Gesù – Carmilla on line https://www.carmillaonline.com letteratura, immaginario e cultura di opposizione Thu, 30 Oct 2025 21:00:58 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.9.26 Matteo secondo https://www.carmillaonline.com/2019/08/25/matteo-secondo/ Sun, 25 Aug 2019 20:00:48 +0000 https://www.carmillaonline.com/?p=54283 Tre apocrifi biblici di Alessandra Daniele

Plebiscito

E Ponzio Pilato chiese alla folla – Volete Matteo, o Matteo? E la folla rispose – Eh? Ponzio Pilato inclinò la testa a sinistra  – Volete Matteo… – inclinò la testa a destra – …o Matteo? E la folla rispose – Ah… Poi in coro aggiunse – Matteo! Ponzio Pilato sospirò. – Quale Matteo? – Il cazzaro! – Quale cazzaro? La folla si divise, e cominciò a rumoreggiare. Ponzio Pilato fece cenno al comandante della guarnigione d’avvicinarsi, e gli parlò brevemente. Poi poi si rivolse alla piazza. – Ho trovato la soluzione ideale – [...]]]> Tre apocrifi biblici
di Alessandra Daniele

Plebiscito

E Ponzio Pilato chiese alla folla
– Volete Matteo, o Matteo?
E la folla rispose
– Eh?
Ponzio Pilato inclinò la testa a sinistra  – Volete Matteo… – inclinò la testa a destra – …o Matteo?
E la folla rispose
– Ah…
Poi in coro aggiunse
– Matteo!
Ponzio Pilato sospirò.
Quale Matteo?
– Il cazzaro!
Quale cazzaro?
La folla si divise, e cominciò a rumoreggiare.
Ponzio Pilato fece cenno al comandante della guarnigione d’avvicinarsi, e gli parlò brevemente. Poi poi si rivolse alla piazza.
– Ho trovato la soluzione ideale – annunciò – Invece di farvi scegliere, farò crocifiggere voi.
La guarnigione circondò la piazza, bloccandone tutte le uscite.

Cena di lavoro

E Gesù disse agli apostoli
– In verità, in verità vi dico, uno di voi mi tradirà.
E Giuda rispose
– In verità, sei tu che ci hai tradito. Perché hai moltiplicato pani e pesci gratis per tutta quella gentaglia, e a noi invece fai pagare il conto della cena?
– Prima gli apostoli! – Disse Matteo. E aggiunse – E perché ti sei messo a camminare sulle acque? Per ripescare qualche naufrago straniero?
– Basta invasione! – Gli fece eco Giuda.
– Ma vi siete messi d’accordo? – Chiese il secondo dei due Mattei.
Giuda scosse la testa con aria indignata.
– Ma no, esponiamo le nostre idee, e chi ci sta, ci sta.
– Io ci sto! – Disse il secondo Matteo.
– Non è così facile. Noi siamo per il taglio degli apostoli – rispose l’altro, ed estrasse un coltello.
Il secondo fece lo stesso.
– Ne resterà solo uno!
Giuda si strinse nelle spalle.
– Uno qualsiasi.
Gesù scolò il suo calice d’amaro. Si alzò, e chiese il conto
– Pago io per tutti.

Climate change

E Dio disse a Noè
– L’umanità funziona male, ho deciso di riavviarla.
E Noè rispose
– Eh?
– La spengo, e la riaccendo. Manderò un diluvio dal quale potrete salvarvi solo tu e la tua famiglia. Avete il compito di costruire un’arca, sulla quale imbarcare una coppia di ciascuna specie animale.
– Anche gli insetti? – Chiese Noè.
Soprattutto gli insetti – rispose Dio – sono il mio capolavoro.
– Sarà un viaggio molto lungo – commentò Noè.
Dopo 40 giorni e 40 notti, la pioggia cessò, le acque cominciarono a ritirarsi, e Noè finalmente avvistò terra. Giunto a poca distanza dalla riva, vide un tizio sul bagnasciuga che gli faceva grandi segni con le braccia.
– Qualcun altro s’è salvato! Chi è quell’uomo? – Sì chiese Noè.
Con delle corde, il tizio issò un enorme cartello su cui era scritto a caratteri cubitali “Non sbarcate – Porti chiusi”.
– Ah – disse Noè – Non è un uomo, è Matteo.

