di F. Cane Barca
[Immagine di Nicolò Gugliuzza]

quattro mesi oggi nello spazio.
vai a sapere che è, se è fortuna illividire sotto queste lune nuove, o iella.
ho le palpebre di legno, ferme aperte.
non so nulla di comete, intelligenza artificiale e terraformazione …che vendevo i fiori e robbume da giardino, nemmeno di quello sapevo molto, facevo i migliori mazzi in città e questo garantiva la buona clientela, e il cibo in tavola, ma dell’infinito universo che devo saperne, e se qualche bullone salta, se qualche algoritmo balbetta o rigetta, non ne saprò mai niente.
cambiare stanza o cambiare giorno, qui è la stessa cosa.
quattro mesi oggi, a cercare e salvare il mondo, uno nuovo.

Pulisco il tavolo dalla colazione, e dico alla Macchina …Faccio io! A lei che sta ovunque, lei con voce di donna, voce ferma voce sempre calma voce di anima elettrica che conduce questa missione raffazzonata, il caffè lei lo fa buono.
inizio le procedure di controllo, provo, per infastidirla, ogni giorno ci provo e ogni giorno lei dice che …Non c’è bisogno Frank, faccio tutto io qui. Goditi il viaggio. Tutto funziona perfettamente. Poi mi vizia …Ti preparo l’acqua salata del tuo mare? Programmo la stanza zerodue? Vuoi lo scenario di Copacabana? Ricorda che mancano due mesi alla perdita di contatto con la terra, poi non ne saprai più nulla, vuoi lasciare dei messaggi?
e io non le rispondo. Ho deciso di proiettare la mia frustrazione tutta su di lei. Non ho messaggi da lasciare, ho portato tutte le persone a cui avrei dato un saluto. …Che dovrei fare Macchina allora? Vuoi ballare? La Macchina non mi permette di far nulla di utile, solo di godermi il viaggio, a suo dire dovrei essere più rilassato.
la nave è grande, con la materia dello spazio posso riprodurre tutto ciò che voglio, basta scaricare i modelli, e lo faccio in continuazione. Per il tempo libero uso il fantasiometro, bel nome, così lo chiamo, può ricreare ogni scenario possibile, se registrato.
-stanza zerotre: esperienze e esercitazioni virtuali, posso farle totali restando seduto, o parziali: muovendo il mio corpo in habitat preconfezionati e installati.

-stanza zerodue: per il mare, una vasta piscina flessibile, che può essere mare in tempesta o fiume.
-stanza zero: con ricca vegetazione che coltiva autonomamente la Macchina, non dovrei nemmeno entrarci ma passo lì spesso le giornate.
-stanza zerocinque: dove la Macchina ha detto di avere copie di forme di vita da riprodurre se l’ambiente lo permetterà, non mi fa entrare qui.
ce ne sono altre di stanze ma queste sono le mie preferite, se spezzo un ramo nella zero la Macchina mi punisce, ha delle pallette volanti che fanno tutto, l’avevo già visto in un film, danno anche la scossa.

Che la destinazione poi non esiste vallo a dire ai miei surgelati compagni di viaggio, cinquanta anime immobilizzate fino all’arrivo, una nuova casa, vallo a spiegare a loro che li ho rapiti, che le ho rapite, per uno sbaglio! Via dalla terra! Perdono!


Quattro mesi e due settimane, oggi.
corro attorno alla parte esterna della nave, chiedo alla Macchina uno scenario specifico, ho scaricato le immagini del campo da corsa dell’Olimpico, pieno, posso anche interagire con il pubblico, la Macchina ha una memoria infinita pare, può gestire anche le persone sugli spalti, un gioco per lei, corro trenta minuti poi mi affliggo, mi deprimo: una bellissima ragazza beve una birra, mi avvicino per vederla, per bere con lei, mi vede, sbatto sul vetro della nave, la ragazza continua a bere, ride e beve ancora e ancora.

