MinPAAF – Carmilla on line https://www.carmillaonline.com letteratura, immaginario e cultura di opposizione Mon, 06 May 2024 20:00:58 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.9.25 Guerra agli ulivi/4 https://www.carmillaonline.com/2018/05/26/guerra-agli-ulivi-4/ Sat, 26 May 2018 04:40:30 +0000 https://www.carmillaonline.com/?p=45912 di Alexik

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I governi passano ma il decreto Martina (almeno per ora) resta, con il suo carico di veleni con cui irrorare il Salento intero. Non si tratta in realtà di una misura inedita: già nel 2014, con un altro decreto a firma dello stesso identico ministro, si imponevano “trattamenti insetticidi per il controllo delle popolazioni di insetti vettori“, portatori potenziali del  batterio Xylella Fastidiosa. Anche allora l’obiettivo dello sterminio era il Philaenus spumarius, o ‘Sputacchina’, una minuscola cicala [...]]]> di Alexik

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I governi passano ma il decreto Martina (almeno per ora) resta, con il suo carico di veleni con cui irrorare il Salento intero.
Non si tratta in realtà di una misura inedita: già nel 2014, con un altro decreto a firma dello stesso identico ministro, si imponevano “trattamenti insetticidi per il controllo delle popolazioni di insetti vettori“, portatori potenziali del  batterio Xylella Fastidiosa.
Anche allora l’obiettivo dello sterminio era il Philaenus spumarius, o ‘Sputacchina’, una minuscola cicala ritenuta responsabile del contagio degli ulivi.
Ma nelle sue articolazioni pratiche, l’attuazione del decreto del 2014 incontrava almeno alcuni limiti: i trattamenti non si potevano utilizzare all’interno di riserve naturali, macchieti, garighe, prati permanenti, seminativi, vigneti, agrumeti, ecc.
Il loro uso era riservato agli uliveti e frutteti del genere Prunus, con l’esclusione del periodo di fioritura delle piante entomogame1 per contenere il danno sugli insetti impollinatori.2

Si trattava di ‘limiti’ per modo di dire, visto che tutto il Salento è un uliveto, ma comunque ora, col nuovo decreto emanato da Maurizio Martina il 13 febbraio 2018, di limiti non ce ne è più neanche l’ombra.
Stando alla lettera del dispositivo, non si prevede alcuna esclusione dai trattamenti chimici per i parchi pubblici, i cortili delle scuole o i giardini delle case dove sia stata messa a dimora qualcuna delle numerose piante potenzialmente ospiti del batterio Xylella.
Non solo non c’è più nessun freno per l’utilizzo sulle fioriture, ma le irrorazioni di insetticidi sono state previste a partire proprio da maggio, che è esattamente il mese di fioritura degli ulivi (fioritura che attira le api, nonostante l’impollinazione di queste piante sia anemofila).
Il che denota o l’infinita idiozia degli estensori del provvedimento o, in alternativa, la lucida volontà di uccidere gli impollinatori.

Bari 25 maggio 2018. Manifestazione contro gli espianti e contro i pesticidi.

Cambia inoltre anche l’aspetto sanzionatorio per chi si rifiuta di usare i pesticidi o di ubbidire all’ordine di eradicazione dei propri ulivi.
Infatti il combinato disposto fra il decreto Martina e una legge regionale dell’era Emiliano prevede in aggiunta alle già pesanti sanzioni amministrative “l’esclusione dalle gare d’appalto e dai bandi per l’erogazione di fondi comunitari, nazionali e regionali promossi da parte della Regione Puglia“.
Un ricatto ignobile, visto che sono proprio i contributi UE a tenere in piedi l’agricoltura pugliese (e italiana in generale).
In pratica, il monito rivolto da Stato e Regione ad aziende, cooperative agricole e coltivatori diretti è il seguente: “distruggi ed inquina il tuo territorio se vuoi continuare ad operare, altrimenti ti mettiamo nelle condizioni di chiudere la baracca“.

