battisti.jpgbattistics.gifSegnaliamo l’uscita francese del nuovo romanzo scritto da uno dei massimi amici di Carmilla, Cesare Battisti (nella foto a sinistra), oggettivamente tra i migliori autori noir d’Europa. Si intitola Le cargo sentimentale ed è edito da Joëlle Losfeld. Stiamo per preparare un approfondimento su questo thriller e sull’opera di Battisti. Siccome, però, il libro non è ancora fisicamente tra le nostre mani, per il momento ci limitiamo a tradurre qui di seguito la recensione che Mauvais Genres ha pubblicato sul suo sito. Chi non potesse fare a meno di questo romanzo perché ama visceralmente Cesare Battisti, può rivolgersi a Fnac per acquistarlo on line…

Recensione di Hubert Artus
Le cargo sentimental è una sommatoria di destini familiari, messi in vertiginosa centifrugazione. Sulla linea del romanzo che precedentemente Battisti aveva pubblicato da Losfeld, Dernières cartouches (linea che si potrebbe sintetizzare così: desiderio, amore, intensità dei ricordi, rabbia del vinto, forza della volontà rivoluzionaria), il cargo imbarca tre generazioni (il padre, il figlio narratore, una giovane figlia) per tracciare un bilancio sulla vita e sulle lotte di ciascuno: la resistenza al fascismo di Mussolini, gli anni di piombo e la resistenza all’economia liberista.

Il narratore, esule egli stesso dall’Italia in Francia, pendola tra il presente affannoso e il passato in cui ha agito senza specchietto retrovisore. Con la sua tipica strategia linguistica di spostamento sulla linea di confine, Battisti innova il suo tentativo di parlare del passato al di fuori di qualunque nostalgia… ammesso che ci sia una verità da catturare.
In Battisti, la frontiera tra realtà e fiction è sempre sottile; e quella tra reale e interpretazione del reale, anche. Questo romanzo, semplice soltanto in apparenza, esige un’attenzione costante e intensa in ogni momento. La lingua di questo autore esprime rabbia e lascia trapelare sottintesi.
Per Battisti, le origini dell’ingiustizia commessa nei confronti dei rivoluzionari italiani risale alla Guerra: una guerra perduta che non ha permesso di affrontare compiutamente, in Italia, il fascismo. Sollevazione narrativa – come si deduce da una frase come questa, che Battisti ripete più volte: “Non è l’uomo che crea le circostanze, sono le circostanze che creano l’uomo”. Il personaggio scopre, intera, non soltanto la storia del padre, ma anche la propria , tra gli stessi residui luminosi del proprio destino.
Due generazioni di combattenti per il medesimo risultato: nessun passaporto per vivere. Una terza generazione che, i ducomenti, li ha. Il parallelo stabilito tra questi destini (che, per forza di cose, si intrecciano) offre una prospettiva di romanzo a più livelli e una dimostrazione di algebra politica implacabile. Battisti, che dispone di una visionarietà acida, si congeda da noi, a fine libro, con un’immagine (su una duna) di sfrenata poesia.
Se il potere, qualunque cosa esso sia, divide (lotte e generazioni) per meglio imperare, questo romanzo ricostruisce il legame e comprova l’intensissima esigenza intellettuale e letteraria di Cesare Battisti.

Cesare Battisti – Le Cargo Sentimental – Eds. Joëlle Losfeld – fév 03 – 198 p – 18.50 €