di Gino Lucrezi

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15 Marzo 1957

Oggi sono morto.
Dovevo andare al Carlton Theatre per la prima del mio film. Pioveva, e quella maledetta Cadillac decappottabile non voleva saperne di chiudersi. Kathy aveva detto che lei non sarebbe venuta, che ero matto, e che ero ridicolo a voler uscire così, tutto elegante, e bagnarmi tutto. Ma lei non capiva, era la prima, e quel film è il mio orgoglio e la mia gioia! Non potevo aspettare che un taxi si degnasse di venirmi a prendere, volevo essere in sala subito, a godere delle emozioni del mio pubblico.


Passato qualche minuto, mi sono accorto che l’auto si stava riempiendo d’acqua. Ho provato di nuovo a chiudere il tettuccio, senza fermarmi. Ho lasciato il volante solo un attimo, ma è bastato perché l’auto iniziasse a sbandare verso sinistra. Ho lasciato perdere il tettuccio e ho sterzato di colpo. Ma le gomme non tenevano, non su quella strada bagnata. L’auto è uscita di strada, ed ho pensato “Dio, fa che non mi portino all’ospedale, fa che non vedano che sotto i vestiti porto mutandine e reggiseno”. C’era un lotto in costruzione, e la mia Cadillac si è piantata proprio contro la pala della ruspa, mentre io venivo scagliato con violenza attraverso il parabrezza, e sentivo le schegge di vetro che mi graffiano la pelle, si piantavano nel mio corpo, mi foravano gli occhi. Poco più avanti c’erano delle travi di metallo che sporgevano da un camion, e il mio corpo si è schiantato proprio lì. Ho sentito una trave che mi perforava la cassa toracica, frantumando il mio cuore e spezzando in due la mia colonna vertebrale.
Solo allora mi sono reso conto di essere morto.

Non pensavo di svegliarmi.
Ero ancora lì, per terra, vicino a quel camion maledetto. Si vedeva ancora la trave sporca di sangue, del mio sangue. Sentivo ancora il mio petto in fiamme e la mia pelle che protestava, ma soprattutto i miei occhi vedevano di nuovo.
La Cadillac era ancora lì. Sembrava a posto, ed anche il parabrezza era intatto. Per qualche motivo, il fatto mi sembrava strano, ma non ci feci caso più di tanto. Sono salito, e l’ho messa in moto al primo colpo.
Ero in ritardo. C’era Reynolds che mi aspettava fuori, e mi ha detto “Spicciati Ed, manchi solo tu”. Siamo entrati e mentre ci accomodavamo sentivo che la gente nella sala si aspettava qualcosa da me, lo sentivo in una maniera mai provata prima. Vicino a me c’era Tor, con suo figlio Karl. Più in là c’era Maila, e chissà come mai vicino a lei c’era seduto proprio il reverendo Lyle, che sembrava si stesse divertendo un mondo. Criswell ha fatto una delle sue presentazioni. Mancava solo Bela, purtroppo.
Nessuno sembrava accorgersi dei miei vestiti fradici, sporchi di terra e sangue. A ben pensarci, non erano più sporchi, anche se io non ricordavo di essermi cambiato.
Finalmente, la sala si è fatta buia, ed è apparso Criswell. Il suo monologo sul futuro è semplicemente stupendo. Ovvio, lo ho scritto io. Poi sono apparsi i titoli. Grave Robbers from Outer Space – il film per cui tutti mi ricorderanno. In realtà Reynolds ha deciso di intitolarlo in un altro modo, e infatti c’era il suo titolo al posto di Grave Robbers. Pazienza.
Quando Bela Lugosi è apparso sullo schermo ho avuto un momento di tristezza, pensando ad un amico che non avrei più rivisto. Ma no, che scemo che sono… certo che lo rivedrò, tutte le volte che vorrò, lui ora su quella pellicola è immortale. Sono certo che anche quando (più avanti nel film) comparirà la controfigura, nessuno ci farà caso, e tutti ricorderanno Bela invece di Tom Mason.
Sentivo che anche il pubblico era preso dall’emozione, appena è apparso Bela. E` strano, non mi era mai capitato di percepire così le reazioni del pubblico. Era come se quelle emozioni mi dessero la forza di sopportare il dolore che ancora sentivo nel petto, lì dove quella maledetta trave mi aveva forato il cuore.

