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Paul Newman nel film Colpo secco (Slapshot)[Seconda e ultima parte dell’intervista di Henry Jenkins al collettivo Wu Ming, apparsa sul blog ufficiale di Jenkins. La prima parte si trova qui.]

[Henry Jenkins III°:] La volta scorsa ho presentato ai lettori il movimento Luther Blissett e due dei suoi principali architetti, Wu Ming e Wu Ming 2. Nel corso dell’intervista hanno raccontato di come il gruppo abbia tratto ispirazione da Colpo secco e da Star Trek, oltre a citare Raymond Carver, Joseph Campbell e Jorge Luis Borges. Hanno descritto una vasta gamma di attività creative, tra cui la stesura di romanzi e manifesti, fino all’allestimento di complicate beffe finalizzate a contrastare il panico morale attizzato dai media locali. Hanno offerto un punto di vista sulla cultura che è in parte teoria d’avanguardia e in parte fan culture, categorie che soltanto di rado si mescolano nel contesto americano.
Oggi proseguiamo l’intervista con altre riflessioni sui modi in cui Luther Blissett si è rapportato all’emergere della cultura digitale, su come [Wu Ming] interagisce coi suoi lettori, e su come tutto ciò sia emerso dalla loro passione per la popular culture.
Il movimento Luther Blissett si è magicamente trasformato nella Wu Ming Foundation, e il gruppo ha pubblicato svariati romanzi scritti collettivamente, titoli che scardinano i generi e che sono stati paragonati (dai critici che li apprezzano) all’opera di Umberto Eco o definiti (da chi non li apprezza) "romanzi per multitaskers". Per darvi un’idea del loro lavoro, ecco parte di ciò che Publishers’ Weekly ha da dire su 54 [N.d.R. La recensione di PB è piena di errori, alcuni divertenti]

La crisi di mezza età di Cary Grant, la fondazione del KGB e gli anni napoletani del mafioso Lucky Luciano sono soltanto tre delle linee narrative intrecciate in questo denso, giocoso e sempre sorprendente behemoth letterario, in gran parte ambientato nell’anno che dà il titolo al libro, all’apice della guerra fredda. Ad ancorare la storia con una sottotrama relativamente convenzionale è il giovane bolognese Robespierre (Pierre), che si imbarca per un’odissea transcontinentale in cerca di suo padre, Vittorio Capponi, un ex-seguace di Mussolini [!] che ha disertato dall’esercito italiano per unirsi ai comunisti in Jugoslavia. Nel frattempo, l’MI6 – il controspionaggio britannico – contatta Cary Grant (che è in una fase di stallo della sua carriera) e gli fa una bizzarra proposta: interpretare il leader jugoslavo Tito [!] in un film biografico di propaganda. Sembra impossibile che i fili della storia e la moltitudine di nomi possano convergere, eppure, deliziosamente, lo fanno: in Jugoslavia, dove Grant incontra Tito, Pierre ritrova suo padre e l’autista di Luciano Steve "Cemento" Zollo incrocia la traiettoria del KGB [!], che sta per fare un grande colpo. L’ultima impresa collettiva (dopo il romanzo Q) di Wu Ming – un collettivo di cinque intellettual italiani che si sono chiamati "Anonimo" in mandarino – offre un mix di riflessione politica e complicata evasione per i lettori dotati di cervello.

Per molti aspetti, il movimento Luther Blissett e i romanzi della Wu Ming Foundation sembrano avere parallelismi con ciò che il critico Mark America ha chiamato “Avant-Pop“, una nuova sensibilità estetica che rifiuta di restare nei confini di qualunque categoria della produzione culturale, scegliendo di giocare coi contenuti della popular culture in modi che riflettono una tensione d’avanguardia. Scrive America:

