di Jago Malteni (copertina di l’éparvier)

Coperta(1)SGOMINATA BANDA DI PERICOLOSI CRIMINALI!

La scritta, a caratteri cubitali, stavolta non campeggia su un muro, ma sopra un cartello posto dinanzi al chiosco d’un edicolante. Giobi, uscito stamane solo per godersi gli ultimi avanzi d’estate, la legge diffidente: il solito sensazionalismo di facciata dei quotidiani locali, versione silente degli strilloni che le testate di un tempo sguinzagliavano per le strade, dopo aver mandato in stampa le edizioni straordinarie.

No, con lui non funziona. Ci vuole ben altro per farlo abboccare!

E però non resiste alla curiosità e ne piglia una copia. La prima pagina non parla d’altro. L’occhiello recita: Colti in flagrante mentre spacciavano droga nei sotterranei della città.

L’articolo di fondo non è da meno…

Tempestiva ed efficace l’azione della polizia, che durante la mattinata di ieri ha snidato e tratto in arresto quattro componenti di una pericolosa banda criminale (oltre che un loro assiduo cliente), da tempo dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti. I banditi conducevano il traffico illecito nei canali sotterranei della città di Bologna, dove avvenivano gran parte dei rifornimenti e degli scambi di droga. Proprio nei sotterranei ha preso avvio l’inseguimento, che si è poi concluso sui tetti del quartiere ebraico, dove, in un appartamento in via dell’Inferno, è stato stanato il quartier generale della cosca. «Abbiamo colto i malviventi in flagranza di reato, – ha dichiarato il Commissario, – mentre il traffico di stupefacenti era giustappunto in corso. Il tallonamento è stato a dir poco spettacolare, degno di un action-movie hollywoodiano, ed ha avuto buon esito solo grazie alla tenacia e alla prontezza dei nostri ragazzi». (segue a p. 2)

Ma tu senti di che va cianciando quell’esaltato di un commissario! “Flagranza di reato, traffico di stupefacenti in corso… Tallonamento spettacolare, degno di un action-movie…” Che megalomane! E poi chi sarebbe ‘sto “assiduo cliente”? Stupidaggini, frottole inventate per incastrare i presunti colpevoli, cazzate bell’e buone, e tanto strepitose da risultare persino credibili!

Già se lo vede il caposbirro, tutto impettito, con l’aria tronfia del salvatore della patria, che strizza l’occhietto al cronista di turno e gli fa così col gomito, mentre gli dice: “questa scrivila, eh, mi raccomando”. Roba da Bollywood, altro che Hollywood! Roba che al massimo potrebbe finire in un “b-moovie da spazzatura”, per citare, con tanto di refuso, una scritta che gli è cara.

Lesto, Giobi apre il giornale a pagina due. È in leggero ritardo, ma Luca può aspettare. Intanto, per non perdere tempo, riprende a passeggiare, la visuale coperta dall’inchiostro ancora fresco della carta stampata…

L’azione è partita grazie alla segnalazione di un anziano signore che alle prime luci dell’alba, dalla sua finestra in via de’ Musei, ha scorto tre persone in strada nell’atto di forzare un accesso ai seminterrati del Museo del Risorgimento. L’uomo, però, ben lucido nonostante la veneranda età di 84 anni, non ha potuto fornire alla polizia l’identikit dei delinquenti, poiché, come egli stesso ha tenuto a precisare, «i tre avevano il viso coperto da maschere, di quelle che indossano i sovversivi durante le manifestazioni». Alcune di queste maschere, in effetti, sono state ritrovate sul luogo della retata: due erano nel covo dei malviventi, un’altra galleggiava sulle acque del fiume sotterraneo e una quarta stava a terra, a pochi passi dal portone d’entrata del palazzo. C’è dunque ragione di pensare che costoro, oltre che spacciatori senza scrupoli, fossero altresì dei pericolosi antagonisti. È assai probabile, in tal caso, che essi abbiano partecipato ai recenti scontri tra studenti e forze dell’ordine in Piazza Verdi, dove gli agenti sono stati vittime del lancio prolungato di oggetti contundenti. Questo, però, potrà essere acclarato solamente nel prosieguo delle indagini.

