sabotaggiotelepatico.jpgdi Giuseppe Genna

L’iniziativa del sabotaggio telepatico non è un gesto situazionista. Almeno: non lo è per l’Amministrazione Bush. Di cosa si tratta, anzitutto? Di questo: osservata l’impossibilità a farsi valere in maniera democraticamente istituzionalizzata, che sembra essere l’unico piano apparentemente sensibile per Bush e i suoi orridi camerati texani, proponiamo ai partecipanti alle manifestazioni per la pace un divertente giochetto. Tra mezzogiorno e l’una, se vi capita, formulate un pensiero così strutturato: 1) pensate a George Walker Bush; 2) pensate che gli venga un brutto male invalidante (non un tumore, poiché siamo nonviolenti; bensì una gonorrea, una colite spastica cronica, un orzaiolo che gli impedisca di ragionare e/o apparire in tv, che per Bush è la stessa cosa).
Vediamo se milioni di persone, formulando un augurio telepatico come questo, smuovono sufficiente energia psichica da colpire sul serio il cuore del Cattivo Potere. Questa è una campagna seria che proviamo a lanciare a partire dall’Italia. Sembra uno scherzo, vero? Beh, non lo è affatto. Ecco perché.

Da sempre la CIA – insieme ad altri settori, non soltanto deviati, dell’intelligence angloamericana – è interessata agli studi cosiddetti PSI. Si tratta di una fenomenologia da laboratorio, condotta in istituzioni a vario titolo affiliate alle medesime Agenzie (attualmente si contano 52 Agenzie di intelligence Usa), mirata alla raccolta di dati sui fenomeni ultrapsichici di cui è capace il cervello umano (ammesso che si tratti del cervello, a esserne capace).
Tutto (o quasi tutto) è iniziato nel 1916, quando Annales des Siences Psychiques, rivista francese diretta dal premio Nobel Charles Richet, pubblicò un articolo serio e circostanziato su un argomento apparentemente bizzarro: la guerra psichica. Da quel momento, la civiltà militare angloamericana ha vissuto uno stato di schizofrenia strategica. Da un lato è stata prodotta un’impenetrabile cortina fumogena di scetticismo, avvalorata dall’utilizzo tattico delle menti illuministe più in voga a seconda dei decenni; dall’altro, si è iniziata una serie di studi abbastanza impressionante intorno all’argomento. Argomento, peraltro, talmente vasto, da risultarne impossibile una trattazione decente qui, in questo pezzo. sabotaggiotelepatico2.jpgBasti soltanto osservare che i nomi di coloro che lavorarono al progetto di ricerca sulla “guerra psichica” sono tutt’altro che ignoti (tra i molti, lo scienziato Albert Hoffmann [thanks to Rob!], l’antropologa Margaret Mead, suo marito il filosofo Aldous Huxley, il filosofo sperimentatore Timothy Leary, il filosofo Gregory Bateson; tra gli italiani, soprattutto lo psicanalista Emilio Servadio) e la loro collaborazione ai protocolli sperimentali è storicamente provata, a partire dalla declassificazione di un memorandum sfuggito alla distruzione di documenti che il capo del progetto (Richard Helms; il progetto è noto con la sigla MK-Ultra) dispose per depistare eventuali indagini sulle reali ricerche condotte dall’Istituto Tavistock e affini, cuore sperimentale del progetto stesso (va detto per completezza che tale declassificazione diede avvio a un nutrito delirio cospirazionista, con vari livelli di trash storico, tanto che il Mind Control è attualmente uno dei capitoli centrali della teoria del complotto. Se tuttavia si intende affrontare seriamente la questione, The Search for the Manchurian Candidate: The CIA and Mind Control
di John D. Marks è il testo più attendibile e rigoroso.).
Due sono soprattutto gli esiti pratici che, rispetto alle operazioni militari più recenti, sono emersi quali strumenti di guerra concreta: il remote viewing e la tecnica detta di “imposizione patologica per induzione psichica a distanza”. Il “remote viewing”, o visualizzazione da remoto, è la tecnologica di guerra psichica entrata ormai nella leggenda all’indomani dell’attacco americano all’accampamento di Gheddafi in Libia: bombardamento in cui perse la vita uno dei figli del presidente libico. L’accampamento era mobile e fu individuato, per ammissione medesima delle gerarchie militari statunitensi, da un pool di telepati che visualizzò dagli Usa le coordinate in cui il bersaglio si trovava realmente. Una sezione apposita della Cia lavora alle operazioni di “remote viewing” dal 1970, due anni prima che le più rigorose ricerche finora mai effettuate iniziassero (senza finora essersi interrotte) nel tempio dello scientismo americano, lo Stanford Research Institute in California; e otto anni prima che il progetto venisse fisicamente trasferito a Fort Meade, sotto la guida di Ingo Swann e Harold Puthoff . Il pool di lavoro sul “remote viewing” è essenzialmente composto da persone che hanno sviluppato sensibilità acute provenienti dalle file di Scientology. Ciò sul versante americano; poiché è ancora da scrivere la storia delle ricerche sul “remote viewing” compiute da parte sovietica.
Un passo più in là del “remote viewing” e abbiamo, oltre a molta incertezza scientifica in più, la cosiddetta tecnica della “imposizione patologica per induzione psichica a distanza”. Si tratta di cambiare oggetto alla visualizzazione da remota, concentradosi su un soggetto-bersaglio, sul quale si interviene da distanza, con tecniche la cui efficacia non è ancora stata comprovata rigorosamente, tentando di indurre gravi patologie.
Sembra tutto confinato nel regno della fantasia thrilleristica e, in parte, lo è. Il che dovrebbe fare meditare su questo genere letterario: una meditazione di prassi che esige anche un ragionamento politico. Forse, finora, soltanto Bill Bourroughs si è spinto in un simile stravolgimento dei canoni di critica letteraria e di analisi politica.
Tuttavia non è il caso di lasciare nulla di intentato. Ci si lamenta, e a piena ragione, del condizionamento di massa imposto da una propaganda mediatica che non presenta soluzione di continuità. Poiché il condizionamento è psichico, effettuato da distanza (le emittenti) e fondato su eventi psichici quali immagini televisive (con tanto di corollario: montaggi, ritmi, frequenze, etc.), vale forse la pena, oltre che di denunciare il gioco, di starci. E di rovesciarne la dinamica, diventando emittenti che intendono colpire psichicamente un soggetto umano: in questo caso, il Presidente Bush.
Come direbbero Lorsignori: è facile e non costa niente.
Provate a farlo.