Alla fine del film, sono venuti in molti a farmi i complimenti. Oramai non sentivo più alcun dolore. Durante il film, ogni tanto avevo sentito qualche risata, ed in quel momento il dolore si era riaffacciato. Ma ora era passato tutto. Iniziavo quasi a credere che non mi fosse successo nulla; d’altronde, l’auto era intatta, e così i miei vestiti. Se davvero quella trave mi avesse perforato la cassa toracica, allora io avrei dovuto essere morto, ed invece io ero ancora lì. Come spiegarlo?

14 Aprile 1958

Finalmente ho ripreso a dirigere. Oggi abbiamo iniziato a girare Night of the Ghouls. Io e J.C. Foxworty, un ex-marine come me, abbiamo fondato la Atomic Productions, e così ora non dovrò più lavorare con quel farabutto di Reynolds, che mi ha fottuto Grave Robbers From Outer Space per un solo dollaro.
Ma la cosa più importante è la regia. L’anno scorso ho diretto solo un paio di filmetti da venti minuti l’uno; poca roba. Davvero, se non dirigo qualche film sto male. Sento un gran dolore al petto, e mi metto a bere.

28 Aprile 1958

Le riprese stanno andando un po’ per le lunghe. Con una settimana, avrei dovuto finire di girare, e passare in sala di montaggio. Invece, ancora non ho finito.
Iniziavamo a girare alle sei del pomeriggio alla Picture Recorders, e restavamo lì fino a mezzanotte. Mentre tornavo a casa era buio pesto e due delinquenti da strapazzo mi hanno affiancato e mi hanno spinto dentro un vicolo. Pensavano che avessi ancora i soldi della cassa? Ero uscito di casa con un rotolo di banconote, per pagare gli attori, ma la notte non mi era rimasto nulla, se non gli spiccioli per bere qualcosa. Glielo ho spiegato, ma quegli idioti non mi hanno creduto; uno ha cacciato un coltello, minacciandomi. Il sole si rifletteva su quella lama lucente, abbagliandomi. Ho provato a divincolarmi, ma quello mi ha ficcato la lama nel petto. Sembrava quasi irreale vedere il sangue che schizzava a fiotti dal petto, nel punto in cui fino ad un attimo prima era entrato il coltello. Sembrava quasi non fosse il mio. Poi sono morto.

Qualche ora dopo, mi sono rialzato. Se non fosse stato per la pozza di sangue in terra, e per il dolore al petto, avrei pensato di avere sognato tutto. O forse è stato proprio così. La giacca era tutta intera, e così pure il reggiseno. Però mi mancavano i soldi dalla tasca. Ma forse li avevo finiti per pagare gli attori, oppure li avevo spesi al bar. Non ricordo bene.

21 Maggio 1958

Quel dolore al petto mi perseguitava da almeno un mese. Non riuscivo ad farlo passare nemmeno bevendo.
Ma oggi, finalmente, è uscito Bride of the Beast. Io ho scritto la sceneggiatura, ma mi sentivo talmente male che stavo quasi per decidere di non andare alla prima. Sono andato lo stesso, sperando che nessuno si accorgesse di come stavo male. Ma appena si sono spente le luci, sentivo già le prime emozioni del pubblico. Attesa, paura, anticipazione.. ed il dolore nel mio petto iniziava a svanire.

14 Settembre 1959

Reynolds è riuscito a distribuire Grave Robbers From Outer Space. Ovviamente, l’ha distribuito con quell’altro titolo idiota, Plan 9 From Outer Space. Qui a Hollywood non lo proietta nessun cinema, ma ho saputo che lo danno a San Diego. Be’, forse vale la pena di andarci, ho pensato, e mi sono messo in macchina.
E` stata un’ottima idea. Stare nella stessa sala con il pubblico mi ha davvero ricaricato. Ho fatto davvero un buon lavoro con quel film, e sentivo che il pubblico rispondeva bene.
Ovviamente ricordo i dialoghi a memoria, eppure c’è un punto che mi ha colpito. Il Sovrano stava impartendo ordini ad Eros, e spiegava al pubblico il Piano Nove.
Piano Nove… Ah, sì… il Piano Nove comporta la resurrezione dei morti. Elettrodi sparati da lontano nelle ghiandole pineale e pituitaria di un morto recente.
Ricordavo queste battute come se le avessi scritte il giorno prima, eppure ora mi pareva che dietro di esse si celasse ora chissà quale terribile significato.
Ma la cosa più importante era che ora stavo davvero meglio. Mi sentivo capace di realizzare film anche migliori di questo. Il conforto del pubblico era tutto per me.
Stavo così bene che quando sono arrivate le scene del cimitero mi è venuto in mente quello che abbiamo passato per preparare quella scena, e mi è scappata una risata. Poi mi sono accorto che c’era anche qualcun altro nella sala che rideva, e questo mi ha davvero fatto incavolare. Maledetti idioti. Se non capiscono il cinema, farebbero meglio a starsene a casa.

