di Alexik

E’ in viaggio, lungo tutto il percorso del gasdotto, la Carovana  di solidarietà e di informazione NoTAP/No Snam, frutto della collaborazione di decine di associazioni che denunciano da anni la pericolosità economica e ambientale dei progetti di costruzione della Trans Adriatic Pipeline e della Rete Adriatica Snam.
È  partita da Melendugno il primo dicembre, rompendo lo stato d’assedio imposto al piccolo paese salentino attraverso il rilancio della contraddizione sul piano nazionale.
Perché è una questione nazionale la devastazione di centinaia di km di natura, il rischio per le popolazioni, lo sperpero di denaro, la politica delle grandi opere imposte con la militarizzazione dei territori.

La Carovana è già approdata a Brindisi, un’area massacrata da decenni di petrolchimico e centrali a carbone su cui incombe il progetto Eagle LNng Terminal & Pipeline, un nuovo gasdotto che dovrebbe partire da un terminale di rigassificazione in Albania per approdare sulla spiaggia di Lendinuso.
Ha proseguito per Pisticci, vicina ai territori di Ferrandina e Salandra interessati dal progetto  della Geogastock, un sito di stoccaggio che prevede la compressione di milioni di metri cubi di gas nei pozzi dismessi dell’ENI. Su Pisticci aleggia anche il progetto EastMed, presentato di recente dal ministro israeliano dell’Energia, Yuval Steinitz, in visita in Italia. Riguarda un gasdotto sottomarino capace di trasportare circa 12 miliardi di metri cubi di gas naturale da Israele alla costa ionica fra Pisticci e Metaponto.

Dopo aver sostato a Campobasso, domani la Carovana farà tappa a Sulmona, dove la Snam ha previsto una centrale di compressione per imprimere al gas della Rete Adriatica nuova spinta verso nord. Oltre ovviamente al passaggio del gasdotto, seguendo un tracciato in piena zona sismica di primo grado, che toccherà anche Onna, L’Aquila, Norcia, lambendo Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto, tutti paesi interessati dei terremoti devastanti degli ultimi anni e che potranno venir attraversati da infrastrutture a rischio di incidente rilevante.
È questo il concetto di ‘rilancio delle aree terremotate’ di cui si riempie la bocca ogni delegazione in visita ufficiale, in rappresentanza di governi che non sanno nemmeno garantire le casette.

La Carovana si fermerà nuovamente a Norcia il 5 gennaio. Sarà il 13 a Fiastra (MC), il 19 a Bologna, il 20 a Minerbio (BO), il 25 a Crema e il 26 a Milano, per unire territori solidali, discutere dell’impatto della grande opera e delle alternative di politica energetica.