di Maverick

Talvolta i media locali sono fonti di notizie insolite snobbate dai fratelli maggiori. Compaiono perchè interessano direttamente il territorio o perchè non hanno trovato spazio altrove. I media locali sono anche i meno monitorati, almeno sull’immediato, e difficilmente controllabili. E’ stato Metro, un piccolo ma diffuso quotidiano a distribuzione gratuita nelle metropolitane a riportare notizie che solo quattro giorni prima avevano trovano un clamoroso spazio sul New York Times e su un blog di qualche prestigio.

Metro del 20 dicembre scorso, sotto il titolo “Il Top Gun e l’Ufo su San Diego” – “No, non veniva dalla Terra…”, riferiva un caso di incontro ravvicinato del 14 Novembre 2004 tra un FA/18 SuperHornet della Marina e un oggetto non identificato sull’oceano al largo di San Diego, California, con tanto di immagini della rilevazione radar. Il pilota David Fravor, che comandava una squadriglia in esercitazione, ricevette l’ordine via radio di accertare la presenza di oggetti volanti che “scendevano da una quota di 24.000 m fino a 6.000 m e poi scomparivano”. Si trattava, vista la presenza della squadriglia in zona, di andare a controllare da vicino. Lo fecero in due, Favor e il Tenente Jim Slaight. “Era bianco e aveva la forma di una mentina – dichiara Fravor – delle stesse dimensioni di un Hornet, lungo 12 metri ma senza ali, fluttuante vicino all’acqua”… mentre mi avvicinavo ha accelerato ed è scomparso. Più veloce di qualsiasi cosa abbia mai visto…”.

La seconda parte dell’articolo è ancora più intrigante. Si dice che questa notizia e le relative immagini sono in possesso del Pentagono e “rientrano nel programma denominato Advanced Aviation Threat Identification operativo tra il 2007 e il 2012”. La fonte è l’ex ufficiale dell’intelligence Luis Elizondo, ex responsabile di una non meglio specificata Ufo Division. Due affermazioni che lasciano stupefatti: non hanno sempre detto che dai tempi del Progetto Blue Book (metà anni Cinquanta) i militari non si sono mai più occupati di Ufo? Già da tempo si sa che non era vero ma non per ammissione ufficiale del Pentagono, e si sa anche che ogni branch di intelligence militare e civile americana ha sempre monitorato, gestito e intorbidato l’informazione sul fenomeno.1

A naso, comunque, le notizie erano intriganti e dovevo saperne di più. Quale era la fonte di Metro? Un po’ di ricerca ed ecco la terza notizia interessante (con gli Ufo non si finisce mai di stupirsi…): quattro giorni prima, il 16 Dicembre 2017, ben tre articoli pubblicati in contemporanea negli Usa: due sul New York Times e uno sul blog Politico, uno con contatti stabili con gli ambienti militari. Tutti sul caso degli avvistamenti del 2004 e delle dichiarazioni di Elizondo.I due del NYT firmati dagli stessi tre nomi, uno dei quali quello di Leslie Kean, giornalista investigativa già nota per il suo interesse attivo sull’argomento Ufo. I titoli: “2 Navy Airmen and an Object That ‘Accelerated Like Nothing I’ve Ever Seen” e ” Glowing Auras and ‘Black Money’: The Pentagon’s Mysterious U.F.O. Program”. Su Politico si rincara la dose: The Pentagon’s secret search for Ufos.