12 Agosto 1960

Ho finito da poco di girare The Sinister Urge, e quelli della Headliner sono stati molto soddisfatti. Oltre ai mille dollari che mi spettavano, mi hanno dato anche una bella gratifica. E non è tutto. Una ditta del governo, la Autonetics, ha bisogno di me per girare dei cortometraggi. Non saranno dei capolavori, ma almeno pagano bene.
Le cose iniziano finalmente a girare per il verso giusto
.
18 Settembre 1960

Il petto ha ripreso a farmi male. E` strano, credevo che lavorare mi avrebbe fatto passare il dolore. E` vero che con questi filmati per la Autonetics mi manca il contatto con il pubblico e le sue emozioni… ma è sempre cinema.
Oggi, mentre andavo in giro per una fabbrica dove domani inizieremo a girare, il dolore è diventato insopportabile. Mi sentivo talmente male che ho dovuto stendermi, ho trovato una specie di panca e mi ci sono buttato sopra. Non sapevo che fosse un nastro trasportatore. Si è messo in moto all’improvviso, e mi sono accorto con orrore che un macchinario automatico stava avvitandomi una vite nel cuore.
In fabbrica si sono molto preoccupati, perché non mi trovavano più… ma per fortuna non si sono accorti che io ero morto.

La sera, ho messo su il mio proiettore 16 mm per rivedere Grave Robbers From Outer Space. Speravo che mi aiutasse a sopportare il dolore, ma non è servito a nulla. O meglio, non è servito a fermare il dolore, ma è servito a farmi venire un’idea. Quella scena, in cui il Sovrano spiega il Piano Nove, la resurrezione dei morti e così via… è come se ora stesse capitando proprio a me. Elettrodi sparati nella mia ghiandola pineale ed in quella pituitaria? La teoria è sensata, altrimenti non l’avrei mai scritta nella mia sceneggiatura. Ma chi avrebbe interesse a riservarmi un trattamento del genere? A che scopo? E soprattutto, chi avrebbe la tecnologia giusta? Gli invasori dallo spazio esterno? Il governo?
Che follia… eppure, è l’unica spiegazione!
Se è così, allora è proprio vero! Io muoio e poi risorgo… come in un mio film!

2 Ottobre 1961

Non ne potevo più della Autonetics. Girare film sulle zone prive di polvere per i sistemi giroscopici non mi basta. E poi, quei film li vedevano venti persone al massimo… io invece ho bisogno di un pubblico. Oggi ho scritto una nuova sceneggiatura, The Silent Night. Spero che Roy Reid decida di produrla.

7 Gennaio 1962

Ho girato tutti i produttori che conoscevo; a nessuno interessano i miei ultimi lavori. Eppure, The Silent Night e Last Town North sono proprio quello che il pubblico vuole, lo so.
Ho provato anche a chiedere di dirigere qualcosa. Io vado lì, con la mia copia di Plan 9 From Outer Space sotto il braccio e gliela faccio vedere, così gli dimostro che so fare il regista, e che so farlo bene. Però dicono che non valgo molto. Dicono che non ripeto mai una scena, per risparmiare pellicola, ma non è vero; ad esempio mentre giravamo Plan 9 Mona McKinney inciampò nel tappeto che copriva il set, e si portò dietro tutto quanto, lapidi comprese.. che macello! Anche se avrei potuto tagliare la scena e usarla lo stesso, ho preferito girarla di nuovo. Io sono un perfezionista, il mio modello è Orson Welles. Lavoro veloce e spendo poco, questo è vero, ma sono un perfezionista.

