Maurizio Cometto – Carmilla on line https://www.carmillaonline.com letteratura, immaginario e cultura di opposizione Sat, 27 Dec 2025 08:27:17 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.9.26 Un ritorno impossibile, eppure necessario https://www.carmillaonline.com/2025/09/19/un-ritorno-impossibile-eppure-necessario/ Fri, 19 Sep 2025 20:00:45 +0000 https://www.carmillaonline.com/?p=90319 di Antonino Fazio

Maurizio Cometto, Get Back, pp. 210, € 14, Il Foglio Letterario, Piombino 2022.

Get Back, che vuol dire “tornare indietro”, nel romanzo di Maurizio Cometto è anche il nome di un locale, ma più verosimilmente indica, da parte del protagonista, un ritorno all’indietro ai giorni della sua adolescenza, che non è solo un viaggio della memoria, ma comporta la ripresa di vecchi fili rimasti annodati, e che ora, nel momento della piena giovinezza, devono essere finalmente sciolti. Il meccanismo narrativo del flashback fa oscillare Andrea Borando, e con lui il lettore, tra la Torino del 2002 e [...]]]> di Antonino Fazio

Maurizio Cometto, Get Back, pp. 210, € 14, Il Foglio Letterario, Piombino 2022.

Get Back, che vuol dire “tornare indietro”, nel romanzo di Maurizio Cometto è anche il nome di un locale, ma più verosimilmente indica, da parte del protagonista, un ritorno all’indietro ai giorni della sua adolescenza, che non è solo un viaggio della memoria, ma comporta la ripresa di vecchi fili rimasti annodati, e che ora, nel momento della piena giovinezza, devono essere finalmente sciolti.
Il meccanismo narrativo del flashback fa oscillare Andrea Borando, e con lui il lettore, tra la Torino del 2002 e la provincia cuneese del 1989, ai tempi del liceo e della sua prima cotta giovanile. Questa avventura, vissuta con l’intensità tipica del diciottenne, rischia di sfociare in qualcosa di più serio e pericoloso, e da cui sarebbe meglio stare alla larga. Ma Andrea è testardo, e ci sono cose con le quali è destinato a fare i conti una volta per tutte.
Get Back è un romanzo di formazione nel senso più forte del termine. Se ci fossero dentro degli elementi fantastici e un tocco di horror, potrebbe sembrare una storia di Stephen King. Ma in questo caso Cometto non usa il registro del realismo fantastico, sfoderato ad esempio in Cambio di stagione (Il Foglio Letterario, 2011), ma quello di un realismo in cui il fantastico si insinua solo come uno degli effetti dell’attività tipicamente umana del fantasticare.
Tale attività, lungi dal rappresentare qualcosa che ci allontana dal reale, vi si incunea all’interno con tale persistenza da indirizzare il corso degli eventi in una specifica, benché imprevedibile, direzione, anziché verso un’altra. Il realismo quasi cronachistico assume perciò nel romanzo di Cometto un andamento che in alcuni frangenti è determinato più dall’immaginario (i sogni, come li chiama il protagonista) che dalla nuda realtà.
Get Back è anche un tuffo nell’Italia degli anni Ottanta, scandito dai riferimenti a nomi allora noti dello sport (ad esempio, Laurent Fignon nel ciclismo) o della musica leggera (ad esempio, il Bon Jovi di You give love a bad name, e The Style Council di You’re the Best Thing).
La figura femminile principale, Sara, riccioli biondi e una bellezza fresca come un fiore primaverile, è in qualche modo il nodo centrale del romanzo. Per Andrea rappresenta l’incarnazione della magia femminile, un sogno tanto più irresistibile in quanto la ragazza appare irraggiungibile (sta con un altro) eppure sembra talora quasi a portata di mano, un po’ come capita con la Luna.
I sommovimenti emozionali di questo amore giovanile sono descritti da Cometto con precisione e maestria quasi chirurgica, e direi senza uno sforzo apparente, come se attingesse a qualche sua esperienza personale tuttora vivida, benché ovviamente trasfigurata in materiale narrativo.
Per quanto in una certa misura imprevedibili, gli avvenimenti appaiono spontanei e naturali, e seguono un copione che non sembra scontato, né soggetto a forzature. Il ritmo narrativo segue l’ondeggiare della memoria, un va e vieni tra due periodi della vita del protagonista che corrispondono a due momenti di crisi, due snodi esistenziali nei quali le scelte che sembrano aprirsi forse non sono affatto disponibili.
Un aspetto centrale del romanzo ci sembra essere infatti il dubbio se le scelte di vita siano davvero il frutto di una decisione, o se invece gli ingranaggi dentro i quali ciascuno di noi si trova preso ci impediscano in realtà di poter spingere le cose in una direzione, piuttosto che un’altra. Sotto questo aspetto, il protagonista del romanzo mostra di credere nella libertà di scelta, salvo trovarsi poi a seguire una via obbligata, o quanto meno la via di minor resistenza.
In qualunque modo stiano le cose, l’impossibilità di prevedere come due (o più) soggetti reagiranno a una determinata situazione (un fenomeno che in gergo tecnico è definito “doppia contingenza”) fa sì che nessuna decisione abbia la garanzia di produrre un determinato risultato con ragionevole certezza.
Ne deriva che il nostro Andrea si troverà coinvolto in una serie di avvenimenti che non dipendono interamente da lui, o che dipendono da lui in un modo che egli non è in grado di prevedere. Il risultato di tutto questo sarà una sorpresa per lui e, naturalmente, una sorpresa per il lettore. Senza svelare nulla, diremo soltanto che questo romanzo di formazione assume a un certo punto quasi l’andamento di un giallo, al punto che, una volta chiuso il libro, ci potrebbe venire il dubbio se abbiamo letto un romanzo di formazione, un giallo decisamente atipico, oppure entrambe le cose.
Sciogliere questo dubbio non è essenziale, la cosa importante è che Cometto, da autentico narratore, sappia imbastire delle storie che hanno la capacità di farsi leggere. I personaggi sono credibili, la trama è ben condotta, lo stile è preciso, pulito, privo di sbavature. Ogni singola scena ha la sua funzione, ogni frase ha qualcosa da dire. Ci sono autori che si parlano addosso e autori che parlano al lettore. Cometto fa parte della seconda categoria.

