di Sandro Moiso

Per l’ennesima volta, negli ultimi cinquant’anni di storia editoriale italiana, stiamo assistendo ad un autentico assalto alla diligenza del mercato del fumetto e dei comic book. Editori grandi e piccoli, conosciutissimi e assolutamente sconosciuti, o quasi, inondano infatti fumetterie, edicole e librerie di una massa impressionante di libri, quasi sempre graphic novel, ed albi a fumetti rischiando di impattare, probabilmente a breve, in una delle tante crisi editoriali che, nel periodo sopra citato, hanno portato alla scomparsa di tante case editrici specializzate nel settore.

Tali, prevedibilissime crisi non sempre sono dipese soltanto dai meccanismi più scontati della sovrapproduzione e del sottoconsumo insiti nella società mercantile, ma anche da un’abbondanza di proposte che, per mantenersi tale, spesso ha abbandonato la qualità a favore della quantità.
La necessità di rubare spazio nelle edicole o sui banchi delle librerie alla concorrenza ha portato, ciclicamente, a vanificare lo sforzo propositivo iniziale a favore della novità e della qualità, sia che si trattasse, nel corso del tempo, della diffusione dei fumetti popolari thriller-horror-avventurosi ad alto contenuto erotico e della scoperta dei super-eroi della Marvel alla metà degli anni sessanta oppure della scoperta del fumetto francese e d’autore negli anni settanta-ottanta o, ancora, quella dei manga giapponesi nel corso degli anni ottanta e novanta e in seguito della rilettura del fumetto d’azione o superomistico in chiave complessificata tra gli anni novanta e i duemila.

Tali periodi di espansione e crisi hanno sicuramente portato ad una selezione “naturale” di case editrici e modelli narrativi e stilistici particolarmente severa, ma tale severità, spesso di ordine economico, non sempre ha giovato al miglioramento generale della comic art e dei gusti del pubblico anche se in alcuni casi, si veda l’esempio di una delle massime case editrici di fumetti popolari come la Bonelli, ha portato ad un equilibrio prima sconosciuto tra fumetto di massa e opera d’autore, sia nella grafica che nelle sceneggiature.

Tra alcuni giganti dell’editoria scesi in pista negli ultimi tempi, come la Mondadori con la nuova collana Oscar Ink e la Rizzoli con l’acquisizione del marchio Lizard, e alcuni piccoli editori, come la Salda press affermatasi con le collane dedicate ai morti viventi, al fantastico e alla fantascienza, vale qui la pena di sottolineare l’autentica e interessante azione culturale portata avanti, ormai da qualche anno, dalla Eris di Torino che con la sua collana Kina ha proposto e propone metodicamente alcune delle opere più interessanti del settore, scelte nel panorama internazionale e nazionale.

Tale qualità è sempre legata ad una cura editoriale che nel formato dei volumi, nella scelta della carta, nella riproduzione dei colori e delle grafiche oltre che nella traduzione e del lettering è veramente encomiabile. Mentre allo stesso tempo la scelta editoriale non confonde mai l’interessante con ciò che annoia, come purtroppo spesso accade con ricostruzioni di fatti storici o biografie attraverso l’uso didascalico e para-didattico del fumetto, al contrario, probabilmente, di quanto vanno facendo altri big dell’editoria (da Newton Compton a Feltrinelli oltre a quelli già citati).

Un settore editoriale in cui si stanno buttando tutti perché si dice che sia tra quelli che tirano di più adesso e che ha fatto dire a qualche esperto che “tra poco anche la Crai avrà la sua collana di fumetti”.
Mentre tutto questo potrebbe già creare entro il 2018 una incredibile bolla destinata ad esplodere: troppi libri per troppi pochi lettori.
Lasciandosi dietro una moria di autori giovani, vanitosi, sedotti e abbandonati, se non bruciati, che preferiscono essere lusingati dai big anziché coltivare un proprio percorso artistico. Insomma, storie già viste.

Di quanto fino ad ora detto, invece, a proposito della qualità e dell’originalità, ne sono prova tre volumi pubblicati da Eris nella parte finale dell’ormai trascorso 2017:

Danijel Zezeli, BABILON, Eris novembre 2017, pp.116, € 17,00

Liz Suburbia, Sacred Heart, Eris settembre 20117, pp.310, € 19,00

Professor Bad Trip (Gianluca Lerici), PSYCHO, Eris ottobre 2017, pp.106, € 16,00

Il primo è l’opera di un autore croato che, lasciata Zagabria nei primi anni ’90, lavora attualmente come fumettista, pittore, animatore e illustratore , vivendo tra Zagabria e Brooklyn. Tipico ed importante esponente del genere definito come wordless novel, Zezeli ha collaborato numerose serie vincitrici di premi come DMZ, Northhlanders, Scalped, Hellblazer, Loveless e El Diablo con editori come DC Comics e Marvel.

Il suo è un tratto sanguigno, che buca la pagina e, soprattutto nelle opere in bianco e nero come la presente, non ha bisogno di parole. In questo caso, una storia di corruzione,di speculazione e di degrado urbano assume una dimensione onirica che si pone a metà strada tra la storia fantastica e la disgressione di carattere sociale senza che il lettore abbia bisogno di ulteriori aiuti o per comprendere da che parte, e perché, stanno i “buoni” e i “cattivi”. Un autentico realismo magico di cui l’autore croato, che con l’opera Luna Park nel 2010 ha ottenuto una nomination all’Eisner Award nella categoria Miglior Disegnatore, è un autentico maestro; rinviando per certi versi, e soltanto per fare un esempio ed un confronto con un altro grande autore, a quell’UT di Corrado Roi pubblicato in sei albi da Bonelli nel corso del 2016.