18 Febbraio 1963

Sembra che qui a Hollywood non mi voglia più nessuno. Ma senza il pubblico sto male. Ecco perché bevo… idioti, se loro mi facessero lavorare io non avrei più bisogno di bere! Ma loro dicono che visto che bevo non mi possono prendere, che sono inaffidabile.
Qualcuno mi ha proposto di mettermi a scrivere libri. Come ho fatto a non pensarci prima? Se posso scrivere una sceneggiatura in un giorno, posso anche scrivere libri.

15 Maggio 1963

Quelli della Raveb dicono che Black Lace Drag sta vendendo benino. Era prevedibile, in quel libro ci ho messo tutto di me. Quasi come in Glen or Glenda, solo che stavolta è su carta. Finalmente ho di nuovo un pubblico. Non è quello a cui sono abituato, ma è meglio di niente. Sono sicuro che ora il dolore al petto mi passerà di nuovo.

29 Giugno 1963

Il mio dolore al petto peggiora sempre. Il libro si vende… forse i lettori di libri non mi bastano per vincere il dolore? Per fortuna, Boris Petroff ha comprato una mia sceneggiatura, e se tutto va bene da settembre sarò di nuovo sul grande schermo.

12 Settembre 1963

Oggi è uscito al cinema Shotgun Wedding. Mi sentivo tremendamente bene, tutti i dolori erano passati. E` il cinema che mi tiene su.
Mentre passavano i titoli di coda, finalmente ho capito. Era così ovvio! Che cos’è il cinema, se non luce? Ma la luce, se diamo ascolto a quello che dicono i fisici, è fatta di elettroni! Quegli stessi elettroni vengono raccolti dagli elettrodi sulla mia ghiandola pituitaria e su quella pineale, e così il mio corpo non muore mai, grazie al cinema!
Ecco cosa sono! Un Vampiro di Cinema. Non come i personaggi di Bela, no, a me non serve il sangue. A me serve che il pubblico, con le sue emozioni, convogli gli elettroni del proiettore sugli elettrodi nelle mie ghiandole… e così io sarò immortale!
Ero talmente contento per questa scoperta che dopo aver festeggiato al bar ho fatto un giro per la città… in un vicolo ho beccato un tale che mi voleva rapinare. Mi ha puntato la pistola contro, ed io gli ho detto “Avanti, sparami al cuore, non mi importa”. Ha sparato… ed effettivamente non me ne importava nulla. Si, mi aveva fatto un bel buco all’altezza del cuore, ma io mi sono avvicinato a lui, e gli ho strappato la pistola dalla mano. Quanto scappava veloce… potremmo mandarlo alle Olimpiadi di Tokio… anzi, se continua a correre così ci arriverà a piedi da solo.

13 Settembre 1963

Sono andato a farmi fare una radiografia. Si vedono due oggetti lunghi e stretti nel mio cranio. Il dottore mi ha detto che si trovano l’uno nello sfenoide e l’altro vicino al terzo ventricolo del cervello. Gli ho chiesto se per caso c’entrava la ghiandola pineale… lui mi ha risposto “Ci può giurare! Sembra che quei cosi le abbiano perforato proprio la ghiandola pineale… ed anche quella pituitaria”. Giuro che io non gli avevo nominato la ghiandola pituitaria. Lo ha detto da solo. Non è stata una mia idea.
Gli ho chiesto se poteva essere qualche scheggia che avevo beccato in guerra… nel ’44 ero stato ferito. Lui ha detto che era impossibile, dalla calcificazione delle ossa si vedeva perfettamente che quegli oggetti non potevano essere lì da più di dieci anni, anzi, probabilmente erano otto anni, secondo lui.
Incredibile… sembra che qualcuno abbia davvero sparato degli elettrodi nelle mie ghiandole, otto anni fa. Chi l’avrebbe mai detto?
Il dottore ha detto anche che con lo stile di vita che faccio, dovrei stare attento al cuore.
“Il mio cuore è l’ultima cosa che mi preoccupa, dottore. Il mio cuore è invulnerabile”, gli ho risposto.

15 Settembre 1964

Finalmente ho trovato un buon posto con Sam Yorty alla KTTV. Mi trovo benissimo. Quello che giro qui viene visto da migliaia di spettatori entro pochi giorni. Mi hanno detto che un tubo catodico genera ancora più elettroni di un proiettore da 32 millimetri, ha qualcosa a che vedere con la fluorescenza. E pensare che in tutta l’America ci sono milioni di tubi catodici! Grazie alla TV sarò immortale!

