di Marc Tibaldi

Edizioni Quaderni di Paola, Milano 2025, pagg. 368 € 16

È uscito il terzo volume di Vivendo la mia vita di Emma Goldman, alla pubblicazione completa del capolavoro della celebre rivoluzionaria manca ora solo un volume; finora sono usciti: il primo: che copre il periodo che va dal 1889 al 1899, il secondo: dal 1900 al 1907, e ora il terzo: dal 1908 al 1917. Il quarto, che copre l’arco di tempo dal 1917 al 1928, sarà pubblicato prossimamente.

Per comprendere l’attualità del pensiero di Goldman ci viene utile una frase della filosofa Chiara Bottici, che ha dedicato a Goldman importanti pagine nel suo recente Nessuna sottomissione. Il femminismo come critica dell’ordine sociale (Laterza). Bottici critica chi pensa a Goldman come a un mito, dimenticando o minimizzando così l’assoluta importanza del suo contributo teorico. Scrive: “Nessuno dei suoi precursori intellettuali è in grado di offuscare l’originalità delle sue prospettive”. Ci sono fulmini di intelligenza e bellezza che attraversano e oltrepassano tempi e continenti. Uno lo si può chiaramente vedere percorrendo il pensiero e la vita di Emma Goldman. È un fulmine che ha la stessa densità ideale e libertaria dei lampi di luce che attraversano le riflessioni e le lotte di rivoluzionarie come Mary Wollstonecraft, Louise Michel, Voltairine De Cleyre, He-Yin Zhen, Rosa Luxemburg. Quello di Emma Goldman (1869-1940) è un fulmine che scavalca i confini del movimento anarchico storico, che passa attraverso il movimento femminista storico e quello transfemminista contemporaneo. Ma dà indicazioni anche a quella visione intersezionale delle lotte planetarie contemporanee, che vuole tenere assieme le multiformi sfaccettature della ribellione: esistenziale, ecologica, di classe, di genere, di transgenere, e riflette su temi come l’anticapitalismo, l’ateismo, l’antimilitarismo, il libero amore, l’internazionalismo e l’abolizione del carcere. Hanno fatto benissimo quindi le attiviste delle edizioni I Quaderni di Paola (dedicati a Paola Mazzaroli, anarchica del gruppo Germinal di Trieste, mancata qualche anno fa) a intraprendere la traduzione e la pubblicazione integrale di Vivendo la mia vita.

Emma Goldman nacque da una famiglia di origine ebraica a Kaunas, in Lituania, allora provincia dell’impero russo, visse intensamente l’epoca d’oro del movimento libertario a cavallo fra il XIX e il XX secolo, fondando nel 1906 la rivista Mother Earth. Giovanissima, negli Usa si avvicina al movimento operaio con la campagna politica seguita alle vicende dei Martiri di Haymarket, di Chicago. A partire da questo episodio in particolare, aderisce con estrema determinazione agli ideali anarchici e alla causa della classe operaia. Per le sue eccezionali capacità oratorie e di scrittura, e per le sue battaglie, si guadagna la fama di donna “più pericolosa” d’America, mentre nell’opinione pubblica il suo soprannome è Emma the red, “Emma la rossa”.

L’autobiografia racconta anche le relazioni con i compagni e gli incontri con personaggi di spicco del movimento o della cultura del tempo, gli incontri con rivoluzionari (in questo volume compaiono Flores Magon, Aleksandra Kollontaj, Lev Trotskij, Petr Kropotkin, Errico Malatesta e gli attivisti del celebre sindacato rivoluzionario Industrial Workers of the World), le conferenze (che scandalizzavano anche i suoi compagni di battaglie, sull’omosessualità e la contraccezione, ma anche quelle dedicate alla filosofia e al teatro) e i comizi infuocati davanti a decine di migliaia di operai di Chicago, Detroit, Toronto, California, parlando in inglese, russo, yiddish, tedesco. Nelle pieghe dei rapporti con gli uomini, e con militanti come Elizabeth Gurley Flynn, si costruisce la sua coscienza femminista, o meglio oltre-femminista, visto che criticava severamente quel femminismo riformista che non combatteva, assieme alla cultura patriarcale, anche tutte le forme di dominio, sfruttamento e gerarchia. Politicamente fu influenzata da pensatori radicali di diversa impostazione, come Mikhail Bakunin, Henry David Thoreau, Ralph Waldo Emerson, Nikolaj Černyševskij, ma anche da Friedrich Nietzsche, di cui Goldman dà una lettura “desiderante”: “Nietzsche non era un teorico sociale, ma un poeta, un ribelle e un innovatore”. Un’interpretazione deleuziana prima di Deleuze, che la accomuna a quella che Lou von Salomé fa del suo Nietzsche. D’altronde una delle frasi più citate di Goldman è. “Se non posso ballare, non è la mia rivoluzione”, che ricorda il Nietzsche di. “Non potrei credere se non in un Dio che sapesse danzare”.

Si attende ora con curiosità l’importante quarto volume in programma, che affronterà il periodo della rivoluzione russa – a cui Goldman partecipò con ardore, assieme a Aleksander Berkman e Victor Serge – e la delusione per il suo involversi. Per conoscere il pensiero e le lotte di Emma Goldman sono anche imperdibili le raccolte di saggi La libertà o niente (Elèuthera), Femminismo e anarchia (BFS); La sconfitta della rivoluzione russa e le sue cause (La Salamandra). Sulla vita di pensiero e azione di Emma Goldman meritano segnalazione i saggi di Bruna Bianchi e quelli di Max Leroy (Emma la rossa, Elèuthera).

P.S. Le edizioni Quaderni di Paola ( www.quadernidipaola.it ) non hanno ancora distribuzione nelle librerie. Per richieste: quadernidipaola@gmail.com +39 334 744 5568. Oltre ai tre volumi di Vivendo la mia vita, la giovane casa editrice ha pubblicato: Storia di Ayçiçeǧi. Il girasole del Mar Nero, libro illustrato per tutte le età, illustrazioni di Emma M. e testo di Clara Germani, racconta la storia di un girasole ribelle e curioso che vuole conoscere il mondo e non solo venerare padre Sole come i suoi fratelli; e Queer e anarchia, una raccolta collettiva ed eterogenea di scritti che, spaziando dal teorico al personale, esplora le potenzialità delle intersezioni tra anarchismo e teorie queer, quali pratiche di critica e di resistenza al dominio.

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