di Gianluca Neri
[da Macchianera]

1du.jpgSono le sei di mattina del 31 ottobre: la Milano da bere ha ancora un’ora di sonno prima della colazione. Anzi, un’ora e un quarto: pesa sulle palpebre del terziario avanzato l’idea di un ennesimo giorno feriale prima del week-end. Non c’è nemmeno un filo di foschia a tratteggiare la capitale morale con le tinte e le pennellate del cliché. Solo un silenzio irreale, un’ora e un quarto di niente.
Siamo all’angolo fra via Moscova e corso di Porta Nuova. Viviana Alejandra Paglietta ingrana la seconda, poi la terza, che stamattina sembra di guidare sulla moquette. Il botto, assordante, riesce a sentirlo pure lei. Il quartiere maledice quel clacson ostinato, ma a lei il resto dei dettagli sfugge: c’è stato lo schianto, il fragore delle lamiere, e poi più nient’altro. Non sente le le ambulanze e le auto del nucleo radiomobile dei vigili urbani, che pure arrivano sul posto a sirene spiegate nel giro di qualche minuto. Né si accorge che ora il clacson non suona più, che con le cautele del caso i volontari l’hanno liberata da quella posizione innaturale adagiandole la schiena sul sedile. Che non sente più il freddo del volante sulla tempia.

Li portano al Fatebenefratelli, lei e l’altro, quello della Citroên Saxo. Anche lui si è fatto male. Lo visitano e dispongono il ricovero. Lui rifiuta, dice che sta bene. Glielo sconsigliano, ma non gliene frega. Nella Saxo abbandonata agonizzante in via Moscova c’era qualcosa che andava nascosto. Ora è tutto chiaro. Ma è anche troppo tardi. A casa, papà saprà senz’altro mettere a posto le cose.
Sul tappetino alla destra della guida i vigili notano una siringa, un cucchiaino, polvere bianca e del liquido. Chiamano il comando di polizia, e quelli arrivano con i cani antidroga. I pastori tedeschi nasano tutto attorno, ma non trovano altro. Ci sono solo quella siringa, il cucchiaino e tutto il resto.
Il laboratorio chimico e tossicologico impiega pochissimo ad analizzarli. Il responso è: cocaina mista a caffeina.
Il tipo della Saxo viene segnalato alla Prefettura per violazione della legge sugli stupefacenti. Andrebbe incriminato anche per lesioni colpose, ma non si può. Serve la testimonianza di Viviana, che però è al Fatebenefratelli, impegnata nel trasloco da rianimazione a neurochirurgia. Ematoma cerebrale sottodurale, si chiama, e che non è una cosa bella glielo diranno quando si sveglia. Se si sveglia.
Allora verrà a sapere a che il tizio della Citroên era il ventitreenne Marco Dell’Utri, figlio maggiore di tanto padre, e che si sono persino scordati di sequestrargli la macchina.