di Alessandra Daniele

voto– Buongiorno, sono qui per illustrarle gli irrinunciabili benefici del sì al referendum costituzionale.
– Al citofono m’ha detto d’essere dell’Enel, altrimenti non le avrei aperto.
L’uomo sorride.
– Infatti sono qui per portarle la luce.
La donna fa per richiudere la porta. L’uomo la blocca col piede.
– Vedo che non ha ancora avuto modo di apprezzare i vantaggi delle nostre riforme – estrae un paio di banconote dalla tasca – 80 euro bastano, o facciamo cifra tonda?
– Questo è voto di scambio.
L’uomo scuote la testa.
– No, lo sarebbe se la stessi pagando per convincerla a eleggere un parlamentare, in realtà io la sto pagando per convincerla a smettere di eleggere i parlamentari. Ma non si preoccupi, la faremo smettere gradualmente. Cominciamo con il senato, la camera verrà dopo. Ci penseremo noi a riempire il parlamento, faremo tutto il lavoro sporco – ridacchia – dovrebbe essere lei a pagarci.
La donna cerca ancora di chiudere. L’uomo spalanca la porta e ci si appoggia. Estrae uno smartphone acceso, e lo mostra alla donna.
– Guardi. Questo col cappuccio è suo figlio. L’abbiamo rapito. Se lei non vota sì, non lo rivedrà mai più.
– Io non ho figli.
– Come no?
– No.
– E questo chi è allora?
– Che ne so? L’ha rapito lei.
L’uomo intasca lo smartphone, brontolando – Fottuta crescita zero…
Estrae un piccolo telecomando.
– Stamattina al bar, insieme al cappuccino, lei ha ingerito una micro-capsula sigillata di polonio. Se non vota sì, la faccio esplodere.
– Se l’ho ingerita stamattina, entro dicembre la cagherò.
L’uomo agita il telecomando.
– Allora la faccio esplodere adesso! Così il cianuro la ucciderà in 25 secondi!
– E non potrò votare sì a dicembre comunque. Ma poi non era polonio?
– Macché polonio, dove lo trovo io il polonio? È tritolo.
– Aveva detto cianuro.
– È tritolo!
– Comunque lo cagherò.
L’uomo intasca il telecomando, ed estrae una pistola.
– Non volevo arrivare a questo, ma lei mi ci costringe. Nell’interesse del rinnovamento e della modernizzazione del Paese – la punta sulla donna.
– Voti sì!
La donna alza le mani.
– Ok.
– Davvero?
– Giuro.
– Non mi fido!
– E cosa ha intenzione di fare, tenermi una pistola alla testa per due mesi?
L’uomo abbassa l’arma.
– Lo sapevo che avevamo sbagliato la data – piagnucola a testa china – l’abbiamo scelta per prendere tempo, e invece ogni giorno che passa perdiamo voti…
La donna ne approfitta per richiudere la porta spingendolo fuori.
– Se non vota sì mi ammazzo!
Urla l’uomo, battendo i pugni sulla porta.
– Faccia pure – risponde la donna – sono favorevole alla personalizzazione del referendum.