daniilcharmsdisastri.jpgpaolonori.jpgRendiamo grazie a Paolo Nori per averci regalato la cura e la traduzione di Disastri, patchwork irresistibile a firma Daniil Charms, scrigno prezioso e sgradevole che fu salvato dalle fiamme durante l’assedio di Leningrado, manuale di sopravvivenza che costeggia l’assurdità e la tragedia, lambisce le zone più oscure dell’intelligenza e del cinismo d’autore, irride all’istituzione e sventra quanto c’è da sventrare dell’umana vicenda, non ambisce all’universalità ma ci arriva con fulmineità assoluta. Charms è un russo che più russo non si può: irriverente, sardonico, disincantato e mandato a morire da Stalin in clinica psichiatrica. Paolo Nori ha apposto una bellissima postfazione a questo aspersorio di umor nero: si intitola Mio babbo è uno studente e studia la ginnastica, misura la bellezza di 37 pagine fitte e fa testo a sé – un testo che ci racconta la triste, surreale vicenda di Charms secondo i canoni dell’assurdo alla Nori.

daniilcharms.jpgPer farvi fare un minimo di esperienza della prosa esilarante e secca di Charms, compio un’operazione che odio, a testimonianza di quanto ritengo sia bello leggersi questo paraBeckett russo: copio una paginetta dal libro. Eccola:

CONFERENZA
Puškov ha detto:
– La donna è la macchina dell’amore.
E ne ha preso subito uno sul muso.
– Perché? – ha chiesto Puškov.
Ma non ricevendo risposta, ha continuato:
– Io la penso così: alla donna bisogna avvicinarsi dal basso. Alle donne piace, fanno solo finta, che non gli piaccia.
E qui, a Puškov, gli han dato ancora sul muso.
– Be’, compagni, che modi sono? Io allora non parlo più, – ha detto Puškov.
Ma, dopo aver aspettato tre minuti, ha continuato.
– La donna è fatta in modo da essere tutta morbida e umida.
E qui, a Puškov, gli han dato ancora sul muso. Puškov ha fatto finta di non accorgersi di niente e ha continuato:
– Se annusiamo una donna…
Ma qui a Puškov l’han picchiato così forte sul muso che lui si è preso la guancia e ha detto:
– Compagni, in queste condizioni non è assolutamente possibile continuare la conferenza. Se questo dovesse ripetersi un’altra volta, non dico più niente.
Ha aspettato tre minuti e ha continuato:
– Dove eravamo rimasti? Ah, sì. Allora. Alla donna piace guardarsi. Si siede davanti allo specchio completamente nuda…
A questa parola, Puškov ne prende un altro sul muso.
– Nuda, – ripete Puškov.
Trac! Gliene allungano uno sul muso.
– Nuda!, – grida Puškov.
Trac! Ne prende un altro sul muso.
– Nuda! Una donna nuda! Una femmina nuda! – si mette a gridare Puškov.
Trac! Trac! Trac!, prende Puškov sul muso.
– Una donna nuda con un mestolo in mano! – si mette a gridare Puškov.
Trac! Trac!, cadono i colpi su Puškov.
– Pelle di donna! – si mette a gridare Puškov scansando i colpi. – Una monaca nuda!
Ma qui a Puškov lo colpiscono con tanta forza, che perde coscienza e cade a terra privo di sensi.

Seguono, poche righe sotto il raccontino, due battute di un dialogo:

SCRITTORE: Io sono uno scrittore.
LETTORE: A me mi sembri piuttosto una merda!

Con l’ovvia conclusione:

Lo scrittore sta in piedi per qualche minuto sconvolto da questa nuova idea poi cade esanime. Lo portano via.

E’ certo che la valenza politica dei “pezzi” di Daniil Charms fu, ai tempi, percepita come un’eversione deflagrante, da stoppare subito, prima che dalle ceneri della letteratura si sprigionassero le fiamme, mercé la brace che ardeva sotto. Tuttavia è destino della letteratura, e della sfiga, non arrestarsi all’immediato presente e continuare a perseguitare ad infinitum: ed è quanto fa la narrazione stravolta, bizzarra, indeducibile di Charms. Quel suo marionettismo surrealista, questa sorta di accumulo di stücke antikleistiani, questo teatrino dell’assurdo che sta tra Ionesco e Chagall non smetterà mai di turbare i sonni tranquilli degli occidentali per parecchio tempo.
Alcune cose di Charms erano uscite all’inizio dei Novanta, in rivista (Slavia), per la traduzione di Emanuele Fornasiero: Autobiografia (del 1935), Il destino della moglie del professore (del ’36), Cinque racconti incompiuti e Dei fenomeni e delle esistenze N. 2 (del ’34). Una presenza editoriale che non rendeva giustizia a questo superPlatonov della misura breve, che viene indebitamente accostato a Checov (qualunque russo tenti la misura breve viene sempre accostato a Checov, esattamente come capita a ogni americano che scriva racconti di ambientazione borghese di essere accostato a Carver, il quale per l’appunto veniva anche lui accostato a Checov). Paolo Nori ed Einaudi hanno posto termine a questa assurda dittatura del silenzio oblivioso: hanno spalancato le persiane dell’assurdo da cui Daniil Charms persiste ad affacciarsi e a salutarci con beffarda insistenza.

Daniil Charms – Disastri – Einaudi Stile Libero – 8.20 euro