Macchina da scrivere Burroughs, dal film Il pasto nudoGli artisti che creano arte Avant-Pop sono i Figli dei Mass Media (ancor più di quando siano figli dei loro genitori, che certo hanno meno influenza su di essi… Gli artisti Avant-Pop si sono dovuti opporre con forza alla sensibilità d’avanguardia che nega con cocciutaggine l’esistenza della popular culture e la sua influenza sul modo in cui usiamo la nostra immaginazione per processare l’esperienza. Al contempo gli artisti A-P si sono dovuti sforzare per non subire l’incanto della falsa coscienza dei Mass Media e quindi perdere di vista le loro direttrici creative. La più importante direttrice creativa della niova ondata di artisti Avant-Pop è penetrare la cultura mainstream come farebbe un parassita, succhiando via tutto il sangue cattivo che ristagna tra il mainstream e i suoi margini. Ciucciando dalla mammella contaminata della cultura mainstream, gli artisti Avant-Pop si stanno trasformando in Narratori Mutanti, è vero, ma il nostro fine è ed è sempre stato quello di affrontare la nostra mostruosa deformazione e arrivare ad amarla così com’è, in modi avventurosi e selvaggi… La nostra missione è alterare radicalmente il focus della Pop Culture, incanalando una versione più popolare dell’agire cupo, sexy, surreale e sottilmente ironico tipico di molti artisti del XX° secolo, come Marcel Duchamp, John Cage, Lenny Bruce, Raymond Federman, William Burroughs, William Gibson, Ronald Sukenick, Kathy Acker, i due David (Cronenberg and Lynch), movimenti artistici come Fluxus, il situazionismo, il lettrismo e il neo-hoodooismo, per non parlare di innumerevoli rock band come Sex Pistols, Pere Ubu, Bongwater, Tackhead, The Breeders, Pussy Galore, Frank Zappa, Sonic Youth, Ministry, Jane’s Addiction, Tuxedo Moon e The Residents.

A seguire, Wu Ming 1 e Wu Ming 2 ci danno il loro punto di vista sui modi in cui il loro progetto attraversa tanto le avanguardie quanto la popular culture. Confesso di essere molto più figlio della popular culture che dell’avanguardia, eppure mi trovo molto in sintonia con ciò che [WM1 e WM2] hanno da dire sulla loro poetiche e pratiche politiche.

HJ3: Avete scritto:”Una vasta comunità transnazionale sta intorno a noi e interagisce coi nostri libri in modo creativo; incitiamo a ogni sorta di condivisione, riappropriazione e trasformazione etc." Cosa potete dirmi del vostro rapporto coi lettori e delle forme di appropriazione che ne derivano?

Il generale Vo Nguyen Giap dopo la vittoria di Dien Bien PhuWM2. Fin dall’inizio della nostra carriera di narratori professionisti abbiamo invitato i lettori a mettersi in contatto con noi e diventare una sorta di "sesto membro" collettivo, in osmosi continua col gruppo. Far parte della nostra "repubblica democratica dei lettori" non significa avere un posto in prima fila o un accesso privilegiato alle nostre produzioni. Significa prendere parte, più o meno direttamente, al processo di intelligenza e creazione collettiva che noi siamo soliti paragonare al rapporto tra comunità e narratore nella vecchia cultura popolare.
Va detto che questa collaborazione non avviene soltanto in rete, vi sono molti momenti di incontro faccia-a-faccia, di calore, di partecipazione fisica, cose che riteniamo indispensabili. Siamo "on line", ma siamo anche "on the road".
La Rete ci ha permesso di saltare intermediazioni come quelle degli uffici stampa o pubbliche relazioni dell’industria editoriale, i nostri tour di presentazioni sono completamente auto-organizzati. Trattandosi di un gruppo di cinque persone, Wu Ming è quasi ubiquo, due o tre delegazioni possono discutere del nostro lavoro nello stesso momento, a centinaia di chilometri di distanza l’una dall’altra. Andiamo in posti che spesso sono snobbati dagli autori mainstream, come piccole librerie, biblioteche di paese, spazi occupati, a volte addirittura appartamenti. Portiamo la presentazione a domicilio, letteralmente, se c’è un gruppo di amici che ha voglia di ritrovarsi ad ascoltare quel che abbiamo da dire.
L’interazione tra noi e i lettori è costante, ci mandano commenti, suggerimenti e critiche. I personaggi femminili dei nostri romanzi si sono evoluti grazie alle critiche aspre di alcune lettrici. La nostra newsletter, che prende il nome dal generale Vo Nguyen Giap, ha circa 10.000 iscritti e dà regolarmente spazio al feedback dei lettori: recensioni, commenti e testi su varie tematiche. Non ci appoggiamo a forum aperti o blog: ci abbiamo provato, ma occorreva dedicare troppo tempo a sbarazzarsi dei troll. Preferiamo ricevere molto materiale via e-mail e fare una selezione.
Detto questo, penso che il più esplicito invito a far proprie le nostre opere sia la dicitura copyleft inclusa in tutti i nostri libri, che possono essere copiati o scaricati direttamente dal nostro sito. E incoraggiamo la gente a usare le nostre opere. Il nostro romanzo Q, decostruito e riscritto, è diventato un originale lavoro teatrale. 54 è divenuto l’ispirazione per un album del gruppo folk-rock Yo Yo Mundi