Ma sarebbe ingeneroso sostenere che il decreto Martina non lasci proprio nessuna possibilità di scelta.
Trattandosi di un provvedimento ‘democratico’, come il partito che lo ha concepito, obbliga i contadini del Salento ad avvelenare i propri campi, ma ne rispetta il libero arbitrio nella scelta del veleno.
In alternativa all’Imidacloprid, su cui ci siamo concentrati nel corso della puntata precedente, il decreto offre infatti un ricco carnet di pesticidi: Acetamiprid (un altro neonicotinoide), DeltametrinaDimetoato, Etofenprox, Lambda Cialotrina, Piretrine naturali.
Tranne le piretrine, tutti i prodotti citati, se utilizzati da aziende bio, provocherebbero la perdita della certificazione biologica.
L’unico prodotto a bassa nocività per il bio, l’olio essenziale di arancio dolce, è in attesa di essere sdoganato dal Ministero, e comunque difficilmente potrebbe avere una diffusione di massa, visto che una tanica di prodotto da 5 l. costa 144 euro, contro i 20 del Dimetoato.
Quanto alle nocività degli insetticidi menzionati, l’assessore all’agricoltura della regione Puglia, Leonardo Di Gioia – ex revisore contabile con un passato in AN e PdL- sostiene che “I trattamenti previsti per contrastare la Xylella sono sicuri per l’ambiente e per il bio” .
Vediamo cosa ne pensano i ricercatori di tutto il mondo.

Una panoramica sulle nocività

Bari 25 maggio 2018. Manifestazione contro gli espianti e contro i pesticidi.

Tutti i principi attivi elencati, tranne l’Olio essenziale di arancio dolce, presentano una tossicità media o alta per le api3, ma non sono soltanto gli impollinatori a cadere vittime degli ‘effetti collaterali’.
Consideriamo per esempio le conseguenze sul Trichogramma, una vespetta innocua per l’uomo che si nutre di uova di lepidotteri parassiti, tipo le Piralidi del mais.
Il Trichogramma è l’insetto più utilizzato per la lotta biologica nel mondo intero e, a detta di ricercatori pakistani, indiani e statunitensi, muore se esposto all’Acetamiprid o alla Deltametrina.4
Ricercatori brasiliani hanno dimostrato la nocività per la vespetta anche del Dimetoato, dell’Etofenprox e della Lambda Cialotrina.5
Ci dicono dall’Università di La Plata, che l’Acetamiprid si è dimostrato tossico anche per la Eriopis connex, un predatore usato per combattere afidi e mosche bianche in Argentina.6
È interessante verificare come la cd guerra chimica agli insetti nocivi in realtà vada a indebolire la difesa biologica, sterminando i loro antagonisti naturali. L’agrochimica uccide i suoi concorrenti, a maggior ragione se non si tratta di vite brevettabili.

I neonicotinoidi  uccidono e debilitano anche gli invertebrati dei suoli. L’imidacloprid è nocivo per i lombrichi, importantissimi per la fertilità della terra.7
Un gruppo di scienziati portoghesi, al termine di uno studio sugli invertebrati, ha concluso che “con i dati attuali nell’ambito di schemi standard di valutazione del rischio ambientale, si può ritenere che il rischio dell’acetamiprid nel compartimento del suolo sia inaccettabile“.8

Non va meglio per la fauna acquatica e anfibia. L’Acetamiprid, come tutti i neonicotinoidi, è estremamente solubile in acqua, può facilmente essere trasportato dalla pioggia fino alle acque superficiali ed esplicare così la sua azione nociva su organismi non bersaglio.
Una ricerca turca ha accertato come l’Acetamiprid induca cambiamenti neuropatici nel nervo sciatico delle rane, lesionandone la motilità9, mentre  una ricerca cinese ha osservato come nei Brachydanio rerio (pesci d’acqua dolce) la sostanza  alteri il metabolismo degli amminoacidi e l’equilibrio dei neurotrasmettitori.10

Innumerevoli poi sono i test sui pesticidi condotti attraverso la tortura dei roditori da esperimento.
Dopo  l’esposizione dei ratti a Dimetoato sono state osservate conseguenze quali la diminuzione della produzione di ormoni tiroidei11, l’alterazione dei mitocondri del fegato12 e danni al pancreas13. Effetti che si sommano alla ben nota attività neurotossica della sostanza.
L’esposizione dei topi ad Acetamiprid ha mostrato aberrazioni cromosomiche nelle cellule del midollo osseo14, effetti sulla capacità di fecondare e danni allo sviluppo embrionale15.
Nei ratti l’esposizione al neonicotinoide ha evidenziato lo sconvolgimento della biosintesi del testosterone, con conseguenti effetti sulla riproduzione16, alterazioni del genoma del cervello in via di sviluppo17, epatotossicità18, perdita dell’integrità delle membrane mitocondriali19.

