di Alessandra Daniele

emilianoI più spiazzati dalla vittoria di Donald Trump sono stati quelli che più avrebbero dovuto aspettarsela. Ma si sa, gli Dei rendono ciechi coloro che vogliono perdere.
Da quando il fascistone è diventato presidente degli Stati Uniti, quaggiù s’è aperto il talent per la ricerca del “Trump all’italiana”, lo Spaghetti Trump.
Salvini e Grillo sono in pole position da tempo, ma adesso persino il PD ha il suo concorrente: Michele Emiliano.
Nonostante il ruolo di populista di grana grossa che interpreta però, la manovra con la quale il corpulento governatore della Puglia ha accompagnato fuori dal PD quasi tutti gli altri antirenziani, suoi concorrenti diretti, per poi non seguirli è stata di rara sottigliezza.
Adesso Emiliano è l’unico leader dell’opposizione interna al PD (Orlando è solo un proxy di Napolitano) e quando Renzi si sarà schiantato definitivamente, potrà provare ad ereditare il partito.
Renzi è un perdente che continuerà a perdere, a maggior ragione adesso che ha esaurito le cazzate da spacciare.
Perderà sia le amministrative che l’eventuale referendum sui voucher.
Per le elezioni politiche il PD avrà quindi disperatamente bisogno d’un altro leader spendibile che riesca nel compito fallito da Renzi: catalizzare il voto anti-establishment per convogliarlo nel principale partito dell’establishment.
Di fronte agli elettori del PD, Emiliano potrà vantare d’essere un oppositore leale che ha cercato di evitare la scissione per il Bene Supremo del partito, e che ora potrebbe ricomporla.
Di fronte agli altri elettori, reciterà la sua solita parte di populista verace, che alle ultime regionali gli ha fruttato un vasto consenso trasversale.
A prescindere dalla sua riuscita, la strategia di Emiliano per scalare il PD è un notevole esempio della congenita doppiezza del cosiddetto centrosinistra.
Non sono migliori gli scissionisti DP, che pur continuando a sostenere il governo, progettano di raccogliere voti a sinistra del PD, per poi rivenderli allo stesso PD con la Grossolana Coalizione auspicata dal nefasto Scalfari, che va da Brunetta a Vendola in funzione anti M5S.
In realtà ognuna delle loro tortuose manovre avvicina al governo sia Grillo che Salvini.
Che la parola “Sinistra” sia preda di certi grotteschi parassiti è una delle ovvie cause dell’avanzata delle destre.
La protesta di ambulanti e tassinari inferociti davanti alla sede del PD dove si celebrava l’ennesimo rituale bizantino è stata la perfetta rappresentazione plastica della situazione.
Le bombe-carta che hanno fatto saltare in una pioggia di cocci tutti i vetri della strada non hanno scosso i piddini dalle loro procedure ossessivo compulsive, che accelerano la rovina che vorrebbero scongiurare.
Ma si sa, gli Dei rendono sordi coloro che vogliono perdere.