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La locusta s’è posata https://www.carmillaonline.com/2013/06/02/la-locusta-se-posata/ Sun, 02 Jun 2013 21:50:54 +0000 http://www.carmillaonline.com/?p=6212 Locustadi Alessandra Daniele

E Ponzio Pilato disse – Ve lo chiedo per l’ultima volta con le buone, poi partono i calci in culo. Volete Gesù o Barabba? Nessuno rispose. La piazza era vuota. Pilato si guardò attorno. – Che fine hanno fatto tutti? – Se sono andati – gli rispose un uomo barbuto, sbucando in fondo alla piazza. – E tu chi sei? – Sono Locusto. Pilato lo scrutò. – Che ci fai ancora qui? Perché non segui i tuoi seguaci? – Per questa volta il mio compito è finito. – Qual era [...]]]> Locustadi Alessandra Daniele

E Ponzio Pilato disse
– Ve lo chiedo per l’ultima volta con le buone, poi partono i calci in culo. Volete Gesù o Barabba?
Nessuno rispose.
La piazza era vuota.
Pilato si guardò attorno.
– Che fine hanno fatto tutti?
– Se sono andati – gli rispose un uomo barbuto, sbucando in fondo alla piazza.
– E tu chi sei?
– Sono Locusto.
Pilato lo scrutò.
– Che ci fai ancora qui? Perché non segui i tuoi seguaci?
– Per questa volta il mio compito è finito.
– Qual era – chiese Gesù – impedire che scegliessero me?
– No – rispose Locusto – impedire che scegliessero. Perché la decisione tornasse a Roma – indicò Pilato – tu non avevi il diritto di lavartene le mani. Nemmeno per finta.
Ponzio Pilato alzò le spalle.
– Era anche per tenerli buoni.
– Ci penso io a tenerli buoni – disse Locusto.
– Tu li fai incazzare.
– Io li faccio sfogare contro bersagli innocui. O irraggiungibili.
Gesù scosse la testa.
– Non ti seguiranno più.
– Non tutti, ma comunque abbastanza – Locusto indicò Barabba – se c’è ancora chi segue lui…
– Se Roma voleva la conservazione – obiettò Barabba – avrebbe potuto continuare a sostenere me.
– Tu sei un cialtrone. Vorresti conservare, ma non sei capace.
– Io sono bravissimo a conservare quello che conta: me stesso. Tu Locusto invece stai già andando a male.
– Vedremo – Locusto fissò Pilato – Scegli.
– No – Disse Pilato, con stizza – voglio che sia una decisione democratica.
– Ma il demos se n’è andato.
– Non tutto. Ci siamo rimasti noi quattro – allargò le braccia – votiamo!
– Io non scelgo – rispose subito Locusto – per me siete tutti uguali.
– Anche coso… Quello là?
– Quello là è un ottimo bersaglio innocuo.
– Io scelgo Barabba – disse Barabba.
– Ma c’è conflitto d’interessi – obiettò Gesù.
– Assolutamente no – puntualizzò Barabba – fra i miei interessi non c’è alcun conflitto. Sono tutti miei.
– Per il bene del paese, e per uscire dalla fase di stallo – annunciò Pilato – anch’io voto Barabba.
Gesù lo guardò.
– Sia fatta la volontà del Padre. Crocifiggetemi pure, non riuscirete a fermare la mia Parola.
– Ma noi non vogliamo fermarla, vogliamo rilevarla – disse Pilato – Ha delle interessanti potenzialità che solo una struttura organizzata come la nostra potrà realizzare.
– L’Impero Romano che diventa Cristiano? – Commentò Barabba, con una smorfia – Che decadenza.
– Decadere sempre è il sistema migliore per non cadere mai – rispose Ponzio Pilato.

[Qui la prima e la seconda parte La croce sul simboloLa scelta condivisa. Il titolo La locusta s’è posata è ispirato a ”The Grasshopper Lies Heavy” di Hawthorne Abendsen]

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La scelta condivisa https://www.carmillaonline.com/2013/05/06/la-scelta-condivisa/ Mon, 06 May 2013 01:01:46 +0000 http://www.carmillaonline.com/?p=5311 di Alessandra Daniele

people[Qui la prima parte: La croce sul simbolo]

E Ponzio Pilato disse – Stavolta cerchiamo di portarla a casa come si deve. Volete Gesù o Barabba? E la folla rispose – Vogliamo te! Ponzio Pilato si coprì gli occhi con la mano. – No, aspetta, vogliamo… coso… quell’altro là! – Urlarono alcuni, indicando in fondo alla piazza. Poi cominciarono a scandire – Quello là! Quello là! Gli altri li zittirono a sassate. Barabba fece un passo avanti, e proclamò – Pilato, noi vogliamo te. Sei una garanzia di stabilità. E poi hai le mani pulite. [...]]]> di Alessandra Daniele

people[Qui la prima parte: La croce sul simbolo]