Il primo articolo contiene più dettagli sull’incontro nei cieli. Per esempio, apprendiamo che Fravor viene informato dall’operatore di controllo che da due settimane vengono rilevati velivoli misteriosi che appaiono sui radar in arrivo da un’altezza di 24.000 m, picchiano a velocità “impossibile” da sopportare per un essere umano (stimata in almeno 20.000 miglia all’ora) verso l’oceano dove si fermano per lunghi minuti dopodichè o spariscono dai radar o ripartono velocissimi verso l’alto e si perdono. Prestazioni che sfidano la fisica conosciuta. Fravor e Straight eseguono e si avvicinano all’oggetto. In mare c’è una strana risacca intorno a qualcosa di semisommerso e 15 m sopra la superficie vedono il velivolo che si muove a scatti irregolari. Fravor inizia una lenta discesa circolare di avvicinamento e l’oggetto comincia a dirigersi verso di lui poi “accelera come non ho mai visto e poi sfreccia via nel cielo” scomparendo dai radar ma riapparendo a 60 miglia di distanza nel punto di ritrovo dei due F18 che stavano ancora 40 miglia indietro. Al ritorno sulla Nimitz, dopo il debrief con i superiori, Fravor commenta con tipica prosa da top gun: “Non so cosa ho visto. Non aveva nè piume nè ali, nè rotori e ci ha surclassato. Voglio pilotarne uno”. Con l’articolo il NYT pubblica il video della gun camera del F18 fornito dal Pentagono a documentazione dell'”incontro”. Rimane la curiosità per quell’oggetto semisommerso che provoca risacca in alto mare.

Nel secondo articolo del NYT, oltre a mostrare un secondo filmato dalla gun camera del F18 (lo stesso di Fravor o in altra circostanza?)2 si affrontano significativamente argomenti importanti per la comprensione della portata del fenomeno Ufo: il monitoraggio da parte degli apparati di intellligence e militari e i sistemi di finanziamento clandestino di cui si fa riferimento apertamente anche nei titoli: black money, soldi in nero: ulteriori conferme di quanto da tempo documentato e affermato dai più seri ricercatori indipendenti. Apprendiamo che il programma Advanced Aviation Threat Identification (Identificazione delle minacce da aviazione avanzata) di cui era responsabile fino al 4 Ottobre 2017 Luis Elizondo, è un programma “non riconosciuto”, parti del quale rimangono segrete, che traeva risorsa finanziaria (22 milioni di dollari) dai 600 milioni annuali dichiarati ufficialmente, apparentemente terminato nel 2012 ma confermato al Times come ancora operativo da “outsiders”, anonimi esterni.3

Il programma segreto
Il programma, si racconta, e qui tutto si intreccia, era stato avviato nel 2008 su richiesta del senatore Democratico del Nevada Harry Reid che lo volle assegnato alla Bigelow Aerospace di proprietà di Robert Bigelow un amico miliardario del senatore a lui unito da un intenso interesse per il feniomeno Ufo di cui avrebbe fornito ampia documentazione a seguito del contratto col Pentagono. Successivi sponsor politici del programma, su raccomandazione di Reid, sono stati due altri senatori, Ted Stevens, Repubblicano dell’Alaska e Daniel K. Inouye, Democratico delle Hawai,4 membri di rilievo – riferisce sempre il Times – di una sottocommissione di spese per la Difesa, entrambi deceduti di recente. Sotto la direzione della Bigelow, si è costruito un deposito per stoccare i materiali recuperati da Ufo precipitati o abbattuti, e si sono raccolte testimonianze di provenienza prevalentemente militare, video, filmati, audio, ma anche test su civili che avrebbero denunciato disturbi fisici a seguito di incontri con gli oggetti. Dalla Bigelow, la gestione del programma sarebbe poi passata direttamente al Pentagono. Da Bigelow vengono citate dichiarazioni in cui lamenta la troppa segretezza sull’argomento Ufo negli Usa paragonata alla maggiore apertura di altri Paesi quali Belgio, Francia, Inghilterra e Cile,5 ma soprattutto Russia e Cina dove se ne occupano “vaste organizzazioni”.