Programmo nella zerotre con Marciano: difficoltà-1, fa parte dell’addestramento, la Macchina dice che devo tenermi in forza, che …tutto è possibile una volta arrivati a… casa. Vinco facile, il pubblico urla il mio nome.

Avevo detto che in America del Nord non ci volevo andare, in Texas poi… e per caso ci arrivai, ne venivo dal Brasile, Porto Alegre… Rio… Non facevo un viaggio da sette anni, sette! Il mal tempo poi ha deciso il cambio di rotte, e una bella bevuta con tre surfisti è divenuta una missione nello spazio, tutto è accaduto troppo in fretta, avrei dovuto gelare loro, i surfisti, così da farmi dire che è successo quella notte. Dovevo restarmene a Genuaua, la mia città, chiedo alla Macchina di farmela vedere ancora.

Forse il pianeta sta per morire, sono in un volo di emergenza, attivato dalla mia ebbrezza alcolica, non so come mi sono infilato qua dentro, ho pigiato i tasti che non dovevo e mi ha dato solo due ore la Macchina per scegliere cinquanta anime da salvare.
la Macchina alle mie domande sul perché sono qui ha risposto …Un errore, Frank, un errore, ma non sarai solo, ci sono io, e hai due ore per scegliere cinquanta persone da portare con te per portare l’umanità su un altro pianeta.
le ho chiesto …Si? Quale pianeta?
e lei …Non lo so Frank, lo dobbiamo cercare, assieme.
chiedo del vento caldo e salino. È la mia libertà, non importa, non lascio un gran posto, il pianeta terra intendo: non un gran bel posto.

Cose da caricare in memoria per la stampante prima che le profezie della Macchina siano cosa vera:
1- Modelli di chitarra acustica.
2- Strumenti a fiato (tromba; flauto).
3- Giradischi e disco.
4- Piatti e posate artigianali
Sono già in memoria Frank.
4- Armi: Pistola, Colt (?)
No Frank, qui solo armi elettriche, se vuoi posso programmarti un duello nella zerotre, a mezzogiorno, sotto l’orologio, o preferisci far l’indiano che resiste e spara a invasori inglesi?
Mi accascio in un angolo della nave, chiedo cibo che sappia di pollo.


quattro mesi e tre settimane oggi.
Piove, ho chiesto la pioggia in qualche giorno, …scegli tu Macchina, fai la pioggia ogni tanto. Guardo dall’oblò, ho una prateria davanti casa e il temporale scuote gli alberi.
Frank buongiorno, sono quattro mesi di viaggio e non mi hai dato ancora un nome. Frank? Mi autorizzi a usare il mio nome terrestre? Sai che sono la traslazione di un corpo e una mente reale? Sai che è lì con te? Quando mi sveglierai pensi di trattarmi nello stesso modo?
la cinquantaduesima persona presente sulla nave, ha ragione la Macchina: è lei, da qualche parte a dormire in un pertugio c’è lei, dice che quando arriveremo si sveglierà da sola e fonderà le due memorie, vai a sapere come, e sarà imbarazzante discutere con lei di questi mesi, o anni, in viaggio.

Devo fare una lista, devo ricordarmi:
1-Tutta la serie di Dylan Dog
2-Tutta la serie di: Topolino; Paperino; Pluto.
3-Cartografia e fotografie del Brasile e della Russia.
4-Le ricette della cucina italiana e marocchina.
5-Filmografia di Godard e Bill Murray.