E Ponzio Pilato disse
– Stavolta cerchiamo di portarla a casa come si deve. Volete Gesù o Barabba?
E la folla rispose
– Vogliamo te!
Ponzio Pilato si coprì gli occhi con la mano.
– No, aspetta, vogliamo… coso… quell’altro là! – Urlarono alcuni, indicando in fondo alla piazza. Poi cominciarono a scandire
– Quello là! Quello là!
Gli altri li zittirono a sassate.
Barabba fece un passo avanti, e proclamò
– Pilato, noi vogliamo te. Sei una garanzia di stabilità. E poi hai le mani pulite.
La folla rumoreggiava.
– M’avete rotto il cazzo – sbottò Pilato – vi faccio crocifiggere tutti!
La piazza scoppiò in un applauso fragoroso.
Gesù se ne stava seduto in un angolo, con aria cupa.  Pietro, ancora pesto per la rissa, s’avvicinò, e gli chiese
– Maestro, che facciamo adesso?
Gesù non rispose.
– Maestro, dobbiamo dare a Cesare quel che è di Cesare, o farci restituire quello che gli abbiamo dato l’anno scorso? Qual è la linea economica? Dicci cosa fare…
Gesù gli diede un’occhiata sbieca.
– Guardate i gigli dei campi. Essi non filano. Non tessono. Non mi rompono i coglioni.
La folla continuava a vociare. Pilato gridò
– Pubblico di merda!
Partì un altro applauso scrosciante.
Anche Giovanni s’avvicinò a Gesù, scribacchiando freneticamente.
– Dicci Maestro, l’Apocalisse è vicina? – Chiese con aria speranzosa.
Gesù scosse la testa.
– No. Il Padre non vi manderà un altro diluvio. Ornai siete grandi. Dovete distruggervi da soli.
– Ce la possiamo fare – sorrise Giovanni. Pietro gli strappò il foglietto di mano.
– Scrivi tutto quello che ti viene in mente?
– Certo, sono ispirato!
– No, sei un cialtrone. Dovresti tenere un verbale del dibattito interno come fanno gli altri. A loro non è mai venuto in mente di scrivere quello che gli viene in mente mentre scrivono.
Giovanni si riprese il foglietto.
– Questo è il futuro – disse, indignato.
– Stronzate. Te lo descrivo io il futuro – Pietro indicò la piazza – Noi conquisteremo il popolo, e cambieremo le cose.
Pilato e Barabba lanciavano monete, calzari, e borracce vuote sulla folla, che continuava ad applaudire.
– Quando il popolo – disse Pietro – quando il Demos sarà Cristiano, queste porcherie non succederanno più.

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La croce sul simbolo https://www.carmillaonline.com/2013/03/12/la-croce-sul-simbolo/ Tue, 12 Mar 2013 02:00:27 +0000 http://www.carmillaonline.com/?p=4652 di Alessandra Daniele

Crocetta.jpgE Ponzio Pilato chiese alla folla – Volete Gesù o Barabba? La folla rispose – Locusto! E Ponzio Pilato disse – Eh? – Vogliamo Locusto! – Ma non è uno dei condannati a morte – obiettò Pilato. – Appunto – Gridò la folla – basta coi condannati a morte, vogliamo gente onesta! E Gesù disse a Barabba – Questi non hanno capito come funziona. – Hanno capito – rispose Barabba – è che sono stronzi. Vogliono farci crocifiggere tutti e due. Poi si rivolse alla piazza. – Amato popolo, salvami! Sono l’innocente vittima d’una persecuzione giudiziaria – Indicò [...]]]> di Alessandra Daniele

Crocetta.jpgE Ponzio Pilato chiese alla folla
– Volete Gesù o Barabba?
La folla rispose
– Locusto!
E Ponzio Pilato disse
– Eh?
– Vogliamo Locusto!
– Ma non è uno dei condannati a morte – obiettò Pilato.
– Appunto – Gridò la folla – basta coi condannati a morte, vogliamo gente onesta!
E Gesù disse a Barabba
– Questi non hanno capito come funziona.
– Hanno capito – rispose Barabba – è che sono stronzi. Vogliono farci crocifiggere tutti e due.
Poi si rivolse alla piazza.
– Amato popolo, salvami! Sono l’innocente vittima d’una persecuzione giudiziaria – Indicò Gesù – Il vero criminale è lui, un falso profeta che v’ha riempito di chiacchiere solo per convincervi a pagare più tasse, vi ricordate quando ha detto ”Date a Cesare quel che è di Cesare”?
– Ma quella era una metafora… – disse Gesù.
– Se mi salvate – continuò Barabba – vi restituirò di tasca mia tutti gli ingiusti tributi che vi sono stati estorti!
Una parte della folla cominciò a scandire ”Barabba, Barabba”. La maggioranza continuava a inneggiare a Locusto.
In un angolo della piazza, gli apostoli discutevano.
– Non dovremmo farci sentire anche noi?
– No, dobbiamo seguire l’esempio del Maestro.
– Cioè continuare a esprimerci per metafore zoologiche? La pecora smarrita, il vitello grasso, la rana dalla bocca larga, finché non ci crocifiggono tutti?
– Potremmo cercare un accordo coi locustiani – suggerì Pietro.
– Non fanno accordi, Locusto è un predicatore apocalittico. Annuncia la fine del mondo ogni settimana, e quando non arriva, dice d’averla evitata lui.
La folla vociante attorno a loro diventava sempre più turbolenta.
Quattro soldati romani afferrarono i condannati per trascinarli via. Barabba si divincolò
– Pietà, sono cieco!
Uno dei soldati gli sferrò un cazzotto. Barabba lo schivò. Poi disse
– Ci vedo… miracolo!
La folla gridò
– Morte al falso invalido!
Gesù disse
– Macché miracolo, io non ho fatto niente.
La folla urlò
– Morte al fancazzista!
Gli apostoli scuotevano la testa.
– Ma che succede? Alle nozze di Cana erano tutti con noi.
– Per forza, erano ubriachi.
– Abbiamo perso il contatto col paese reale.
– Se ci fosse stato Giovanni Battista… – disse Pietro.
– Basta con questa storia di Giovanni Battista! Abbiamo scelto di seguire Gesù.
– Il Battista era molto più efficace come predicatore, avrebbe convertito anche i romani.
– Ma se non ha convinto neanche noi, come faceva a convincere i romani?
– Io conosco un sacco di romani che si sarebbero convertiti se ci fosse stato Giovanni Battista – disse Giuda.
Tu conosci un sacco di romani?…
Gli apostoli si guardarono in cagnesco. Poi cominciarono a spintonarsi. In pochi minuti scoppiò una rissa che si allargò a tutta la piazza.
Ponzio Pilato fece segno ai soldati di intervenire. Poi si disse
– Basta, io me ne lavo le mani. Qui è molto peggio della Grecia. Sono proprio barbari. Una cosa del genere a Roma non sarebbe mai potuta succedere.