Bari 25 maggio 2018. Manifestazione contro gli espianti e contro i pesticidi.

Per quanto riguarda la Deltametrina, fra i topi esposti si è riscontrata la formazione di  aberrazioni cromosomiche nell’osso di midollo, una morfologia anormale degli spermatozoi ed un aumento statisticamente significativo dell’incidenza di adenomi tiroidei20.
Negli esperimenti sulle Piretrine sono emersi effetti sul fegato nei cani.  I ratti hanno subito effetti sulla tiroide, danni ai tessuti delle vie nasali e respiratorie, diminuzione di peso, difficoltà respiratorie e tremori.21.

Passiamo alle sperimentazioni su cellule in vitro.
Della potenziale  neurotossicità sui mammiferi di Acetamiprid e Imidacloprid si è occupata anche l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA).
Uno studio su cellule di ratto22 suggeriva che l’azione di questi composti avrebbe potuto influenzare lo sviluppo dei sistemi nervosi dei mammiferi come avviene con la nicotina. Il gruppo di esperti scientifici interpellato dall’EFSA ha concluso nel 2013 che entrambi i composti potrebbero effettivamente influenzare lo sviluppo e la funzione neuronale, sebbene siano stati identificati diversi limiti metodologici nello studio. Il gruppo ha ritenuto che gli attuali ‘livelli tossicologicamente accettabili’ potrebbero non essere sufficientemente protettivi.23
Altri studi in vitro di ricercatori turchi e canadesi suggeriscono come gli insetticidi neonicotinoidi possano indurre citotossicità e danni al DNA24, o effetti  sulla produzione di estrogeni e sull’attività enzimatiche durante la gravidanza, agendo in quest’ultimo caso come interferenti endocrini.25

Ribellarsi è giusto

Tutti questi risultati ci danno il senso generale di come l’irrorazione massiva di insetticidi nelle campagne salentine possa impattare sulle vite degli animali che le abitano, di quelli selvatici, di quelli di allevamento e domestici.
Fino agli umani, che in quelle campagne ci lavorano, ci vengono per turismo, ci passeggiano e ci abitano.
Un particolare che chi si è occupato della stesura del decreto sembra aver rimosso completamente.

C’è da intendersi: già adesso non si tratta di campagne salubri.
La ‘rivoluzione verde’ è passata anche qui, almeno quarant’anni fa, quando i consorzi agrari cominciarono a spingere per piazzare pesticidi ai contadini.
E i contadini li comprarono, perché ‘le medicine’ per le piante erano consigliate dal dottore agronomo, nei confronti del quale si nutriva la stessa deferenza dovuta alla cerchia dei notabili.
E poi perchè la terra è bassa, e diserbare l’uliveto col glifosato era molto meno faticoso che farlo a mano, e meno costoso che pagare le macchine.
Una situazione ancora attuale, visto che in Provincia di Lecce il consumo di glifosato è almeno quattro volte quello delle altre province della Regione.
I veleni del decreto Martina si vanno dunque a inserire in una situazione già in parte compromessa, generando un pericoloso effetto cumulo.

Il quadro è questo, e sembrerebbe del tutto desolante se non fosse che l’arroganza e la follia dimostrata dallo Stato stanno generando una reazione estesa e inaspettata.
Perché si stanno ribellando al Decreto Martina i medici dell’ISDE, della Lilt e il loro Ordine provinciale.
Si stanno ribellando più di 100 fra associazioni del territorio e aziende agricole.
Si stanno ribellando sindaci, che vietano con le ordinanze l’uso dei pesticidi.
Si stanno ribellando i contadini che si rifiutano di avvelenare gli uliveti.
Le assemblee nei territori si moltiplicano, fioccano le adesioni ai ricorsi, e la gente comincia a scendere in strada.
Un movimento che non solo erge un muro di rifiuto contro la prospettiva di trasformazione del proprio territorio in un deserto insalubre, ma che mette in discussione anche il modello precedente, di una agricoltura chimica figlia della ‘rivoluzione verde’, sempre più impattante e sempre più insostenibile. (Continua)


  1. Piante il cui processo di impollinazione è portato avanti dagli insetti. 

  2. La disposizione è tratta dal Piano degli interventi approntato nel marzo 2015 dall’allora Commissario alla ‘emergenza Xylella’ Giuseppe Silletti. 

