Grinch – Carmilla on line https://www.carmillaonline.com letteratura, immaginario e cultura di opposizione Tue, 23 Dec 2025 23:01:32 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.9.26 Il Grinch – Revelations https://www.carmillaonline.com/2025/12/24/il-grinch-revelations/ Tue, 23 Dec 2025 23:01:32 +0000 https://www.carmillaonline.com/?p=92070 di Alessandro Villari

Cari bambini, chi si rammenta come finiva la storia del Grinch? Il mostro verde buono diventa e resta a Natale con i Nonsochì. Voi pensavate: “È tutto risolto! Trionfa lo spirito del Natale!” Ora saprete un nuovo risvolto: forse vi farà restare un po’ male.

Dopo il tacchino e la tombolata, il Grinch tornò lassù nella sua grotta dove si fece una grassa risata, di quasi mezz’ora ininterrotta. “Quei Nonsochì, ma quanto son sciocchi! Non han capito che i loro regali non sono altro che scarsi tarocchi: ho preso io quelli originali! Si romperanno in due settimane, intanto gli [...]]]> di Alessandro Villari

Cari bambini, chi si rammenta come finiva la storia del Grinch?
Il mostro verde buono diventa e resta a Natale con i Nonsochì.
Voi pensavate: “È tutto risolto! Trionfa lo spirito del Natale!”
Ora saprete un nuovo risvolto: forse vi farà restare un po’ male.

Dopo il tacchino e la tombolata, il Grinch tornò lassù nella sua grotta
dove si fece una grassa risata, di quasi mezz’ora ininterrotta.
“Quei Nonsochì, ma quanto son sciocchi! Non han capito che i loro regali
non sono altro che scarsi tarocchi: ho preso io quelli originali!
Si romperanno in due settimane, intanto gli altri li vendo sul web:
mentre agli allocchi più nulla rimane, tutti i profitti li tengo per me!”
Era l’inizio di un triplice piano che più malvagio proprio non si può:
uno: arricchire lo stesso villano; due: rovinare tutta Chinonsò;
tre: finalmente abolire il Natale. Vi chiederete: “Ma come si fa a
desiderare un simile male?” Ma non è certo una gran novità.

Non ebbe fretta: negli anni seguenti degli abitanti si finse un amico,
mentre con mille segreti espedienti lui diventava sempre più ricco,
tanto che un giorno lasciò le sue grotte per trasferirsi in un… grottacielo
tirato su in poco più di una notte – come abbia fatto rimane un mistero.
Perfino il sindaco e ogni altro notabile che avesse soldi da fare fruttare,
vedendo quanto il Grinch fosse abile, andava a chiedere a lui come fare.
A tutti il Grinch dispensava consigli e offriva gratis la sua consulenza
che prometteva grandi meraviglie grazie a strumenti per ogni esigenza.
Presto ogni fabbrica della regione venne quotata alla Chi-non-rim-Borsa,
furon creati dei fondi pensione per investire con ogni risorsa:
pacchi di titoli con il fiocchetto, futures sui doni dell’anno venturo,
certificati su scatole vuote, chiuse con bond a interesse sicuro;
e infine lo schema para-pa-ponzi, che garantiva denaro a palate,
salvo fregare quei poveri gonzi che rivolevano indietro le rate.
Suggerì il Grinch poi ai suoi clienti un altro modo per fare profitti:
accaparrarsi gli appartamenti e triplicare di colpo gli affitti.

Del cattivone – l’avrete compreso – questa era precisamente la trama:
rendere i ricchi più ricchi di Creso e a tutti gli altri la vita più grama.
Come si generano dividendi senza investire sulla produzione?
Con riduzioni, licenziamenti, o se va bene cassa integrazione.
Il caro-affitti era un altro flagello per molte delle persone comuni:
un bilocale valeva un castello, tanti emigrarono in altri Comuni.
Per chi restava, ogni anno i Natali eran più miseri del precedente:
ben poco in tavola, niente regali, neanche un addobbo che fosse decente;
le luminarie? quattro candele; la carta igienica come festone;
ben mezza fetta di torta di mele (divisa in otto) per il cenone.
Invece il Grinch – ironia della sorte! – era invitato a passar la Vigilia
a casa del sindaco, con la consorte e Cindy-chi-lù, la loro figlia,
tornata apposta per la vacanza dalla costosa università
dove studiava Alta finanza, la più brillante della facoltà:
c’erano tutti i più facoltosi, si pasteggiava a champagne e caviale,
ci si scambiavano doni preziosi, grazie alle cedole sul capitale.
Il Grinch aveva conati di vomito ma non poteva sottrarsi all’invito
per consolarsi alzava un po’ il gomito e gongolava al suo piano riuscito.