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Testa o Croce https://www.carmillaonline.com/2011/11/07/testa-o-croce/ Mon, 07 Nov 2011 01:28:50 +0000 http://www.carmillaonline.com/?p=4085 di Alessandra Daniele

Moneta.jpgIl ragazzo si avvicina alla finestra, scrutando fra le assi inchiodate. – Non se ne vedono. Il vecchio si siede. – Io non esco. – Uno dei due deve andare a prendere quella macchina. – Perché io? – Io ti copro le spalle da qui. – Tu hai una mira di merda. Il ragazzo solleva il fucile. – Non a questa distanza. Il vecchio sogghigna. – Bravo, sparami, così devi andare lo stesso a prendere la macchina da solo, e in più senza nessuno che ti copra. Così quando quei cadaveri ambulanti saltano fuori, ti spolpano come un [...]]]> di Alessandra Daniele

Moneta.jpgIl ragazzo si avvicina alla finestra, scrutando fra le assi inchiodate.
– Non se ne vedono.
Il vecchio si siede.
– Io non esco.
– Uno dei due deve andare a prendere quella macchina.
– Perché io?
– Io ti copro le spalle da qui.
– Tu hai una mira di merda.
Il ragazzo solleva il fucile.
– Non a questa distanza.
Il vecchio sogghigna.
– Bravo, sparami, così devi andare lo stesso a prendere la macchina da solo, e in più senza nessuno che ti copra. Così quando quei cadaveri ambulanti saltano fuori, ti spolpano come un osso di pollo.
– Magari invece si fermano a spolpare te, se sei ferito.
Il vecchio lo fissa.
– In dieci si fermano a spolpare me. Gli altri cinquanta continuano a inseguire te.
– Quali cinquanta? Non se ne vedono, non ce n’è!…
– Allora vai a prendere la macchina.
Il ragazzo bestemmia, esasperato. Poi abbassa il fucile, si fruga in tasca, e tira fuori una moneta.
– Tiriamo a sorte.
Il vecchio guarda la moneta.
– Di chi è la testa che c’è sopra?
– Che te ne fotte?
Il vecchio accenna un sorriso. Poi estrae una pistola.
– I farisei chiedono a Cristo se devono pagare i tributi imposti dall’Impero Romano. Cristo si fa dare una moneta, gliela mostra, e domanda ”di chi è la testa che c’è sopra?” I farisei rispondono ”di Cesare”. E Cristo dice ”allora date a Cesare quel che è di Cesare”.
Il ragazzo torna a sollevare il fucile.
– Sì, la so, è la faccenda su Stato e Chiesa, ma che cazzo c’entra adesso?
Il vecchio sospira, s’aggiusta sulla sedia.
– Quella è l’interpretazione canonica. Infatti è una stronzata. Per gli ebrei palestinesi dell’epoca, Cesare non è ”lo Stato”, è l’oppressore. Cesare è l’esercito occupante che ti abbatte la casa, ti stupra la moglie, e se t’incazzi ti crocifigge.
– E allora?
– Secondo me dire che qualcosa è di Cesare, e va ridata a Cesare somiglia tanto a dire ”rispeditela all’inferno”.
Dalla strada proviene un rumore confuso.
Il ragazzo trasale.
– Cristo!
– Sì, stavamo parlando di lui – dice il vecchio – e di Cesare – alza il cane della pistola.
Il ragazzo sbircia fra le assi della finestra senza avvicinarsi troppo.
– Da qua non si vedono… cazzo, dobbiamo prendere subito quella macchina!
– Lancia la moneta.
Il ragazzo esegue.
Il vecchio la trapassa con un colpo.
– Te l’ho detto che ho una mira migliore della tua per le teste.
– Tu sei un pazzo rincoglionito!
– Sì, in effetti ho i neuroni un po’ logori. Non ho mai preso il Regeneron, il conservante per il cervello – ridacchia – Cesare continuava ad alzare l’età pensionabile, e sempre più gente cominciava ad usarlo, e cominciava sempre prima, per riuscire a restare efficienti, non finire licenziati. Ma io no. E credo di aver fatto la cosa giusta.
Il rumore confuso si fa risentire, stavolta più vicino. Il vecchio si alza.
– Il loro cervello s’è conservato anche troppo, ma in modo non tanto efficiente. Dev’essere perché sono morti – porge la pistola al ragazzo – dammi il fucile, e vai a prendere quella macchina prima che sia troppo tardi.
– Non sei tu che decidi!
– Sempre meglio che far decidere alla moneta. Ha già fatto abbastanza danni – indica la porta – vai, io ti copro le spalle. Diamo a Cesare quel che è di Cesare.

