di Valerio Evangelisti

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Semplicemente straordinaria la copertina del numero di aprile della rivista Volontari per lo sviluppo. Tutta nera, reca a lettere bianche una frase memorabile:
“Naturalmente la gente comune non vuole la guerra: né in Russia, né in Inghilterra, né in Germania. Questo è comprensibile. Ma, dopotutto, sono i governanti del paese che determinano la politica, ed è sempre facile trascinare con sé il popolo, sia che si tratti di una democrazia, o di una dittatura fascista, o di un parlamento, o di una dittatura comunista. Che abbia voce o no, il popolo può essere sempre portato al volere dei capi. E’ facile. Tutto quello che dovete fare è dir loro che sono attaccati, e denunciare i pacifisti per mancanza di patriottismo. In quanto espongono il paese al pericolo. Funziona allo stesso modo in tutti i paesi.”

Chi ha pronunciato questa frase, tra gli attuali maestri di cinismo? Dick Cheney? Richard Perle? Emil Luttwak? O forse uno di coloro che incensano la “stoffa di leader” di Tony Blair, capace di infischiarsene della volontà di una nazione per perseguire fini non condivisi da nessuno, nella certezza che, portata a termine l’impresa, l’opinione pubblica sarà sedotta dalla perfezione con cui è stata eseguita? E allora si pensa a Ralph Dahrendorf, a Fassino, a D’Alema, a Scalfari ecc., tutti conquistati dall’idea di una “classe dirigente” che è tale perché sa prescindere dalla volontà aleatoria delle masse. Tanto poi ci penserà Adriano Sofri a dirci, con qualche elegante arzigogolo, che siamo comunque nell’ambito della democrazia, visto che, periodicamente, le classi politiche occidentali sono sottoposte a voto. Tacendo il fatto che, alla scadenza, le vittime innocenti di una guerra “democratica” non risorgeranno.
No. La frase riportata da Volontari per lo sviluppo fu pronunciata, nel corso del processo di Norimberga, da Hermann Goering. Il quale condivideva, con alcuni dei personaggi citati sopra, la stessa considerazione per la vita umana.