  3. Porrini C., Sgolastra F., Intossicazioni ed avvelenamenti da pesticidi, in Contessi A., Le api. Biologia, allevamento, prodotti, Edagricole , New Business Media, 2016, pp. 212 – 224. 

  4. Khan MA, Ruberson JR., Lethal effects of selected novel pesticides on immature stages of Trichogramma pretiosum (Hymenoptera: Trichogrammatidae), in Pest Manag Sci. 2017 Dec; 73(12):2465-2472. Thubru DP, Firake DM, Behere GT, Assessing risks of pesticides targeting lepidopteran pests in cruciferous ecosystems to eggs parasitoid, Trichogramma brassicae (Bezdenko),  Saudi J Biol Sci. 2018 May;25(4):680-688. 

  5. Fabrizio Pinheiro Giolo, Anderson Dionei Grützmacher, Cristiane Gindri Manzoni, Wagner da Roza Härter, Rodolfo Vargas Castilhos Cristiane Müller, Toxicity of pesticides used in peach production on the egg parasitoids Trichogramma atopovirilia Oatman & Platner, 1983 (Hymenoptera: Trichogrammatidae), in ‘Cienc. Rural’ vol.37 no.2 Santa Maria Mar./Apr. 2007.  Paiva ACR, Beloti VH, Yamamoto PT., Sublethal effects of insecticides used in soybean on the parasitoid Trichogramma pretiosum, in ‘Ecotoxicology’ 2018 May;27(4): 448-456. 

  6. Fogel MN, Schneider MI, Desneux N, González B, Ronco AE., Impact of the neonicotinoid acetamiprid on immature stages of the predator Eriopis connexa (Coleoptera: Coccinellidae), in ‘Ecotoxicology’. 2013 Aug; 22(6):1063-71. 

  7. Francisco Sánchez-Bayo, Henk A. Tennekes and Koichi Goka, Impact of Systemic Insecticides on Organisms and Ecosystems, Intech, 2013. 

  8. Renaud M, Akeju T, Natal-da-Luz T, Leston S, Rosa J, Ramos F, Sousa JP, Azevedo-Pereira HMVS, Effects of the neonicotinoids acetamiprid and thiacloprid in their commercial formulations on soil fauna, in ‘Chemosphere’ 2018 Mar;194:85-93. 

  9. Çamlıca Y, Bediz SC, Çömelekoğlu Ü, Yilmaz ŞN. Toxic effect of acetamiprid on Rana ridibunda sciatic nerve (electrophysiological and histopathological potential), in Drug Chem Toxicol. 2018 Mar 14:1-6. 

  10. Zhang H, Zhao L., Influence of sublethal doses of acetamiprid and halosulfuron-methyl on metabolites of zebra fish (Brachydanio rerio), in ‘Aquat Toxicol.’ 2017 Oct;191:85-94. 

  11. Mahjoubi-Samet A, Hamadi F, Soussia L, Fadhel G, Zeghal N., Dimethoate effects on thyroid function in suckling rats, in ‘Ann Endocrinol’ (Paris)’ 2005 Apr;66(2 Pt 1):96-104. 

  12. Spetale MR, Morisoli LS, Rodríguez Garay EA, The effect of organophosphorus compounds on respiration by rat liver mitochondria, in ‘Farmaco Sci.’ 1977 Feb;32(2):116-22. 

  13. Mesallam DIA, Abdel Hamid OI, Ibrahem NE, Ethanolic extract of fenugreek seeds moderates dimethoate-induced pancreatic damage in male rats, in Environ Sci Pollut Res Int. 2018 Feb;25(4):3894-3904. 

  14. Bagri P, Jain SK., Assessment of acetamiprid-induced genotoxic effects in bone marrow cells of Swiss albino male mice, in Drug Chem Toxicol.’  2018 Feb 6:1-7. 