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Le Ultime Cene https://www.carmillaonline.com/2011/04/25/le-ultime-cene/ Mon, 25 Apr 2011 04:29:31 +0000 http://www.carmillaonline.com/?p=3876 di Alessandra Daniele

Graal.jpg– Ma noi abbiamo prenotato – dice Gesù. Il maitre si scusa. – Il premier ha appena affittato tutto il locale per un’importante cena di lavoro. Non ci siamo potuti rifiutare, pare che ci siano in ballo le sorti della riforma costituzionale. Dalla sala accanto provengono risate femminili miste a stornelli. – Ma il premier di solito non le fa in una delle sue ville, queste… cene di lavoro? – Chiede Matteo. – Le stanno sverminando – risponde il maitre – non l’ha sentito al Tg? Il premier è sicuro che i magistrati gliel’abbiano riempite di microspie, e [...]]]> di Alessandra Daniele

Graal.jpg– Ma noi abbiamo prenotato – dice Gesù.
Il maitre si scusa.
– Il premier ha appena affittato tutto il locale per un’importante cena di lavoro. Non ci siamo potuti rifiutare, pare che ci siano in ballo le sorti della riforma costituzionale.
Dalla sala accanto provengono risate femminili miste a stornelli.
– Ma il premier di solito non le fa in una delle sue ville, queste… cene di lavoro? – Chiede Matteo.
– Le stanno sverminando – risponde il maitre – non l’ha sentito al Tg? Il premier è sicuro che i magistrati gliel’abbiano riempite di microspie, e ha deciso di farle ripulire. Nel frattempo, affitta ogni sera un locale diverso. Tutto intero.
– Allora la nostra cena salta? – Chiede Marco. Gesù scuote la testa.
– No, devo dirvi una cosa importante. Andiamo in un altro locale.
– A quest’ora? Una sala libera tutta per noi non la troviamo più , ci sparpagliano in sette tavoli diversi.
– Potremmo andare a casa di uno di voi – Dice Gesù.
Luca allarga le braccia.
– Noi abbiamo lasciato tutto per seguirti. Se mia moglie mi vedesse tornare ora, con pure dodici ospiti a cena, mi caccerebbe a fucilate. E temo che la cosa valga per tutti.
Gli altri annuiscono.
– Io stavo in un bed & breakfast – dice Giovanni.
– Devo dirvi una cosa importante – ripete Gesù. Poi chiede al maitre – Ci potrebbe portare almeno mezzo litro?
Il maitre scuote la testa lentamente.
– Va bene anche una mezza minerale, poi ci penso io – insiste Gesù.
– No. Anzi, se gentilmente volete accomodarvi all’uscita…
– Ma noi abbiamo prenotato! – Ripete Pietro.
Dalla sala accanto sbuca una fila di ragazze seminude che saltellano a ritmo di samba. Fra loro, un paio di vegliardi truccati da giovani. La fila aggancia alcuni apostoli, e li trascina.
– Il trenino, il trenino, venite anche voi a fare il trenino!
Il serpentone saltellante sparisce inghiottito dalle porte della sala di fronte.
Gesù guarda i cinque apostoli rimasti.
– Andiamo nel parcheggio – dice.
Escono.
– Ho preso queste al distributore – dice Pietro, portando un paio di lattine.
– Potevi prenderne sei – commenta Matteo.
– Non ho altri spicci..
– Ce le dividiamo – dice Gesù – va benissimo per la cosa che devo dirvi.
Apre una delle due lattine.
– Questo è il mio sangue.
– Ti sei tagliato? – Chiede Marco.
Gesù solleva la lattina.
– Bevetene tutti.
– C’è anche l’altra – dice Luca.
Gesù abbassa la lattina.
– Fate questo in memoria di me.
Poggia la lattina sul cofano dell’automobile accanto a lui.
Scatta l’antifurto.
Uno strepito lacerante. Quattro gorilla del premier accorrono a mitragliette spianate. Gli apostoli si disperdono. I gorilla afferrano Gesù, bofonchiando ”attentato!”. Gli danno un paio di ginocchiate, lo ammanettano, gli sbattono la faccia sul cofano. Uno dei gorilla blocca Pietro. Lo strattona.
– Tu sei con lui? – Ringhia.
– Io? Ma chi lo conosce quel negher di merda… bisognerebbe annegarli tutti!
Il gorilla lo molla, Pietro scappa. Gesù dà un’ occhiata triste nella sua direzione.
Poi i quattro lo trascinano via.
Gli apostoli aspettano nascosti, chi dietro i cassonetti, chi in un portone. L’ululato dell’antifurto viene zittito. Il corteo di macchine presidenziali parte a sirene spiegate, e scompare nella notte.
I cinque si ritrovano nella piazza ormai deserta.
– Dove l’avranno portato?
– In un CPT. Nella migliore delle ipotesi.
– Cosa facciamo adesso?
– Dobbiamo cercarlo!
– No, per ora dobbiamo nasconderci e fare finta di niente – dice Pietro – lui vuole così.
– E tu che ne sai? – Protestano gli altri.
– Io sono il suo vice.
– Ma da quando?
– M’ha anche mandato a prendere da bere…
– Ci sei andato da solo!
– E ne hai prese solo due!
– Le lattine! – Dice Giovanni – forse lo sappiamo cosa vorrebbe che facessimo. Vi ricordate? Ha detto ”fate questo in memoria di me.”
– Già, ma ”questo” cosa? – Obietta Matteo.
– Ricostruiamo i movimenti – propone Marco.
– Non ci vuole molto – dice Luca – ha aperto la lattina, e l’ha posata sulla macchina.
– Ed è scattato l’antifurto – conclude Giovanni – magari è questo che vuole.
– Che facciamo scattare gli antifurto? – Chiede Pietro, sarcastico – Sì dai, così svegliamo tutti.
– Esatto – dice Giovanni. Raccoglie un sasso, e lo lancia conto il parabrezza di un SUV – Svegliamo tutti.

