Remo Bassini – Carmilla on line https://www.carmillaonline.com letteratura, immaginario e cultura di opposizione Mon, 25 Aug 2025 22:01:33 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.9.26 Nemica strana https://www.carmillaonline.com/2025/02/14/nemica-strana/ Fri, 14 Feb 2025 21:00:32 +0000 https://www.carmillaonline.com/?p=86956 di Giorgio Bona

Remo Bassini, Bastardo Posto, pp. 151, € 15,90, Golem, Torino 2025.

Piccola città bastardo posto sono parole di una celebre canzone di Francesco Guccini (dall’album Radici, ottobre 1972, Columbia) con chiaro riferimento a Modena, piccola città di provincia, “nemica strana”, dove ogni aspettativa è vana e la speranza di realizzarle è praticamente nulla.

Nascere in provincia può rappresentare una disgrazia, una maledizione, il portare addosso una mentalità piccolo borghese che lascerà per sempre un segno indelebile, provocando una disaffezione legata all’ambiente chiuso e al suo orizzonte bigotto?

Guccini scoperchia nelle parole di una canzone i turbamenti e gli [...]]]> di Giorgio Bona

Remo Bassini, Bastardo Posto, pp. 151, € 15,90, Golem, Torino 2025.

Piccola città bastardo posto sono parole di una celebre canzone di Francesco Guccini (dall’album Radici, ottobre 1972, Columbia) con chiaro riferimento a Modena, piccola città di provincia, “nemica strana”, dove ogni aspettativa è vana e la speranza di realizzarle è praticamente nulla.

Nascere in provincia può rappresentare una disgrazia, una maledizione, il portare addosso una mentalità piccolo borghese che lascerà per sempre un segno indelebile, provocando una disaffezione legata all’ambiente chiuso e al suo orizzonte bigotto?

Guccini scoperchia nelle parole di una canzone i turbamenti e gli orizzonti evocati dentro un sogno tra la Via Emilia e il West.

Bastardo Posto. Una piccola città di provincia. Un libro di Remo Bassini. Il titolo del romanzo, qui riproposto in versione riveduta e corretta (rispetto alla prima per Perdisa Pop, 2010) ha qualche assonanza con la canzone, una pietra miliare di quei formidabili anni. È la città di provincia un bastardo posto? Rancoroso? Pieno di risentimento?

Certo c’è un oscuro malessere che attraversa il libro, l’oscuro malessere della provincia italiana in eterno ritorno letterario e in fondo così ben raccontata, un bastardo posto urlato a gran voce, perché Remo Bassini scava nel corpo malato di una terra, quel corpo che ogni tanto affiora in superficie come un cadavere spurgante putridume che non vorremmo mai percepire e che facciamo finta di non vedere. Una realtà tenuta sottocoperta, che si ha quasi paura di narrare.

Un dolore nudo e crudo traspare tra le pagine di questo romanzo, senza scuse, appigli, ricerca di giustificazioni, un dolore che si tocca quasi con mano, che diventa un’ossessione, dove il protagonista cerca lo sfinimento per crollare trovandosi in pace.

Pensieri turbolenti, testa in fiamme. Due pacchetti di Muratti consumati giorno e notte. Fantasmi.

Chi è quel personaggio che si trova sotto i portici di una città di provincia, una città né piccola né grande, davanti a una vetrina dove c’è un manichino? Gesti nervosi, tremanti, sguardo fisso, quasi allucinato. È il protagonista, Paolo Limara, che vaga senza meta convivendo con il suo grande dolore: un lutto da portare per la scomparsa della sua Marina, un lutto che non si spegne, un dolore che non vuol tacere.

Paolo Limara davanti a quel manichino è come se fosse dentro uno specchio. Quel manichino è mutilato, solo, fermo dentro un negozio vuoto che nessuno si è sognato di riempire, a dargli un’identità. La sua identità è in quel manichino, sotto quei portici dove trascorre notti insonni mentre le crepe delle vecchie mura lasciano trapelare qualcosa.