  15. Babeľová J, Šefčíková Z, Čikoš Š, Špirková A, Kovaříková V, Koppel J, Makarevich AV, Chrenek P, Fabian D, Exposure to neonicotinoid insecticides induces embryotoxicity in mice and rabbits, in ‘Toxicology’ 2017 Dec 1;392:71-80. Gu YH, Li Y, Huang XF, Zheng JF, Yang J, Diao H, Yuan Y, Xu Y, Liu M, Shi HJ, Xu WP, Reproductive effects of two neonicotinoid insecticides on mouse sperm function and early embryonic development in vitro, in PLoS One. 2013 Jul 29;8(7):e70112. 

  16. Kong D, Zhang J, Hou X, Zhang S, Tan J, Chen Y, Yang W, Zeng J, Han Y, Liu X, Xu D, Cai R, Acetamiprid inhibits testosterone synthesis by affecting the mitochondrial function and cytoplasmic adenosine triphosphate production in rat Leydig cells, in Biol Reprod. 2017 Jan 1;96(1):254-265. 

  17. Kimura-Kuroda J, Nishito Y, Yanagisawa H, Kuroda Y, Komuta Y, Kawano H, Hayashi M, Neonicotinoid Insecticides Alter the Gene Expression Profile of Neuron-Enriched Cultures from Neonatal Rat Cerebellum, in Int J Environ Res Public Health. 2016 Oct 4;13(10). 

  18. Chakroun S, Ezzi L, Grissa I, Kerkeni E, Neffati F, Bhouri R, Sallem A, Najjar MF, Hassine M, Mehdi M, Haouas Z, Ben Cheikh H, Hematological, biochemical, and toxicopathic effects of subchronic acetamiprid toxicity in Wistar rats, Environ Sci Pollut Res Int. 2016 Dec;23(24):25191-25199. 

  19. Gasmi S, Kebieche M, Rouabhi R, Touahria C, Lahouel A, Lakroun Z, Henine S, Soulimani R, Alteration of membrane integrity and respiratory function of brain mitochondria in the rats chronically exposed to a low dose of acetamiprid, in Environ Sci Pollut Res Int. 2017 Oct;24(28):22258-22264. 

  20. IARC, Occupational Exposures in Insecticide Application, and Some Pesticides, Monografia IARC Vol. 53, 1991. 

  21. National Pesticide Information Center, Pyrethrins. General Fact Sheet

  22. Junko Kimura-Kuroda , Yukari Komuta, Yoichiro Kuroda, Masaharu Hayashi, Hitoshi Kawano, Nicotine-Like Effects of the Neonicotinoid Insecticides Acetamiprid and Imidacloprid on Cerebellar Neurons from Neonatal Rats, Plos One, 29 febbraio 2012. 

  23. EFSA, Scientific Opinion on the developmental neurotoxicity potential of acetamiprid and imidacloprid, EFSA Journal 2013;11(12):3471. 

  24. Şenyildiz M, Kilinc A, Ozden S , Investigation of the genotoxic and cytotoxic effects of widely used neonicotinoid insecticides in HepG2 and SH-SY5Y cells, Toxicol Ind Health. 2018 Jun;34(6):375-383. Çavaş T, Çinkılıç N, Vatan Ö, Yılmaz D, Effects of fullerenol nanoparticles on acetamiprid induced cytoxicity and genotoxicity in cultured human lung fibroblasts, Pestic Biochem Physiol. 2014 Sep;114:1-7.  

  25. Caron-Beaudoin E, Viau R, Hudon-Thibeault AA, Vaillancourt C, Sanderson JT, The use of a unique co-culture model of fetoplacental steroidogenesis as a screening tool for endocrine disruptors: The effects of neonicotinoids on aromatase activity and hormone production, Toxicol Appl Pharmacol. 2017 Oct 1;332:15-24.  

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Guerra agli ulivi/3 https://www.carmillaonline.com/2018/05/13/guerra-agli-ulivi-3/ Sun, 13 May 2018 09:00:39 +0000 https://www.carmillaonline.com/?p=45545 di Alexik

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Non so se Maurizio Martina, segretario di un partito morente, nonché ministro (forse ancora per poco) di un governo morente, sia talmente permeato dall’oscurità della morte da infonderla in ogni suo atto.