Sempre più interessante. Salta fuori un nome che abbiamo già incontrato più volte trattando di ricerche segrete, quello di Hal Puthoff, un top scienziato specializzato in propulsione aviospaziale ma non solo. Puthoff chiarisce al Times di aver lavorato come contractor al programma AATI e fa lo gnorri sui risultati conseguiti fingendo di saperne meno di quanto già dimostrato in altre occasioni: “Siamo alla stesso punto di come si troverebbe Leonardo da Vinci se gli avessero dato in mano un telecomando di apertura di un garage: prima di tutto cercherebbe di capire cosa sia quello strano oggetto di plastica ma non potrebbe sapere niente dell’elettromagnetismo che ne regola le funzioni”.6

E c’è di più: veniamo informati che proprio Puthoff insieme a Elizondo e a Christopher K. Mellons, un ex sottosegretario alla Difesa e ex Capo dello staff della Commissione Intelligence del Senato, hanno varato un’ iniziativa commerciale denominata To the Stars, Academy of Arts and Science che si propone di continuare la ricerca per la quale richiedere finanziamenti. Il fenomeno Ufo non è solo il più grande segreto dell’umanità (sempre meno però) ma anche una grande fonte di profitto per grandi e piccini. Quale miglior conferma della consistenza reale del fenomeno?

Il blog Politico ribadisce gli stessi contenuti del NYT enfatizzando la segretezza della ricerca nel settore e aggiunge qualche altro dettaglio: il nome del quarto socio, Tom DeLonge, ex chitarrista dei Blink 82, coinvolto per il suo profondo interesse per il fenomeno Ufo, il quale afferma che “To the Stars ha mobilitato un team di cervelli di grande esperienza provenienti dal mondo dell’intelligence, Cia compresa, che hanno operato per decenni nell’ombra della massima segretezza” . Da artista, DeLonge sostiene di voler “lavorare per portare allo scoperto le incredibili innovazioni della scienza e fornire ai cittadini del mondo la conoscenza che potrà trasformare l’umanità”. Con l’appoggio – rivela ancora De Longe – di collaboratori di alto livello come Chris Mellon, un ex alto dirigente Cia, e un ex direttore dei sistemi avanzati alla Skunk Works, la supersegreta branch della Lockeed Martin, massima corporation del settore aviospaziale.7

E’ insomma una miniera di novità e di conferme questa raffica di articoli-rivelazione. La prima in ordine di importanza, se ce n’era ancora bisogno è la conferma che del fenomeno Ufo ormai si parla quasi apertamente. E’ un segreto di Pulcinella “non riconosciuto” a cui manca solo l’ ufficialità. E dà da mangiare a tanti. Un mercato nutrito, almeno negli Usa, da fondi neri su programmi supersegreti appaltati e subappaltati a contractors privati di vario livello (laboratori, aziende, corporation, università, ecc) e quindi parcellizzati al massimo per impedirne la visione d’insieme. E chissà da cos’altro.

La seconda conferma è che anche diversi altri paesi, tra cui le superpotenze Cina e Russia, sono attivi nella ricerca e nel monitoraggio tramite Ufo Desks (anche in Italia, qui non nominata, ce n’è uno presso il Ministero della Difesa).8 Ci sono testimonianze accreditate che indicano che la Russia, già da quando era Urss, si occupi molto degli aspetti extrasensoriali ed extradimensionali del fenomeno. Poi, da quanto emerge da fonti diverse, ci aggiungerei anche l’Iran.

Terza conferma: esistono reperti, “leghe metalliche e altri materiali recuperati da Uap (Unidentified Aerial Phenomena. Sta per Ufo, tanto per non dirlo apertamente) abbattuti o precipitati”. I ricercatori indipendenti lo dicono da anni e hanno sovente riportato testimonianze in merito; a partire dal Roswell crash del 1947. Ci sarebbe da fare un titolone ma il NYT smorza e lo fa dire da Elizondo. Meglio non esagerare. Stesso discorso per gli “effetti psicofisici su individui che hanno avuto/subito un incontro ravvicinato con gli oggetti”: la casistica è ampia a partire dalla testimonianza diretta degli avieri Larry Warren e John Burroughs protagonisti loro malgrado dell’incidente alla base Nato di Rendlesham Forest, in Inghiltera nel dicembre 1980, un caso definito “la Roswell europea”. Per non parlare del rapporto del Ministero della Difesa britannico denominato Project Condign completato nel Marzo 20009 che tratta ampiamente quella materia.

