di Gioacchino Toni

black-holeTuri Messineo, Black Hole. Uno sguardo sull’underground italiano, Eris, Torino, 2015, 496 pagine, € 20,00 [DVD €12,00 / Libro+DVD € 30,00)

Eravamo gli sfigati, gli emarginati / in questo contesto ogni attimo può sempre, con follia, contribuire alla costruzione di un progetto di vita / no capi, no leader, no autorità, l’assemblea decide, sei al forte! / underground per me è un po’ tutto quello che racchiude il non comune, lo star fuori dalle regole dettate dal mercato / case occupate / nabat / attitudine, passione, memoria / sono cresciuto con l’oi! / derozer / le posse / mi sono accostato all’underground perché non mi sentivo uguale agli altri / una parte fondamentale di questo posto è la socialità / vuoto a perdere / underground per me è la musica fondamentalmente / metal / bisognava a ogni modo ribellarsi / via niccolò da tolentino / negazione / in un posto del genere puoi solo drogarti, suicidarti o suonare provando a girare il più possibile facendo la tua musica / le radio indipendenti / radiation records / l’individuo si impadronisce ancora una volta del quartiere / virus / se vai a suonare in un locale è diverso / la pantera / mondo beat / il centro sociale ha dato modo alla cultura underground di fiorire e di crescere / sono quei posti e quelle persone che certamente non ti spingono a frequentare la facoltà di ingegneria aereospaziale / resistenza all’ordine sociale vigente / mi domando a volte se a parte questo aspetto simbolico mediatico è veramente così importante avere quello spazio, con quel nome e in quel luogo a quell’indirizzo / arma a doppio taglio chiamata “internet”/ do it yourself / el paso / nerorgasmo / underground è un’arte rivoluzionaria che diversificandosi e ramificandosi si è sin dall’inizio scontrata frontalmente e in modo coinvolgente col tempo / cox 18 / l’underground è cambiato / l’università occupata / il centro sociale è un luogo alternativo di ritrovo, dove non conta quello che sei e quello che dici, nessuno ti giudica e dove te non giudichi nessuno / punk / radio alice / soprattutto tra noi che viviamo quotidianamente la realtà dei centri sociali, ci si chiede oggi se effettivamente quel tipo di attività servano come prima / leoncavallo / gli anarchici / identità è il modo in cui l’individuo considera e costruisce se stesso come membro di determinati gruppi sociali, nazione, classe, livello culturale, etnia, genere, professione e così via / hardcore / il 32 / l’utilizzo del fax / invece che direttamente con la musica, io ho cominciato con la politica / underground, la parola stessa dice che è ciò che è ciò che sta sotto la superfice / gabrio / flyer / onda rossa posse / arresto cardiaco / un’avventura dentro un mondo sotterraneo, oscuro, ma alla luce del sole / kattiveria posse / chiodi, borchie e creste colorate / via dei volsci / le prime cerchie punk si formavano attorno ai circoli del proletariato giovanile / underground fondamentalmente è un modo di viversi le cose, il far parte di una controcultura, ognuno magari lo vive a seconda del suo periodo storico / a/traverso / casino royale / non esiste una differenza sostanziale in questo mondo tra chi suona e chi guarda / raf punk / ampio insieme di pratiche e identità accomunate dall’intento di porsi in antitesi e/o in alternativa alla cultura ufficiale della società di massa / cinema diana occupato / piazzetta san giuseppe / helterskelter / il punk è strategicamente didascalico / anna falkss / murazzi / è una reazione a catena, comincia la contaminazione, si espande un nuovo linguaggio / costretti a sanguinare /4th’n’goal / col tempo ho visto molti centri sociali diventare solo dei “concertifici” / lion horse posse / the break / c’è questo grande errore che viene fatto dagli adulti tante volte di pensare che un teenager sia soltanto un coglione / clitoristrix / nullafacenti / poi vengono i tatuaggi, le creste colorate e tutto il resto, ma qui prima di tutto stiamo parlando di musica / troppo spesso il drogarsi e l’ubriacarsi sono visti come metodi di “ribellione e libertà” / se una cosa non la faccio non la voglio di’ / era molto meglio, non c’era internet / e alla nostra età invece noi suoniamo punk / il divertimento era troppo legato al bere / crepe del sistema / ridicolo quando tutte quelle band dicono cose tipo “fuck the sistem” ma poi non lo fanno / erano tutte stronzate? / l’hardcore non è musica è uno stile di vita e uno schema mentale che va fuori da uno stile musicale perché cambia sempre / adrenalina, ritmo, potenza / ho visto questo paese affondare sempre di più / colonna infame / il rapporto che ho sempre avuto con i centri sociali è sempre stato quello di fruitore di musica, non ho mai fatto attività politica o comunque sociale / con l’hardcore io ho capito che il concerto era fatto sì dalla gente che suonava ma anche e soprattutto dal pubblico / centri sociali / il concetto di underground, almeno per quanto mi riguarda, è molto legato a un discorso contro culturale / paranoia, rabbia, eccesso servono a combattere i propri antagonisti sociali / next emerson / underground è un veicolo di “costruzione identitaria” / si creano situazioni di vita, fai parte di collettivi, suoni, ritrovi i tuoi amici / la comune dei crass a londra / la scintilla / brancaleone / via marconi / ex karcere / teste vuote ossa rotte / sangue misto / mamma dammi la benza / se il mondo fa schifo, io voglio fare più schifo del mondo / t28 / gli autonomi / vatican posse / via correggio 18 / non capite un cazzo: questa è avanguardia, pubblico di merda / il diy nasce fondamentalmente dalla necessità perché le cose non le trovavi / isabella occupata / squat / via conchetta / adesso è molto più facile trovare un posto da occupare / la libreria calusca / san lorenzo / i ragazzi del mucchio / via dei transiti / isola posse alla star / radio onda rossa / si vive ogni momento al massimo delle aspettative e con tutte le forze possibili senza pensarci troppo / no future / cccp fedeli alla linea / la banda cavallero / straight edge / schiavi nella città più libera del mondo / villa ada posse / la politica mi faceva sentire vivo ed era ovunque / pedro / radio blackout / storie di assalti frontali / mi ritrovai così, sin dal primo giorno di scuola ad avere un compagno di banco abbastanza stravagante / csoa cartella / la solidarietà è un’arma! / 99 posse / nullaosta / grotta rossa / andai a londra in autostop / noi avevamo come punto di riferimento i crass / carlos dunga / banda bassotti / raw power / rivolta dell’odio / forte prenestino / in questa ribellione vi è l’affermazione confusa di una libertà totale / la parola underground proviene dagli schiavi neri ai tempi della segregazione negli stati uniti che non potevano cantare, dopo aver fatto venti ore di lavoro al giorno non avevano nemmeno il diritto di cantare ed avevano scavato così dei cunicoli e lì sotto potevano cantare / frammenti / bellicosi / antagonismogay / corto circuito / rappresaglia / pedago party / la rabbia giovanile, i primi posti occupati, il virus, i viaggi a londra, gli angoli in cui ci si incontrava, i dialoghi al cardioplama / l’underground ti garantisce di essere libero / wretched / gaznevada / lumi di punk / underground è rimanere fin da ragazzino, fuori da quello che è imposto, anche dal divertimento imposto / cyberpunk / laboratorio crash! / attak punk records / storie che rappresentano il ragazzo o la ragazza con una storia molto sensibile, tormentata che sente il bisogno di esprimersi / anche l’underground vive di soldi e non ce la stiamo a menare / per me adesso l’underground è ancora più underground / senza mai creare distanza tra loro stessi e il pubblico / equality / ero pischello, ero arrabbiato / non sono un nostalgico degli anni 80 / spacci morte, miseria e povertà, non avremo nessuna pietà / paolino paperino band / scelta vegan / la musica mi ha fatto vedere il mondo / eravamo molto più brutti, sporchi e cattivi di adesso / pearcing miscelati a dreadlock, abiti neri e toppe ovunque, riff punk mischiati a toni death metal, accordature basse, bassissime, velocità che a volte arrivano ad assimilarsi al power violence / grazie all’hardcore io ho conosciuto la madre di mia figlia / open season / noi della mia generazione di skater eravamo tutta gente che bene o male era collusa, connessa con quello che era l’hardcore / libera / ban x this / uscire dagli schemi / per quanto naif e banale possa sembrare l’hardcore ha modellato la mia vita / quando qualcuno mi chiedeva chi ero, da che parte stavo, rispondevo: sicuramente non dalla tua / vegan justice / ritieniti fortemente coinvolto / ero incazzato senza sapere nemmeno perché / per me la musica è sempre stata una valvola di sfogo tremenda / stalag 17 / ti butti nell’underground e lì sei libero di dire qualsiasi cosa / indigesti / atlantide / ho sempre cercato di incanalare tutto lo stress e la rabbia suonando / i testi, la rabbia, la disperazione / radio specchio rosso / riciclavamo le etichette dei vecchi dischi, le