di Danilo Arona

2012d.jpgAlcuni amici lettori, ansiosi di capire quel che io vado scrivendo – o meglio – cercando in questa rubrica, mi hanno segnalato che un po’ di tempo fa, in una puntata della trasmissione di Rete4 “Top Secret” dedicata ai fantasmi, uno scienziato menzionò la Luce Oscura, sottolineando che essa rappresenta la stragrande maggioranza della luce esistente.
Siccome è riscontrabile soltanto attraverso calcoli matematici e i riscontri ipotizzano che la Luce Oscura occupi il 90% della materia presa in esame, la sua esistenza ci pone un evidente problema di percezione: in buona sostanza, noi vedremmo meno del 10% del mondo che ci circonda.

Postulato appetitoso per chi soffre di “visioni” e per chi va alla caccia di spiegazioni sull’ipotetica “realtà” dei cosiddetti fantasmi. Ma anche per chi intende ragionare con scientifica cognizione di causa sull’apocalittico appuntamento “finale” del 21 dicembre 2012. Tra questi Gregg Braden, autore e conferenziere di fama mondiale, il cui titolo Awakening to Zero Point è consigliabile a chi tenta di muoversi lungo i percorsi tra le verità ufficiali e quelle parzialmente percepite. Per Braden l’uomo che oggi vuole veramente capire la natura della realtà (nonché quella della Maschera che ce la nasconde) non può più prescindere dalla esistenza di uno dei maggiori enigmi della fisica astronomica, appunto la Materia o Luce Oscura, misteriosa essenza che sfugge ai microscopi e ai telescopi ma che permea tanto l’universo fisico che le cellule infinitesimali del corpo umano. In quest’ottica pianeti, stelle, galassie rappresenterebbero solo una minima parte della materia componente l’universo, una “visibilità” che andrebbe a costituire meno del dieci per cento della massa complessiva, mentre il rimanente novanta per cento, appunto la materia oscura, non sarebbe percepibile dai cinque sensi (ma forse dal “sesto”…). E’ famosa un’affermazione di Carlo Rubbia, risalente all’aprile del ’99, quando all’apertura di un Convegno Internazionale di Astrofisica disse, sconcertando più d’uno fra i presenti: “E’ come se per ogni persona che vediamo ce ne fossero intorno altre 99 timide e silenziose delle quali non sappiamo nulla”.
E’ la stessa considerazione che io sento fare, da quel bel dì, da parecchie persone che possiedono (beate o infelici loro, dipende dai punti di vista) la “seconda vista” o “il terzo occhio aperto”, gente – come il mio Alex (Marco Pepé) di Genova – che è in grado di vedere i corpi sottili, invisibili che ci fluttuano accanto e condividono con i corpi solidi lo spazio del reale. E sono più che mai pertinenti al loro, e a loro modo inquietanti, i contenuti di un’intervista rilasciata dal noto presentatore televisivo Marco Columbro (protagonista di un percorso personale di ricerca niente affatto scontato) che così rispose al magazine “Psicodinamica” (n°54, settembre 2006):