Infine, le parole di Tom De Longe danno un’altra conferma di quanto sostengono da tempo testimoni e ricercatori cioè della possibilità di applicare a scopi civili la tecnologia, o almeno i processi tecnologici, ricavata dai reperti Ufo per ” fornire ai cittadini del mondo la conoscenza che potrà trasformare l’umanità”. Che è poi probabilmente la prima e più importante spiegazione del perdurante segreto. Quelle tecnologie ci farebbero superare la necessità dei carburanti fossili e porterebbero vantaggi incalcolabili per l’umanità producendo energia non inquinante e da fonte infinita, come lo spazio.

Curiosa la mancanza di reazione ufficiale alla divulgazione di queste notizie. Si pensi cosa succederebbe se un bombardiere russo Bear o un analogo cinese fossero stati avvistati a cento miglia dalla costa californiana: probabilmente gli americani andrebbero fuori di testa. Invece, in caso di Ufo, velivoli dalle prestazioni “oltre il conosciuto”, nessuna reazione. Come se fosse meglio non agitare troppo le acque ma si può ben presumere che nel background ci sia stata agitazione.

Questo break di notizie simultanee solleva qualche domanda:
Che succede al New York Times? Perchè ha pubblicato due articoli sull’argomento Ufo offrendo addirittura con la simultaneità un’evidenza senza precedenti?
Si sa che il NYT, insieme al Washington Post e Cnn, è la voce dell’establishment cioè degli ambienti più potenti della società americana, l’ espressione assoluta del mainstream, alfiere di un tipico atteggiamento di progressismo prudente e conformista, di fatto custode “illuminato” di un composto ma irremovibile status quo. E’ generalmente accurato e onesto ma non certo dedicato a sollecitare radicalizzazioni o a scaldare l’opinione pubblica con inutili verità. Ha anzi, su temi sensibili, una lunga tradizione di collaborazione con gli ambienti militari e dell’intelligence (come evitarla se vuoi dare notizie di primo piano?): si pensi alla sua frenetica falsa campagna sulle armi di distruzione di massa dell’Iraq, alle fake news su Siria, Libia, Ucraina e, nel 1947, sul falso reperto di Roswell (il pallone metereologico…) che diede l’inizio al cover up sul fenomeno Ufo.

Richard Dolan, uno dei più seri ricercatori della comunità ufologica, azzarda una spiegazione: la notizia di questi “incontri” del 2004, filmati inclusi, era già stata oggetto della conferenza stampa al National Press Center di Washington tenuta in Ottobre dal team di To the Stars di fronte a un pubblico di scienziati, del sottobosco politico-militare e di personale dell’intelligence. Anche se il tema esplicito non erano gli Ufo ma il lancio della nuova iniziativa, tutti sapevano che di quello si trattava in realtà e l’evento ebbe grande rilievo anche per il livello dell’audience e del personale coinvolto nell’impresa. Non poteva passare totalmente sotto silenzio. E’ dunque possibile che la pubblicazione delle notizie sul NYT sia un’operazione di “controllo del danno” in cui viene offerto un buon boccone ma forse non “intero”cosi da evitare rischiosi seguiti, “una ferita da cauterizzare”. Si contiene la notizia principale sperando di non dover aggiungere altro. Se cosi fosse, sarebbe improbabile che non ci sia altro.10

Prime conclusioni
1. Il segreto è sempre meno segreto. Per le più diverse motivazioni: per protagonismo, per convenienza (è il caso della To the Stars), per presa di coscienza individuale, per rivalsa professionale. E’ segno che le maglie della rete si allargano man mano che i soggetti interessati all’enorme flusso di denaro si moltiplicano. Un processo che mette a repentaglio la sicurezza delle principali fonti e dei principali fruitori, annidati nelle pieghe del complesso militare-industriale e dei cartelli dell’energia.