Il suo ultimo lascito, il decreto del MinPAAF del 13 febbraio, dispone infatti un ecocidio su larga scala da attuarsi sull’intero territorio rurale della provincia di Lecce e su vaste aree delle provincie di Brindisi e Taranto. Un avvelenamento che coinvolgerà ogni forma di vita, lasciando dietro di se una [...]]]> di Alexik

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Non so se Maurizio Martina, segretario di un partito morente, nonché ministro (forse ancora per poco) di un governo morente, sia talmente permeato dall’oscurità della morte da infonderla in ogni suo atto.

Il suo ultimo lascito, il decreto del MinPAAF del 13 febbraio, dispone infatti un ecocidio su larga scala da attuarsi sull’intero territorio rurale della provincia di Lecce e su vaste aree delle provincie di Brindisi e Taranto.
Un avvelenamento che coinvolgerà ogni forma di vita, lasciando dietro di se una pesante eredità per le generazioni future.

Allo scopo di sterminare il Philaenus spumarius (l’insetto accusato di espandere la batteriosi da Xylella fra gli ulivi) il decreto del MinPAAF  impone l’uso obbligatorio e massivo di pesticidi nelle campagne salentine. 
Impone di spargere per quattro volte, da qui a fine anno, sostanze neonicotinoidi e neurotossiche non solo sugli uliveti, ma su qualsiasi pianta coltivata potenzialmente ospite del batterio Xylella, che sia  elencata nella banca dati della Commissione Europea. Una banca dati che conta attualmente 359 specie vegetali, molte delle quali comunissime e diffuse, come il rosmarino, la salvia, la lavanda, l’alloro, l’oleandro, il mandorlo, il susino ….
Il che vuol dire avvelenare ovunque.
Il decreto raccomanda di “estendere i trattamenti alle zone incolte o alle erbe spontanee”. Non si limita quindi alle terre coltivate ma comprende anche i campi usati normalmente come pascolo, in maniera da assicurare, per ogni possibile via, l’accesso delle sostanze insetticide alla nostra catena alimentare.

Quanto ai principi attivi da irrorare, selezionati dal Centro di ricerca ‘Basile Caramia’ di Locorotondo, essi possono vantare una lunga storia di tossicità a danno degli esseri viventi.
Come per esempio l’Imidacloprid, un neonicotinoide ormai universalmente riconosciuto fra i principali responsabili delle morie degli insetti impollinatori.

Vale la pena ricordare che senza insetti impollinatori non solo non c’è più agricoltura, almeno come l’abbiamo conosciuta fino ad ora.
Senza insetti impollinatori non c’è più riproduzione per migliaia di specie botaniche.

Ogni attacco agli impollinatori è un attentato a largo raggio contro la biodiversità vegetale, e di conseguenza contro la biodiversità animale che della prima si nutre e si serve per sopravvivere.
In questo quadro anche aspetti gravissimi, come la nostra sicurezza alimentare e gli effetti sulla nostra salute, passano quasi in secondo piano, perché il danno che si prefigura è un danno sistemico, è la rottura di un delicato equilibrio che permette la vita e le interrelazioni fra gli esseri viventi.
Ed è un danno già noto.

Già da una ventina d’anni ha cominciato a diffondersi  nel mondo il fenomeno del ‘Colony Collapse Disorder’, cioè l’abbandono delle arnie da parte delle api operaie.
Per primi se ne accorsero gli apicoltori francesi nella seconda metà degli anni ’90, quando denunciarono una significativa perdita di api attribuibile all’uso dell’Imidacloprid.
Nel 1999, il ministro francese dell’agricoltura sospese l’uso dell’insetticida sui semi di girasole e nel 2004 sulle sementi di mais, dopo che un comitato scientifico di nomina governativa ne aveva confermato la nocività1.
Nel 2009 il ‘Colony Collapse Disorder’ provocò negli USA una diminuzione del 29 % della popolazione degli alveari, salita al 34 % nel 2010. Già allora l’Imidacloprid venne considerato come concausa, accusato di indebolire il sistema immunitario delle api e di renderle più esposte alle infezioni da Nosema2.
Due anni dopo, a fronte dell’estendersi del ‘Colony Collapse Disorder’ in Inghilterra, l’equipe di Dave Goulson dell’Università di Stirling (UK) pose al centro dell’indagine gli effetti neurotossici dell’Imidacloprid, correlandoli alla perdita dell’85% nel numero di api regine, ed all’incapacità delle operaie di ritrovare le arnie di ritorno dai viaggi di raccolta del cibo3.