L’uomo non è soltanto il corpo fisico ma altri corpi sottili di materia oscura che noi non vediamo, essenziali per la vita dell’uomo. Anche la scienza si è resa conto che l’Universo non è soltanto quello che vediamo. E’ inutile che ci propinino grandi verità quando la realtà è tutt’altra. Ad esempio, i cambiamenti che coinvolgono la Terra dalla fine degli anni ottanta continueranno per molti anni fino al punto culminante in cui accadranno delle cose importanti per noi tutti e per il nostro pianeta. Si dormono le solite sei, otto, dieci ore ma al risveglio si è terribilmente stanchi come se non si avesse dormito, ci si sveglia senza ricordarsi nulla, potremmo chiamarlo “sonno buco nero”: i corpi sono stanchi, le gambe fanno male, le mascelle sono indolenzite, così i muscoli delle braccia, poi ci sono periodo di sogni vividi che non necessariamente hanno un significato e poi si ricade in questo ‘sonno buco nero’. Anche il tempo sembra scorrere in modo diverso. Tutto è più accelerato. Quello che sta accadendo è un processo programmato migliaia di anni fa, quando non c’erano ancora i parametri di riferimento con la Terra che abbiamo ora noi. Noi oggi non abbiamo più bisogno di recarci nei luoghi sacri, come Egitto o Tibet, perché stiamo vivendo nel nostro soggiorno attuale ciò che quei luoghi sacri fornivano migliaia di anni fa. Stiamo avendo un’iniziazione globale, un’iniziazione cosmica e progressiva che ci sta preparando ad un processo non ancora compreso totalmente dalla scienza e dalla fisica del ventesimo secolo, un processo senza rischio, molto naturale e a cui si sopravvivrà. Quello che sta succedendo al nostro corpo sta accadendo anche al nostro sistema solare, o meglio, poiché sta accadendo al nostro sistema solare e noi siamo in simbiosi con esso, anche il nostro corpo sta mutando. Sto parlando del magnetismo terrestre… i campi magnetici della Terra stanno diminuendo molto rapidamente , sotto la sollecitudine di qualcosa di sconosciuto. Pensate a questi ultimi anni, queste immagini delle balene che spiaggiano lungo le coste: poiché il magnetismo terrestre sta diminuendo drasticamente e poiché la Terra è circondata da una serie di linee magnetiche importanti che incrociandosi formano i suoi chakra, un po’ come i nostri meridiani energetici, così la terra ha i suoi meridiani energetici, dati dal suo magnetismo terrestre. Ma il magnetismo sta calando e di questi meridiani alcuni scompaiono, altri cambiano direzione, si spostano e questo è il motivo reale per cui migliaia di cetacei finiscono in luoghi che non sono loro deputati, perché il loro radar viene sviato. A tutto questo si si legano molti disastri ambientali degli ultimi anni… I buchi nell’ozono, il decadimento di strati atmosferici, il surriscaldamento o il raffreddamento del pianeta e poi tutti quei nuovi virus, i nuovi batteri, le nuove malattie a cui il nostro corpo non sa come reagire. Nel dicembre del ’94 in Giappone ci sono stati 70 terremoti uno dopo l’altro e questo ha indotto gli scienziati a riconsiderare il modo in cui pensavano fosse strutturata la Terra. Se noi prendiamo una sbarra di ferro e ci avvolgiamo un filo di rame, facciamo scorrere in questo filo di rame la corrente elettrica, si formerà un campo magnetico che polarizzerà due poli, Nord e Sud. Se io inverto il flusso della corrente elettrica questa sbarra di ferro cui è avvolto il filo cambierà i poli: dov’è il Nord verrà il Sud e viceversa. I campi magnetici del nostro pianeta stanno decrescendo molto rapidamente, ma i campi magnetici si formano perché la Terra ruota e più velocemente ruota più forti sono questi capi. Quindi se è vero che i campi magnetici stanno diminuendo, la Terra sta rallentando il suo moto di rotazione, così velocemente che ogni anno all’Ufficio Nazionale delle misurazioni nel Colorado si devono regolare gli orologi al celio. Dicono che se non si regolano gli orologi nell’arco di dieci anni quello che dovrà essere mezzogiorno diventerà la mezzanotte. Secondo la curva del magnetismo terrestre data dai geologi siamo al punto più basso della magneticità planetaria in duemila anni. E la diminuzione non è lineare ma geometrica, e cioè più diminuisce più è veloce la diminuzione. Di tutto ciò il corpo umano ne risente… Secondo i geologi ogni secondo che percepiamo la terra ha una piccola pulsazione elettromagnetica che gli antichi chiamavano ‘cuore pulsante’. Pulsa x numero di volte al secondo, un ritmo che storicamente è stato costante ed era di circa otto volte (herz) al secondo: questa è nota come la Risonanza di Schumann, scoperta negli Stati Uniti a Colorado Spring nel 1888. Dagli inizi del 900 alla metà degli anni Ottanta c’è stato un periodo con un ciclo di 7.8 herz al secondo. Le cellule del nostro corpo se ne sono accorte. Nell’86/87 è iniziato ad aumentare da 8 a 8.2, a 8.3 e nel’94 era a 8.6. Oggi siamo all’8.9. La Terra pulsa più velocemente e il nostro corpo sta cercando disperatamente di armonizzarsi con queste nuove. Questo sforzo che fa il corpo di sintonizzarsi sulla frequenza della Terra crea una serie di problemi all’uomo, anche mentali: lo constatiamo, leggendo i giornali, con troppe persone che impazziscono e fanno cose impensabili… Per questo anche ci sembra che il tempo vada più veloce: in realtà ciò che percepiamo sono le pulsazioni più veloci del nostro corpo che cerca di sintonizzarsi con la nuova frequenza terrestre. Ma quanto diventeranno veloci queste pulsazioni? Nella scienza della Geometria Sacra c’è una serie di numeri che sovrintendono alla vita su questo pianeta. 1.1.2.3.5.8.13.21.34.55 e così all’infinito. Si chiama la Sequenza numerica di Fibonacci, un matematico pisano del tredicesimo secolo che portò la numerazione araba in Italia. Nasce dalla somma dei primi due numeri tra loro che formano il terzo e poi dal secondo sommato al terzo che forma il quarto e via. Dopo l’8 viene il 13: dovremo quindi toccare i 13 herz e il nostro corpo dovrà giungere a quella frequenza per essere in sintonia con il mutamento cosmico… Tutto questo porterà al Punto Zero del magnetismo terrestre che sarà di 13 herz, il punto di cui parlano da migliaia di anni tutte le maggiori profezie, chiamato in vari modi: Cambiamento, Punto di Svolta Epocale, Nuova Era. E’ il punto in realtà dove il tempo si ferma e poi riprende a scorrere, il punto di inversione dei poli magnetici, l’inizio della Nuova Era, cui si riferiscono i Maya nel loro calendario, il 21.12.2012… Non sarà la fine del mondo ma la fine di un mondo.”

Ho sintetizzato il più possibile. Non solo ci trovo echi familiari ad alcuni temi de La luce oscura, ma il riscontro inquietante cui accennavo più sopra risiede nel fatto, incontrovertibile, che su questi argomenti ci ho ragionato in forma di romanzo più di cinque anni fa, pensando un po’ di avere inventato e un po’ di avere, come si dice in gergo letterario, “piluccato”. Il romanzo non ha ancora visto la luce (oscura) perché a suo modo è troppo iettatorio e forse anche sgradevole. Ma un notissimo amico editor che ce l’ha in mano possiede anche la prova della sua “età” artistica. Allora mi tornano alla mente riflessioni già fatte: scrittori e artisti che stanno fra loro in un inconsapevole contatto telepatico e si scambiano informazioni e a volte scrivono cose molto simili. Come scrivevo in Session 9, tutto questo sembra reso possibile dall’avvicinarsi di una fatal data. Artigliamoci le pudende: tanto male non fa se non strizziamo troppo.