dell’ Irish Republican Socialist Party

INLA.jpg[L’Irish Republican Socialist Party, IRSP, prende nome dal quasi omonimo partito fondato nel 1896 da James Connolly, militante politico e sindacale irlandese fucilato dagli inglesi, nel 1916, dopo l’insurrezione di Dublino. L’IRSP fu creato nel 1974 da Seamus Costello, un ex dirigente dell’IRA detta “Official” (in contrapposizione all’ala maggioritaria, “Provisional”), assassinato tre anni dopo dai suoi ex compagni. L’IRSP, partito di ispirazione marxista ha un suo braccio armato, l’INLA (Irish National Liberation Army), al momento in tregua unilaterale, pur non avendo accettato la pacificazione tra Sinn Fein e governo britannico. Un profilo più accurato di cosa siano IRSP e INLA sarà pubblicato in appendice all’ultima puntata di questo saggio, apparso anonimo nel 2007 sull’organo del partito, The Starry Plough). (V.E.)

Nel 1967 l’Irlanda era, come oggi, divisa in due Stati. L’Irlanda del Nord, col suo governo locale completamente controllato dagli unionisti, discriminava i cattolici / nazionalisti, e la sua classe dominante si considerava britannica, con un’economia basata sull’industria pesante direttamente vincolata all’economia inglese.