– Ehi tu, imbecille, sta’ attento a dove metti i piedi!

Giobi inciampa su un rialzo del lastrico e quasi va a finire addosso a uno. Ma l’attimo dopo è di nuovo con gli occhi incollati all’articolo.

Che storia è mai questa? Certo che in questa città ogni occasione è buona per gettare fango sui movimenti studenteschi e sui centri sociali. Ai giornalisti dovrebbero metterli a scrivere sceneggiature, non resoconti di cronaca. Nelle redazioni sono sprecati, braccia rubate alla MinCulPop-Fiction!

Confermata è invece l’identità dei fuorilegge: Z. W. B., 31 anni, di nazionalità camerunense, percussionista di una ben nota band di strada, immigrato da qualche mese e in possesso di regolare permesso di soggiorno; U. Y. G., moldavo 37enne, l’unico ad avere già precedenti penali nel suo paese d’origine; L. X., 27 anni, cinese, laureata  presso la sede bolognese della Johns Hopkins e banconista in un famoso locale del centro; e infine V. E., di anni 52, al momento ricoverato al Sant’Orsola perché colto da un malore mentre cercava di scappare a nuoto attraverso le acque del canale sotterraneo.

L’unico di cui non si dice la provenienza è lui, il capoccia, che guarda caso è un bolognese purosangue. Stampa locale di merda! Ben gli sta, comunque, se l’hanno pescato moribondo dal fiume!

Di tutti gli altri, invece, vita morte e miracoli: del bestione esteuropeo che ha la fedina penale sporca; del tizio centrafricano che fa il bonghettaro a piazza Verdi (e dove sennò?); della cinesina (dev’essere lei la tipa che gli ha fregato l’accendino…) che fa la barista interinale con in tasca una laurea alla Johns Hopkins (di nuovo ‘st’università americana di mezzo: ennesima e mai ultima coincidenza?)…

Curioso, poi, che i tirapiedi fossero tutti di nazionalità diversa. Gli tornano alla mente le parole del prof. a lezione, tra le poche che s’era segnate sul quaderno: La creazione di divisioni su base nazionale tra i lavoratori sembra costituire una necessità strutturale per la classe imprenditrice… (Non che sia la stessa cosa, però ci può stare…)

È momentaneamente in stato di fermo anche un cliente della banda, D. T., studente universitario pugliese, anch’egli recuperato dalle acque del fiume in stato confusionale. Malgrado costui si ostini nel dichiarare la propria estraneità ai fatti, non è ancora stato in grado di fornire agli inquirenti un alibi che giustificasse altrimenti la sua presenza nei sotterranei al momento della retata.

Cazzo, alla fine pure Mimmo è stato accalappiato! Rachid no, quelli della redazione lo avrebbero sottolineato a dovere, e pure con dovizia di particolari: un palestinese immigrato e senza fissa dimora che si trova coinvolto in una storia simile sarebbe pane per i loro denti marci!

Non resta che incrociare le dita e sperare che Mimmo venga rilasciato al più presto, prima almeno che faccia nomi. Ma quello squinternato di un pugliese non è un infame, sa il fatto suo e saprà tenere la bocca chiusa. Giobi è disposto a scommetterci.

Nessun grosso quantitativo di droga è stato ancora rinvenuto nell’appartamento, tuttora sotto sequestro, in cui i malviventi coordinavano le attività illegali. Gli agenti però assicurano che stanno facendo il possibile per scovarne il deposito.