facevamo incollare a rovescio per risparmiare, poi scrivevamo i titoli da soli col pennarello / naja de merda / da una parte sono moto contento che esista internet, che ci sia un bacino di possibilità di download e di informazioni, ma uno deve avere anche la capacità di “scremare” e non sempre è facile / non era solo musica, era forza e debolezza, storia di amicizie, un’avventura nella quale i protagonisti condividevano tutto / ossa rotte tapes / disforia tapes / fanzine / do it your fest! / arturo / siamo bombardati da informazioni, musica, a volte non riesci a capire dove stanno le cose che più ti interessano / peggio punx / si suonava molto più spesso in squat, almeno per l’hardcore / autoproduzione / biglietti falsi ed autostop / volevi suonare perché ti piaceva far casino / c’era stato un enorme giro di eroina che aveva rovinato un sacco di relazioni / negazione / impact / aldilà di ciò che è stato l’underground, per chi come noi c’è immerso oggi c’è la necessità di raccontare qualcosa di nuovo, aprire una nuova pagina / declino / più stretti è meglio! / il fare tutto da noi / punkaminazione / ci stanno uccidendo al suono della nostra musica / underground ormai è un termine in disuso per chi come noi ne fa parte veramente e con noi intendo quelli che ancora si autoproducono i dischi, si sbattono per organizzare serate non a scopo di lucro o si fanno mille chilometri per andare a suonare in un buco sperduto davanti a 20 persone / così ho conosciuto un sacco di gente / upset noise / ci si faceva largo urlando oi! / non è questa la mia vita, tutto questo non fa per me / ci sono tanti spazi in qualche modo in cui ciascuno si è poi alla fine coltivato il suo “orticello” più o meno in rete con gli altri, o anche con scazzi con gli altri / the boycottage and the sabotage / peggio records / eravamo “troppo diversi” rispetto a questa “uniforme punk” / bloody riot / è la volontà di fare che crea la differenza / granducato hardcore / ci vediamo all’inferno / oggi i posti che esistono hanno un plusvalore politico molto forte, ma molto poco sociale / non c’era una scena locale ma la scena di chi seguiva quel tipo di musica / quando sono riuscito a inserirmi nella band per me è stato il raggiungimento di una cosa importante / fassbinder / to kill / ho sempre frequentato gente e luoghi cosiddetti underground o usando una parola di merda, che non significa più un cazzo, alternativi / l’oi! è la voce della strada / smartz records / contro lo stato / l’autogestirci tutto quanto assieme / andavamo ai concerti perché volevamo far parte di un qualcosa / senza sterzo / spesso si vive di miti, le cose succedevano sicuramente, poi con gli anni però sono state sempre più “mitizzate” / refuse it! / l’onda vegan straight edge vissuta con militanza / i centri sociali oggi a volte fanno magari un concerto hardcore ma senza capirci un cazzo e non gliene fotte un cazzo, visto che poi magari la serata dopo fanno reggae / volevi occupare un posto perché magari ci volevi suonare dentro, stare con i tuoi amici e farti i cazzi tuoi / si canta insieme, ci si scontra, si urla, si sale sopra i palchi e si corre per lanciarsi / blu bus dischi / esse e appartenere ad una scena underground voleva essere semplicemente un modo per esternare il mio dissenso e la mia voglia di non appartenere alla “massa” / il periodo delle posse / nuova scena skin e punk unita / io ti faccio un concerto e tu me lo rifai, io ti compro il disco e tu mi compri il mio / uno deve fare poi vada come vada / underground non è un vero e proprio movimento ma un “modus operandi” / una parte importante della mia vita è legata anche allo skate / la mia fanzine è nata in modo spontaneo, andavo ai concerti, conoscevo i gruppi, avevo voglia di intervistarli / please kill me / siamo o non siamo un po’ tutti figli dei ramones? / il termine underground al giorno d’oggi è sulla bocca di troppe persone le quali si sono appropriate oltre che del significato del termine anche di immagini, loghi e personaggi / zona dopa / crass not clash / officina 99 / anomalia / tutti i movimenti sono stati sempre riassorbiti dall’industria della moda e svuotati di significato / growing concern / isola nel kantiere / auro / confino / holocaust / io sono abbastanza vecchio no? Per cui l’underground era una cosa che non c’era quando io ero ragazzino / underground per quel che mi riguarda è stato ed è tutto quello che non sono riuscito e non riuscivo a trovare a livello ufficiale / no submission / nuova fahrenheit / il