WM1. …per non parlare dell’uso dei nostri personaggi nei giochi di ruolo. Su questo dirò qualcosa dopo.

Copertina del libro Ti chiamerò RussellWM2. In modo ancora più esplicito, abbiamo lanciato diversi progetti di scrittura collettiva. Il primo si chiamava Ti chiamerò Russell, e il concetto era piuttosto semplice: abbiamo scritto il primo capitolo di un romanzo di fantascienza, e chiunque poteva scrivere e spedirci i capitoli successivi. La selezione dei capitoli avveniva in pubblico, su un blog temporaneo gestito da noi. Una giuria sceglieva le migliori tre versioni di ciascun capitolo, e la gente poteva votarne una, che poi veniva inserita nella sequenza "ufficiale" (cioè approvata collettivamente), ma le altre versioni restavano disponibili come fonti di ispirazione, così si è creato un reticolo di "biforcazioni" di trama e "vicoli ciechi". Non c’è stato nessun ultimo capitolo "ufficiale", tutte le versioni sono state pubblicate ex aequo.
Il risultato più importante di quest’esperimento è stata la nascita di un altro collettivo di scrittori, Kai Zen (in giapponese significa "miglioramento continuo"). A loro volta, i Kai Zen hanno avviato altri progetti del genere, e il loro romanzo d’esordio verrà presto pubblicato dal più grande editore italiano.
Il secondo progetto fu un esperimento di "letteratura open source", come il software. La principale differenza tra narrazione e programmazione è che quasi tutti possono lavorare sul codice-sorgente di una storia. Il codice-sorgente di una storia è la storia stessa. Abbiamo scritto un racconto intitolato "La ballata del Corazza", e l’abbiamo messo on line. Abbiamo chiesto ai lettori di lavorarci sopra, fosse solo per cambiare un aggettivo, ma anche per riscrivere un paragrafo o inserire un nuovo personaggio. Abbiamo ricevuto versioni alternative della storia, fatto le revisioni, e reso disponibile il risultato.
Dopo un paio di mesi, abbiamo rilasciato "La ballata del Corazza 2.0", che era una sintesi coerente di tutte le modifiche proposte. Anche questa versione è stata rivista collettivamente, finché non abbiamo ottenuto il testo (potenzialmente) definitivo. La natura più aperta di questo secondo progetto ha stimolato la creatività in modo più efficace, e "La ballata del Corazza" è diventata una graphic novel, un lavoro teatrale (basato su una delle versioni alternative) e ben due letture pubbliche, una delle quali con accompagnamento musicale, e la partitura era a sua volta il risultato di un lavoro "open source".
Ultima ma non ultima, c’è l’interazione nata dai romanzi o racconti scritti dai nostri lettori senza alcun collegamento con le nostre opere. Quando abbiamo cominciato, abbiamo dichiarato la nostra disponibilità a leggere testi inediti. Chiamalo pure "talent scouting", se ti va. Bene, abbiamo ricevuto tanta di quella roba (narrativa, poesia, sceneggiature, di tutto e di più) che abbiamo dovuto sventolare bandiera bianca. Non c’era proprio modo di leggere tutti quei romanzi e racconti.
L’intelligenza collettiva della nostra comunità ha risolto il problema per noi. Quindici iscritti a Giap hanno risposto e si sono offerti di leggere qualunque cosa spedita da altri lettori. Quelle persone hanno formato il loro collettivo, iQuindici (benché adesso siano più di trenta), hanno un loro sito e una loro e-zine (Inciquid), organizzano letture pubbliche delle cose migliori che ricevono, e promuovono l’adozione di licenze aperte (creative commons,copyleft e affini ) nell’editoria italiana. Diversi nuovi autori sono stati “scoperti” dagli editori grazie a iQuindici.

