ostaggiriscatto.jpgE alla fine arrivò la conferma: per gli ostaggi italiani “fu pagato un riscatto”. Il Corriere della Sera pubblica oggi l’intervista fatta dal Sunday Times (non dal TG4 o dal Giornale di Belpietro…) ad Abu Yussuf, un cittadino iracheno che afferma di aver filmato l’esecuzione di Fabrizio Quattrocchi. Yussuf racconta, in un’intervista fitta di particolari e giudicata estremamente affidabile, che per la consegna del corpo di Quattrocchi furono versati 200.000 dollari mentre per gli altri quattro ostaggi (i tre italiani più l’ingegnere polacco Kos) vennero pagati “4 milioni” di dollari.

Al Sunday Times Yussuf racconta anche gli italiani furono catturati in un agguato. “Dicevano che lavoravano in una società di sicurezza – racconta l’uomo – ma dalle carte capimmo che erano qualcosa di più: si erano addestrati in Israele”.
Bisogna sottolineare come boatos interni al giro della stampa italiana addetta alle cronache estere sussurrino della presenza, in mano a un corrispondente milanese, di carte che testimonierbbero legami inconfutabili tra i nostri Servizi e uno dei quattro rapiti in Iraq: si attende eventuale conferma nei prossimi giorni, ammesso che la direzione della testata in grado di pubblicare l’esplosiva documentazione dia il via libera al giornalista in questione.
Ma torniamo all’intervista rilasciata al Sunday Times da uno dei sequestratori dei nostri connazionali. Sulla morte di Quattrocchi, Yussuf rivela che l’italiano venne ucciso “con la sua pistola”. Lui, racconta, fu scelto come vittime “perché aveva lavorato in Bosnia e Nigeria, paesi dove i musulmani avevano sofferto”. Quanto alle ultime parole di Quattrocchi, l’italiano si sarebbe rivolto a Yussuf dicendogli: “tu che parli italiano, toglimi la benda e fammi morire come un italiano”.
Va considerato il mancato risalto conferito dal Corriere a queste dichiarazioni. La notizia del riscatto plurimillenario viene relegata da Alessio Altichieri, autore dell’articolo, in chiusura del pezzo, e soffocata da un aggettivo che la dice lunga sull’impostazione del nuovo Corriere di Salvatore Ligresti: si parla di rivelazione “velenosa” da parte dell’intervistato. L’ennesimo sospetto vòlto alla mistificazione della verità scandalosa, che costituisce l’ennesima e più clamorosa smentita allo spot autocelebrativo del premier italiano, fregiatosi in maniera indegna nell’annunciare worldwide la liberazione degli ostaggi a qualche ora dalle elezioni che, comunque, ha perduto. Da ricordare anche la diffusione, in pieno stile disinformatsija, di un supposto video della liberazione degli ostaggi – apparso poco credibile anche in assenza di interviste da parte dei sequestratori.
Voci di corridoio, a poche ore dalla pubblicazione del Sunday Times, affermano che Maurizio Scelli, il responsabile italiano di Croce Rossa che ha citato in giudizio Gino Strada per le affermazioni sul pagamento di un riscatto, sia intenzionato a ricomporre la questione senza accedere a un’aula di tribunale. [gg]