di Mauro Baldrati

Mentre passeggiavo sulla spiaggia ho notato, sotto un ombrellone, un signore CS (cinquanta sessanta) che leggeva un libro. Un caso raro. Infatti dal mio personalissimo osservatorio – la spiaggia di Cesenatico – ho registrato che quest’anno le persone intente a leggere un libro sono quasi scomparse. Chi non ha in mano La settimana enigmistica o un periodico di gossip (ormai rari come i libri) digita sul cellulare. Sono scomparsi anche i lettori estivi di Patricia Highsmith, Camilla Lackberg, John Grisham, Wilbur Smith, Elena Ferrante, Camilleri, Carofiglio.

Mi sono avvicinato, ho buttato l’occhio e sono rimasto di stucco: Il colosso di Marussi. Stentavo a crederlo. E’ un libro del 1941, ripubblicato da Feltrinelli nel 2006, in quanti lo conoscono?

Mi sono fermato, ho esitato. Ma l’ho fatto. Dovevo.

“Complimenti per la lettura” ho detto.
Lui ha esitato a sua volta, poi ha spostato il libro, mi ha guardato e ha sorriso.
“Davvero, è raro vedere qualcuno che legge un libro di un autore dimenticato da dio e dagli uomini”.
C’era un tono di affetto e di gratitudine nella mia voce.
“Lei lo ha letto?”
“Non so, non ricordo, ma amo questo autore”.
“E’ bellissimo”.
Questa battuta mi ha riempito di gioia. Credo che se si fosse trattato di un TQ, o addirittura un VT sarei stato preda di un attacco di sindrome di Stendhal.

Gli ho fatto di nuovo i complimenti, ci siamo salutati e ho raggiunto mia moglie che mi aspettava coi piedi in acqua.

“Chi era quel signore? Di cosa stavate parlando?”
“Gli ho fatto i complimenti per il libro che stava leggendo”.
“Oh. Ma lo conosci?”
“No”.
Lei ha riso, rivolta verso il mare. “Ecco, non lo conosci e vai a fargli i complimenti… E che libro stava leggendo?”
Il colosso di Marussi. Ti rendi conto?”
Stava per parlare ma l’ho preceduta. “Sì, lo so, faccio cose strane, ma ho sentito un’empatia immediata, capisci? E’ come se avessi trovato un amico, o un fratello. In un deserto.”
“Sì, in una spiaggia affollata.”
“Appunto, un deserto. Non ti sembra che la lettura sia ormai estinta? E quello legge addirittura Il colosso! Un sopravvissuto. Proprio come me.”

Ultima risata e siamo entrati in acqua.

Alla sera continuavo a pensare a quell’episodio. Mi stimolava riflessioni filosofiche certamente troppo confuse per scriverle. Così ho acceso internet e sono andato a cercare un famoso pezzo musicale del ’79. Ho aggiornato il testo con le tematiche del nostro tempo.

Lo leggiamo mentre lo ascoltiamo.

LA STAR EDITORIALE HA UCCISO LA STAR LETTERARIA

ti ho vista alla libreria Coop
frugavo tra gli scaffali
alla ricerca di te
sebbene fossi giovane
non hai avuto problemi a sfondare

oh – a oh

si sono presi i diritti d’autore
per il tuo secondo romanzo
riscritto da una macchina
e dalla nuova legge del marketing
e ora capisco i problemi che vedi

oh – a oh

ho incontrato i tuoi figli
oh – a oh
cosa gli hai detto?

la star editoriale ha ucciso la star letteraria
la star editoriale ha ucciso la star letteraria
Sono arrivate le nuove copie e ti hanno spezzato il cuore

oh – a oh
eri la prima
oh – a oh
e ora sei l’ultima

e ora ci incontriamo in una libreria abbandonata
rileggiamo l’incipit
e sembra che sia stato tento tempo fa
e ti ricordi le recensioni che andavano di moda.

oh – a oh
eri la prima
oh – a oh
e ora sei l’ultima

la star editoriale ha ucciso la star letteraria
la star editoriale ha ucciso la star letteraria
nella mia mente e nella mia macchina
non possiamo tornare indietro,
siamo andati troppo lontano

oh – a oh

la star editoriale ha ucciso la star letteraria
la star editoriale ha ucciso la star letteraria

nella mia mente e nella mia macchina
non possiamo tornare indietro
siamo andati troppo lontano
sono arrivate le prime copie e ti hanno spezzato il cuore
da’ la colpa allo smartphone!

sei una stella letteraria
sei una stella letteraria
la star editoriale ha ucciso la star letteraria
la star editoriale ha ucciso la star letteraria
la star editoriale ha ucciso la star letteraria