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La macchia https://www.carmillaonline.com/2016/04/07/la-macchia/ Thu, 07 Apr 2016 21:14:01 +0000 http://www.carmillaonline.com/?p=29533 di Maurizio Cometto

La macchia[La casa editrice Acheron Books ha appena varato una nuova collana aperiodica di racconti brevi, in formato ebook, dal titolo EUFEMIA. Proporrà una selezione di autori della narrativa fantastica italiana e internazionale, e deve il suo nome a una delle Città Invisibili di Italo Calvino: Eufemia, appunto, la Città delle Storie. Già disponibili le prime due uscite: Antechamber di Lavie Thidar e La macchia di Maurizio Cometto. Qui di seguito proponiamo l’incipit de La macchia.]

Ieri sera si è tenuta la tredicesima riunione della giunta comunale. All’ordine [...]]]> di Maurizio Cometto

La macchia[La casa editrice Acheron Books ha appena varato una nuova collana aperiodica di racconti brevi, in formato ebook, dal titolo EUFEMIA. Proporrà una selezione di autori della narrativa fantastica italiana e internazionale, e deve il suo nome a una delle Città Invisibili di Italo Calvino: Eufemia, appunto, la Città delle Storie. Già disponibili le prime due uscite: Antechamber di Lavie Thidar e La macchia di Maurizio Cometto. Qui di seguito proponiamo l’incipit de La macchia.]