L’azione neurotossica dell’Imidacloprid spiega molto sull’abbandono degli alveari.
Le api smarriscono la strada perché l’insetticida le priva della memoria, lede la loro capacità visiva, e l’acquisizione sfalsata delle immagini facilita la perdita dell’orientamento.
Lede inoltre il loro senso dell’olfatto, fondamentale per il riconoscimento del saccarosio e l’approvvigionamento del cibo4.
Dall’olfatto dipende anche  la comunicazione fra gli insetti che avviene per via chimica, attraverso i feromoni.  E quando le api non comunicano, le funzioni  comunitarie cominciano a degradarsi: le api regine morenti non vengono sostituite, il cibo non arriva più all’alveare che a poco a poco collassa5.
L’Imidacloprid colpisce le api in ciò che hanno di più caro: il ritorno alla loro comunità di appartenenza, le loro capacità relazionali, le loro funzioni sociali.

Oltre all’Apis mellifera, l’Imidacloprid non risparmia altri impollinatori come bombi e farfalle.
Come per le api, gli sciami dei bombi esposti  hanno dimostrato una crescita molto inferiore al normale, una drastica riduzione delle nascite di regine, una ridotta capacità di procurare il cibo6.
Per quanto riguarda i lepidotteri, gli effetti letali sono stati verificati sugli adulti di Coleomegilla maculata, Harmonia axyridis, e Hippodamia convergens, e sulle larve di Monarca, Danaus plexippus, Vanessa cardui7.

Ormai sono innumerevoli le ricerche sulla nocività dell’ Imidacloprid.
L’European Food Safety Autority ne ha analizzate 700 sull’esposizione delle api mellifere, api solitarie e bombi ai residui contenuti nel polline, nel nettare, nell’acqua e nella polvere che si disperde durante la semina di semi trattati, confermando in un rapporto del febbraio di quest’anno i rischi per tutti gli insetti considerati8.
Sulla base del Rapporto EFSA, la Commissione Europea, che già aveva deciso una moratoria nel 2013, ha disposto il divieto di utilizzare in campo aperto tre nicotinoidi, fra cui l’Imidacloprid, dalla fine del 20189.

Risulta bizzarro che il Ministero delle Politiche Agricole e la Regione Puglia dispongano l’uso massivo del pesticida proprio mentre l’Europa lo mette al bando.
Che sia per finire le scorte prima che sopraggiunga il divieto ?
O forse le nostre autorità guardano già ‘oltre’, verso l’avvento di un salto tecnologico che permetta, in un futuro non troppo lontano, di poter fare a meno di insetti così inadeguati a relazionarsi con le meraviglie della chimica?

In molti si sono già attrezzati per ‘il salto’:
Droni impollinatori vengono già commercializzati dalla Aermatica 3D, e l’anno scorso i Giapponesi dell’Aist di Tsukuba ne hanno brevettato uno piccolo come un colibrì.
Wallmart ha presentato un brevetto per api robotizzate autonome,  un drone più avanzato dotato sensori e telecamere per rilevare la localizzazione delle coltivazioni.
Ma il progetto più inquietante, tenuto a battesimo dalla US Defense Advanced Research Projects Agency e attualmente in via di sviluppo da parte di un team della Harvard University, è sicuramente il RoboBee, un robot volante di 3 cm con sensori di visione, utilizzabile per l’impollinazione artificiale ma anche per fini di sorveglianza.
Lo scenario profetizzato da Hated in the Nation non è poi così irrealistico.
Come non è poi tanto irrealistico prevedere che droni e robot impollinatori siano destinati alle coltivazioni dell’agroindustria, e non alle migliaia di piante spontanee la cui sopravvivenza non genera profitto.
Mi chiedo poi se debba considerarsi irrealistica la sostituzione con droni e robot anche degli uccelli, delle lucertole10, degli anfibi11, e di tutti gli animali che subiscono la contaminazione da Imidacloprid.

Fra questi gli uccelli sono colpiti in maniera particolare, visto che l’insetticida entra nella loro catena alimentare sia tramite i semi trattati che attraverso insetti contaminati.
Gli effetti dell’esposizione sono stati testati su uccelli migratori granivori, che hanno mostrato un calo significativo delle riserve di grasso e della massa corporea, e la perdita della capacità di orientamento nella migrazione12.

