della Virginia, è stata fondata nel 1987, dispone di 350 addetti a tempo pieno, richiama agenti operativi da un parco di 7.000 collaboratori specializzati, e si autopromuove come “l’expertise militare migliore al mondo”. Guidano questa lieta cooperativa di criminali di guerra alcuni ex papaveri dell’esercito regolare Usa: Carl E. Vuono, attuale presidente di MPRI, fu capo di stato maggiore durante l’invasione a Panama e la prima Guerra del Golfo; e Ronald H. Griffith, vice capo di stato maggiore durante i medesimi conflitti. E’, in pratica, un settore dell’esercito di stato a stelle e strisce, fuoriuscito dal controllo del Congresso e approdato a una libertà d’azione totale.
Lo dimostra, per fare un esempio, l’esperienza nei Balcani che MPRI ha condotto con assassina acribia. Ricostruì, questa congrega di Stranamore, l’esercito croato con sospetta velocità: le truppe di Zagabria, nel ’95, effettuarono un blitzkrieg che, in 72 ore, riassicurò loro il controllo della Kraijna serba. Gli analisti militari restarono stupefatti: l’esercito croato non disponeva di simili capacità. La verità vera, come intuibile, è che la MPRI non si era limitata all’istruzione dei militari croati, bensì aveva partecipato attivamente all’operazione, che si chiamava “Storm”: nomignolo che vantava già precedenti americani.
mercenari1.jpgIntorno alla MPRI si muovono autentici colossi che strutturano un’autentica rete di apparenti privati, omogenei tuttavia agli interessi dell’Amministrazione americana in zone calde (o da scaldare) nel mondo. Il Pentagono ricorre costantemente all’uso di questo indotto mortuario. Se si entra all’interno della rete di outsourcing militare, si vede che proprio di questo si tratta, di una rete, poiché ogni società rimanda all’altra, avendo nei propri consigli d’amministrazione la crème dell’élite neoconservatrice. Prendiamo per esempio la BDM, controllata dal Carlyle Group, nel cui board siede James Baker, ex segretario di Stato di George Bush Sr, e che ha lavorato in proprio in Arabia Saudita, reprimendo la rivolta antiregime nell’81. Oppure prendiamo il contratto che il Governo ha stipulato, a partire dall’attacco in Afghanistan, con la Kellogg Brown & Root, che fornisce pasti ai militari e cura le retrovie, e nel cui consiglio era installato fino al 2000 l’attuale vice di Bush jr, Dick Cheney. Al termine della guerra in Afghanistan, su gentile invito dell’Amministrazione americana, il presidente Hamid Karzai ha accettato di farsi proteggere dalla guardie della DynCorp, diretta da Paul Lombardi, grande eminenza grigia dell’informatica militare Usa.
adamocover.jpgSe la commessa che l’esercito regolare fornisce a queste compagnie private supera i 50 milioni di dollari, il Pentagono è tenuto a informarne il Congresso. Ciò non accade mai. Il ruolo chiave dei nuovi mercenari, protagonisti del libro di Antonino Adamo (I nuovi mercenari, medusa, 14.00 euro) da cui ho tratto i dati sulle corporation militari, è quello di mandare all’aria ogni sistema di controllo interno da parte della politica, di scardinare le convenzioni internazionali e di garantire protettorati in tutto il pianeta. L’alba della nuova civiltà militare, intreccio perverso di finanza politica e guerriglia permanente, era già sorta – ora siamo al mezzogiorno di questa funesta globalizzazione della morte.