john hurt – Carmilla on line https://www.carmillaonline.com letteratura, immaginario e cultura di opposizione Wed, 30 Apr 2025 21:35:45 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.9.26 Jim Jarmusch: solo i malinconici sopravvivono https://www.carmillaonline.com/2014/05/30/i-malinconici-sopravvivono/ Thu, 29 May 2014 22:01:16 +0000 http://www.carmillaonline.com/?p=14917 di Alessandro Morera

MoreraJarmuschSolo gli amanti sopravvivono di Jim Jarmusch, 2013

Fin dalla prima inquadratura Jim Jarmusch segnala allo spettatore la poetica dominante di questa sua ultima opera: il cielo stellato che si trasforma in una panoramica dall’alto su un disco in vinile che ruota su un piatto; un vinile non a 33 giri, ma addirittura un 45 giri. La nostalgia per un passato analogico che si scontra con un presente digitale, un passato dove i rapporti umani non eran mediati dalla freddezza della tecnologia digitale, e a tal proposito si noti come i vampiri protagonisti del film [...]]]> di Alessandro Morera

MoreraJarmuschSolo gli amanti sopravvivono di Jim Jarmusch, 2013

Fin dalla prima inquadratura Jim Jarmusch segnala allo spettatore la poetica dominante di questa sua ultima opera: il cielo stellato che si trasforma in una panoramica dall’alto su un disco in vinile che ruota su un piatto; un vinile non a 33 giri, ma addirittura un 45 giri. La nostalgia per un passato analogico che si scontra con un presente digitale, un passato dove i rapporti umani non eran mediati dalla freddezza della tecnologia digitale, e a tal proposito si noti come i vampiri protagonisti del film si ostinino a chiamare gli esseri umani “zombie”. Avviso ai possibili futuri spettatori del film: non cercate un intreccio narrativo, né tanto meno vampiri di moda in questi tempi, non troverete atmosfere alla Twilight o alla True Blood; in compenso troverete vampiri che si nutrono di vero sangue umano (seppur i protagonisti lo comprino corrompendo medici e infermieri, i quali non possono far altro che rivender loro sangue inevitabilmente ‘corrotto’ da droghe e medicinali, segni artificiali dei tempi correnti), vampiri archetipici che escono solo di notte, non a caso i due protagonisti si chiamano Adam ed Eva (interpretati magistralmente da Tom Hiddleston e Tilda Swinton). Vampiri che esistono fin dalla notte dei tempi originari dell’essere umano, vampiri che per questo motivo devono trovare la maniera di combattere la noia, l’apatia e la solitudine tipiche di questi tempi contemporanei: nonostante ciò, la Melancholia, ossia la bile nera di aiaciana memoria, non è un sentimento solo per pochi esseri umani che vivono in una società alienante come quella attuale, infatti Jean Starobinski la individua e la analizza già a metà anni Settanta nel suo bel saggio sull’Aiace di Sofocle, presente nel suo libro I Tre furori, fissandola poi definitivamente in un suo più recente testo, L’inchiostro della malinconia. Il film di Jarmusch però, sembra ribaltare l’analisi starobinskiana, laddove alla furia cieca di Aiace dominato inconsapevolmente dalla bile nera, caratterizza i protagonisti dotandoli di astuzia, intelligenza e forza di persuasione che gli derivano dalla consapevolezza di aver vissuto epoche migliori. Nel film i vampiri non subiscono situazioni estreme cadendo nella violenza o nell’inerzia dominati da un potere superiore, bensì, consci di essere il prototipo del genere umano, solo alla fine, in seguito alla morte del loro nume tutelare, Cristopher Marlowe – John Hurt, si vedono costretti dalla loro natura vampiresca a nutrirsi attraverso il loro rituale più atavico e naturale. In una società che ha abbandonato l’immaginazione, la fantasia e la comunicazione umana, solo i veri amanti riescono a sopravvivere cercando, attraverso la Melancholia e l’astuzia, di celebrare l’essenza profonda e più veritiera dell’essere umano e dei suoi impulsi più naturali. Jarmusch realizza un film elegante, pieno di fascino e non privo di risvolti sottilmente ironici, accompagnandolo con una colonna sonora magistrale, non dimenticandosi di rendere omaggio, attraverso una fotografia messa accanto a quelle di altri grandi del passato quali Shakespeare, Lord Byron, Darwin, Mark Twain, a un suo caro amico, quel genio assoluto che è stato Joe Strummer, scomparso prematuramente nel dicembre del 2002. In un film nel quale la bellezza delle notti, grazie a un sapiente uso della fotografia da parte di Yoricjìk Le Saux, risalta tanto quanto la colonna sonora, non ci resta che concludere che Only lovers left alive… because the night belongs to lovers!