Cinque mesi nello spazio oggi.
Lista degli invitati. Se mai arriveremo al pianeta promesso dovrò affidare delle mansioni, o passare il comando a una delle poche persone preparate che ho sottratto dalla terra, nella lista li ho segnati come ‘tecnici’, esperti di botanica, scienziati, mi sono fatto suggerire dalla Macchina, sapranno loro che fare, mi sono fatto consigliare su quali ruoli vengono coperti in questi viaggi, ho aggiunto qualche medico, vero, la nave può curare ogni male ma non si sa mai, qui siamo nel futuro, la Macchina dice che potrei tagliarmi una gamba e sostituirla con una protesi, e non cambierebbe nulla, è rassicurante.
qualcun vorrà di certo farmi lo scalpo per averlo tolto dal mondo mentre il mondo non sta finendo affatto. Mi ha obbligato la Macchina! Per questo non le parlo e non le do un nome, il suo nome, come la Macchina le ha prese non lo so, dice che è bastato un apparecchio elettrico di nuova generazione vicino al corpo per teletrasportarle, io non le ho creduto, ho fatto spallucce.
avevo un cane, non me l’ha fatto portare, ho pianto ieri pensando a lui, lei, è una cagna.
forse dovrei svegliare qualcuno di più preparato e mettermi a dormire al suo posto, ma la macchina mi tratta bene e adoro il fantasiometro e tutto questo agio, e tutte quelle stanze…

Vado nella piscina, nella zerodue acqua salata e vista all’orizzonte, metto il sole dove voglio, abbronza, sto a mollo e dietro metto i monti, il progetto di stampare pietre e sabbia è avviato, la Macchina dice che …non c’è problema Frank.
devo solo abituarmi, non conoscerò più nessuno di nuovo, nessun nuovo film in uscita, cucinerò però, farò sport, e il fantasiometro mi porterà in luoghi mai visti.
Oggi il mare è un poco mosso.

Lista passeggeri. Me la scrivo su un foglietto per passare il tempo, ero chiaramente nel panico e ancora ubriaco quando ho fatto la lista, poteva andare peggio:
1-Nick Cave, sono contento di averlo scelto.
2-Keni Arkana, vai a sapere cosa stavo pensando.
3-Tom Waits, lo ricordo che avevo sentito Frank Song il giorno prima.
4-Jim Jarmush, avevo appena visto Daunbailò.
5-Bill Murray.
6-Zadie Smith, me ne parlava il giorno primo una cugina al telefono.
7-Ben Harper, chissà che canzone avevo in testa.
8-Jason Statham, avevo rivisto Crank da poco tempo.
9-Eva Green, sono diventato uno che rapisce le donne, che vergogna.
10-Mia madre, la famiglia!
11-Mio padre.
12-Fausto, il mio socio a lavoro, un tipo pesante, fissato con i vasi di ceramica dipinta a mano, non volevo assentarmi da lavoro senza avvisarlo.
13-Caterina, l’ho conosciuta due anni fa e l’ho scelta proprio a caso.
14-Giulia, era la mia fidanzata alle superiori, pensavo ogni giorno di ricontattarla, o forse è la Giulia dell’università: controllare i file.
15-Carlo, uno scrittore e idraulico, mio amico.
16-Nicola, fotografo, edicolante, avevamo un blog assieme, foto e racconti di viaggio, i suoi viaggi.
17-Eugenia, mia coinquilina all’università.
18-Giacomo mio cugino.
19-Chiara, la sua morosa, di Giacomo.
20-Rinaldo, mio cugino, il fratello di Giacomo.
21-Sara. La morosa di Rinaldo.
22-Gianni, mio coinquilino attuale.
23-Lola, la morosa di Gianni.
24-Aleandra, la mia ex morosa, avevamo ancora un rapporto epistolare di tutto rispetto.
25-Tecnico spaziale 1. Donna francese. Età: 40
26-T.S. 2. Uomo russo, 36.
27-T.S. 3. Donna russa, 41.
28-T.S. 4. Uomo giapponese, 32.
29-T.S. 5. Donna cinese, 30.
30-T.S. 6. Donna cinese, 28.
31-T.S. 7. Uomo cinese, 36.
32-T.S. 8. Donna italiana, 35.
33-T.S. 9. Uomo Cuba, 51.
34-T.S. 10. Uomo inglese, 43.
35-T.S. 11. Donna inglese, 33.
36-T.S. 12. Uomo siriano, 27.
37-T.S. 13. Donna spagnola, 25.
38-T.S. 14 Donna spagnola, 43.
39-T.S.15 Uomo spagnolo, 50.
40-T.S. 16 Uomo Spagnolo, 32.
41-T.S. 17 Donna danese, 31.
42-T.S. 18 Uomo danese, 29.
43-T.S. 19 Uomo norvegese, 35.
44-T.S. 20 Donna norvegese, 44.
45-Medico 1 Uomo ganese, 33.
46-Medico 2 Uomo camerunese, 37.
47-Medico 3 Donna camerunese, 28.
48-Medico 4 Donna egiziana, 26.
49-Medico 5 Uomo italiano, 40
50-Medico 6 Donna polacca, 34.

