del Fronte di Liberaziune Naziunale di a Corsica (FLNC)


[Abbiamo già presentato la Dichiarazione storica del FLNC. Di recente il Fronte è tornato alla ribalta. Il 13 luglio per ricordare la morte, nel 1995, di Jean-Nicolas Bacchelli, un militante forse caduto per mano di altri sedicenti nazionalisti. Per l’occasione, il FLNC ha ripubblicato il comunicato emesso allora (dal “Canale storico” del Fronte), che qui proponiamo. Subito dopo, a sorpresa, il FLNC ha convocato nei boschi del centro dell’isola la classica conferenza stampa tenuta da uomini incappucciati e armati. Era da un quindicennio che non si vedeva niente di simile. Denunciava l’assassinio di un altro militante, Philippe Paoli, ucciso dalla malavita organizzata. Prometteva alla mafia corsa guerra senza quartiere. Qui un servizio televisivo sul tema.
Il FLNC ha avuto, dal 1976, vita complessa, caratterizzata da molte fratture. Per tenersi aggiornati sono consigliati i siti Unità Naziunale e Corsica Infurmazione. Inattivo del tutto il Fronte non è mai stato, e ha anche di recente fatto esplodere le proprietà di quelli che considerava speculatori edilizi, intenti a svendere le coste dell’isola. La forza politica ritenuta, a torto o a ragione, più vicina al Fronte è Corsica Libera, che riscuote buoni consensi elettorali.]

Dopo Stefanu Cardu, Ghjuvan’Batti Acquaviva, Michele Guerrini e altri, dopo Michele Henry, Santu Giacometti, Stefano Gallu, noi ti accompagniamo, Ghjuvan’Niculau, alla tua ultima dimora.
Non tutti sono morti della stessa morte, ma tutti condividevano l’amore per questa terra.
Questo amore li ha portati a lottare con le armi in pugno, a rischio della loro libertà e della loro vita.
Noi, militanti del FNLC, condividiamo e proseguiamo la loro battaglia perché la Nazione Corsa ritrovi la dignità che la Francia le ha strappato.
Questa Francia, dopo avere schiacciato l’embrione di Stato corso concepito da Pasquale Paoli, ha rovinato la sua economia, ha disperso il Popolo Corso e lo ha reso minoritario nella terra dei suoi antenati.
Noi siamo, unitamente ai nostri fratelli di lotta divenuti corsi, la frazione politica, cosciente, organizzata e armata di questo popolo.
Questa coscienza, lo sappiamo, non si arresta entro i limiti della nostra organizzazione politico-militare.
Poco a poco impregna tutti i settori della società.
La nostra lotta conquista all’estero numerose simpatie malgrado l’opera di disinformazione dei media francesi.
A sostegno di questo lavoro di disinformazione, le centrali spionistiche, dopo avere armato contro di noi la repressione diretta fino al 1980, hanno tentato la carta della corruzione attraverso il denaro, gli onori, le carriere. Non essendo riuscite a spegnere il nostro movimento, esse cercano ora di volgere le une contro le altre tutte le componenti armate della società corsa, siano esse marginali o politiche.
Di fatto, è la normalizzazione coloniale della comunità corsa che si vuole ottenere attraverso l’autodistruzione dei gruppi resistenti armati.
Questa manovra si basa su metodi ben noti: infiltrazione, ingiustizie, intossicazioni, false informazioni, paura, adulazioni, denaro, vale a dire su quelle che la polizia chiama, nel suo gergo, “le spintarelle”.
Ci rivolgiamo oggi a tutti i corsi.
Senza dimenticare le responsabilità di alcuni, senza negare le nostre, ci faremo carico di questa situazione finché la verità non emerga.
Se questo appello non viene capito, c’è in gioco l’avvenire di questa terra, che sarà venduta agli speculatori, per le sue rive, per le sue acque, per le sue montagne, per le sue foreste, per l’aria che vi si respira.
Quanto a noi, con tutte le nostre forze, con tutti i nostri mezzi, ci opporremo a tutti coloro che vogliono impadronirsi della nostra terra, e ai loro complici.

STA TERRA HÈ A NOSTRA
NIMU ÙN CI PÒ PRETENDE

SALUTE À TÈ, GHJUVAN’NICULAU BACCHELLI, eri uno di quei militanti discreti e senza insegne, animati da generosità, da calore umano e da fede.
Il tuo sacrificio, come molti altri, sarà una luce nella momentanea oscurità che
ci circonda.