di Carlos Alberto Lungarzo

Gli scenari occulti de caso Battisti[Pubblichiamo in due post la traduzione di Prefazione e Introduzione del libro dell’attivista e accademico argentino Carlos Lungarzo Os cenários ocultos do caso Battisti (Geração, 2013, pp. 384, 45 Rs). In Italia il libro non è stato ancora tradotto, ma esiste una versione francese – link – la cui uscita è prevista per febbraio 2014, F. L.]

Nonostante la mia esperienza delle lotte popolari nell’Europa degli anni settanta, non avevo mai sentito parlare dei Proletari Armati per il Comunismo e solo nel 2007 sono venuto a conoscenza dell’esistenza di Cesare Battisti. Integratomi nel 2008 ai circoli di solidarietà creati in Brasile dopo la cattura dell’italiano da parte della polizia, scrissi l’anno seguente due testi: l’articolo Una breve analisi del caso Battisti, di 52 pagine, e un libretto che aggiungeva dettagli al precedente, di 115 pagine: Gli scenari invisibili del Caso BattistiL’obiettivo di entrambi era chiarire vari aspetti ai nostri attivisti del Comitato di sostegno: la repressione italiana durante gli Anni di Piombo, le irregolarità del processo milanese, la legislazione e la giurisprudenza brasiliane che avrebbero dovuto proteggere Battisti in modo che, se tutto fosse stato realizzato nella normalità, il detenuto avrebbe dovuto essere liberato immediatamente. Suggerii anche alcune idee per l’organizzazione di una difesa attiva del diritto d’asilo dello scrittore e di una lotta pacifica contro l’estradizione. Nello stesso periodo pubblicai su internet un centinaio di articoli riguardanti diversi aspetti della persecuzione di Cesare Battisti e del relativo contesto sociale e politico. Quegli articoli, sebbene fornissero informazioni rilevanti per il caso sconosciute in Brasile, non tracciavano un panorama articolato e d’insieme sul caso Battisti. Di per sé la Breve analisi e il libretto degli Scenari invisibili toccavano solamente gli aspetti essenziali per informare i membri del Comitato di sostegno, ma non potevano raggiungere il grande pubblico. Quando mi accorsi che il caso Battisti intrigava e confondeva molte persone in buona fede, pensai che fosse necessario scrivere un’opera con uno stile letterario normale che potesse servire da antidoto razionale al coro di menzogne diffuso dai media.

L’obiettivo, adesso, non era più quello di fare un manuale d’istruzioni per i comitati di appoggio quanto un’analisi esaustiva e scientifica dei dati fattuali, relativi a due fattori occulti che sono intervenuti nella messa in scena di questo grande linciaggio giudiziario che ha avuto una ripercussione pubblica importante. Mi sono posto il problema seguente: quali sono i fattori occulti che rendono possibile una marea psicopatica di massa di queste dimensioni? Le ipotesi ideologiche, il sensazionalismo dei media, la segreta, anche se evidente, distribuzione di tangenti e altri fattori sono precondizioni necessarie, ma non sufficienti, per spiegare un processo d’odio collettivo di tali dimensioni. Capii che dovevo applicare teorie simili a quelle utilizzate dai ricercatori europei per delucidare i meccanismi di paranoia collettiva che si palesarono durante il terrore prodotto in Europa prima e durante la Seconda Guerra mondiale.

Quest’analisi della paranoia, inserita nella psicologia sociale, non mi ha fatto comunque tralasciare l’importanza dei fattori strutturali antichi, tra cui il più rilevante è stato il terrorismo di stato, incubato in Italia già dal 1947. Per plasmare quel terrorismo gli Stati Uniti e l’Alleanza Atlantica (NATO) hanno affrancato il vecchio fascismo e l’hanno trasformato in un loro complice con l’Operazione Gladio, che contò sul sostegno dei neofascisti, del centro-destra, della Chiesa, delle forze armate, della mafia e di settori imprenditoriali.

Il caso Battisti s’è sviluppato, apparentemente, in scenari visibili. La corte brasiliana, i grandi media, le masse “indignate” e altri attori si trovavano sotto la luce dei riflettori. Però la gestazione dei fatti reali è avvenuta dentro scenari occulti in cui si sono fabbricate le armi psicologiche, mediatiche e giuridiche della guerra sporca in favore dell’estradizione.

