di Gianluca Giardino

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C’è stato un periodo in cui si tendeva a nobilitare lo strumento pubblicitario. Sembrava quasi che con i soldi delle aziende si stesse formando una specie di piccolo movimento di artisti e registi. Effettivamente una folla abbastanza esagitata di registi pubblicitari ha investito il cinema, ma senza troppi risultati, al contrario dei cuginetti realizzatori di videoclip.
Ora la storia dello spot come arte è stata dimenticata. Ogni tanto qualche regista famoso si toglie lo sfizio e realizza uno spot bello da vedere. Per il resto, ci sono un sacco di spot pensati da creativi fuori di testa.


Possiamo isolare due tipi di follie pubblicitarie.
La prima è di tipo sociale. Lo spot del nuovo millennio ha rinunziato a rappresentare una realtà fittizia migliore di quella reale. Lo sfacelo in corso nel mondo lo ha reso praticamente impossibile. Le famiglie felici e i bambini sorridenti scompaiono lentamente. Quando c’è, la perfezione è puramente fisica e carnale: provate a farvi un giro per la vostra città guardando i manifesti pubblicitari e contate i prodotti che vengono pubblicizzati tramite strafiga. La pubblicità si ispira sempre più al mondo che potrebbe essere, oppure a una versione perversa e demenziale del mondo attuale. Stranamente ci troviamo sempre davanti a terrificanti distopie orwelliane. Sono pubblicità per un altro modo possibile (peggiore ovviamente), in cui si realizzano tutti i desideri più perversi dei venditori di tappeti che si annidano nelle agenzie pubblicitarie.
Poi c’è un altro tipo di pubblicità. Sono quelle demenziali, quelle che lasciano due secondi di inquietudine e che fanno prendere seriamente in considerazione l’ipotesi di boicottare un’azienda. Sono le più inquietanti: il fatto che qualcuno le possa pensare credibili mette i brividi…

Referto n.1
HP Aiuta le forze dell’ordine di tutto il mondo
Un uomo che intuiamo ubriaco sbraita parole senza senso su alcuni avventori di un pub. All’improvviso arriva la sua nemesi. No, non è un buttafuori. E nemmeno un normale pulotto. E’ un puntatore del mouse. Il tremendo e puntuto strumento di morte trascina fuori il balordo cliccando e scorrendo, fino a scaraventarlo dentro una camionetta della polizia. La voce fuori campo ci informa che HP aiuta con la sua tecnologia le forze dell’ordine di molti paesi, affinché le strade siano più sicure. Questo spot è degno dei peggiori incubi sul controllo informatico. Il controllo informatico diventa fisico, si fa arma contundente e si occupa del lavoro sporco. Sarebbe persino intelligente come spot, se il suo significato non facesse così male.

Referto n.2
Play Wind
I giochini infestano i nostri cellulari. Sono stupidi e brutti da vedere. Molti sono vecchi giochi a 8 bit ormai dimenticati, che al giorno d’oggi appassionerebbero solo il più folle tra i patiti di retro-gaming. Eppure la gente ci si rincoglionisce sopra, in ogni occasione lavorativa e di svago. Lo spot della Wind rappresenta questi puri e semplici quadretti di fancazzismo. La società si avvia verso il letargo terminale, ma purtroppo non lo fa con un bel gioco della Ps2. Lo fa invece con vecchi shoot em up che girano su cellulari che costano quattro volte un Game Boy.

Referto n.3
Carta igienica Foxy
Il piccolo imperatore ha bisogno di una sottoveste per la sua incoronazione. Purtroppo la seta che gli viene portata è troppo poco soffice per la pelle del reuccio. Così viene portata della comoda carta igienica Foxy con cui il bambino viene rivestito. Potrei commentare questo spot in un sacco di modi. Potrei parlare di colonizzazione culturale e di un sacco di altre cose, ma non lo farò. Credo che questo spot si commenti alla grande da solo. Fossi Bertolucci sporgerei denuncia.

Referto n.4
Zaini basati su un cartone in cui si menano con le trottole
Il problema a quanto pare non è solo nostro. I giapponesi inventano uno sport in cui si fanno scontrare trottole di plastica che nel cartone, costruito ad arte per vendere la mercanzia, funzionano come le palle lancia-pokemon. Temo che tra una generazione o due sarà difficile convincere i propri pargoli che non uscirà un enorme uccello di fuoco dalla loro trottola (per quanto loro continuino a fare versi strani e inventarsi mosse assurde). Sarà ancora più difficile convincerli che, no, non possono picchiare il bulletto che gli frega la merenda ruotando il loro zaino BeyBlade come una palla chiodata.
Reality sucks, boys….

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Referto n.5
Come è facile pubblicizzare preservativi…
Se lo spot sul Tampax è storicamente la prova ultima per il futuro creativo — è praticamente impossibile dire qualcosa di sensato su qualcosa di così intrinsecamente post-moderno -, fare una pubblicità su un preservativo è abbastanza facile. Pare però che i giovani comincino ad avere dimestichezza con il coitus interruptus e la vendita dei guanti è in calo.. Nel nuovo spot, la Primex, per pubblicizzare una nuova varietà, mette in scena un ragazzo che diretto verso una scopata parla con il suo pene, che gli ricorda di prendere fiori e preservativi. E’ un po’ il sogno di ogni maschio adolescente avere il proprio “miglior amico” maggiormente comprensivo, ma credo che preferiremmo che non fosse COSI’ comprensivo!