di Giuseppe Genna

follia.gifBombe a Istambul, decine di morti, palazzi sventrati. Micheal Jackson ricercato per pedofilia, contratta ammenda per starsene a casina, il cui giardino misura milletrecento ettari. Serena Grandi, sfatta dalla civiltà enogastronomica, accusata di fornire cocaina allo staff del senatore Emilio Colombo, storico avversario dc di Giulio Andreotti, il quale, a sentire Mino Pecorelli, accusò Colombo di essere omosessuale nei tempi che furono. Un servizio sulle strafighe che fanno carriera, che bello è fare carriera, una dice “università, università, università”. Prima, non rilasciava dichiarazioni Serena Grandi, bensì il di lei citofono: c’era la giornalista ripresa così, con il microfono appoggiato a un citofono che parlava con la voce di Serena Grandi. In mezzo, George Bush accanto alla Regina Inglese, lui con la medesima faccia che ha Berlusconi quando gli sta accanto.
Ho appena descritto che cosa ho visto, ingurgitando un panino al bar, dentro la scatola catodica accesa e irradiante, oggi, sintonizzata su ‘Studio Aperto’, quella sorta di rotocalco quotidiano curato da Mario Giordano, l’uomo che parla con la voce di mia nonna Tea.

Il tutto per dire qualcosa? No. O meglio: sì, una cosa sola. Questa: fino a ieri c’erano lacrime di parenti devastati dal lutto collettivo di Nassirya. Oggi, no.
Punto.