di Marilù Oliva
cervello.jpgCon che modalità il cervello regola i nostri processi fisiologici, nonché emozionali e patologici? Perché durante l’adolescenza i comportamenti sociali subiscono un’impennata di aggressività? Come la testa programma l’invecchiamento, quali evoluzioni ha subito, quanto influiscono sul suo funzionamento alterato dipendenze o malattie quali la schizofrenia?
O, per dirla più prosaicamente — tanto almeno una volta nella vita ce lo siamo chiesti tutti —: come cazzo fa questa macchina di un chilo e mezzo — progettata per adempiere a pluriprogrammi con elevati livelli di difficoltà, in parte esplorata ma non conosciuta a fondo, così ritorta su se stessa, divisa in cortecce le cui direttive sono espanse in tutte il corpo, con quella cifra spropositata di cento miliardi di neuroni —, come fa, dicevo, a funzionare?

Dick Swaab, scienziato olandese, già direttore dell’Istituto Olandese di Ricerca sul Cervello, docente di Neurobiologia alla facoltà di medicina dell’Università di Amsterdam e promotore di significative ricerche neurologiche, nel 2010 ha deciso di raccogliere il lavoro di una vita in questo volume, pubblicato prima in Olanda dove è divenuto subito best seller (300.000 copie vendute) e attualmente tradotto in dieci paesi, tra cui l’Italia, dove è stato appena pubblicato da Elliot Edizioni per la collana “Antidoti”.
Laddove non è possibile approfondire tutto — la vastità della materia d’indagine non lo consentirebbe — “Noi siamo il nostro cervello” analizza e riporta i punti nevralgici della questione procedendo con metodo saggistico, con attinenze non esclusive alla scienza, cui comunque viene sempre chiesta un garanzia: la memoria, la coscienza, il libero arbitrio, le emozioni, la conoscenza, i differenti comportamenti che corrispondono alle diverse età.
Le quasi quattrocento pagine si sviluppano in ventun capitoli, tutti incredibilmente interessanti perché in ognuno il lettore ritrova una spiegazione ai tanti dilemmi e misteri della vita quotidiana, dalla morale, alla memoria, alla religione la quale, pur avendo costituito un indiscutibile vantaggio evolutivo, non ha contribuito a un miglioramento assoluto dell’umanità. L’umanità starebbe meglio senza religione? Ecco la risposta: «Il cristianesimo, al pari di altre religioni, ha spesso privato molte persone in modo inumano della libertà e ha tolto loro la vita in nome del “vero Dio”. L’Antico Testamento pullula di omicidi e ciò può fungere da incitamento. […] Papa Benedetto XVI nel 2009 ha affermato, in contrasto con tutti i dati a disposizione, che l’uso del preservativo in Africa favorirebbe la diffusione dell’Aids. […] Ma i rimproveri non riguardano certo una sola religione. Quasi ognuna ha le sue forme di fondamentalismo e le sue idee antiquate spacciate per verità attuali. […] Per quanto riguarda l’Islam possiamo citare come esempi di azioni benedette dalla religione il delitto d’onore, gli attentatori suicidi, il taglio della mano destra, la decapitazione di ostaggi e persone chi si convertono a un’altra religione. E gli abusi sulle donne, tra cui l’infibulazione».
cervello2.jpgNon solo. In questo libro vengono sfatati diversi miti. Ad esempio la fandonia che useremmo solo il 10% del nostro potenziale cerebrale. O che perderemmo quotidianamente milioni di cellule per l’invecchiamento. O che le esperienze di pre-morte consentirebbero un assaggio di dimensioni ultraterrene. Viene dimostrato scientificamente quanto le imbecillità cantate ancor oggi — pensiamo al ritornello patetico e mendace della canzone “Luca era gay”, di Povia, presentata a Sanremo 2009: “Luca era gay e adesso sta con lei/Luca parla con il cuore in mano/ Luca dice sono un altro uomo”, dove si inquadra l’omosessualità come una condizione da cui si può guarire — siano state scardinate dalla ricerca. Proprio all’omosessualità Dick Swaab — che, ricordiamolo, ha conquistato le prime pagine dei quotidiani internazionali grazie alla pubblicazione sulla rivista “Nature” di un articolo in cui dimostrava l’esistenza di differenze rintracciabili nell’ipotalamo di eterosessuali, omosessuali e transessuali — dedica due paragrafi: “L’omosessualità non è una scelta” e “L’omosessualità nel regno animale”. Nel primo viene dichiarato che “l’ambiente postnatale non esercita nessuna influenza” sull’orientamento sessuale, il quale parrebbe invece fortemente condizionato dallo sviluppo intrauterino. Ragion per cui le campagne terapeutiche intraprese nell’America puritana di fine governo Bush fallirono miseramente e ottennero un incremento di casi di depressione e suicidio, tanto più che le cure consistevano “nell’inculcare la vergogna, nello stigmatizzare e nel discriminare gli omosessuali”.
Con uno stile scorrevole, preciso, accessibile, questo volume rappresenta un contributo serio e autorevole alla conoscenza di noi stessi, delle nostre insicurezze, delle malattie e delle nevrosi. E anche dei dubbi, pur senza porsi come verità rivelata ma come tassello importante in un campo di studio abbastanza recente. Le tesi sussistono su argomentazioni statistiche, cliniche, logiche, ma spaziano dai testi sacri, alla letteratura in generale, all’arte, alla ricerca, a nozioni di fisica. Lo sapevate, ad esempio, che, per quanto riguarda i componenti fondamentali delle molecole, si può parlare di reincarnazione? «La vita degli atomi ha una durata tale che ognuno di quelli di cui siam fatti è passato attraverso milioni di organismi prima di venire incorporato nella nostra struttura. Ci sono buone possibilità che abbiate degli atomi che una volta risiedevano nel corpo di uno dei vostri eroi storici».
Ce ne sarebbero altre da dire, qui si discetta su organismi, reazioni, farmaci, esperimenti, droghe, perfino sull’ipotesi dello spirito (ipotesi smentita dallo scienziato, nell’accezione di anima), ma ho già svelato abbastanza. Concludo con la citazione ippocratea iniziale, risalente al V secolo avanti Cristo, che apre un cerchio anticipato nel titolo e chiuso nei capitoli finali, quelli sull’evoluzione e sulla morte: «Occorre sapere che il piacere, la gioia, il riso e il divertimento, così come la pena, il dolore, la paura e il pianto, non hanno altra fonte che il cervello».
Il curioso s’incaponirà nel viaggio mentale che assurgerà poi a viaggio di vita, il pignolo annoterà, lo scettico arriccerà il naso, l’empirico si esalterà e rileggerà i passaggi più entusiasmanti. Forse i mistici non si ricrederanno, ma a un dato non si sfuggirà: ciascun lettore saprà almeno come sta usando la testa.