La terza fase iniziò di lì a poco, quando la bolla speculativa
scoppiò di colpo e concluse il gioco, mandando l’economia alla deriva.
Fabbriche chiuse, tagli ai sussidi, cresceva ovunque il malcontento;
quando ci furono i primi suicidi tutti pretesero un cambiamento.
C’erano scioperi e picchetti, quasi ogni giorno manifestazioni,
fino a che, pur di placare i reietti, furono indette nuove elezioni.
Fu una sorpresa per i Nonsochì (ma di sicuro per voi invece no)
quando scoprirono che pure il Grinch correva a sindaco di Chinonsò.
Con tutti i soldi che s’era intascato la sua campagna era assai convincente:
ai suoi comizi si offriva il gelato a ogni persona che fosse presente;
prima accusava il sindaco uscente d’aver badato solo al suo interesse
e aver lasciato che la sua gente nella più cupa miseria vivesse;
poi rilanciava: “Se sarò eletto del malaffare farò pulizia,
e in poco tempo, ve lo prometto, avrete una casa come la mia;
farò riaprire industrie ed aziende, così per tutti ci sarà lavoro:
fate levare alla giunta le tende! Sarò senz’altro migliore di loro!”
Queste promesse mirabolanti erano pura mistificazione,
eppure fecero presa su tanti, tanto era cupa la disperazione.
Non era un caso che i primi sondaggi dessero indietro il sindaco uscente,
che denunciava del Grinch i miraggi, ma di suo non convinceva per niente.
“Da questa crisi congiunturale, sono sicuro, usciremo felici;
ma in questa fase particolare sono richiesti dei sacrifici.
Interverremo sul cuneo fiscale, innalzeremo le spese esenti,
in cambio il ticket per l’ospedale lo pagheranno anche i nullatenenti.
Abbasseremo le tasse all’impresa per attirare gli investitori
e stimolare una grande ripresa che porterà tanti nuovi lavori.
Chi fino a ieri rubava i regali il vostro voto non meriterà:
io non prometto né monti né mari, ma vi prometto la stabilità.”
Era serrata la competizione tra i “Responsabili” ed i “Malcontenti”,
ma a pochi giorni dall’elezione i primi erano dati perdenti;
però era alta anche la percentuale di chi si dichiarava ancora incerto
prima della vigilia di Natale, quando i seggi avrebbero aperto.

Fu proprio allora che a Cindy-chi-lù, che nel frattempo s’era laureata,
vedendo il padre ansioso e un po’ giù, vanne davvero una strana pensata:
andare di persona su dal Grinch, che lei credeva esserle leale,
cercando in qualche modo di convincerlo a lasciar la corsa elettorale.
Ma quando giunse alla sua residenza, l’enorme casa pareva deserta;
bussò un paio di volte con prudenza, finché scoprì che la porta era aperta!
Così pensò che fosse meglio entrare ed aspettare il Grinch al suo ritorno,
e non sapendo intanto cosa fare, si mise a curiosare nel soggiorno.
Pur non avendo alcuna intenzione di far del male o ficcanasare,
vide sul tavolo un grosso faldone e senza pensarci lo prese a sfogliare;
presto capì che lo strano registro era un elenco di tutti gli imbrogli
con cui per anni il figuro sinistro aveva reso i Nonsochì più spogli.
Tanto era presa da questa lettura, e ad ogni pagina più inorridita,
che quando udì aprirsi la serratura perse di colpo dieci anni di vita.
D’istinto si mise in borsa l’agenda che incriminava il perfido Grinch
e si nascose dietro a una tenda, pronta a scappare al più presto da lì.
In quella il villanzone entrò in soggiorno, ma non avendo il minimo sospetto
ne uscì senza neppur guardarsi intorno, fischiando anzi un allegro motivetto.
Cindy-chi-lù dopo qualche momento uscì dal nascondiglio di soppiatto,
fuggì portando con sé il documento: voleva render pubblico il misfatto.