4 Dicembre 1964

Quel bastardo di Sam Yorty mi ha licenziato. Qui a Hollywood nessuno mi offre più da lavorare, a meno di non passare al porno. Un produttore ha detto che non vogliono uno che dirige un film con addosso un golfino d’angora. Gli ho detto che quando dirigo mi metto anche la parrucca, i tacchi a spillo e le mutandine di pizzo, e lo ho mandato a farsi fottere.
Non fa nulla, troverò lo stesso un modo per sbarcare il lunario. Per fortuna, ogni tanto qualche cinema proietta un mio film. Altrimenti non ce la farei.

15 Luglio 1965

Stephen Apostolof mi ha chiesto una sceneggiatura per un film che si chiamerà Nudies Ghoulies. Quello dei porno è un mercato infame. Eppure, io sono convinto di poter portare una ventata d’aria nuova in quel mondo. Io sono in grado di scrivere delle sceneggiature con una vera trama, una storia ben equilibrata, e non una semplice sequenza di amplessi. Questa sarebbe davvero una grande novità nel mondo del porno. Tutti gli altri autori nel campo usano degli pseudonimi, si vergognano, ma io userò sempre il mio vero nome, Edward D. Wood, Jr.
Ecco perché alla fine ho accettato di entrare in questo mercato. Perché sono sicuro che lascerò un segno indelebile nel mondo della pornografia.

22 Settembre 1965

Nudies Ghoulies è finito. Però hanno deciso di chiamarlo Orgy of the Dead. Pazienza. Oramai sono abituato a vedere i miei film cambiare nome secondo i capricci di qualcun altro. L’importante è che sia una mia creatura. Io ho scritto la sceneggiatura, ed io sono stato aiuto regista.
Qualcuno mi ha detto che dopo aver fatto un porno, nessuno mi farà più dirigere un film ‘regolare’. Al diavolo. Al pensiero del pubblico che vedrà la mia opera, mi sento già meglio.

18 Maggio 1971

Ieri è morto Tor Johnson. Ci siamo visti con un po’ di amici, per ricordarlo, ed io ho portato la mia copia di Plan 9. Fra un bicchiere e l’altro abbiamo messo su il proiettore, e abbiamo lasciato andare avanti il film mentre tutti bevevamo. Quando è arrivata la scena girata al cimitero messicano, Karl Johnson si è messo a raccontare la faticaccia che lui e suo padre hanno fatto per preparare quella scena. C’ero io che dicevo “sposta quella lapide lì, no, mettila là”, mi sentivo quasi Orson Welles… solo che lui poteva permettersi di impiegare una giornata per girare una scena, io no.
Avevo quasi dimenticato quell’episodio… era un vecchio cimitero messicano, a Sacramento, ma volevano usare il terreno per farci su un centro residenziale, ed avevano anche iniziato i lavori. Pensavamo che avessero già tolto i cadaveri, e così avevamo spostato tutte le lapidi per sistemare il set come volevamo noi. Invece pare che non li avessero ancora tolti, e i giorni successivi le famiglie avevano girato senza posa per cercare i loro morti. Un giornale locale titolò addirittura “Spettri invadono il cimitero”.
Paul Marco ha commentato “Avevi proprio ragione a voler chiamare il film Grave Robbers From Outer Space, altro che Plan 9! Grave Robbers… profanatori di tombe, ecco cosa siamo!”
Karl ha aggiunto “Per fortuna non ci hanno mai beccati!”, e si è messo a ridere come faceva suo padre.
Cera Criswell, che se ne stava lì steso sul divano, si è alzato lentamente come faceva quando girava le scene dentro la bara, ed ha detto “La Polizia non ha mai trovato i colpevoli della profanazione. Eppure, il Popolo dell’Ombra non ha bisogno della Polizia per farsi giustizia. Il Popolo dell’Ombra sa punire i mortali che non hanno rispetto. E la punizione… la punizione per i mortali è terribile. La punizione è diventare parte del Popolo dell’Ombra – per tutta l’eternità!”. Infine, Criswell si è steso di nuovo sul divano, le braccia incrociate sul petto, come fosse dentro la bara che teneva in casa per dormire.
Giuro che ho incominciato a tremare come non mi succedeva da quando a sette anni vidi per la prima volta Bela Lugosi che interpretava Dracula. Ho cominciato a tremare perché avevo capito che il Popolo dell’Ombra si era vendicato di me, e mi aveva catturato per sempre.
Il medico aveva detto che quegli oggetti sulle mie ghiandole risalivano al 1955… esattamente quando abbiamo girato quelle scene. Ecco cosa sono. Elettrodi sparati sulle mie ghiandole pineale e pituitaria, e controllati a distanza dai morti del cimitero messicano!
Allora ho capito la tremenda verità sulle mie morti. Allora ho capito che quello non è un dono, ma una maledizione che mi perseguiterà per sempre.

