[Le Monde, il quotidiano più letto in Francia, dedica oggi un’intera pagina al caso Battisti. Traduciamo e pubblichiamo l’intero speciale]

MOBILITAZIONE PER CESARE BATTISTI
L’Italia domanda l’estradizione dell’ex attivista di estrema sinistra, divenuto autore di romanzi noir. Un appello in suo favore ha raccolto 6.000 adesioni.
di Clarisse Fabre
[da Le Monde, 18.2.04]

battistilibero.giflemondelogo.gifGli scrittori noir, primo cerchio dei difensori del romanziere Cesare Battisti, arrestato il 10 febbraio e messo sotto fermo in attesa di estradizione nel carcere della Santé, dispongono dell’arte di fare rete. Lo scrittore Claude Mesplède, che ha diretto il Dictionnaire des littératures policières (ed. Joseph K., 2003), ha lanciato un appello in cui si richiedeva la liberazione di questo ex militante dell’estrema sinistra, ricercato dalla polizia e condannato all’ergastolo in contumacia, per rapine e omicidi commessi negli anni Settanta.
Dai 3.500 di lunedì 16 febbraio, i firmatari dell’appello sono passati a 6.000 il giorno dopo, secondo quanto hanno dichiarato gli estensori della petizione. Tra gli aderenti figurano editori come François Guérif, il proprietario di Rivages che ha pubblicato Cesare Battisti, scrittori come Régine Deforges, deputati come Dominique Voynet (Verdi), Olivier Besancenot (LCR) e Julien Dray (PS), ma anche ‘anonimi’: un’infermiera, un controllore delle imposte, un pensionato, un medico…
“Non è che l’inizio. Al di là del caso Battisti, la questione è estremamente simbolica rispetto a tempi di tolleranza zero, che via via stanno facendosi irrespirabili”, commenta lo scrittore Philippe Sollers, che nel corso della manifestazione di solidarietà a Cesare Battisti ha denunciato “lo spirito di vendetta di un Capo dello Stato truffatore” contro un “rivoluzionario”. In attesa dell’esame della richiesta di scarcerazione di Battisti, previsto per il 3 marzo, si mobilitano i suoi sostenitori: giovedì 19 febbraio, alle 14.30, la Lega dei Diritti dell’Uomo terrà una conferenza stampa, mentre la sera stessa, alle 20, verrà proiettato al Centre international de la culture populaire (CICP) di Parigi un film-ritratto di cesare Battisti, realizzato da Pierre-André Sauvageot.

49 anni, l’ex responsabile dei Proletari Armati per il Comunismo (PAC) è venuto a vivere in Francia nel 1990, dopo essere evaso dal carcere di Frosinone (internato nel 1978, fuggì nel 1981) e un lungo esilio in Messico. Detenuto e processato nel ’90 in seguito alla domanda di estradizione da parte dell’Italia, era stato rimesso in libertà dalla giustizia francese.

