richtercover.gifrichter.gifE’ in libreria un testo fondamentale per chi ama l’arte contemporanea: Gerhard Richter – La pratica quotidiana della pittura, di Hans Ulrich Obrist, edito da postmedia (euro 16.60). Riprendiamo alcune citazioni da Richter e parte della prefazione al libro.

1983
Il nostro sistema libero e democratico utilizza altri modi per mostrare la propria ostilità all’arte. Invece di bandirla, i politici e lo stato la promuovono su larga scala, assicurando grandi risorse per l’arte cosiddetta istituzionale dei musei, spazi espositivi, associazioni artistiche, importanti mostre, festival, congressi e un flusso incontrollabile di pubblicazioni, per non parlare delle criminali sovvenzioni ai teatri. Con tali provvedimenti, insieme a molti altri, l’arte viene piegata, mutilata, sepolta e assassinata, sostituita da masse di denaro. Schiere di artisti vengono istruiti a lavorare in questo senso per un sistema completamente devoto alla gestione finanziaria e all’intrattenimento. È colpa loro, prima che di altri, se l’arte viene ostacolata e distrutta.
L’arte è altrove.


richter2.jpg1972
Per me l’arte è sempre contemporanea: non è qualcosa che si esaurisce periodicamente, non ha nulla a che fare con il tempo.

1982
L’arte è la forma più alta di speranza.

1985
Nessuna ideologia. Nessuna religione o credenza, nessun significato, immaginazione, invenzione, creatività speranza, ma pittura in quanto Natura, pittura come cambiamento, divenire…

1986
Nel 1962, all’Accademia di Düsseldorf, vidi un giovane in jeans, gilet e cappello; pensai che fosse uno studente, ma poi scoprii che era il nuovo professore, che il suo nome era Beuys e che faceva cose molto interessanti e in qualche modo diverse. Qualche tempo dopo, in una stalla da qualche parte vicino a Kleve, vidi la mia prima mostra di Beuys. Ero sorpreso, confuso, impressionato…

1989
Più che un artista, Andy Warhol è il sintomo di una situazione culturale creata dalla situazione stessa e utilizzata come sostituto dell’artista. Va a suo credito che egli non abbia fatto dell’arte; che non si sia mai avvicinato a metodi e temi che tradizionalmente limitano gli altri artisti (risparmiandoci così la grande massa di nonsense “artistico” che vediamo nelle immagini di altri). Essendo attiva questa distanza dal nonsenso possiamo dire che egli fosse un artista; ma quando era passiva e ingenua Warhol non era più artista di un malato mentale del quale vengono raccolti e utilizzati i lavori. La situazione è complicata. è probabilmente vero che si trattasse di un artista mediocre, sebbene alcune sue opere sono tra le più impressionanti degli ultimi trent’anni e la sua opera ha un’importanza fondamentale e decisiva per la nostra epoca.

1990
Mostra di Baselitz. Presenta la pittura come qualcosa di imperturbabile, una strada senza compromessi, controversie, ideologia, utopia, sogno. Semplicemente essere…

dalla prefazione di Hans Ulrich Obrist

Le stimolanti contraddizioni del Richter pittore non costituiscono ciò che, inverosimilmente, spesso i critici hanno cercato di definire come “lo stile Richter”. La sua opera occupa un punto in cui si dissolve la distinzione tra il foto-realismo e l’astrazione, o perlomeno si diffonde in strategie fluide infuse dai dubbi che la pratica della pittura solleva. Allo stesso modo, quasi tutti i suoi testi funzionano come opposti (contrari), come verifica ed esplorazione della pittura e delle sue premesse. Incroci e contraddizioni mettono in gioco certe strutture di base, senza permettere che si induriscano in ideologia.
Molte denunce di Richter contro certe forme dell’ideologia contemporanea potrebbero sembrare troppo veementi, ora che l’ostilità nei confronti dell’ideologia è diventata poco più che una posa alla moda; ma la sua critica all’ideologia, invece, trova profonde radici nella propria esperienza. Nato a Dresda nel 1932, cresciuto sotto due dittature e trasferitosi in occidente nel 1961, sviluppa una visione scettica sull’influenza di qualunque ideologia sui circoli artistici e intellettuali. Se Richter torna continuamente sull’argomento è perché è convinto che non si possa sfuggire all’ideologia con l’esperienza personale: si deve cercare, senza dogmi, di tradurre la propria passione in realtà. In tal senso, la sua affermazione “non credo in nulla”, paradossalmente conferma una credenza: una libera coincidentia oppositorum, o unione degli opposti, che trascende l’opposizione tra ragione e intuizione. Le diversità stilistiche e tematiche di Richter pittore comprendono una consistente raccolta di idee che egli è arrivato ad esprimere con sempre maggiore precisione.
Come nessun altro artista contemporaneo, Gerhard Richter tratta possibilità e impossibilità, la funzione e l’autonomia dell’arte oggi. Senza promettere un’esperienza diretta dell’oggetto, né sottomettendosi ciecamente alla funzione illustrativa della pittura, Richter paradossalmente riesce a recuperarne una pratica quotidiana, ma sempre critica. La pittura è l’unica verità circondata da tante altre; le opere di Richter sono modelli eterogenei che permettono, esigono persino, un cambiamento e mutamento perpetuo.