Tuttavia questa classe divenne inquieta dopo la vittoria elettorale dei Laburisti inglesi nel 1964. Settori dirigenti del partito unionista riconobbero che avrebbero dovuto attuare piccole riforme per soddisfare le richieste di cambiamento che salivano dal basso. Ammisero anche che le relazioni tra la Repubblica Irlandese e la Gran Bretagna si stavano scongelando. Ciò era dovuto alla decisione della borghesia irlandese di abbandonare il protezionismo. Gli investimenti stranieri, particolarmente nelle industrie esportatrici, erano incoraggiati.
Nel 1956, i profitti dei nuovi investitori derivanti dalle esportazioni erano stati detassati per un quindicennio. Le restrizioni sul possesso straniero delle industrie furono abolite, e ciò venne pienamente confermato nel 1964. Riconoscendo l’importanza delle importazioni a basso costo per le industrie esportatrici, le tariffe doganali cominciarono a essere abbassate. Fuori dal Mercato Comune, l’Irlanda stipulò un accordo di libero commercio con il Regno Unito nel 1965.
Nel 1973 Gran Bretagna e Irlanda entrarono nella CEE, e questo provocò un cambiamento decisivo nella relazioni tra i due paesi. C’era adesso una necessità imperativa di rimuovere gli ostacoli a un miglioramento delle relazioni tra le due classi dominanti. Il maggiore fattore di frizione era la situazione nell’Irlanda del Nord.
I principali partiti della Repubblica irlandese avevano le loro radici nel movimento repubblicano degli anni ’20. Mal sopportavano la divisione dell’isola e si consideravano i protettori dei nazionalisti del Nord, benché in maniera più teorica che pratica.
Il Repubblicanesimo irlandese stava subendo allora forti cambiamenti. Malgrado una tenace opposizione da parte dei tradizionalisti e dei volontari più influenzati dalla Chiesa cattolica, nel 1967 gli “estremisti di sinistra” avevano il controllo del movimento repubblicano. Apparivano come un partito populista e radicale, portatore di istanze nazionaliste e sociali.
Le apparenze ingannavano. Sotto la superficie esistevano correnti di nazionalismo fanatico, ed esisteva una tendenza cattolica che vedeva il protestantesimo, la massoneria e il giudaismo come temibili nemici.
Contro le scelte del partito al governo nelle 26 contee dell’Irlanda del Sud (Il Fianna Fail, che aveva abbandonato le politiche protezioniste e nazionaliste introdotte dal suo fondatore, Eamon De Valera, negli anni ’30), il Sinn Fein si considerò il vero custode della tradizione repubblicana irlandese. Vide l’introduzione del patto di libero commercio sia come una capitolazione davanti alle forze del capitalismo internazionale, che come una via d’accesso attraverso la quale i comunisti sarebbero penetrati in Irlanda, rubando posti di lavoro e minacciando “il nostro cristiano modo di vita”.
Ciò che la leadership repubblicana stentava a comprendere era che difendere un’economia fondata sul protezionismo sarebbe stato un fallimento sicuro, vista la crescente internazionalizzazione del capitalismo. Tuttavia, per mantenere consensi in una base attratta dal mondo socialista, il movimento repubblicano, influenzato dalla guerra in Vietnam e dagli sviluppi della rivoluzione cubana, cominciò a parlare nel linguaggio del socialismo. Nel giro di una settimana, senza alcun serio dibattito tra i militanti, pochi dirigenti dell’IRA dichiararono che, da quel momento, lo scopo della lotta diventava la creazione di una Repubblica Socialista irlandese.
La decisione non fu presa per ragioni ideologiche, ma dettata da puro pragmatismo. Tuttavia c’è da notare, in quanto istruttivo, che il modello socialista che il movimento repubblicano importò a scatola chiusa si basava sui partiti comunisti ufficiali, leali alla burocrazia di Stato dell’URSS. In pratica, la miscela di stalinismo e controllo militaristico era ideale per il movimento repubblicano. Ai volontari dell’IRA fu ordinato di entrare nelle organizzazioni di massa, votare per personaggi noti ed eseguire senza discutere qualsiasi cosa il vertice comandasse.
Durante il conflitto armato, innumerevoli volte il movimento slittò da destra a sinistra, e viceversa, a seconda delle circostanze del tempo. La leadership repubblicana sapeva bene che adottare una posizione di sinistra significava rinfrancare le energie, ingrossare i ranghi e acquisire credibilità presso i movimenti rivoluzionari del mondo intero.
Nel 1967, malgrado la lenta svolta in direzione della sinistra, il movimento repubblicano di allora era meglio definito dall’insistenza sulla lotta armata, dal rifiuto del parlamentarismo e dal disprezzo per la gente comune estranea alla militanza. Naturalmente esistevano eccezioni: Seamus Costello, più tardi fondatore dell’Irish Republican Socialist Party, costruì una forte base per i repubblicani tra la normale classe operaia, attraverso forti lotte sociali nella sua regione di Bray, nell’Irlanda del Sud.
Nel Nord la strategia fu sviluppata tramite una fiacca alleanza tra repubblicani, comunisti e liberali, promotori di una lotta per i diritti democratici nell’Irlanda britannica. Ciò condusse alla fondazione del movimento per i diritti civili (NICRA), che portò migliaia di persone nelle strade a battersi per riforme democratiche. L’idea era quella di una prima fase di lotte per la democrazia nel Nord, destinate a crescere fino alla fine della divisione in due Irlande e all’instaurazione di un governo nazionale sull’intera isola. Allora e solo allora l’istanza del socialismo sarebbe stata sollevata.
Questo approccio si risolveva, di fatto, nella rivendicazione di un’Irlanda capitalista, che certamente non poteva avere alcun richiamo sui lavoratori protestanti filo-inglesi, né per tanti lavoratori e disoccupati costretti negli anni Sessanta, Settanta e Ottanta a emigrare, sia dal Sud che dal Nord, a causa della povertà e della mancanza di lavoro allora esistenti.
Mentre i repubblicani erano coinvolti in una lotta per i diritti civili che non necessariamente controllavano, la loro ala destra vedeva la richiesta di diritti “britannici” per cittadini britannici come un’eresia e un tradimento del repubblicanesimo.
L’approccio del NICRA, politicamente astuto, si basava su due fasi nettamente distinte per dare soluzione all’intera questione nazionale irlandese. Entrò in crisi quando accadde l’inevitabile, e le modeste domande “democratiche” non poterono più contenere la più vasta, questa sì democratica, richiesta di un’Irlanda unita. Ma a quel punto la leadership del movimento repubblicano era divenuta tanto prigioniera del proprio scolastico velleitarismo di sinistra da non potere offrire risposta, e i repubblicani di destra conquistarono le centralità grazie al loro attivismo nelle aree nazionaliste.
Una visione a posteriori, però pertinente, ci dice che sarebbe stato necessario un legame tra lotta per i diritti civili, lotta di classe e l’intera questione dell’imperialismo in Irlanda. Questa linea di pensiero avrebbe più tardi visto l’emergere dell’Irish Republican Socialist Party.

(1-CONTINUA)