DICHIARAZIONI DI “PENTITI”
Nel maggio 1991, la corte d’appello di Parigi aveva emesso una sentenza contraria alla domanda di estradizione formulata dall’Italia, osservando in particolare che Cesare Battisti era stato condannato in sua assenza, con un processo basato su dichiarazioni di “pentiti”, senza la possibilità di beneficiare di un rifacimento dello stesso in caso di ritorno nel suo Paese d’origine. Titolare di un permesso di soggiorno, Battisti era divenuto custode di un condominio a Parigi. In parallelo, aveva pubblicato romanzi noir (da Gallimard e Rivages) e due romanzi per l’editore Joëlle Losfeld, tra cui Le Cargo sentimental nel 2003. Battisti aveva appena finito di scrivere il suo nuovo libro quando è stato arrestato, otto giorni fa, dagli agenti dell’Antiterrorismo (DNAT).
Da un anno e mezzo il governo di Jean-Pierre Raffarin ha rimesso in questione l’impegno, assunto nell’85 da François Mitterrand, di non estradare quei militanti dell’estrema sinistra italiana che avessero rotto con il proprio passato. Accettando nell’agosto 2002 l’estradizione di Paolo Persichetti, già membro dell’Unione dei Comunisti Combattenti (UCC), divenuto docente all’università Paris-VIII, l’attuale governo aveva voltato pagina rispetto alla “dottrina” Mitterrand. Anche l’Eliseo si è accodato, se si guarda all’ultima dichiarazione di Chirac in merito: l’11 novembre 2002, durante una conferenza stampa a Roma, il Capo di Stato ha indicato che “le domande di estradizione presentate dall’Italia vengono esaminate caso per caso da un gruppo di lavoro comune (…) attivato dai ministri della Giustizia italiano e francese”.
Patrick Raynal, direttore della “Série noire” di Gallimard e primo editore di “Cesare”, dice di sentirsi “un po’ il fratello” degli ex militanti: “Alla Sinistra proletaria, questa tentazione giovanile del terrorismo non è stata estranea nemmeno da noi. Trovo scandaloso che il governo francese si rimangi la parola. Ma non mi sorprende più nulla di questa banda!”. In una prefazione al libro La Rivoluzione e lo Stato, di Paolo Persichetti e Oreste Scalzone (edito da Dagorno nel 1998), lo scrittore Erri de Luca notava come egli si sentisse tuttora vicino a quegli anni di lotta: “Non riesco a parlare di quel tempo. (…) Non ho spiegazioni da dare, ma ne avverto profondamente una: una grande parte dei miei, di noi di allora, sono ancora in carcere e rifugiati all’estero, le loro vicende penali impediscono che la distanza venga colmata ogni giorno”.
Sottolineando che una precedente domanda di estradizione aveva ricevuto, nel ’91, sentenza sfavorevole da parte della giustizia francese, Irène Terrel, l’avvocato di Cesare Battisti, bolla questa nuova procedura come una “mostruosità giuridica” in base al principio per cui “nessuno può essere giudicato due volte per gli stessi fatti”. Invitato al “Grand Jury RTL – Le Monde – LCI”, domenica 15 febbraio, il ministro della Giustizia Dominque Perben ha sostenuto che il dossier Battisti conterrebbe nuovi elementi: “Battisti è stato arrestato in seguito a una minaccia di morte pronunciata contro uno dei suoi vicini di casa”. Secondo fonti della polizia, una denuncia sarebbe stata effettuata, il 6 febbraio, al commissariato del IX arrondissement di Parigi, per “problemi di vicinato”. “Cesare Battisti era stato molestato da altri condòmini che avevano scoperto il suo passato di attivista. Non è impossibile che, in un simile clima di malvolenza, qualcuno abbia sporto denuncia”.

“PAROLA DATA”
Gli amici di “Cesare” contanto sulla mobilitazione dell’opinione pubblica per rendere la posizione del governo più flessibile. La prospettiva delle elezioni regionali di marzo non è a loro sfavore. “Mi hanno sollecitato a sostenere la candidatura di Jean-Paul Huchon (capolista del Partito Socialista nell’Ile-de-France)” dice lo scrittore Dan Franck, che denuncia “l’assenza” del PS alla manifestazione per Battisti del 16 febbraio. “Sosterrò Huchon soltanto se egli difenderà pubblicamente Cesare contro la destra!”. E in un comunicato, Julien Dray ha chiesto al ministro Perben di “rispettare la parola data”.
A destra, la posizione del governo non raccoglie unanimità. Jacques Remillet, sindaco e deputato dell’UMP a Vienne (Isère), città che ospita il festival del romanzo noir Sang d’encre, ha inviato una lettera al ministro della Giustizia, il 13 febbraio: “La parola data dal presidente della Repubblica – François Mitterrand – impegna non soltanto la sua persona, ma anche il nostro Paese, patria dei diritti dell’uomo” scrive Remillet. “L’immagine del nostro Paese, presso gli intellettuali del mondo intero, rischia di essere rovinata per sempre”.
Interpellato dallo scrittore marsigliese Serge Scotto, il vicesindaco di Marsiglia Renaud Muselier, che appartiene all’UMP ed è segretario di Stato agli affari stranieri e capolista in Provence-Alpes-Côte-d’Azur, chiede a gran voce “un trattamento umano” del caso Battisti: “Non mi pronuncio sulla sostanza, ma sulla procedura, che può durare tre o quattro mesi. Non sarebbe possibile fare in modo che Cesare Battisti lasci il carcere della Santé e ritorni alla sua famiglia, in attesa della decisione? Ho preso contatto con il gabinetto del Primo ministro, in collaborazione con la cancelleria. L’ipotesi è allo studio”, ha dichiarato a Le Monde Muselier. Con la consapevolezza che la decisione di messa in libertà tocca al giudice, e non alla politica.