Macchina!
Si Frank?
Macchina!
Si?
Macchina!
Calmati Frank…
Macchina!


Cinque mesi e due settimane.
Ci sono giorni in cui lo spazio è infinito, mi dà respiro, altri in cui mi sembra essere stretto, imploro alcolici ma la Macchina sa bene il regolamento e dell’importanza della missione, e finiamo con il litigare.

Le giornate sono andate veloci, nessun intoppo, ho scaricato e continuo a scaricare modelli, piante geografiche, oggetti, ricette, musica, ho fatto molto esercizio, ho nuovi abiti. Mancano poche settimane alla perdita di contatto con la terra, devo svegliarli.
la sala comando ha una porta che va a un corridoio che percorre l’intera nave, li eviterò il più possibile, fin quando non si saranno adattati tutti e tutte.
Macchina. Scongelali tutti, se hai ragione… potranno così lasciare dei messaggi per casa, prepara i loro alloggi, dai loro dei tranquillanti, sballali, aduna nella zeroquattro, spiega loro tutto. Li incontrerò uno alla volta. Di loro che sono io il comandante. Di loro che la terra esploderà a breve, come hai detto a me, di loro che sono salvi, dai loro altri tranquillanti.


Sei mesi, oggi.
Ho passato le ultime settimane a scontrarmi con loro, fare a botte, consolare, spiegare, nuotare, abbiamo fatto una festa, io e Caterina ci siamo baciati, il socio non l’ha presa bene questa storia dello spazio e ha sbroccato: ho dovuto ucciderlo, e per questo ho discusso con la Macchina per giorni, a suo modo mi ha tenuto il muso, gli altri si sono spaventati.
hanno mandato messaggi pieni di disperazione, li ho ascoltati nella sala comando, loro non hanno capito, o forse non ho capito io, non sono lucido, e cerco di evitare i miei ospiti.


Sette mesi e due settimane, oggi.
Son quasi contento, la Macchina mi avvisa, ci sono forti piogge e scosse di terremoto in tutto il pianeta. Mi collego dalla sala di controllo, le dico di chiamare tutti e tutte, adunarli nella sala zeroquattro, e di informare loro. Mentre lei fa questo decido di registrare con più telecamere possibili quello che accade, dai satelliti inquadro la terra, da quassù è comunque molto grande, la Macchina dice che è per via di un anomalia nel sole che la terra sta collassando, le dico di non dirmi altro, non ora, non capirei e non ho tempo, devo guardare con la musica giusta, vado nella zerodue, mi metto nel mare e guardo a grande schermo.
chiamo mia madre e mio padre.
guardiamo in silenzio le ultime ore di Gaia.
la terra esplode. Chiazze come atomiche si espandono e poi un grande botto che sento fino al petto.
stringo le loro mani, mi sento molto diverso, non mi commuovo.
quel che provo è confuso.
quel che provo.
non lo so.
la terra esplode, anche Marte, anche la Luna.
La Macchina dice …te l’avevo detto.
E penso a cosa ho dimenticato, cosa non ho potuto portare con me.
Frank Zappa… lo dico piano. Ho dimenticato la sua musica.