Battisti non era così importante (e, in realtà, non era importante in assoluto) da essere perseguitato in quella maniera. Pertanto in quegli scenari occulti si stava preparando qualcosa in più di un rogo contro un nemico. Cesare Battisti è servito, tra le altre cose, da pretesto, da simbolo e da catalizzatore per dissimulare a tutti i costi le verità inconfessabili sugli Anni di Piombo, che l’Italia non ha mai rivelato perché sono pericolose per la sua immagine, per tonificare le destre e le destre estreme dei tre paesi coinvolti in questo caso e per giustificare la spinta alla vendetta dei repressori civili e dei poliziotti caduti in quegli anni, senza che nessuno lamenti mai, nemmeno per un secondo, la morte dei numerosi militanti di sinistra e antifascisti assassinati in gran quantità durante quegli anni.

Battisti fu uno di quei migliaia di giovani che affrontarono il terrorismo di stato con metodi che includevano, all’estremo, anche la lotta armata. Quella violenza fu una componente della sinistra alternativa, che accantonò l’idea di un’azione culturale e di massa quando il terrorismo di stato la mise con spalle al muro non lasciandole alternative: resistenza o annichilazione.

 La missione di annichilazione della nuova sinistra italiana compatta le forze conservatrici tradizionali, però assolda anche un agonizzante neo-stalinismo che cominciava a spostarsi in direzione della destra classica (lo stalinismo era già una destra, anche se sui generis).

Lo stalinismo rappresentato dal Partito Comunista Italiano (PCI) è una versione più moderata e meno asservita del suo equivalente argentino, il PCA, che a partire dal 1976 diventò un fedele collaboratore (nondimeno disprezzato dai suoi padroni) della più sanguinosa dittatura della storia delle Americhe.

Gli stalinisti si allearono con la democrazia cristiana per non essere incalzati dai fascisti, ma intorno al 1977/78 appresero a sentire il gusto del potere, molto caro alla mentalità poliziesca dei figli del KGB (*). Nonostante questa svolta a destra, non ebbero una partecipazione nella Operazione Gladio, anche se erano più tolleranti con il fascismo che con la nuova sinistra. Di fatto gli ex-comunisti non poterono mai familiarizzare totalmente col fascismo perché, in fin dei conti, le profonde ferite aperte da Mus­solini in Italia sanguinavano ancora.

Questa descrizione vuole mostrare quanto segue: sebbene il caso Battisti, tra quelli che sono diventati più celebri, sia stato il più bizzarro linciaggio politico e imbroglio giudiziario della storia, questo libro non esaurisce semplicemente questa tematica, né si propone di raccontare solo la storia del personaggio principale.

Il mio obiettivo è provare che in questo caso così speciale e sorprendente c’è stata la convergenza delle maggiori miserie umane del Dopoguerra. Analizzare in dettaglio quelle crudeltà sarebbe un compito da affidare a vari ricercatori che riempirebbero copiosi volumi.

Contuttociò, ora desidero mostrare solamente gli scenari in cui il linciaggio è stato creato e perché la sua fabbricazione fosse necessaria per stipulare un’alleanza tra una teocrazia sanguinaria europea e una colonia controllata da forze post-schiaviste in America del Sud.

Ci sarebbero diversi modi per classificare questi scenari occulti. Ma una suddivisione basilare indicherebbe per lo meno i seguenti:

(a) Lo scenario del terrorismo di Stato in Italia, che unì la NATO e la CIA alle frange fasciste, ai militari italiani, ai governi, ai magistrati e alle società segrete.

(b) Lo scenario equivalente in America Latina: la sopravvivenza della dittatura brasiliana, con i suoi complici a livello giudiziario, nell’esercito, nella polizia e in gran parte del sistema politico.

(c) L’ipocrisia della Francia che alimenta il fuoco del rogo per coprire le sue negoziazioni politiche con l’Italia.

(d) Lo scenario occulto dei media, ben diverso dall’equivalente scenario visibile. Giornali, canali TV e stazioni radio sono “visibili” e “ascoltabili”, ma le loro trame interne sono ben protette: acquisti giganteschi di annunci, sussidi a riviste indebitate, complicità tra agenzie, programmi ad hoc per far sfogare opinionisti rancorosi, produzione di falsa informazione, provocazioni e diffamazioni.

 (e) Meno occulto è lo scenario teologico, anche se è contraddittorio. Mentre un piccolo gruppo di cattolici sostiene la causa del perseguitato agendo in alcuni organi filantropici marginati dalla Chiesa, le gerarchie episcopali, i capi della Caritas e molti altri usano strategie del diciassettesimo secolo: uccidere il corpo per salvare l’anima.