19 Febbraio 1974

E` sempre più difficile vendere una sceneggiatura. Non parliamo poi di farmi dare una regia. Anche quando ci riesco, il pubblico è sempre più ridotto. Mi sento sempre più debole, mi sento spegnere sempre di più.
Bela, ora capisco perché ti riempivi di morfina. Anche tu, ogni volta, morivi e rinascevi per tirare avanti un altro giorno, e girare un’altra scena.
Ma io non ne posso più. Dovrei essere morto, ed invece non lo sono. Ma non sono più nemmeno vivo, non del tutto. Dipendo dai favori di un pubblico sempre più avaro delle proprie emozioni.
Vorrei morire, piuttosto che proseguire in questa finzione di vita. Ho deciso che d’ora in poi non farò più film o romanzi horror. Niente più ghoul, banshee, spettri, zombie e vampiri. Forse così i morti decideranno di lasciarmi morire in pace.

20 Giugno 1977

C’è stata una sparatoria in corridoio. Non è nemmeno la prima volta. Dovrei denunciare il padrone di casa, è un maledetto messicano bastardo che traffica con la droga. Ho sentito gli spari, e mi volevo allontanare dalla porta, ma non ho fatto in tempo. Quei bastardi non hanno nessuna mira. Un proiettile ha bucato la mia porta, e me lo sono ritrovato in pieno petto.
Credo di essere rimasto lì per terra, morto, per due giorni almeno. Non ero mai stato via così a lungo. Vuol dire che il pubblico non mi conosce più. Vorrei morire davvero, e non svegliarmi. Ma poi, quando mi succede davvero di morire, sono quasi felice di svegliarmi. Non sopporto questa immortalità forzata, ma in realtà ho paura di morire davvero.
Kathy ha detto che non ha chiamato nessuno perché aveva paura di perdere l’appartamento. Puttana. L’ho picchiata, e le ho sbattuto la testa contro il muro, finché è caduta a terra.
Poi ho pianto.

3 Dicembre 1978

Ho portato i miei cani, Casey e McGinty, al canile. Lì almeno qualcuno gli baderà. Poi ho messo tutti i miei romanzi in una cassa, e li ho portati a casa di David Ward.

7 Dicembre 1978

Sono venuti due sceriffi, e ci hanno buttati fuori dalla casa in Yucca Street, perché dicevano che non pagavamo l’affitto. Io gli ho fatto vedere l’assegno che il padrone di casa aveva rifiutato, ma loro non hanno sentito ragioni.
Ho dovuto lasciare quasi tutto in casa. Anche il mio libro su Bela, che era quasi finito!
Ho perso tutto.
Mio Dio, nella mia vita ho dato via tutto, dovrei avere un milione di dollari.
Eppure non mi rimane nulla. Solo una valigia piena di vestiti.

10 Dicembre 1978

Ha detto Bernie Bloom che non troverò più da lavorare a Hollywood. So che ha ragione. Il pubblico mi ha già dimenticato. Quando per sbaglio proiettano uno dei miei film, ridono.
Una volta, dissi ad un dottore che il mio cuore era invulnerabile. Mi sbagliavo. C’è un’arma che può fermare il mio cuore per sempre.
E` l’oblio.

Titoli di coda

Il 10 Dicembre 1978 Ed Wood, ormai senza casa, senza lavoro e senza pubblico, muore per un arresto cardiaco. Poco tempo prima, sua moglie aveva detto:
Ci sono delle notti che Ed proprio non riesce a dormire. Notti su notti. E` come un’anima in pena su questa terra. Non appartiene a questo mondo, è come se fosse di passaggio. Ma non gli appartiene. (Kathy Wood)