di Nico Maccentelli

Democrazia e fascismo… il passo è lungo o breve?
tricarico.gifDa l’Unità del 5 dicembre:
“Non si può pensare di gestire una situazione di emergenza come questa con leggi ordinarie. Per garantire la sicurezza dei cittadini è necessario rinunciare ad alcuni diritti e privilegi”.
A pronunciare queste parole non fu il generale argentino Videla, o Pinochet o uno dei tanti militari di giunte pre-golpiste o golpiste, di un paese del terzo o quarto mondo. Fu, anzi è, il generale Leonardo Tricarico, consigliere militare di Palazzo Chigi, con la scusa che “siamo in guerra” (SIETE IN GUERRA, T.D.C.!) La coincidenza di luogo e di tempo fa venire i brividi: Italia 2003. Il ministro Pisanu avrà anche sconfessato il solerte generale (che come minimo dovrebbe essere rimosso…), ma resta il fatto che la cultura politica di certe personalità “servitrici” dello Stato, il modo di concepire la “democrazia” delle attuali forze di governo, è alquanto dittatoriale (nell’accezione originaria di “governo straordinario”), con punte di fascismo esplicito. L’emergenzialismo è da sempre lo strumento che i vari regimi totalitari adottano per giustificare i loro crimini, la soppressione delle più elementari libertà civili e i diritti umani e politici. Il germe di questa fetida carogna, oggi in Italia c’è. Stiamoci attenti, perché il passo (nelle forme politiche d’un paese come il nostro) può essere breve.

A proposito di stati nostri, alleati NATO, democratici.
Turchia: vietati i programmi per ragazzi in curdo.Ankara, 5 dic. – (Adnkornos/Aki)
“I colpi della censura turca si abbattono sui cartoni animati e su altri programmi per ragazzi in lingua curda, vietati da nuove direttive emanate oggi dell’Autorità delle Telecomunicazioni. Solo lo scorso anno il parlamento turco aveva varato alcune riforme per consentire una programmazione in curdo e rispettare cosi’ quelle condizioni necessarie a entrare nell’Unione Europea”.
Paese che vai, censura che trovi. La Turchia di sicuro è degna di entrare in Europa: si sta impegnando a fondo in fatto di diritti umani, libertà d’espressione e tutela delle minoranze etniche. Del resto l’ha sempre fatto. Ataturk, il padre della moderna Turchia, ad esempio, completò il genocidio degli armeni.
Ma andiamo vanti così. L’importante è che ad uno stato come quello turco, la patente di democrazia gliela dia Bush o Giuliano Ferrara. E siamo tutti tranquilli. A questo punto per allinearci ai paesi alleati come la Turchia, censurare la Guzzanti non basta: potremmo proibire il sardo.