(f) Lo scenario della destra legale. Razzisti, neoliberisti, latifondisti, faccendieri, comunicatori, imprenditori e uomini d’affari che sono motivati dalla speranza di un golpe contro il governo di Lula e da un tanto atteso e grande bagno di sangue contro la popolazione più povera, così come annunciava il famoso slogan degli anni 70: “Un’altra Indonesia”. (**)

Ho fallito totalmente nell’intento di indagare sullo scenario occulto della finanza. Nemmeno alcuni efficienti ricercatori britannici e francesi hanno potuto aiutarmi: questo scenario è risultato essere veramente segreto, con tutte le sue porte d’accesso chiuse a doppia mandata. Ciononostante, lo scenario della corruzione sembra obbedire alla seguente parodia di un principio basilare della meccanica quantica: non possiamo sapere, allo stesso tempo, la dimensione di una tangente e il nome del beneficiario, però è facile percepire che entrambe le cose esistono.

Ho cercato di rendere questo libro il più leggero possibile. Non era mia intenzione rivolgermi solo al lettore ideologizzato o interessato a questioni giuridiche. Ho per obiettivo il cittadino comune, colui che sente, a volte in modo istintivo e fugace, come la vita, la felicità e il destino della sua famiglia e dei suoi amici siano manipolati dalle élite che si muovono in questi scenari occulti e s’avvantaggiano della corruzione politica, delle nebbie giudiziarie, delle menzogne mediatiche.

D’altro canto ho tenuto da conto che non stavo scrivendo un romanzo, ma una descrizione di una sordida realtà. Era necessario che il lettore più attento potesse consultare i principali riferimenti per cui includo delle note finali, anche se nel minor numero possibile. La loro omissione non pregiudicherà la lettura. Per redigere questo libro ho usato i tipi di fonte che specifico di seguito:

(a) Documentazione ufficiale ottenuta dalla Francia.

(b) Do­cumentazione ufficiale brasiliana.

(c) Relazioni sull’Italia prodotte nel periodo 1978-2005 dalla ONG Amnesty International.

(d) Relazioni di diverse organizzazioni per i diritti umani, che abbracciano un periodo di quasi 20 anni: Human Rights Watch, Orizzonti Ristretti, Antigone, ONG fran­cesi e altre.

(e) Memorie, libri, film, giornali e altri documenti pubblici che descrivono le torture e gli abusi dello Stato italiano negli anni 70 e 80.

(f) Conversazioni personali e via e-mail con quasi 90 italiani e francesi che furono protagonisti o spettatori di quegli scenari occulti. Nei ringraziamenti sono citati solo quelli che non sono considerati come vulnerabili alla repressione.

L’unica informazione che ho ottenuto dallo stesso Battisti è quella che appare in forma di dialogo nell’Appendice di questo libro. Non gli ho rivolto nessun’altra domanda, perché ho cercato di mantenere la mia oggettività e di preservare la sua privacy. A tal proposito quel dialogo avvenne solo dopo che il resto del libro fu stato completato e nessuna sua affermazione avrebbe potuto cambiare i miei punti di vista.

Infine ci tengo a sottolineare che sono un uomo di scienza e un umanista e non un magistrato, un politico o un sacerdote. La verità per me non è una costruzione soggettiva, non è il prodotto della convinzione del giudice, né della confessione del peccatore: è un attributo oggettivo, derivato dall’esperienza, e il motivo di ricercarla non è punire, ma proteggere.

Chiudo con un’espressione celebre in Italia, introdotta da Alessandro Manzoni nel 1821 nella sua ode Il cinque Maggio e dedicata alla morte di Napoleone I:

Ai posteri l’ardua Sentenza

Oppure, ancora meglio, un’espressione coniata da un altro scrittore italiano, lo stesso Cesare Battisti:

La storia non si giudica nei tribunali, sarà sempre materia degli storiografi.

[Traduzione dal portoghese all’italiano di Fabrizio Lorusso]

(Seconda parte dell’estratto in uscita mercoledì 18 dicembre…)

(*) L’acronimo KGB indica il Комитет Государственной Безопасности, (Comitet’ Gasudarstvénnoi Bezopasnosti), ossia il Comitato per la Sicurezza dello Stato, un’agenzia sovietica dedita esclusivamente allo spionaggio e alla repressione.

(**)  Un’altra Indonesia o Un’altra Jakarta erano i gridi di guerra delle squadre fasciste formate da poliziotti, militari, impresari e giovani teppisti che esigevano una stretta in senso repressivo della dittatura in Brasile e si opponevano alla lenta operazione di apertura proposta dal dittatore Geisel nel 1974.

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