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Sbarackati https://www.carmillaonline.com/2008/03/31/sbarackati/ Mon, 31 Mar 2008 02:47:33 +0000 http://www.carmillaonline.com/?p=2590 di Alessandra Daniele

Pastafariani.jpg• Anche se il prossimo presidente USA avrà diritto assoluto di vita e di morte anche sugli italiani, ai semplici sudditi della periferia non è consentito partecipare alla sua elezione neanche per finta, come succede a quegli americani i cui voti elettronici rischiano la fine delle pillolette divorate dal vecchio PacMan. Se agli italiani è negato votare, gli è però almeno consentito tifare. Così, eccone alcuni tentare di abbellire il livido squallore da discarica della politica italiana con un cartellone colorato a stellestrisce. Come un baraccato che ritagliandosi una veranda finta nel cartone sognasse di far sembrare una villetta [...]]]> di Alessandra Daniele

Pastafariani.jpg• Anche se il prossimo presidente USA avrà diritto assoluto di vita e di morte anche sugli italiani, ai semplici sudditi della periferia non è consentito partecipare alla sua elezione neanche per finta, come succede a quegli americani i cui voti elettronici rischiano la fine delle pillolette divorate dal vecchio PacMan.
Se agli italiani è negato votare, gli è però almeno consentito tifare.
Così, eccone alcuni tentare di abbellire il livido squallore da discarica della politica italiana con un cartellone colorato a stellestrisce. Come un baraccato che ritagliandosi una veranda finta nel cartone sognasse di far sembrare una villetta il suo tugurio di lamiera. Poi arrivano le ruspe.

• Dopo quella di Magdi Cristiano Allam, battezzato in mondovisione da Papa Ratzinger in persona, ecco un’altra conversione controversa: Gesù Cristo ha deciso di passare al Pastafarianesimo, la celebre religione del mostro volante di spaghetti. “So di essere nato per sopportare le peggiori sofferenze, persecuzioni, derisioni, flagellazioni, crocifissioni… ma a tutto c’è un limite — ha dichiarato il Messia — Appartenere alla stessa Chiesa di quei due lì era insopportabile anche per me.”

• Un arabesco di strani disegni circolari è comparso stamattina misteriosamente inciso sul più largo cumulo di spazzatura abbandonata della provincia di Napoli. Gianni De Gennaro ha affidato le indagini sul curioso fenomeno all’esperto più qualificato del ramo misteri-spazzatura: Roberto Giacobbo.
Durante una ricognizione aerea, il conduttore di Voyager ha definito il fenomeno di chiara origine aliena. “Dopo i Crop Circles, i cerchi nel grano, ecco i Crap Circles, i cerchi nella merda” ha dichiarato, adattando la celebre definizione. Poi si è raccomandato che l’importante testimonianza di vita extraterrestre non venga in alcun modo rimossa. “Non si preoccupi — lo ha rassicurato De Gennaro, — durerà quanto le piramidi”.