Paolo Limara è stato un giornalista con una carriera in ascesa prima di incontrare Marina. Già vicedirettore de “La Civetta” quotidiano fondato nel dopoguerra da un gruppo di borghesi illuminati, alcuni liberali e altri socialisti, vicini al Partito d’Azione, tra cui il padre di Paolo: il nome del giornale era stato scelto in ricordo di una giovane staffetta partigiana, Maria Paola, violentata e poi impiccata dai fascisti a una trave della sala d’aspetto della stazione.

E con Paolo Limara Remo Bassini dà vita ad altri personaggi che completano il mosaico di questa storia: Tuddìa, figura controversa e misteriosa sul quale circolano strane voci, Viola Rodesi, ex proprietaria del negozio di abbigliamento dove si trova il manichino, un ambiguo funzionario ministeriale e ancor più equivoci commissari di polizia legati da un filo del male che alla fine del romanzo verrà rivelato soltanto in parte.

Bastardo posto. Il rancore trattenuto contro la perfidia dei potenti e contro il male oscuro. Le infiltrazioni mafiose,  l’omertà quando si parla di clero e di pedofilia, la stampa che è lacchè del potere, la corruzione imperante, sono senza pudore visibili agli occhi di tutti.

L’impressione è dunque che Remo Bassini dedichi un romanzo di denuncia a tutte quelle persone di un qualunque bastardo posto che, pur non essendo coinvolte nelle sue brutture, ne restano allo stesso tempo consapevoli e indifferenti. Dunque in qualche modo complici, a rendere ognuno di loro un perdente.

Paolo Limara è un uomo in perenne conflitto dopo il lutto che non riesce a metabolizzare, con poco spirito di reazione e privo del coraggio di affrontare la situazione piombatagli addosso, anche se cade e si rialza senza mai affondare. Questa in fondo è la sua salvezza, tale che non fa di lui un eroe.

Ecco, Franco Limara è una persona normale, ben inquadrato nel contesto di questa città di provincia, un Bastardo posto.

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La suora, di Remo Bassini https://www.carmillaonline.com/2022/01/03/la-suora-di-remo-bassini/ Mon, 03 Jan 2022 21:39:59 +0000 https://www.carmillaonline.com/?p=69873 Golem edizioni, Torino 2021, pagg. 304, € 13.90

di Paola Rambaldi

“Nelle prime ore di ieri mattina, la professoressa Tiziana Della Lama è stata investita e uccisa nel piazzale davanti alla sua abitazione, sulla strada delle Grange, da una donna anziana, Camilla Roncarolo, di anni 81, residente a Cuneo. I fatti. Come tutte le mattine, la professoressa Della Lama era uscita a piedi per la consueta camminata veloce tra viottoli e argini della tenuta. Un’abitudine, una sorta di rito a cui era legata dagli anni della giovinezza. In tutte le stagioni donna Tiziana [...]]]> Golem edizioni, Torino 2021, pagg. 304, € 13.90

di Paola Rambaldi

“Nelle prime ore di ieri mattina, la professoressa Tiziana Della Lama è stata investita e uccisa nel piazzale davanti alla sua abitazione, sulla strada delle Grange, da una donna anziana, Camilla Roncarolo, di anni 81, residente a Cuneo. I fatti. Come tutte le mattine, la professoressa Della Lama era uscita a piedi per la consueta camminata veloce tra viottoli e argini della tenuta. Un’abitudine, una sorta di rito a cui era legata dagli anni della giovinezza. In tutte le stagioni donna Tiziana amava correre libera. Quella di ieri è stata la sua ultima passeggiata. L’auto della Roncarolo, una Volvo nera, l’ha investita con violenza, trascinando e schiacciando il corpo contro il muricciolo della cascina. Si è trattato di un raptus o di un omicidio volontario?” (Pag. 55)

La suora, l’ultimo libro di Remo Bassini, ritrae in copertina un acquerello della Mater Ecclesiae, la famosa abbazia benedettina di clausura femminile dell’isola di San Giulio d’Orta in provincia di Novara. La storia si dipana in dieci anni, dall’incontro dei protagonisti, Romolo e Nora, ai giorni nostri. E precisamente dalla notte d’inverno in cui lui si innamora di lei.

