di Gian Filippo Pizzo

[E’ in uscita, presso le edizioni Odoya, una Guida al cinema fantasy curata da Walter Catalano, Andrea Lazzaretti e Gian Filippo Pizzo. Anticipiamo l’introduzione scritta da Pizzo.]

Il termine inglese fantasy ha esattamente lo stesso significato e la stessa valenza dell’italiano “fantasia” o dell’aggettivo sostantivato “fantastico”, tuttavia l’uso che se ne fa quotidianamente – di derivazione quasi merceologica, in quanto inizialmente usato per designare un genere prima letterario e poi fumettistico e cinematografico – è diverso. Diverso ma anche confuso, perché usato a volte a sproposito per indicare la fantascienza, la favola o il meraviglioso e il fantastico tout court (per usare le celebri definizioni di Todorov), e altre volte inserito in locuzioni anglicizzanti quali urban fantasy o dark fantasy che in realtà sono più simili all’horror che al fantasy propriamente detto.

Vediamo allora di fare, sinteticamente, un po’ di chiarezza. La fantascienza presuppone che sia presente una base scientifica o pseudo tale, o che ci sia un’estrapolazione da dati reali proiettata nel futuro. L’horror esige l’intervento del soprannaturale o comunque di un elemento estremamente perturbante quale ad esempio la personalità disturbata di un serial killer.  Nella favola tutto è ammesso senza alcun bisogno di giustificazione, e così una zucca si può trasformare in carrozza e dei biscotti possono far aumentare la dimensione di un corpo senza che a tutto ciò vi sia una spiegazione. L’horror ha come teatro il nostro mondo e così pure la fantascienza, anche se in questo caso il mondo è modificato dall’ambientazione futura o da un avvenimento parascientifico. La fiaba e il fantasy si muovono invece in mondi diversi, “altri” rispetto al nostro (sebbene ne rappresentino spesso l’allegoria) ma tra loro c’è una differenza essenziale: nel fantasy non tutto è possibile, ma quello che accade deve essere giustificato da una legge interna del mondo descritto. Così ci sono interventi di esseri più o meno soprannaturali, trasformazioni magiche, uso di incantesimi e pozioni e via dicendo, ma solo perché queste sono coerenti con l’ambientazione immaginata.
In realtà il termine fantasy, del quale abbiamo appena definito i contorni, è una contrazione del più corretto heroic fantasy (a volte tradotto in italiano come “fantasia eroica” o”fantasia epica”), che presuppone anche una grossa componente appunto “eroica”, ma queste definizioni sono usate solo a livello specialistico.

Gli ingredienti del fantasy come l’abbiamo delineato sono dunque:
– Un mondo “altro”, diverso dal nostro, retto da leggi fisiche sue particolari. Questo mondo a volte può coincidere con quello del nostro passato, anche se doverosamente stravolto (il Medioevo inglese del Ciclo Arturiano), oppure essere quello di un passato talmente remoto da non avere nessun rapporto con il nostro (l’Era Hyboriana di Conan). O ancora essere situato su un altro pianeta, in un lontanissimo futuro senza tecnologia o in un universo parallelo (il ciclo di Harry Potter)
– Un Eroe o un Gruppo di Eroi in lotta contro un Nemico che deve essere sconfitto, elemento che sottolinea l’aspetto epico. Nella maggior parte dei casi questo eroe o questo gruppo (la Compagnia dell’Anello) rappresenta il Bene che combatte il Male, ma a volte si può avere anche un eroe che agisce solo per suo tornaconto, oppure un antieroe o persino un eroe negativo.
– La presenza di arti magiche: questo è un elemento essenziale per poter inquadrare il genere nell’ambito del fantastico, altrimenti non vi sarebbe la specificità che separa il fantasy dalla semplice avventura, più o meno esotica o mitologica.
– Un viaggio o meglio una quest, una ricerca. E’ una costante il fatto che per compiere la sua missione l’eroe debba spostarsi, vuoi per raggiungere il nemico vuoi perché deve trovare qualcosa (una Spada Magica o il Sacro Graal) che possa aiutarlo nella sua impresa. Oppure semplicemente perché deve compiere un percorso di crescita interiore che lo porti ad avere una fisionomia ben definita, una statura all’altezza del suo compito.
– La presenza di creature fantastiche quali elfi, streghe, maghi, mostri, troll, che possono essere tanto amiche quanto nemiche dell’eroe di turno; tra queste il drago è un vero e proprio emblema del fantasy. Questo non è un tratto obbligatorio ma una caratteristica ricorrente.

Stabiliti questi principi, diamo conto di come abbiamo strutturato quest’opera.
La prima parte è cronologica e divisa in tre capitoli: nel primo si esaminano i “precursori” del genere, quei film prodotti sin dall’epoca del muto che possono rientrare nel nostro canone anche se il termine fantasy non era ancora usato. Va da sé che in questa parte ci sono sia film che rientrano appieno nel genere sia altri che ne contengono solo alcuni elementi ma che per il loro influsso possono esserne considerati antesignani. Nel secondo si esamina il periodo di maggior successo del fantasy, quello che va dai primi anni Ottanta alla fine del Millennio, cioè dal Conan il barbaro di John Milus al Signore degli anelli di Peter Jackson. Nel terzo tutto quello che è successo dopo, fino ai nostri giorni.
Nella seconda parte viene esaminata la produzione televisiva, che nel nostro tempo rappresenta una parte importante della produzione per lo schermo, forse superiore a quella per la sale, e consideriamo anche un fenomeno di questi ultimi anni: la derivazione dal mondo dei giochi, che sempre di più (e non solo per il fantasy, ma anche per la fantascienza e altri generi) forniscono ai produttori soggetti da filmare. Altri tre capitoli si occupano di generi che sono al confine con il fantasy come l’abbiamo considerato nel testo principale: c’è un capitolo più generale con le varie commistioni tra  fantasy, avventura, horror, fantascienza e altro; poi uno sul wuxiapian, genere dell’Estremo Oriente a torto considerato fantasy nel mondo occidentale; e infine quello sulle fiabe revisionate in versioni per grandi, che rendono più “nere” le favole tradizionali, da noi non considerate.  Tutto questo per rendere conto delle diverse visioni che gli spettatori possono avere, in base all’uso un po’ confusionario di cui dicevamo all’inizio, cioè per dimostrare che molti titoli sono stati presi in considerazione ma che nella redazione cronologica abbiamo inserito solo quelli che rispondevano ai nostri criteri.

Allo stesso modo in cui non abbiamo considerato la favolistica, certamente imparentata con il fantasy almeno a livello di ambientazione ma lontanissima da questo quanto a valenza, non abbiamo neanche messo film dichiaratamente per bambini, limitandoci al massimo a parlare di quelli per ragazzi e di quelli che abbiamo creduto di poter classificare “per famiglie”. Un discorso analogo è stato fatto per i film d’animazione.

Mentre ci sono pellicole che derivano dalla mitologia (miti nordici, greco-romani e orientali) non ci sono quelli discendenti dai testi sacri (Bibbia, Mahābhārata) di religioni ancora vive: per un elementare rispetto dei credenti non potevamo considerarle opere di pura fantasia.  La nostra trattazione, pur riservata allo spettatore italiano, comprende anche qualche film inedito nel nostro Paese, soprattutto nell’ultima parte: questo perché al giorno d’oggi sono molti gli appassionati che grazie a internet e allo streaming amano guardare pellicole originali