di Roberto Sturm

FlavioSanti.jpgFlavio Santi, Aspetta primavera, Lucky, Edizioni Socrates – Collana Luminol, 2011, pp. 144, € 9,00.

La collana Luminol, diretta da Alessandro De Santis, Claudia Di Vittorio, Filippo Nicosia e Giammarco Raponi è nata per presentare romanzi di autori italiani snelli, che si leggano tutto d’un fiato, che abbiano una qualità sopra la media e che siano alla portata delle tasche di tutti. Questi obiettivi, con la prima uscita, Aspetta primavera, Lucky, vengono ampiamente rispettati.
Flavio Santi non è un autore alle prime armi. Dopo l’esordio con Diario di bordo della rosa (peQuod 1999), che avevo molto apprezzato, è passato alla poesia con Rimis te sachete (Marsilio 2001), Il ragazzo X (ed. Atelier 2004), per poi tornare al romanzo con L’eterna notte dei Bosconero (Rizzoli, 2006), e cimentarsi nei racconti con La guerra civile in Italia (Sartorio 2008).

Flavio Santi ha una capacità poco frequente negli scrittori italiani. Infarcisce il suo testo di citazioni che non sono mai oziose o fatte con l’intento di ostentare la propria cultura. Pasolini, Calvino, Moravia, Cacucci e Beautiful, in ordine sparso, in un crescendo sarcastico che non lascia scampo a nessuno. Il buonismo, Santi, lo lascia agli altri, e si scaglia contro coloro che hanno reso l’editoria italiana una melma dove è il clientelismo che impera senza tener conto dei meriti, contro quelli che fingono di avere sani principi e poi non aspettano niente altro che il momento buono per farti le scarpe, contro i politici (Veltroni in testa) che dicono di voler rinnovare e invece continuano a difendere a oltranza i propri privilegi, contro un potere corrotto che ha creato, con la precarietà, la prima generazione (la prima delle tante future) di laureati senza lavoro e senza soldi.
Non ne fa una questione di parte politica, Flavio Santi, né di ideali. Solo di sopravvivenza.
E Fulvio Sant, il protagonista del romanzo — l’evoluzione del protagonista del libro di Bianciardi La vita agra — che con la scrittura fa di tutto, probabilmente un alter ego dell’autore, non è così corretto da rifiutare un’ora di sesso offertogli da una studentessa che vuole fare la tesi con lui, non è così retto da non avere un’amante, non è così altruista da non invidiare i colleghi che stanno meglio di lui, ma se non altro non è ipocrita come le persone che incontra ogni giorno. Uno dei migliori romanzi italiani letti quest’anno.