HJ3: Di recente avete fatto un paragone tra i vostri progetti e gli ARG. Quali sono le somiglianze? Cosa potrebbero imparare gli autori e i giocatori di ARG studiando quello che avete fatto nel decennio scorso?

Copertina edizione brasiliana di Totò, Peppino e la guerra psichicaWM1. Nel nostro caso, tantissime persone di provenienze e formazioni diverse interagivano tra loro per introdurre sempre nuovi elementi in una leggenda, quella che andavano costruendo in tempo reale e raccontando tutti insieme. E’ importante notare che quelle persone non si conoscevano personalmente, alcuni di loro non si sono mai incontrati, non si sono mai parlati o scritti, nemmeno al telefono, nemmeno via e-mail, per tutta la durata del progetto. Io stesso non ho mai conosciuto la grande maggioranza delle persone che operavano col nome Luther Blissett in altre città, per non dire di quelli attivi in altri paesi. Fin dall’inizio, il collettivo bolognese (che era più organizzato di altri gruppi informali spuntati in tutta Italia) si è definito "l’unico comitato centrale il cui obiettivo è perdere controllo del partito".
Sì, vi era un certo coordinamento tra i diversi gruppi locali, e alcune cose erano esplicitamente proibite: il nome "Luther Blissett" non poteva essere usato per diffondere contenuti razzisti, sessisti o fascisti, e nessun testo di Luther Blissett poteva avere un copyright. Questa era tutta la nostra "organizzazione".
Quasi sempre ci coglievamo di sorpresa a vicenda, sentivamo la notizia di una beffa di Blissett nel Sud Italia e immediatamente la rivendicavamo anche noi, fornendo anche un movente diverso! Ci divertivamo a lasciare indizi per altri Blissett, e dare interpretazioni folli degli indizi lasciati da loro. In diversi casi le stesse beffe o azioni erano interpretate in modo diverso da tanti Blissett in "coopetizione" gli uni con gli altri. Tutto grano per il nostro mulino, oppure, come diciamo in Italia, "tutto fa brodo".
E si trattava di una "narrazione transmediale" portata all’estremo: i segnali erano affidati a BBS, siti web, fanzines e altri media fai-da-te, pezzi di mail art spediti in giro, muri di gabinetti pubblici, onde hertziane, addirittura inserzioni a pagamento sulla stampa locale. A volte usavamo adesivi di Luther Blissett per lasciare indizi e dare suggerimenti su come prendere parte a una beffa.
Penso vi siano molte somiglianze tra quel che facevamo noi, i giochi di ruolo, gli ARG e altri giochi di narrazione, anche se la nostra esperienza era e rimane molto peculiare. Queste somiglianze sono state più volte riconosciute da comunità che fanno giochi di ruolo in Italia. Quando nel 1999 è uscito il nostro romanzo Q, alcuni personaggi sono finiti immediatamente dentro giochi di ruolo già in corso. Più di recente a Pescara, nell’Italia centrale, diverse persone hanno partecipato a un gioco di ruolo ispirato a uno dei nostri romanzi, Free Karma Food. Pare che la nostra narrativa sia tanto stratificata e "centrifuga" da incitare a portarla avanti su altre piattaforme.
Non so bene cosa potrebbero imparare le comunità ARG studiando quel che abbiamo fatto noi. Sicuramente potrebbero divertirsi.