• Per anni, con macho stoicismo, Wojtyla ha portato personalmente il crocefisso della Via Crucis per tutte le stazioni della diretta TV, finché glielo hanno consentito i malanni. Le prime volte lo lanciava anche in aria e lo riprendeva al volo, facendolo piroettare come un bastone da majorette.
Quest’anno Ratzinger invece lo ha toccato solo per pochi minuti alla fine, reggendolo con la punta delle dita, e poi l’ha mollato, quasi come se gli scottasse le mani.
Direi di provare con l’aglio.

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Futuro Breve IX https://www.carmillaonline.com/2007/12/21/futuro-breve-ix/ Fri, 21 Dec 2007 02:22:57 +0000 http://www.carmillaonline.com/?p=2481 di Alessandra Daniele

Pantocrator.jpgPANTOCRATOR

Trevis mollò una gomitata al collega. — Siamo nella Palestina del primo secolo d.C, piantala di fischiettare canzoni che non sono ancora state scritte! Sidney grugnì. — Ma cos’è che avevano già scritto in quest’epoca di merda? – La Bibbia. – Che faccio, fischietto la Bibbia? Con un’altra gomitata Trevis zittì il collega, poi gli indicò un uomo di spalle davanti a loro. – Eccolo — bisbigliò — L’abbiamo trovato! È solo, prendiamolo! I due si avventarono sull’uomo armati d’un paio di siringhe. Lo stordirono, e lo trascinarono via. Quando si risvegliò era legato a bordo del [...]]]> di Alessandra Daniele

Pantocrator.jpgPANTOCRATOR

Trevis mollò una gomitata al collega.
— Siamo nella Palestina del primo secolo d.C, piantala di fischiettare canzoni che non sono ancora state scritte!
Sidney grugnì.
— Ma cos’è che avevano già scritto in quest’epoca di merda?
– La Bibbia.
– Che faccio, fischietto la Bibbia?
Con un’altra gomitata Trevis zittì il collega, poi gli indicò un uomo di spalle davanti a loro.
– Eccolo — bisbigliò — L’abbiamo trovato! È solo, prendiamolo!
I due si avventarono sull’uomo armati d’un paio di siringhe. Lo stordirono, e lo trascinarono via.
Quando si risvegliò era legato a bordo del Time Runner, veicolo sperimentale della NASA per il viaggio nel tempo, ideato — e poi rubato — dal dottor Horatio J. Trevis, e dal collega, Sidney.
– Qualsiasi cosa stiate cercando di farmi sarà inutile. In verità, vi dico…
Trevis si voltò di scatto dai comandi, e gli puntò un dito contro.
– Non ci provare. Non sperare di fregarci con le tue cazzate.
L’uomo sospirò, appoggiandosi allo schienale per quanto glielo consentivano le cinghie.
— Avete intenzione di uccidermi?
– Ti piacerebbe, vero? — Ghignò Trevis — Faremo molto di più — fece una pausa a effetto — noi ti cancelleremo dalla Storia. — Si girò verso il collega — Sidney, spiega al signore dove lo stiamo portando.
– Beh, in realtà non sappiamo esattamente dove – cominciò Sidney Un’occhiataccia di Trevis gli fece correggere il tiro — Ti stiamo portando nel futuro, ma non nel futuro dal quale noi proveniamo. Quello già non esiste più, perché lo abbiamo cambiato togliendoti dal passato dal quale derivava. Ciò che troveremo sarà un mondo futuro diverso, sviluppatosi senza Cristianesimo, quindi probabilmente migliore…
Sicuramente migliore — lo corresse Trevis.
– Sicuramente migliore di quello che abbiamo lasciato. Laggiù, dopo aver controllato, potremmo anche lasciarti andare, perché in una società ad alto sviluppo culturale e scientifico non potrai fare più alcun danno.
L’uomo scosse la testa, con un mezzo sorriso.
– Siamo arrivati — annunciò Trevis trionfante — Adesso vedrai.

– Non è possibile, non è possibile! — Ripeteva Trevis sconvolto, aggirandosi per la cattedrale — Non siamo riusciti a cambiare niente! — Strinse i pugni e urlò — Come diavolo ha fatto?
Stavolta fu Sidney a tirargli una gomitata per zittirlo.
– Calmati, o ci scopriranno.
– Lo abbiamo portato via — continuò Trevis, rauco — È ancora di là, legato nella cabina del TimeR, come cris… come ha fatto a impedirci di cambiare la Storia?
– Beh, magari è davvero…
– Stronzate! — Tornò a urlare Trevis. Poi crollò a sedere su una panca — Qual’è il trucco, com’è possibile che sia tutto assolutamente uguale a come l’avevamo lasciato?
– Non proprio tutto — disse il collega, indicando l’imponente mosaico sulla volta — Quando siamo partiti il Cristo Pantocrator lassù aveva i capelli — ridacchiò.
Trevis alzò la testa, come folgorato. Poi afferrò Sidney e lo trascinò nel TimeR nascosto in sagrestia.
– Che succede? — Chiese tranquillo l’uomo che li aspettava legato.
– Si riparte.
– E dove si va?
– A prelevare anche il tuo complice — ghignò Trevis. — Il pelato che ha preso il tuo posto e il tuo nome.
L’uomo sorrise.
— Fatelo pure. Un terzo lo sostituirà. E poi, se sarà necessario, un quarto, un quinto, un sesto…
– Quanti siete?
– Centinaia… non potete fermarci tutti. Ci prepariamo da anni, tutti per interpretare lo stesso ruolo. Altri hanno già provato a fermarci, molti di noi sono stati uccisi. Ma alla fine almeno uno di noi ce la farà — Tornò ad appoggiarsi allo schienale — E potrebbe anche essere uno che non ha la mia pazienza — aggiunse con uno strano sorriso.

