di Alessandra Daniele

“La ruota gira” – Matteo Renzi

Gli elettori italiani sono stati chiari. Basta inciuci. Basta PD.
A cosa stanno lavorando tutti dietro le quinte?
A un inciucio col PD.
L’establishment spinge più per un governo Demostellato, chiedendo che il PD si sacrifichi per favorire la normalizzazione del Movimento in stile Tsipras. Se il PD resiste non è certo per coerenza politica, ma per semplice istinto di sopravvivenza. Prestarsi significherebbe rischiare di sparire definitivamente alle prossime elezioni.
Al PD converrebbe di più scindersi ancora per spedire una pattuglia di responsabili a sostenere il Polipo delle Libertà, mentre il gruppo dirigente fa finta di restare all’opposizione.
La campagna elettorale è momentaneamente finita, ma nessuno degli uomini sòla al comando ha smesso di sparare cazzate.
Renzi finge d’essersi dimesso, mentre continua a cercare di guidare il partito in remoto attraverso i suoi droni, per schiantarlo contro un muro l’ennesima volta consecutiva.
Luigi Di Maio e Matteo Salvini fingono entrambi d’aver stravinto le elezioni, benché in realtà nessuno dei due abbia i numeri per governare da solo.
A Mr. Sud mancano più d’un centinaio fra deputati e senatori per la maggioranza, Mr. Nord senza Berlusconi e Meloni ha appena il 17%, quasi due punti in meno dello sconfitto PD.
Entrambi però continuano con gli arroganti e apodittici proclami di facciata, mentre cercano accordi reciproci, e col partito del Cazzaro uscente, che invece punta a un altro stallo all’italiana che costringa alla fine tutti in nome del Bene del Paese a quel Governissimo che era il suo obiettivo originale.
Prospettiva improbabile, ma non più d’un governo Grilloverde senza il placet di Berlusconi. Per Salvini cercare di scaricare Berlusconi significherebbe giocarsi la leadership del Polipo delle Libertà, venire additato come traditore su tutti i media, e rischiare la caduta di troppe giunte comuni in tutto il Nord.
Per i grillini governare coi difensori della razza bianca, alleati storici di Berlusconi, significherebbe sputtanarsi definitivamente le pretese di alterità e terzietà.
Il Movimento 5 Stelle è il primo partito del Sud, dove ha suscitato speranze di riscatto e cambiamento nelle classi tradite e abbandonate dalla cosiddetta sinistra, il plebiscito ottenuto nella Pomigliano umiliata da Marchionne ne è la rappresentazione plastica.
Deludere certe disperate speranze può essere molto pericoloso.

Come Matteo Renzi, Matteo Salvini e Luigi Di Maio sono due spocchiosi giovani rampanti a cui è stato affidato un partito perché lo portassero alla maggioranza.
Come Renzi col suo 40% alle Europee, hanno realizzato una vittoria coreografica ma non sufficiente, rincoglionendo gli elettori di iperboliche promesse irrealizzabili.
Come Renzi, entrambi Di Maio e Salvini adesso si credono L’Uomo del Destino. Ma Destiny is a fickle bitch.
Il vaticinato ventennio renziano è in realtà durato meno d’un biennio, seguito da due anni di umilianti sconfitte. Se si tornerà subito al voto, quello di Luigi Di Maio potrebbe addirittura finire prima di cominciare, se il M5S non si rimangerà il limite del doppio mandato, come s’è rimangiato il veto alle Olimpiadi.
La ruota gira, però il criceto ci rimane sempre chiuso dentro.
Il nuovo Cazzaro in carica sarà quello disposto a rimangiarsi il cambiamento più in fretta.

Questa settimana mi trovate anche su The Vision.  

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