Dunque la cassaforte è ancora lì, intonsa e stracolma di roba. È probabile a ‘sto punto che gli sbirri, presi dalla foga del tallonaggio, ci siano passati davanti senza manco rendersene conto. Sai altrimenti quanto avrebbe goduto il caporedattore nel rivelare in esclusiva quanti quintali di droga fossero andati in sequestro?

L’abitazione al centro delle indagini è di proprietà di una facoltosa signora bolognese, la quale ha espressamente manifestato la propria volontà di rimanere nell’anonimato. Costei ha ammesso di aver affittato l’immobile con regolare contratto al più anziano dei componenti della banda, ma ha altresì affermato di non essere minimamente al corrente di quanto avveniva tra quelle mura. La signora si è dichiarata, anzi, parte lesa, e per il tramite del suo avvocato sta facendo pressioni affinché l’appartamento venga sollecitamente dissequestrato. «L’istanza – fa sapere il Questore – verrà certamente accolta e l’appartamento tornerà presto a disposizione della legittima proprietaria, la cui innocenza è stata appurata al di sopra di ogni ragionevole dubbio. Ma il dissequestro dell’immobile avverrà solo dopo che la polizia vi avrà effettuato, come da regolare procedura, i dovuti controlli».

Interessante: un appartamento che presto resterà sfitto e una cassaforte piena di roba negli scantinati dello stesso palazzo…

Thom Yorke ha ragione, cazzo: due più due fa sempre cinque!

Il signor questore ha concluso il suo intervento congratulandosi con gli agenti che hanno condotto l’arresto ed encomiando le forze dell’ordine per l’indispensabile servizio che svolgono quotidianamente per contrastare l’increscioso, e negli ultimi tempi purtroppo crescente, degrado cittadino.

Giobi ripiega il giornale e si sfrega le mani imbrattate d’inchiostro, mentre sale le scalette del giardino del Guasto dove Luca, seduto su una panca, lo sta aspettando da un pezzo.

Gli racconterà delle pieghe inattese che hanno preso gli eventi, gli farà leggere l’articolo e poi gli dirà come stanno veramente le cose. E alla fine pondererà di certo quello che sta ponderando lui. Anche gli altri saranno d’accordo. Rachid compreso, naturalmente.

Un sorriso gli spunta a fil di labbra.

Non può sapere, né saprà mai, che dietro alcune frasche, a margine del murale battezzato qualche notte addietro come arca della fattanza, una scintilla balugina al suo passaggio, fugace e impercettibile, nelle pupille di un coniglio nero.

 

Titoli di coda.

Di tutti i graffiti che compaiono nella storia sono frutto di fantasia solo la citazione “dantesca” nei sotterranei, quella “tibetana” nei bagni del 36, il coniglio al 10 di via dell’Inferno e quello a cui si fa cenno in chiusura. Gli altri roditori, invece, non soltanto sono reali, ma pare che stiano persino sopravvivendo al repulisti generale. La speranza è che nessuno si accorga mai di loro.

Reale è anche la scritta “io ti vede”, di cui il protagonista ha ricordo approssimativo alla fine dell’ottava puntata: è al 32 di via Zamboni, nel bagno dei maschietti al pianterreno.

Le descrizioni degli ambienti sotterranei e dei passaggi per accedervi sono liberamente ispirate al romanzo I sotterranei di Bologna di Loriano Macchiavelli. Nel testo, poi, sono disseminate diverse citazioni, a volte nascoste altre volte meno, tratte da opere di Andrea Pazienza.

Il film a cui si accenna nella quarta puntata, in riferimento alla tentata rapina alla Cassa di Risparmio nel ‘77, è Lavorare con lentezza, film del 2004 con regia di Guido Chiesa e sceneggiatura di Wu Ming.

Il protagonista e gli amici del suo giro sono personaggi di finzione, costruiti però enfatizzando i caratteri di persone in carne e ossa, di cui, si può dire, essi sono caricature.

Per il resto, eventuali riferimenti a persone o fatti reali sono da considerarsi casuali.

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