di Alessandra Daniele

porkypigLa Corte Costituzionale ha cancellato il Porcellum, dichiarando così incostituzionali il parlamento, tutti i governi e tutte le leggi che ha votato negli ultimi otto anni, tutte le cariche dello Stato che ha eletto, anche le più alte, e tutte le assemblee che ne sono derivate, compresa quindi la stessa Corte Costituzionale.
È la versione suina del Paradosso del Nonno: se torni indietro nel tempo a cancellare la tua nascita, non potrai tornare indietro nel tempo a cancellare la tua nascita.
A meno che tu non sia italiano.
L’Italia è incapsulata in un sub-universo nel quale le leggi della fisica e della logica non sono più applicate di quelle del codice penale, o stradale.
Le rotonde sono timeloop. I paradossi vanno in prescrizione prima di verificarsi. E per le anomalie spazio temporali c’è il condono anomalizio.
In questo ambiente assurdo si sviluppano creature innominabili, come l’IMU, la tassa immortale: ogni volta che si crede d’essersene finalmente liberati, sbuca fuori dalla pancia di un’altra tassa, come Alien.
Salvini vs Bossi, Renzi vs Berlusconi: solo in Italia le distorsioni del continuum cronologico permettono a un candidato di sfidare il se stesso più vecchio, semplicemente cambiandosi il nome in ”Matteo”.
La decadenza del Porcellum, inteso come legge elettorale, ha ripristinato la legge precedente in modalità provvisoria, esclusi tutti gli aggiornamenti installati in questi anni. Il ritorno del Mattarellum è il più grosso retcon dopo il ritorno di Gallifrey in Doctor Who. Sembra che gli ultimi otto anni della storia del nostro paese non abbiano più senso. In realtà, non ce l’avevano neanche prima.
Tutti i politici continuano a promettere un immediato intervento risolutore in tema di riforme. Come sappiamo, ”immediatamente” in italiano significa “mai”.
Nel frattempo, negano che il macellum del Porcellum abbia invalidato le loro cariche. È la prima volta in Italia che dei veri invalidi si rifiutano d’essere riconosciuti come tali.
È arrivato però il momento di chiederci: abbiamo davvero bisogno di una legge elettorale? Visto che evidentemente il modo in cui votiamo non conta più un cazzo, perché tutte le decisioni che ci riguardano sono già state prese altrove, facciamo delle solite inutili elezioni almeno qualcosa di divertente.
Basterà non inserire le schede nella solita obsoleta urna, ma in un moderno ed efficiente tritadocumenti. Trasformarle in coriandoli da sparare dai tetti, e organizzare una parata carnevalesca che duri tutta la notte. Soggetti per i carri allegorici non ne mancano.
L’indomani mattina il presidente attiverà un altro droide protocollare perché continui a eseguire il programma BCE. Noi però saremo ancora così ubriachi e stonati dalla notte prima che non ce ne fregherà più niente.