2. Le multiple conferme della potenzialità delle applicazioni civili ricavabili dalle tecnologie segrete apre ulteriormente il campo ad una critica ambientalista circostanziata e aggiornata. Se quanto si afferma fosse vero, ci troveremmo almeno cento anni avanti rispetto alle briciole della conclamata green economy. La politica, soprattutto quella dal basso, e la cultura dovrebbero cominciare ad occuparsi di quanto sta emergendo senza le paure del ridicolo che decenni di disinformazione organizzata e finanziata anche tramite le organizzazioni “scettiche”, hanno instillato. Se di Ufo parlano i politici, gli scienziati, le spie, i militari, i Ceo delle maggiori industrie aerospaziali, gli astronauti, perchè non possiamo parlarne noi? Il fenomeno Ufo è un argomento eversivo, potenzialmente capace di provocare i massimi rivolgimenti politico-economici a livello globale. Lo si può affrontare in nome della Verità mettendo in discussione in primo luogo le politiche e gli apparati della “sicurezza nazionale”, il vaso di Pandora dei più efferati segreti del Potere. Può valerne la pena se ci si rende conto che il progresso che ci è negato e la conseguente arretratezza tecno-scientifica non possono che assecondare i piani di dominio sull’umanità di un capitalismo sempre più selvaggio.


  1. Bruce Maccabee, The Fbi Cia Ufo Connection, Dolan Press 2014, e anche Leslie Kean, Ufos. Generals, pilots and government officials go on the record, Harmony Books 2010  

  2. Ancora più interessante perchè ha il sonoro con i dialoghi tra due piloti uno dei quali a un certo punto dice “Ce n’è un’intera flotta!”  

  3. Elizondo anche afferma che il programma continua a esistere e che è diretto da un suo successore di cui non può ovviamente fare il nome  

  4. Inouye era personalmente interessato perchè aveva condiviso un avvistamento durante il suo servizio militare  

  5. Paesi in cui sono attivi Ufo Desks riconosciuti o monitoraggi permane  

  6. Fisico teoretico e sperimentale con un curriculum che comprende General Electric, Stanford University, Sri International e , non casualmente, periodi di consulenza alla Nsa, e alla Cia su un programma segreto di “remote viewing”, cioè di sviluppo di facoltà extrasensoriali per “vedere” in luoghi distanti ed extradimensionali. Puthoff fonda nel 1985 l’Institute for Advanced Studies (Iasa) a Austin, Texas che si occupa di ricerca su argomenti correlati alla generazione di energia e alla propulsione spaziale, ricevendo fondi da “donatori anonimi”. Per molti anni Puthoff ha avuto autorizzazioni governative di accesso ad alti livelli di sicurezza . E’ adepto di Scientology. Un nome che ritorna sovente, un personaggio oscuro, al top dell’ambiente scientifico, coinvolto pienamente nei segreti che avvolgono la ricerca occulta sul fenomeno Ufo, il suo utilizzo compartimentato, e che forse riveste anche un ruolo più alto di gestione  

  7. Ricordo che fu un ex Ceo della Skunk Works, ora deceduto, Ben R. Rich, protagonista il 23 Marzo 1993 di una sconcertante dichiarazione in conferenza alla Engineering Alumni Association della Università di California a Los Angeles:: “Abbiamo già i mezzi per viaggiare verso le stelle. ma queste tecnologie sono rinchiuse nei progetti segreti e ci vorrebbe un miracolo per farle emergere a beneficio dell’umanità. Qualsiasi cosa possiate immaginare, noi sappiamo come farlo…”  

  8. Si chiama Reparto Generale Sicurezza dell’Aeronautica Militare, operativo dal 1998. v. Roberto Pinotti, Oggetti Volanti non identificati. Nuovo rapporto su avvistamenti e ricerche in Italia, Oscar Mondadori, 2003. pag. 387  

  9. http://ufoevidence.org/topics/projectcondign.htm  

  10. www.richarddolanpress.com The Pentagon and Ufos. Assessing the revelations. 1.1.2018