In mezzo alla piazza di Chinonsò avevano allestito una tribuna,
e quando la ragazza vi arrivò, in cielo si scorgeva già la luna.
La giovane salì sulla pedana ed iniziò a parlare a tutta voce:
“Amici! Vi parrà una cosa strana, ma ho appena scoperto un fatto atroce:
per tutto il tempo il Grinch ci ha ingannato, è falsa ogni promessa elettorale,
il suo disegno non è mai cambiato: vuole per sempre abolire il Natale!”
Il posto si riempì rapidamente, e in breve ad ascoltare la ragazza
si radunò una gran folla di gente che a stento stava tutta quanta in piazza.
“Vuoi solo sminuire il tuo avversario!”, “Le prove!”, urlò qualcuno dalla ressa.
“È tutto scritto in questo diario, che poco fa ho trovato io stessa.”
Però la maggior parte degli astanti prestava orecchio con grande attenzione:
del resto perlopiù erano benestanti che in centro avevano l’abitazione.
“Ci sono tutte le operazioni, tutte le truffe, qui, nero su bianco;
tutte le sordide speculazioni, ogni raggiro, ciascun ammanco;
è lui la causa delle chiusure, i licenziamenti e le bancarotte,
e porterà nuove grandi sventure se noi non lo fermeremo stanotte!
Quindi vi prego, miei amici cari, col nostro voto cambiamo il finale:
poniamo fine ai suoi loschi affari, e soprattutto salviamo il Natale!”
Cindy finì il suo discorso accorato, certa che fosse stato convincente:
a parte qualche fischio isolato, scoppiò un applauso lungo e travolgente;
scese dal palco fra strette di mani, abbracci e grandi congratulazioni,
dandosi appuntamento all’indomani, per festeggiare dopo le elezioni.

Ma per chi vive da privilegiato è molto facile avere una svista:
ossia dare un po’ troppo per scontato che tutti abbiano il suo punto di vista.
Perciò vi fu chi rimase di sasso che, di quei pochi che andarono al seggio,
tanti di quelli del ceto più basso anziché il male votarono il peggio.
Mentre il Grinch al suo quartier generale brindava alla clamorosa vittoria,
poco si capacitava il rivale di come fosse finita la storia.
“Ma è mai possibile che non gli importi” (si riferiva a chi aveva votato)
“che quel malvagio abbia in pugno le sorti sia del Natale che del nostro Stato?”
Ciò che non aveva ancora capito è che chi ormai era privo di tutto
sapeva bene che il Grinch è un bandito, ma riteneva anche lui un farabutto:
la maggior parte era così arrabbiata da non andare nemmeno a votare,
l’altra che invece a votare era andata, preferì in massa il Grinch pur di cambiare.

Quello che accadde nel periodo appresso ve lo racconto di seguito in breve:
se questa storia vi ha un poco depresso, forse il finale sarà un po’ più lieve.
Un anno esatto dopo la vittoria, di nuovo la Vigilia di Natale,
il Grinch ha perso tutta la sua boria, e invero se la passa molto male.
Naturalmente non ha mantenuto neppure una delle sue promesse,
perciò coloro che avevan creduto che almeno in parte lui le mantenesse
hanno iniziato una grande protesta che si è ingrandita di giorno in giorno.
Inizialmente la loro richiesta era che il Grinch si levasse di torno,
e così perfino Cindy-chi-lù, ormai vicina al suo dottorato,
insieme al padre (sindaco-che-fu) ad un corteo aveva partecipato:
come li videro, i manifestanti li ricoprirono d’insulti in coro,
così decisero in pochi istanti che quel corteo non faceva per loro.
Il movimento era ad un nuovo picco e aveva tra le rivendicazioni
quella di alzare le tasse a ogni ricco, non solo al Grinch ma a tutti i padroni.
Accadde allora un fatto assai strano: molti notabili che un anno prima
davano al Grinch del supremo villano, gli diedero ora attestati di stima.
C’era anche chi giurava – nientemeno! – di aver visto qualcuna di ’ste merde,
col loro portafoglio bello pieno, girare con un fazzoletto verde.
Ma, dicevamo, siamo alla Vigilia (benché la festa sia stata abolita),
sotto il Palazzo c’è un gran parapiglia: migliaia in piazza contro il parassita.
Quando alla fine sfondano le porte, lo sanno tutti come andrà a finire:
poiché è segnata oramai la sua sorte, al Grinch non resta altro che fuggire!
La sua salvezza viene da lassù: lo aspetta un elicottero sul tetto,
a pilotarlo è… Cindy-chi-lù! – che ha preso nel frattempo anche il brevetto.
Intanto i cittadini sono dentro, a una a una invadono le sale,
infine in cima al tetto, proprio al centro, appendono una stella di Natale
enorme, rossa e così luccicante che da ogni angolo di Chinonsò
la può ammirare ciascun abitante, e almeno oggi sorridere un po’.

E la morale, miei cari bambini, è che i ricconi sono tutti uguali:
pensano solo ai loro soldini, a costo di rubare a voi i regali.
Troppi saranno infelici a Natale, né ci sarà mai una vera armonia,
finché in mano al gran capitale sono le leve dell’economia.
Perciò se un giorno mai vi capitasse di fare i conti con un Grinch reale,
non vi scordate: è la lotta di classe l’unica via per salvare il Natale!

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