Il soldato guatemalteco si rivolge ai due giornalisti: “Li abbiamo solo portati qua e li abbiamo mostrati al Maggiore, poi lui li ha interrogati affinché dicessero qualcosa ma anche così no, non han detto niente. Né con le buone né con le cattive hanno parlato”.

Interviene quindi il trentenne Maggiore Otto Pérez Molina (favorito alle presidenziali del 2011 in Guatemala) che procede alla lettura di una lettera o volantino: “L’artigiano povero lotta affianco all’operaio, il contadino povero lotta affianco all’operaio, la ricchezza è prodotta da noi poveri, l’esercito viene a prendere i contadini poveri, uniti abbiamo più forza e siamo invincibili, tutta la famiglia sta dentro la guerriglia”.
Continua Pérez: “Ecco c’è un’altra cosa importante. L’Esercito Guerrigliero dei Poveri (EGP), hasta la victoria, siempre”.

Il giornalista: “Allora qui stanno dicendo che l’esercito, insomma, ha ucciso della gente”.
Pérez Molina: “Esatto”.

Siamo nel cosiddetto “triangolo Ixil”, nel territorio maya della regione del Quiché, nel Nord-Ovest del Guatemala. Anno 1982: nel pieno della guerra civile, proprio nella sua fase più cruenta con stragi e rastrellamenti continui contro la popolazione. Più tardi, negli anni novanta, la Commissione per la Verità promossa dall’ONU col nome di “Memoria de silencio” avrebbe classificato queste operazioni come un vero e proprio genocidio contro le etnie di origine maya.

L’EGP, l’esercito del popolo, è stato fondato in questa zona ed è particolarmente attivo grazie anche al sostegno di buona parte degli abitanti. A livello nazionale le guerriglie d’ispirazione marxista si stanno associando per resistere alla dura controffensiva militare del dittatore in carica Ríos Montt e fondano l’esercito Unidad Revolucionaria Nacional Guatemalteca — URNG.

Nel paese centroamericano tra il 1960 e il 1996, anno in cui si firmarono gli accordi di pace, la guerra causò oltre 200mila morti, 40mila desaparecidos e 450mila rifugiati costretti ad abbandonare le loro case. L’esercito aveva il supporto logistico e militare statunitense e si serviva altresì di armi israeliane. Il Guatemala vive in un regime “tendenzialmente” democratico dal 1985-86, anno in cui terminò l’ultimo periodo della dittatura militare.
Nel 1982 la giunta era presieduta dal Generale Efraín Ríos Montt il quale s’è addirittura candidato per la presidenza ed è stato sconfitto nel 1999.

Il video presentato sopra mostra “al lavoro” il (probabile) prossimo presidente del Guatemala, vincitore al primo turno delle elezioni di domenica 11 settembre e favorito per il ballottaggio del 6 novembre contro il già noto “Berlusconi del Petén”, il quarantenne avvocato Manuel Baldizón. Pérez spiega la situazione ai giornalisi e legge una lettera o un volantino sottratto ai prigionieri appena giustiziati.

PER FINIRE ALCUNI LINK DI APPROFONDIMENTO

A questo link trovate il seguito dell’intervista all’allora Maggiore dell’esercito guatemalteco Otto Pérez Molina e ad altri militari che spiegano l’uso delle armi di provenienza israeliana che hanno in dotazione. Descrivono anche alcune loro azioni di rastrellamento della popolazione civile durante il conflitto armato.

L’organizzazione per la difesa dei diritti dell’uomo RightsAction segnala a questo Link il video del 1982 del Generale specificando (originale in inglese) che:

In data 6 luglio 2011, tre attivisti per i diritti umani hanno formalmente presentato un rapporto con rispettiva lettera sulla tortura al professor Juan Mendez, il Delegato Speciale sulla Tortura delle Nazioni Unite.
La lettera sostiene che il Generale Otto Pérez Molina è stato coinvolto direttamente nell’uso sistematico Della tortura e in atti di genocidio durante la lunga guerra civile del Guatemala. Era al comando specificamente nel Triangolo Ixil nel 1982 durante le campagne di massacro condotte villaggio per villaggio ed è stato direttamente responsabile per la lunga detenzione e tortura e la sparizione del prigioniero di guerra Efrain Bámaca Velasquez. Gruppi di manifestanti a Washington hanno chiesto recentemente l’annullamento del visto di Pérez Molina per gli Stati Uniti che oggi si presenta come un riformista moderato sostenitore della pace.
Leggi tutto qui: LINK

Il sito guatemalteco di controinformazione e giornalismo PLAZA PUBLICA ha una serie di articoli in spagnolo molto interessanti 1. QUI e 2. QUI e un’intervista completa con Pérez Molina 3. QUI.

1. Il primo link s’intitola “Per le sue azioni lo conoscerai” ed è un reportage dettagliato della carriera militare e politica del Generale.

2. Il secondo “Otto Pérez: finanziatori, alleanze, Nebaj e i Mendoza”. Sui nessi col mondo del narcotraffico, i finanziamenti della campagna elettorale 2007 (riflessi in parte anche su quella “vittoriosa” di quest’anno”) e le accuse legate al periodo della guerra civile.

3. L’intervista infine s’intitola “Voglio proprio vedere qualcuno che mi dimostra che c’è stato un genocidio” e il titolo parla da sé.

La polemica sull’uso del termine genocidio è QUI.

Per chiudere ecco un blog con molti contenuti critici sulla situazione del Guatemala QUI.