di Wu Ming

piermario_libro.jpgLo abbiamo appreso pochi minuti fa, da una laconica e disperata mail di Vittore Baroni.
Dopo mesi di lotta e terapie, stanotte un male subdolo ha stroncato la vita iper-sinaptica di PIERMARIO CIANI.
Piermario era fotografo, grafico e mail-artista;
testimone privilegiato dell’avventura punk italiana;
leader della rock-band virtuale Mind Invaders, poi divenuta pseudonimo multiplo;
colonna portante del Luther Blissett Project e, prima ancora, di tanti altri progetti in network da cui LB prese le mosse (es. TRAX, Stickerman);
autore degli adesivi “blissettiani” che nel decennio scorso tappezzarono i muri delle città italiane;
tra gli inventori della celebre beffa a “Chi l’ha visto?” (1995) e delle beffe che costellarono la Biennale di Venezia ’95 (es. Loota, la scimmia pittrice);
fondatore (insieme a Vittore Baroni) delle edizioni AAA;
principale animatore della rassegna annuale “Stazione Topolò-Postaja Topolove“.

Piermario aveva cinquantacinque anni. Nel 2000 aveva pubblicato una sorta di autobiografia/antologia/libro-oggetto, Piermario Ciani. Dal Great Complotto a Luther Blissett (AAA edizioni e Juliet Art Magazine). Celiando, l’aveva alternativamente titolato: “I miei primi cinquant’anni”. Purtroppo, altro mezzo secolo non seguirà.
Quel libro è una testimonianza cardinale di un quarto di secolo di underground italiano. Descrive le radici di quel che è seguito. La vicenda individuale di Piermario illumina un’epopea che va dalla dimensione locale (la scena punk del Friuli) a quella transnazionale (la mail art, il LBP, l’alba del web etc.). Duecentocinquanta pagine di meraviglie grafiche e autentico amore per la creazione.
A Piermario dobbiamo tanto, tantissimo. Il suo contributo è stato inestimabile. E’ un colpo durissimo, lascia con le labbra in preda a un formicolìo e il rimorso di averlo sentito di rado, negli ultimi anni. Ti appunti sempre: “Un giorno o l’altro lo chiamo… Appena ho tempo gli scrivo…” Sai che sta poco bene, ti informi, ti dicono che migliora, allora pensi: adesso lo chiamo, poi capita sempre qualcosa, e infine la notizia ti dà il capogiro e ti fa sentire una merda, l’ultimo dei vermi.
Ti rendi conto di quanto gli volevi bene, di quali miracoli possa fare una rete: hai condiviso innumerevoli momenti con una persona che, fisicamente, hai incontrato soltanto una manciata di volte.
Piermario era – in senso buono – un piccolo patriarca, fin dall’aspetto una sorta di quieto capostipite biblico. Dai suoi lombi sono discese tante vite. Si lascia alle spalle una famiglia numerosa (a cui mandiamo queste impacciate condoglianze)… e una famiglia allargata che copre tutto il pianeta: nelle prossime settimane, man mano che la notizia li raggiungerà, migliaia di artisti e attivisti riempiranno le reti con il loro dolore. Noi, con queste righe, cerchiamo di dare un apporto non di circostanza. Qui sotto proponiamo alcuni link, perché chi non ha conosciuto Piermario e il suo lavoro possa farsene un’idea.
Addio, Piermario.

Piermario Ciani: Maschingegno
I divertissments sessuografici di un artista totale

Blissett e non più Blissett
Intervista a Piermario Ciani

Fra arte e anti-arte
Intervista a Piermario Ciani

Le origini della mail art in Italia
Intervista a Piermario Ciani