Quella notte sono entrambi alloggiati al Leon d’oro sul Lago d’Orta. Nessuno dei due riesce a dormire. Romolo segue Nora con gli occhi prima di salire in camera. Non è bella, ma appena ci parla è attratto dalla sua dolcezza e gentilezza. Lui sta male, oppresso da pensieri neri, e lei è rassicurante e accogliente. Sono due persone che hanno appena dato un taglio netto al passato. Romolo ha abbandonato l’insegnamento in Puglia per vivere alle pendici del Monte Rosa, in Valsesia, e Nora sta per diventare monaca di clausura col nome di suor Beatrice.

Quella notte camminano a lungo per le strade del paese, e si confidano. Lui è fuggito da un funerale a Milano e si rifiuta di pensare al suicidio della sua alunna Annetta, che si è impiccata dopo avergli inviato un sms a cui non ha risposto. È il secondo suicidio che vive sulla sua pelle, dopo quello del padre, e il solo ripensarci fa talmente male che preferisce ascoltare Nora, che in apparenza ha condotto una vita più semplice, e parla solo dei suoi genitori e dei suoi cani.

Quando sono costretti a rientrare in albergo, per via del freddo pungente, Romolo vorrebbe seguirla in camera. E l’attrazione che prova per lei in quel momento è talmente violenta che è lì lì per chiederglielo, ma si trattiene.

Il mattino dopo, quando si alza, lei è già ripartita ma ha lasciato alla reception il suo numero di telefono. Se solo le avesse confidato che voleva dormire con lei le cose sarebbero andate diversamente?

È lei a chiamarlo, quando sta per prendere i voti, e da quel momento cominciano a scambiarsi una fitta corrispondenza. La passione per lei cresce. La sogna anche di notte. Prova a ripetere a se stesso che è solo un’infatuazione ridicola, ma non serve. Il tempo passa, finché lei lo cerca per un fatto grave. Sua madre ha ucciso una donna a Vercelli e rifiuta di spiegarne i motivi. Ha aspettato che la vittima uscisse di casa per travolgerla con l’auto. Cosa l’ha spinta a uccidere?

Nora vuole che sia Romolo a scoprirlo. È l’unico di cui si fida. Sa che svolge una piccola attività investigativa per l’associazione Libera come il vento che si occupa di donne maltrattate. E Romolo accetta l’incarico, perché la vita è fatta d’incontri, alcuni ci segnano, altri diventano ricordi e Nora è ormai una spina conficcata nella sua pelle.

Per indagare occorrerà scavare nel passato dell’assassina, partendo dal nulla. Vittima e carnefice si conoscevano? Di sicuro avevano abitato vicine per qualche tempo. I giornali sembra che vogliano sviare dai motivi del gesto per puntare i riflettori solo sulla stimata vittima benefattrice, e sulla città vestita a lutto. Parlano di raptus. La morta aveva fondato una comunità che ospitava ex tossicodipendenti, ex galeotti e soggetti con problemi psichiatrici. E il processo, concluso con 30 anni di reclusione, è uno dei più rapidi mai visti. Hanno abbreviato i tempi per evitare uno scandalo? Cosa c’è sotto? Tre cose insospettiscono Romolo: giornali con cronache incomplete, un processo troppo veloce, e l’avvocato che ha seguito il caso, che alle prime domande si allarma e si fa di nebbia.

Per andare a fondo si stabilirà per qualche giorno a Vercelli, dove non conosce nessuno e dove a complicare il tutto arriveranno anche il Corona Virus e il lockdown.

L’indagine porterà alla luce l’importante storia d’amore che ha segnato la vita della madre di Nora nel lontano 1945. E Nora, che è sempre stata sicura che l’adorato padre sia stato l’unico amore della madre, se la sentirà di conoscere la verità fino in fondo?

Un giallo perfetto, che ci consegna le suggestioni del magnifico Lago d’Orta sullo sfondo grigio della clausura e del lockdown. Un’indagine psicologica che si svela man mano che il racconto avanza. Un amore idealizzato e impossibile, una donna senza corpo, forse una voce sola, tra chiusure e desertificazione degli spazi e della vita.

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