dissenso di coloro che ci vedevano come alieni mi faceva sentire un diverso, cosa che a me piaceva tantissimo / sensazioni che il quotidiano mortifica qui nel mondo dei media dove l’uomo non comunica / secondo noi l’hip hop è molto più vicino a persone che vivono il quotidiano vero, nostro / contro la vivisezione / djing / l’azione diretta come strumento di lotta / il punk ti dava quello che il metal non poteva darti e cioè protesta, rabbia, ribellione, senso di libertà e anche bella musica! / musica della classe operaia suonata dalla classe operaia per giovani della classe operaia / paguro / il primo punk è stato una rivoluzione sonora e di attitudine forse impensabile sino alla fine degli anni 70 / may day / fare delle cose senza un reale motivo se non quello della soddisfazione personale / semprefreski / stato di polizia / ognuno creava il suo underground e si creavano varie realtà / l’underground per come lo vedo io rappresenta un po’ anche se può sembrare una banalità, la fonte, la sorgente della creatività che poi si sviluppa su vari sentieri / rumori molesti / punkabbestia / underground è quello spazio tempo, quel limbo, che ti permette di fare e costruire te stesso capendo cosa fare con le cose che stai creando / lo stato ha bisogno di te? bene, fottilo / stazione suicida / klasse kriminale /non si hanno le spie per il ritorno sul palco? non importa / è un amore, una passione forte che ti lega a quei posti, senza ricercare valore economico ma più che altro culturale / secoli di immondizia non ci hanno ancora cancellato / sobbalzo / il writer che trasforma il suo nome in un simbolo, lo mette in giro, è come gridare al mondo io sono qui! esisto! / internet è una cosa positiva, è alla portata di tutti / recrod sucker / non hai niente, hai soltanto la noia quindi puoi scegliere poche cose se sei un ragazzo / l’underground è comunque una scena di nicchia / stay punk! / la tematica animalista” è stata sempre molto presente nella scena hardcore / se sai cosa vuoi non sere sognare ma darsi da fare / vivere la musica in maniera attiva, non è importante il tipo di musica che è / inzirli / credo che l’hardcore possa fare benissimo a men dello straight edge / ci sono un sacco di club che hanno sviluppato e fatto business costruendolo sulla musica underground / la fotografia è l’unico modo che conosco per comunicare quello che penso / le nostre rime sono proiettili a tutti gli effetti / in questo buco nero non è sempre così facile capire qual è il confine, dove finisce l’underground e inizia il manistream / ma serve fuggire da qui? / b-boying / il tatuaggio rientra nella mia esperienza underground come un po’ anche l’alimentazione, il vegeterianesimo / ovunque vado sento dei rappers che sono bravissimi e nessuno li conosce e questo è l’underground / breakdance / il rap è diventato una forma di mainstream / balla e difendi / senza chiedere permessi e autorizzazioni hai preso una bombola spray e hai lasciato sul muro qualcosa che è tuo / anticonsumismo / skinhead / adesso è tutto diverso, si sta troppo davanti al computer / strange fear / ormai la “scena” è più moda che attitudine / todiefor / underground per me è una sorta di “rifugio” da tutto ciò che c’è al di sopra / crust punk / è nero inferno sulle dita e non lo levi più / un cancro è cresciuto nelle nostre strade, droga e spacciatori di tutte le borgate / ho iniziato con lo skate, con i graffiti / xm24 / come tutte le cose che riguardano l’hardcore italiano è tutto quanto molto mitizzato / non si aveva una band di riferimento era un movimento di riferimento / quello che vedo oggi è molto più basato sull’estetica / l’organizzazione della cultura in questa città è sempre stata in mano a chi governa / l’underground una volta era molto più di nicchia era una cosa per pochi intimi dove c’era grande solidarietà e rispetto l’uno dell’altro / montevergini / ska core / essere veg / abbiamo avuto il piombo, il fango ed ogni giorno la dose quotidiana di merda che ci cade attorno / animalista / il writing poteva darmi gli strumenti per poter esprimere questa arte / contro, semplicemente contro / l’underground è tutt’ora uno stile di vita / non serve essere dei gran virtuosi per suonare uno strumento e trovare il modo di esprimersi attraverso di esso…

…e tanto altro, nelle quattrocentonovantasei pagine di Black Hole. Nessun asettico saggio sociologico potrà mai restituire l’odore ed il sudore raccolti dalle viscere dell’underground italiano da Turi Messineo in questo mattone di carta.