HJ3: Di solito l’avanguardia si definisce in contrapposizione alla dimensione popolare. Eppure è evidente che voi, in un certo senso, siete fans della popular culture. Come definireste il vostro rapporto con l’entertainment da cui traete ispirazione?

Spazio 1999_smallWM1. Sono cresciuto leggendo libri di fantascienza, la mia stanza era piena zeppa di fumetti Marvel e DC, oltre a fumetti italiani che sicuramente non conoscerai. Trascorrevo le giornate guardando partite di calcio, spaghetti western, film con Bruce Lee (o peggio/meglio ancora, film con Bruce Li e altra merda che sfruttava l’onda della morte di Bruce Lee), Star Trek (tutti i pomeriggi su una tv locale), serie britanniche come Spazio 1999 e serie poliziesche funky come Baretta e Starsky & Hutch. Ero un grande fan di cartoni animati giapponesi, come tutti gli altri ragazzini che conoscevo. Alla fine degli anni Settanta UFO Robot Grendizer [Atlas Ufo Robot], Great Mazinger [Il grande Mazinger] e Steel Jeeg [Jeeg Robot d’Acciaio] presero d’assalto la tv italiana, gli episodi erano guardati da milioni di ragazzini. Ho sempre ascoltato tutti i generi di popular music, dai cantautori italiani a Frank Zappa al punk di Los Angeles tipo Germs o Black Flag, passando per Tony Bennett e l’hip-hop brasiliano. Giocavo a calcio sul mio Commodore 64. Andavo al cinema ogni volta che potevo. Giocavo a giochi da tavolo come Monopoli e Scarabeo.
Insomma, ho iniziato a esporre il mio cervello e il mio corpo a ogni possibile forma di popular culture quando ancora Internet non esisteva. Ho sempre amato la popular culture. Gli altri membri di Wu Ming hanno background simili, dalla fantascienza ai fumetti, dalle arti marziali al rock’n’roll. Due di loro hanno suonato in gruppi punk-rock, uno dei quali era discretamente famoso nell’underground italiano. Io credo che se non conosci la cultura pop non conosci la cultura del tuo tempo, quindi non conosci il mondo intorno a te. Se non sai un cazzo di cultura pop, come fai a essere "più avanti"? Se non ti sporchi le mani con la cultura pop, se snobbi e disprezzi la cultura partecipativa di oggi, non puoi essere "avanguardia", ogni tuo sforzo in questo senso sarà inutile.
Tra l’altro, che significa "avanguardia"? "Avanguardia" è un termine connotato militarmente, significa essere in prima linea nella battaglia. Troppo spesso, l’avanguardia si gira e dietro non c’è più nessuno, la retroguardia non ti ha seguito, perché hai marciato troppo in fretta e/o nella direzione sbagliata. Questo è il problema delle avanguardie artistiche e politiche. A Luther Blissett non è successo, perché Luther Blissett era un contagio da diffondere, inoltre c’era un aspetto "educativo". Se una beffa riusciva, la rivendicavamo e spiegavamo nei particolari. Spiegare: questa è una cosa che l’avanguardia non fa mai, anzi, ci gode a essere oscura. Questi scambiano l’oscurità per radicalità, non vogliono che il popolo acceda alle loro opere. Sono nemici del popolo. Da quel punto di vista, noi non siamo esattamente un’avanguardia: non ci siamo mai comportati così. Più persone capiscono quel che stiamo facendo, e più noi siamo felici.

www.henryjenkins.org
www.wumingfoundation.com

Aggiornamento autunno 2007: il libro Convergence Culture di Henry Jenkins è uscito in italiano per le edizioni Apogeo, col titolo Cultura convergente, prefazione di Wu Ming leggibile qui [N.d.R.].


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