Uno studio olandese ha approfondito le cause del declino della popolazione aviaria insettivora nelle aree dei Paesi Bassi dove è presente una maggiore contaminazione da Imidacloprid nelle acque. L’indagine ha registrato percentuali di diminuzione degli uccelli fino al 3,5% in media ogni anno, non solo a causa dell’alimentazione con insetti contaminati, ma per la penuria di cibo causata dalla forte riduzione del numero degli insetti stessi, uccisi dal pesticida13.

E’ un fenomeno simile a quello osservato oggi in Francia, dove decine di specie aviarie insettivore hanno visto le loro popolazioni ridursi vertiginosamente negli ultimi 15 anni – in alcuni casi di due terzi – a causa della scomparsa degli insetti nelle aree caratterizzate da estese monocolture di grano e mais, pesantemente trattate con pesticidi.
Benoit Fontaine, biologo del Muséum national d’Histoire naturelle e coautore dello studio francese, definisce la situazione catastrofica: “le nostre campagne stanno diventando un vero deserto14.

Ed è questo forse il modello a cui ci stanno preparando: il deserto.
Il deserto di un’agricoltura senza contadini né braccianti, priva del canto degli uccelli e del volo delle api, dove l’unica vita consentita sia quella brevettabile. (Continua)


  1. Brant Reuber, 21st Century Homestead: Beekeeping, 2015, p. 135. 

  2. USDA, Colony Collapse Disorder Progress Report, giugno 2010, pp. 43. 

  3. Damian Carrington, Pesticides linked to honeybee decline, The Guardian, 29 marzo 2012. Thomas James, Dave Goulson,  The environmental risks of neonicotinoid pesticides: a review of the evidence post 2013, in ‘Environmental Science and Pollution Research’, July 2017, Volume 24, Issue 21, pp 17285–17325. 

  4. Alessandro Zanella, Contaminazione ambientale di api da insetticidi neonicotinoidi. approntamento di una metodologia analitica per la sua valutazione su singolo insetto, Tesi di laurea in chimica, Università degli Studi di Padova, anno accademico 2010/11, pp. 12/13. 

  5. Mara Andrione, Giorgio Vallortigara, Renzo Antolini, Albrecht Haase, Neonicotinoid-induced impairment of odour coding in the honeybee, Scientific Report, 1 dicembre 2016. 

  6. Feltham, Hannah, Park, Kirsty, Goulson, Dave, Field realistic doses of pesticide imidacloprid reduce bumblebee pollen foraging efficiency, in ‘Ecotoxicology’, April 2014, Volume 23, pp 317–323. 

  7. Vera Krischik, Mary Rogers, Garima Gupta, Aruna Varshney , Soil-Applied Imidacloprid Translocates to Ornamental Flowers and Reduces Survival of Adult Coleomegilla maculata, Harmonia axyridis, and Hippodamia convergens Lady Beetles, and Larval Danaus plexippus and Vanessa cardui Butterflies, in PLoS One. 2015; 10(3).  

  8. European Food Safety Authority, Evaluation of the data on clothianidin, imidacloprid and thiamethoxam for the updated risk assessment to bees for seed treatments and granules in the EU, 1 febbraio 2018. 

  9. Dall’Unione Europea stop ai pesticidi killer delle api, National Geographic Italia, 27 aprile 2018. 

  10. Anna Cardone, Imidacloprid induces morphological and molecular damages on testis of lizard (Podarcis sicula), Ecotoxicology. 2015, Vol.24, No.1, p.94. 

  11. Beyondpesticides, Amphibians

  12. Margaret L. Eng, Bridget J. M. Stutchbury , Christy A. Morrissey, Imidacloprid and chlorpyrifos insecticides impair migratory ability in a seed-eating songbird, in ‘Scientific Reports’, 9 novembre 2017.  

  13. Caspar A. Hallmann,Ruud P. B. Foppen, Chris A. M. van Turnhout, Hans de Kroon, Eelke Jongejans, Declines in insectivorous birds are associated with high neonicotinoid concentrations, Nature 13531, 2014. 

  14. Agence France-Presse, Catastrophe’ as France’s bird population collapses due to pesticides, The Guardian, 21 marzo 2018. 

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