Ieri sera si è tenuta la tredicesima riunione della giunta comunale. All’ordine del giorno c’erano: stato avanzamento lavori di risistemazione pavimentazione stradale in via dei Tranvieri; avvio raccolta fondi per la prossima festa patronale dei santi Gioacchino e Anna; riesame del bilancio preventivo della casa di riposo Benedetti Fratelli; discussione di relazione tecnica su perdita lungo conduttura fognaria in zona vecchio mulino; aggiornamento piano regolatore causa protesto inoltrato da abitanti condominio san Giusto, per la prevista estensione dell’area cimiteriale; varie ed eventuali.
Su molti dei punti si è giunti a unanime accordo. Il geometra Vanzetta ha saputo placare le poche voci discordanti, soprattutto in merito alla questione del condominio san Giusto. L’assessore all’ambiente Silvia Genovesi in particolare è stata ricondotta alle ragioni della giunta.
Come ultimo argomento, ascrivibile alle “varie ed eventuali”, è stata affrontata la questione della cosiddetta “macchia”.
L’assessore alla cultura e manifestazioni Giordano Derenzi ha relazionato in merito. La macchia è visibile non solo qui in paese, come ormai notorio, ma risulta un fenomeno di portata mondiale. Essa si posiziona, almeno vista dall’abitato di Magniverne, e precisamente dal balcone frontale del Municipio, quattro virgola sette gradi sopra il cocuzzolo nord della collina del Moro. Ha forma definita “fungoidale”, con la punta del cappello rivolta a sud-ovest, e contorni sfumati. Di giorno si presenta dello stesso colore e consistenza del tipo di nuvola denominato “Cirro”. Di notte è maggiormente visibile, e riempita di una luminescenza che ricorda il latte cagliato. Stando ai continui bollettini del CNR, la macchia appare ferma nel cielo.
Nessuno delle migliaia di comitati scientifici che studiano il fenomeno ormai da tre giorni è addivenuto a conclusioni precise sulla sua natura, che pertanto si può considerare ancora sconosciuta.
La reazione dei Magnivernesi risulta nella media di quella degli altri italiani, cioè di apprensiva curiosità. Si scruta il cielo con vago timore, soprattutto la notte. Non si segnalano per ora episodi di panico.
Dopo breve discussione, la giunta ha deliberato la stesura di un comunicato ufficiale, al fine di informare tutti i cittadini, anche coloro non collegati ai moderni mezzi di comunicazione, sulla non pericolosità del fenomeno. L’assessore Derenzi ha ricevuto l’incarico di comporre il comunicato; lo stesso, previa approvazione mia e del geometra Vanzetta, verrà affisso in bacheca.
L’unica nota stonata della riunione è stata l’assenza dell’assessore alla salute Luisa Marianini, rimasta a casa per motivi di salute (sic).

*

Cassandra continua a tossire. Grazie agli antipiretici la febbre è calata. L’ultimo bollettino medico parla di un lieve miglioramento.
Prima di uscire e andare in ufficio, per prima cosa passo nella sua camera a salutarla.
È sveglia e ha la fronte sudata. Mi guarda con gli occhi verde acqua spalancati. Il tablet giace sul comodino, l’orsacchiotto di Peppa Pig sul tappeto a pancia in giù.
«Mi porti a vedere la macchia?»
«No, sei ancora troppo debole per uscire.»
«Ma papà, sono l’unica che non l’ha ancora vista!»
«L’hai guardata alla televisione.»
«Non è la stessa cosa! Voglio vederla dal vivo!»
«No.»
Mi chino a baciarla sulla fronte.
«Portami a casa di zia Marta, così posso vederla dalla finestra.»
«Stai tranquilla, per favore, e non fare arrabbiare la mamma.»
Faccio un salto in soggiorno a salutare Giorgia. Florentina l’ha già sistemata sulla sedia a rotelle. Giorgia mi guarda senza dire nulla; mi chino a baciarla sulle labbra.
«La bambina mi sembra che stia meglio», dico.
Continuano a osservarmi, entrambe silenziose.
L’ultima tappa è la stanza dei modellini. Stamattina tocca a una Chevrolet Celebrity del 1986, scala 1:24, carrozzeria color blu mare, interni in similpelle beige. La rigiro davanti ai miei occhi, rimirandola da ogni angolazione.
La poso sul tavolo e fingo una manovra. Apro le portiere e il bagagliaio. Faccio girare le ruote in plastica nera con cintura bianca e cerchioni argento.
Quando la macchia cominciò a rendersi visibile fummo tra gli ultimi in paese a saperlo. Casa nostra sorge all’inizio del vallone Ramondini, e un costone roccioso copre la visuale verso la collina del Moro. Era sera e fu il geometra Vanzetta ad avvertirmi per telefono, chiedendomi di raggiungerlo davanti al Municipio, che c’era una cosa importante da farmi vedere.

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