PERSISTENZA

Il primo Sovrintendente di Tisra e lo sconosciuto stavano seduti davanti a due bicchieri di glab liscio. Tra di loro galleggiava l’ologramma d’un sistema stellare.
– Tre mega crediti. Ti auguro che la tua informazione li valga.
– Non basterebbero tutti i megac del tuo disgraziato pianeta a pagarmela quanto vale.
– Perché “disgraziato”?
– Interessa ai terrestri.
Il sovrintendente trasalì.
– Provamelo.
Lo sconosciuto allungò le sottili propaggini sulla piastra incastonata al centro del tavolino, e subito l’ologramma si modificò disegnando il tracciato d’una rotta interstellare, affiancato da una colonna di calcoli esplicativi.
– Sacro Jestra! — Mormorò il Sovrintendente — I terrestri! Cosa vorrebbero fare di Tisra?
– Quello che hanno fatto del loro pianeta madre — rispose lo sconosciuto, scolando il suo glab — “Fottimadre” è un tipico insulto terrestre.
Il primo Sovrintendente poggiò i tre megac sul tavolino. Lo sconosciuto li intascò rapidamente, e sparì.

– Com’è andata? – Chiese Hela, speranzosa.
– Bene — rispose Hen, rientrando nella sua navicella in orbita attorno a Tisra — Il Sovrintendente l’ha bevuta e m’ha pagato! — Fece rotolare i megac sotto gli occhi prismatici della sorella.
– E’ bizzarro, basta nominare i terrestri per suscitare il panico — ridacchiò lei — ma i terrestri non esistono!
– Beh, non più — precisò il fratello — Per fortuna si sono autodistrutti completamente ancora prima di mettere piede fuori dal loro sistema solare. Però le onde elettromagnetiche delle loro passate trasmissioni radiotelevisive continuano a propagarsi nella galassia. Da quelle molti hanno imparato a conoscerli come una minaccia orrenda, ed è nata la leggenda d’una loro misteriosa… persistenza.
– Ma come hai fatto a convincere il tisriano che i terrestri puntassero proprio sul suo sistema stellare?
Hen sorrise. S’avvicinò all’olopiastra incastonata sul muro e l’attivò sfiorandola con la propaggine sinistra.
– Vedi questo? Sembra il tracciato stilizzato d’una complicata rotta interstellare
– Da dove viene?
– Dalla terra. Compare in moltissime delle vecchie trasmissioni televisive terrestri, insieme ad altri undici simili. Li chiamavano Zodiaco. Uniscono una serie di stelle raffigurate come apparivano allora viste dalla terra. Questo tracciato in particolare è lo “Scorpione”, e qui in fondo comprende anche Thal, la stella di Tisra.
– Quindi forse i terrestri progettavano davvero di conquistarla — commentò Hela, stupita.
– A me importa solo che lo abbia creduto il Sovrintendente — Hen sorrise indicando i megac luccicanti.
Hela notò l’evanescente sagoma d’un insettoide sovrapposta al tracciato interstellare.
– Cos’è?
– Lo Scorpione, la forma di vita terrestre dalla quale questa rotta prendeva nome — rispose Hen — Era una bestiaccia tremenda, perciò i terrestri l’adoravano, e davano il suo nome a molte cose. Poteva uccidere con una sola puntura della sua coda avvelenata.
La navicella sussultò, le luci si spensero.
– Che succede?!
L’ologramma della rotta Scorpione venne bruscamente sostituito da uno del volto corrusco del Sovrintendente di Tisra.
– Spie dei terrestri, vi abbiamo immobilizzato, preparatevi a essere distrutti!
– Ma no! Noi non abbiamo niente a che fare con loro! — Urlò Hen nel buio.
– Come fate allora a conoscere i loro piani?
– Abbiamo soltanto elaborato i dati ricavati dalle loro trasmissioni radiotelevisive!
– Abbiamo mentito! — Aggiunse Hela.
L’ologramma del tisriano si contorse in uno strana smorfia.
– Siete venuti a estorcere denaro grazie a una minaccia. Non possiamo rischiare, dobbiamo comunque distruggervi preventivamente. Avete gli stessi metodi dei terrestri.
Un solo colpo a fusione centrò la navicella.
– Li avete anche voi — pensò Hen, prima di svanire disintegrato in un lampo silenzioso.

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