Il secondo volume qui presentato è quello che maggiormente corrisponde alle caratteristiche della graphic novel. Una vicenda che vede come protagonisti i teen ager di una cittadina americana dove, per qualche oscuro motivo, gli adulti sembrano essersi eclissati e scomparsi. Una storia in cui i sogni d’amore e d’amicizia dell’adolescenza si incrociano furiosamente con una sessualità che si deve manifestare nelle infinite forme dell’erotismo, dalla gioia all’incubo alla perversione, e con una graduale sparizione degli adolescenti stessi ad opera di un misterioso assassino.

Liz Suburbia, una delle nuove e più promettenti voci della scena del fumetto indipendente degli States, entra nel catalogo Eris e tra il pubblico italiano con un’opera sicuramente originale dal punto di vista della sceneggiatura e dal segno grafico apparentemente semplice ma niente affatto scontato, che ben si attaglia alla ricerca continua di nuove narrazioni, eterodosse, capaci di ibridare diversi generi portata avanti nella collana Kina.

Sacred Heart si concentra sulla vita di Ben, un’adolescente arrabbiata e solitaria, che fa tatuaggi, va a concerti punk e s’infastidisce per il sessismo delle canzoni della band locale. Ma questa è un’opera corale e gli adolescenti di Liz Suburbia cercano di essere forti, indipendenti, ma non possono che vivere i propri traumi in solitudine.
L’archetipo narrativo non è quello del teen drama, ma un Signore delle mosche moderno, dove lo scenario non è costituito da un’isola deserta, ma dalla provincia americana, dove regna sovrana l’impossibilità di conoscere il futuro e fare piani che vadano più in là della serata.

L’opera è già stata paragonata dalla critica statunitense a fumetti come Love and Rockets e Black Hole, in cui i temi della sessualità e della tenerezza si incrociano con temi metafisici che sembrano rappresentare l’orrore dell’entrata nell’età adulta in cui ogni diversità sembra preludere a drammi e processi di esclusione (economici o di genere) che caratterizzano una società tutto sommato ignobile e tutt’altro che desiderabile dal punto di vista giovanile. E in cui la religione, più che svolgere una funzione consolatoria, non può essere altra che quella cristiano-giudaico della punizione, dell’espiazione e del giudizio universale.

Last but not least viene Psycho, primo volume di una serie destinata alla ripubblicazione dell’opera integrale di Gianluca Lerici, meglio conosciuto come Professor Bad Trip, uno dei più importanti e significativi disegnatori, anche se considerata la vastità del suo impegno (nel campo del fumetto, dell’illustrazione, della pittura, della scultura, del design, della musica, del collage e di molto altro ancora) sarebbe forse meglio dire artista tout court, a livello internazionale degli ultimi trent’anni.

Nato nel 1963 a La Spezia e scomparso prematuramente nel 2006 per un infarto, il Professore (titolo che si era dato quando era ancora studente di Belle Arti, in opposizione ad un paese di professori incartapecoriti e in particolare di quelli svogliati e conservatori che lo avevano accompagnato nel suo tortuoso percorso di studi) ha segnato indelebilmente il fumetto, la grafica e l’estetica underground fin dai suoi esordi.

L’attuale volume edito da Eris contiene una delle storie, se così si possono definire, più celebri tra quelle ideate dall’artista spezzino, ispirata tanto al noir quanto alle atmosfere dei romanzi di Philip Dick e di William Burroughs. Il tutto però rielaborato in una chiave visionaria ed anticipatrice che le rende, anche se Psycho fu pubblicato per la prima volta nel 1996, estremamente attuali. Alla storia principale nel volume si accompagna Khatodic Karma, una storia breve pubblicata per la prima volta nel 1994 a Spoleto all’interno dell’antologia Talking Heads.

Radicale nel segno e nel contenuto, Lerici non ha mai nascosto le sua aperte simpatie anarchiche e libertarie fin dagli inizi, quando diede grande impulso all’ambiente delle autoproduzioni indipendenti, con le sue iniziative sia musicali che grafiche.
Per scoprirne l’importanza e la rilevanza culturale, ma anche politica si rivelano utilissimi i due saggi curati da Vittore Baroni e Marco Cirillo Pedri oltre che la dettagliata biografia curata dalla compagna del Professore, Jenamarie Filaccio, e Stefano Dazzi Dvořák oltre che dallo stesso Baroni.

Un’opera, quella della ristampa dei lavori di Professor Bad Trip, che rivela ancora una volta la serietà e l’attenzione con cui l’Associazione culturale Eris propone o, come in questo caso, ripropone creazioni grafiche e a fumetti destinate a rivelare come una delle manifestazioni più diffuse e, inizialmente, più umili della cultura di massa abbia finito col rivelarsi come uno dei settori artistici e letterari più creativi e innovativi degli ultimi decenni. Nonostante i ripetuti tentativi di soffocarla tra i meccanismi del mero profitto e della, conseguente, sovrapproduzione.
Buona lettura!