di Daniela Bandini

Mariella Dal Farra, Alma, Alacran Edizioni, 2005, pp. 212, € 12,00.

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Qual è il massimo di copertura che vorreste da un’assicurazione? Una copertura che comprendesse risarcimenti per rapine e danni? Polizze sulla casa, incendi, perdite, furti? Polizze sanitarie con rimborsi spese per esami, interventi, lungodegenze, invalidità. E trapianti? Nel panorama assicurativo di ultima generazione si è affacciata una nuova configurazione, una nuova tipologia previdenziale dal carattere esclusivo : si chiama “Incolumità Totale”. Diciamo subito che per raggiungere questa top class non basta aggiungere qualche centinaio di euro a ciò che avete già stipulato, scoraggiati dai non brillantissimi risultati del nostro Sistema Sanitario Nazionale, in qualche società assicurativa del campo salute. Bisogna davvero versarne parecchi, tanto che solo pochissimi, in tutto il mondo, possono permetterselo.

E c’è un motivo: Incolumità Totale mette a vostra disposizione, nel malaugurato caso vi servisse un trapianto o qualche malattia degenerativa vi minasse le sinapsi neurali, una copia di voi stessi da utilizzare come macchina per pezzi di ricambio. Già, un clone. Un clone, nel fisico e nella psiche, che vive esattamente le vostre stesse emozioni e si aggancia ai vostri ricordi, siano essi di natura piacevole o terrificante, tutto quell’insieme di esperienze che chiamiamo col nostro nome, Ernesto o Maria. Questo benemerito istituto, rigorosamente e classicamente svizzero, è diretto da una bella signora, Marlene. Una perfetta dark lady bionda, bellissima, cresciuta in un collegio dove primeggiava per disciplina e rigore, dove tiranneggiava le compagne imponendo loro piccole ma sistematiche e rigorose regole autopunitive allo scopo di rafforzarne il carattere, come tagliarsi le unghie fino al limite, e oltre, sotto la pelle. Talmente rigorosa che punirà se stessa, dopo un’osservazione sulla mania compulsiva di portarsi sempre le dita alla bocca da parte del suo insegnante davanti a tutta la classe, con l’immergere per più giorni le mani nella candeggina fino a sbiancarle, fino a farle diventare trasparenti, per ritrarsene disgustata all’odore ogni qual volta l’istinto la obbligasse a ripetere quel gesto. La passione per la biologia, la dedizione ossessiva al lavoro, tutto la porterà a diventare manager dell’Alma, l’anima di questa società.
Come letteratura ci insegna, i cloni, prima o poi, danno qualche problema. Sembra proprio che il volere a tutti i costi duplicare un essere umano, il padrone per intenderci, non possa filare liscio. Qualcosa di eticamente radicato su questa contraddizione porta inevitabilmente il clone a incontrare il proprio doppio, esattamente come un figlio adottivo deve passare la fase nella quale ricerca i genitori naturali. Cloni, esseri inebetiti con prolungamenti di tubi attaccati a delle macchine, che pedalano o sollevano pesi per mantenere un tono muscolare efficiente, che non puoi chiamare uomini ma hai difficoltà a chiamarli diversamente, ai quali lentamente la coscienza si risveglia da un torpore che assomiglia a lungo sogno intramezzato da altri sogni che non si sa distinguere dalla realtà.
Uno di questi fugge. Si libera e chiede l’appoggio di un gruppo di estremisti ambientalisti, hackers, che convince a organizzare un attentato allo scopo di impadronirsi di una polizza destinata a smascherare la società assicurativa. E’ bene sapere che l’opposto, o forse è meglio dire il complemento del Clone, è l’Originale, un nome tutto sommato funzionale e asettico. Il Clone non esisterebbe se non ci fosse l’Originale, ma il famoso complesso di Edipo va oltre l’elaborazione inconscia di uccidere il genitore, è il traguardo adulto di un processo evolutivo che non ha vissuto, un padre che gli ha imposto tutto senza assecondare nessun desiderio di autonomia, che vive col gusto dell’immortalità a scapito dei suoi organi, un doppio schiavizzato e imperfetto.
Il Clone vuole impadronirsi dell’Originale per diventare uno, e nell’omicidio e nella sostituzione tutto funziona liscio come l’olio. Non c’è odio né empatia, solo tanta fretta. Finalmente il Clone è la star, potere, denaro, donne e uomini a volontà, e uno scopo ancora più alto, uccidere chi l’ha messo in quella situazione. In realtà si troveranno in parecchi a farsi le stesse domande, altri cloni che nella vicenda si succederanno nelle reazioni traumatiche della scoperta, inclusi, inevitabilmente i cloni dei figli dei massimi dirigenti dell’associazione, ignari di ciò che il destino aveva preparato per loro, quale massima forma assicurativa.
Leggendo questo romanzo mi viene da riflettere che questa realtà è in qualche modo già in atto. Penso a un fatto di cronaca di alcuni giorni fa, quando una signora quarantenne del nord est italiano che si occupa del proprio marito invalido e che l’azienda ha opportunamente licenziato, ha messo a disposizione un rene per un trapianto, ovviamente in cambio di denaro. Siamo proprio di fronte a un Clone e a un Originale, pensateci bene…