di Daniela Bandini

Ludwig.jpgMonica Zornetta, Ludwig. Storie di fuoco, sangue, follia, ed. Baldini Castoldi Dalai, 2011, pp. 303, € 16,50.

Ludwig, agosto 1977. Un anno come un altro, ma infallibilmente e storicamente inquadrabile. Visualizzate la rivendicazione di questa organizzazione di criminali: in caratteri pseudo runici, è volutamente riprodotta identica all’originale:

LVDWIG DOPO IL ROGO DI S GIORGIO
A VERONA HA COLPITO DI NVOVO
A VICENZA SUL MONTE BERICO
SIAMO GLI VLTiMI EREDI DEL NAZISMO
IL FINE DELLA NOSTRA VITA E’ LA
MORTE DI COLORO CHE TRADISCONO
IL VERO DIO
GLI AUTOADESIVI CHE ALLEGHIAMO
COMBACIANO ESATTAMENTE CON QVELLI
APPLICATI SVI MANICI DEGLI STRUMENTI VSATI
GOTT MIT VNS

Il motto “Gott mit uns” è quello della Hitlerjugend, il corpo giovanile nazista, formato non solo da adolescenti ma in qualche caso da bambini, massacrati e mandati allo sbaraglio al fronte quando la disfatta delle truppe naziste sul terreno di guerra necessitava un rimpiazzo. Due religiosi, fra’ Gabriele di 69 anni e fra’ Giuseppe di 70 passeggiano al calare della sera, come è loro consuetudine, nei pressi del Santuario di Monte Berico, in provincia di Vicenza. Improvvisamente vengono assaliti e brutalmente uccisi a colpi di mazza di ferro e martello. Perchè?
È il 20 dicembre del 1980. Una prostituta, Alice Maria Baretta, viene massacrata a colpi di martello.
“È sabato. Alice Maria Beretta passeggia come tutte le sere lungo viale Venezia… Alice Maria è una donna minuta, bionda, dai lineamenti fini ma notevolmente appesantiti dalla vita vissuta sulla strada. Ha 52 anni, è originaria di Como, e un disturbo fisico che la caratterizza: zoppica.”

RIVENDICHIAMO L’ESECUZIONE DI
ALICE M.BERETTA 20.12.80 VICENZA
PROVE PER L’AUTENTICITA DELLA RIVENDICAZIONE
IL MARTELLO HA IL MANICO GIALLO ED È
DELLA MARCA UPEX, PORTA COME MARCHIO IL N.1500

GOTT MIT UNS

L’obiettivo delle rivendicazioni sembra quello di accertarsi che il messaggio dell’appartenenza sia recepito, più che dare una spiegazione, anche vagamente “ideologica”, del perchè i delitti siano avvenuti. I due religiosi non erano fedeli al vero Dio, la poveretta era un esempio del disprezzo verso le devianze fisiche e morali di un uomo idealizzato, forse da quella figura teorizzata da Nietzsche, l’Übermensch, l’Oltreuomo:
“I diritti che un uomo si prende sono proporzionali ai doveri che si impone, ai compiti rispetto a cui si sente all’altezza. La maggioranza degli uomini non ha diritto all’esistenza, ma costituisce una disgrazia per gli uomini superiori”.

Ludwig è un libro profondamente diverso dai testi che siamo soliti leggere su fatti accaduti, spesso molto poveri di materiale, non facilmente scaricabile in rete. Di frequente con scarse capacità anche personali, perchè in fondo è lo scrittore che fa la differenza, banale ma non sempre recepita, di approfondire con verbali d’epoca, atti processuali, analisi psicologiche, psichiatriche, indagini sull’infanzia, sull’adolescenza e sul periodo storico. Solo chi scrive come Monica Zornetta, l’autrice, è in grado di creare una sincera empatia con il lettore, e sembra voglia chiedergli: ” Ma tu che leggi, convieni con me? Come si fa a scrivere di certe cose? Non pensi anche tu che in fondo sia da riconoscere che certe patologie esistono, anche se ci crea tanta sofferenza ammetterlo”?

Finisco con questa splendida citazione di Fëdor Dostoevskij, da ” Memorie del sottosuolo”, che introduce il capitolo 14, probabilmente il tentativo di definire la complessitá di Wolfang Abel e Marco Furlan:
“Nei ricordi di ogni uomo ci sono certe cose che egli non svela a tutti, ma forse soltanto agli amici.
Ce ne sono altre che non svelerà neppure agli amici ma forse solo a se stesso, e comunque in gran segreto.
Ma ve ne sono, infine, di quelle che l’uomo ha paura di svelare persino a se stesso”