]]>
Doctor FUBAR https://www.carmillaonline.com/2013/12/01/doctor-fubar/ Sun, 01 Dec 2013 21:27:50 +0000 http://www.carmillaonline.com/?p=11030 di Alessandra Daniele

JohnHurtDavidTennantMattSmithWho50thDurante la sua gestione della rinnovata serie Doctor Who, Russell T. Davies era riuscito ad arricchire il già affascinante personaggio del Dottore d’una complessità e d’uno spessore drammatico degni della narrativa fantastica adulta. Da quando lo ha rimpiazzato come showrunner, Steven Moffat s’è dedicato sistematicamente alla totale demolizione di quest’opera, fino ad approfittare dello special del cinquantennale, The Day of the Doctor, per abbatterne il muro maestro, cancellando la drammatica scelta del Dottore di innescare la distruzione del suo stesso mondo, l’imperiale Gallifrey, diventato una minaccia per [...]]]> di Alessandra Daniele

JohnHurtDavidTennantMattSmithWho50thDurante la sua gestione della rinnovata serie Doctor Who, Russell T. Davies era riuscito ad arricchire il già affascinante personaggio del Dottore d’una complessità e d’uno spessore drammatico degni della narrativa fantastica adulta.
Da quando lo ha rimpiazzato come showrunner, Steven Moffat s’è dedicato sistematicamente alla totale demolizione di quest’opera, fino ad approfittare dello special del cinquantennale, The Day of the Doctor, per abbatterne il muro maestro, cancellando la drammatica scelta del Dottore di innescare la distruzione del suo stesso mondo, l’imperiale Gallifrey, diventato una minaccia per la sopravvivenza dell’intero universo.
Dopo questo retcon, la serie è ormai completamente FUBAR, fucked up beyond all recognition.
Corrotti, arroganti, razzisti, classisti, colonialisti, imperialisti, guerrafondai: come il loro stesso nome suggerisce, i Time Lords di Gallifrey sono sempre stati un’allegoria abbastanza scoperta della classe dirigente britannica. Annullandone la meritata condanna – con un pasticciato trucchetto alla Lost, spostare l’isola – Moffat ha cancellato dal canone l’origin story, il pilastro fondante della nuova serie, e retroattivamente svilito, trasformandola in una paturnia da falsi ricordi, l’angoscia da reduce che aveva profondamente segnato il Dottore, dandogli statura tragica, maturando la sua personalità, e orientando tutte le sue scelte.
The Day of the Doctor è quindi un disastro non solo sul piano della continuty, della coerenza interna della serie (già in rovina da anni) ma su quello cruciale dello sviluppo del personaggio. Il Dottore di RTD – sia Nine che Ten – era un protagonista tridimensionale, un uomo tormentato e complesso, costretto a scelte laceranti e controverse. Il Dottore di Moffat è un cartonato. Una specie di vacuo Gastone Paperone sempre assistito da qualche ridicolo deus ex machina che gli salva il culo gratis, e che stavolta ha salvato anche i Time Lords, improvvisamente ritratti solo come vittime della Time War contro i Daleks, solo come padri di famiglia con venti bambini a carico ciascuno. Revisionismo fantastorico.
Niente più brutti ricordi, tutto cancellato. ”Everybody lives”. Tranne i Daleks, perché il Dottore di Moffat non dimentica di sterminare il Nemico.
The Day of the Doctor è pieno di tutti i soliti difetti tipici della scrittura di Moffat, il birignao compiaciuto, i doppisensi da Pierino, lo stiracchiamento ridicolo delle leggi dello spaziotempo oltre ogni possibile sospensione dell’incredulità. Il repellente sessismo, che stavolta ha ridotto la regina Elisabetta I° a una patetica buzzicona infoiata.
Le storyline abbandonate a metà senza spiegazioni: come hanno fatto Claretta e il Dottore a uscire sani e salvi dalla letale timestream nella quale s’erano ”tuffati”? Come sono finite le ”trattative” cogli Zygon?
Gli espedienti narrativi che creano aspettative esagerate per poi deluderle: uno spaesato Dottore soprannumerario inventato apposta, pomposamente presentato come ”Il Dottore Guerriero”, e rivelatosi solo un vecchietto contemplativo e brontolone. Un Doctor Umarell. Assurdo spreco del talento di John Hurt.
The Day of the Doctor si conclude poi con un orrido tentativo di cancellare e riscrivere persino il concept stesso dell’intera serie. Dice Eleven con aria stolida e sognante: “At last I know where I’m going. Where I’ve always been going. Home. The long way round”. Il Dottore secondo Moffat quindi non è più un viaggiatore e un ribelle, è un aristocratico nostalgico che vuole solo riprendere il suo posto nell’élite corrotta e crudele che aveva un tempo abbandonato con orrore.
“Gallifrey falls no more”. Stavolta nessuno ha fermato i Time Lords, che già nella serie classica il Dottore numero sei definiva ”rotten to the core”.
Grazie allo straordinario The End of Time però, l’ultimo episodio scritto da Russell T. Davies nel 2009, c’è ancora Ten ad avere avuto il coraggio almeno di provarci: ”Back into the Time War, Rassilon, back into hell!”
So say we all.

]]>