Il perchè del sospetto, il perchè della farsa
di As Chianese

Melissa-9small.jpg“Salve. Ho reperito il suo indirizzo tramite la sua recensione sul sito di BOL…
Io non ho letto il libro in questione,ma so di tutte le chiacchiere e del polverone che esso ha sollevato! Proprio x questo motivo volevo complimentarmi per la sua recensione… Saluti.” Marika (per posta elettronica)
“Ciao. Ho appena letto la tua recensione su ‘100 colpi di spazzola prima di andare a dormire’, e l’ho trovata veramente incisiva. Non ho letto il libro, e non penso che avverrà presto perché non vivo in Italia al momento, e dubito che una delle prime cose che farò durante le vacanze di Natale sia catapultarmi in libreria e comprare questo nuovo ‘capolavoro’. Ma ci tenevo a dirti che forse quello scritto da te e’, tra i tanti presenti, l’unico commento che non alimenta la curiosità e non invoglia il lettore, o almeno me personalmente, a leggere il libro, spostando l’attenzione su ben altri titoli o scrittori su cui magari varrebbe la pena spendere più tempo ed a cui prestare maggiore attenzione. Immagino che sia abbastanza recente, ma sai dirmi quando e’ stato pubblicato ed a quando risale tutto il polverone alzato? Ti ringrazio. Ciao.” Ilaria (per posta elettronica)
Queste mail a monte di una recensione apparsa su BOL. Questa:

melissapiccola.jpgVorrei subito precisare che a scrivere questa recensione (non retribuita e non richiesta quindi vera, nascente da un bisogno…) è una persona che ha studiato e che da 3 anni è critico cinematografico e letterario per diversi siti web e giornali. La nuova miss Italia è Siciliana ed è una bella ragazza timida ed adolescente, Melissa P. (l’abbreviazione finale non si sa se è del cognome o l’ennesima allusione letterale, ma fa molto trendy) è siciliana: sfata il mito di terra ”gelosa”, una svedese tra i siciliani, ma la sua, come dal titolo di un bel racconto del vecchio Camilleri, è la bellezza del demonio… e il suo sguardo furbetto, di chi patisce sindromi freudiane, è lo sguardo di Lolita identico a quello del manifesto del famoso film di Kubrick.

Il libro non mette d’accordo nessuno: sia il gentil sesso che si sente denigrato, sia il sesso ”forte” che scopre ancora una volta di non essere assolutamente forte. NO, non può Melissa P. farci credere che questo libro sia il diario malato di una novella Anna Frank vittima delle contrazioni del suo sesso, NO non può farcelo credere nella misura in cui a 16 anni lei non può essere la rediviva Emmanuelle Arsan: autrice culto dell’eros degli anni settanta. Melissa P. della protagonista del suo libro ha solo i tratti, quella bella scatola vuota di corpicino che si ritrova, quegli occhi che sembrano asciutti ma in realtà, quando vogliono, sanno anche mettere in mostra una lacrimuccia… niente di importante, si capisce, giusto per fare audience a ”Buona Domenica” dove, vestitino orientale stretto e corto, trucco leggero e sandali aggressivi, la solita lacrimuccia a fil di ciglia serve a dare quel tocco di purezza in più, l’aureola che mancava. Le lacrime (che comunque Melissa P. non ha mostrato in uno slancio di pudore) sono comunque uno dei tanti liquidi nella produzione d’umori di un copro che di sicuro non ha mai avuto a che fare con l’inchiostro. Il libro di Melissa P. è un falso, un incredibile catalogo di rapporti animali (umanità? ma no…quella non fa audience!) che sfocia con la ricerca di un amore… oddio ma dove siamo arrivati, le 17enni o 16sedicenni scrivono best seller ma dove? Io ricordo bene i mie 17 anni ricordo la matassa che mi stava al posto dei neuroni e quella voglia di scrivere che non andava oltre ai pensieri quasi come se la frase che chiuda il “Decameron” pasoliniano sia verissima: ”Non è meglio sognare un capolavoro anziché realizzarlo?” Sulla scia di questa domanda c’erano i miei primi passi come recensore, sulla scia di questa domanda ci dovrebbe essere il fatto che Melissa doveva limitarsi a sognare o almeno realizzare in forma privata le sue ambiguità, magari dopo quei fatidici 100 colpi di spazzola. NO, non va bene se sento che l’ ”autrice” dice: “Ho superato tutto scrivendolo e facendovelo leggere”, Perché anche se da un po’ di tempo a questa parte in letteratura il dramma ha soppiantato l’avventuroso intrattenimento, i lettori non vogliono lo schifo, i più sozzi umori mentali, dell’autore. Della letteratura che parte da un bisogno personale non sappiamo che farcene. No, Melissa P. non è la Arsan non è manco Carolina Invernizio rediviva con sandali da sera… piuttosto un pallido spettro di Lara Cardella e dei suoi “pantaloni”… no, non ci impressiona. Che torni pure a studiare. Fazi editore ha nel suo carnet un bellissimo romanzo di Ray Bradbury: La Morte è un affare solitario’ che la mia generazione ha imparato ad apprezzare come Morte a Venice o in originale come Death Is a Lonely Businnes… perché non ripubblica i veri scrittori e comincia a cestinare i manoscritti degli adolescenti in calore? La cosa più strana è che avevo scritto a Fazi per sapere se il libro di Bradbury era in magazzino o doveva essere ristampato, è passato più di un anno e non ho mai avuto risposta però continuo a riceve ogni giorno la FaziOsa List e la mail di presentazione del libro di Melissa. Tremo al sol pensiero che i diritti per un film sono già stati acquistati, che saremo invasi da un esercito di Lolite. Un giorno ci ritroveremmo con un ragazzino che ci racconta le sue avventure erotiche con una professoressa o con la vicina… Mi spiace solo che questa mia alimenti ancora le polemiche su un libro che per essere venduto ha bisogno di pubblicità più negativa (dagli argomenti che tocca) che positiva. Melissa P. torna a scuola. Signor P. dia due sculaccioni a sua figlia anche da parte mia.

Dicembre 2003
P.S.
Eppure un incontro poteva pure starci. Avevo un mio amico che voleva andare personalmente con una videocamera al paese di Melissa. Ovviamente non lo approvai mai, ci mancherebbe anche il martirio televisivo alla John Lennon. Ma un giorno la casa editrice Fazi mi mandò una mail di invito per partecipare insieme ad altri alla trasmissione “L’Alieno” di Italia1 in cui c’era un intervista a Melissa. Non ci andai e girai l’invito al mio amico che è di Roma; già sapevo cosa sarebbe successo ed infatti ci propinarono un servizio sul sesso delle dodicenni, rigorosamente orale e in tarda serata. TV for dummies.