di Maurizio Cometto

La macchia[La casa editrice Acheron Books ha appena varato una nuova collana aperiodica di racconti brevi, in formato ebook, dal titolo EUFEMIA. Proporrà una selezione di autori della narrativa fantastica italiana e internazionale, e deve il suo nome a una delle Città Invisibili di Italo Calvino: Eufemia, appunto, la Città delle Storie. Già disponibili le prime due uscite: Antechamber di Lavie Thidar e La macchia di Maurizio Cometto. Qui di seguito proponiamo l’incipit de La macchia.]

Ieri sera si è tenuta la tredicesima riunione della giunta comunale. All’ordine del giorno c’erano: stato avanzamento lavori di risistemazione pavimentazione stradale in via dei Tranvieri; avvio raccolta fondi per la prossima festa patronale dei santi Gioacchino e Anna; riesame del bilancio preventivo della casa di riposo Benedetti Fratelli; discussione di relazione tecnica su perdita lungo conduttura fognaria in zona vecchio mulino; aggiornamento piano regolatore causa protesto inoltrato da abitanti condominio san Giusto, per la prevista estensione dell’area cimiteriale; varie ed eventuali.
Su molti dei punti si è giunti a unanime accordo. Il geometra Vanzetta ha saputo placare le poche voci discordanti, soprattutto in merito alla questione del condominio san Giusto. L’assessore all’ambiente Silvia Genovesi in particolare è stata ricondotta alle ragioni della giunta.
Come ultimo argomento, ascrivibile alle “varie ed eventuali”, è stata affrontata la questione della cosiddetta “macchia”.
L’assessore alla cultura e manifestazioni Giordano Derenzi ha relazionato in merito. La macchia è visibile non solo qui in paese, come ormai notorio, ma risulta un fenomeno di portata mondiale. Essa si posiziona, almeno vista dall’abitato di Magniverne, e precisamente dal balcone frontale del Municipio, quattro virgola sette gradi sopra il cocuzzolo nord della collina del Moro. Ha forma definita “fungoidale”, con la punta del cappello rivolta a sud-ovest, e contorni sfumati. Di giorno si presenta dello stesso colore e consistenza del tipo di nuvola denominato “Cirro”. Di notte è maggiormente visibile, e riempita di una luminescenza che ricorda il latte cagliato. Stando ai continui bollettini del CNR, la macchia appare ferma nel cielo.
Nessuno delle migliaia di comitati scientifici che studiano il fenomeno ormai da tre giorni è addivenuto a conclusioni precise sulla sua natura, che pertanto si può considerare ancora sconosciuta.
La reazione dei Magnivernesi risulta nella media di quella degli altri italiani, cioè di apprensiva curiosità. Si scruta il cielo con vago timore, soprattutto la notte. Non si segnalano per ora episodi di panico.
Dopo breve discussione, la giunta ha deliberato la stesura di un comunicato ufficiale, al fine di informare tutti i cittadini, anche coloro non collegati ai moderni mezzi di comunicazione, sulla non pericolosità del fenomeno. L’assessore Derenzi ha ricevuto l’incarico di comporre il comunicato; lo stesso, previa approvazione mia e del geometra Vanzetta, verrà affisso in bacheca.
L’unica nota stonata della riunione è stata l’assenza dell’assessore alla salute Luisa Marianini, rimasta a casa per motivi di salute (sic).

*

Cassandra continua a tossire. Grazie agli antipiretici la febbre è calata. L’ultimo bollettino medico parla di un lieve miglioramento.
Prima di uscire e andare in ufficio, per prima cosa passo nella sua camera a salutarla.
È sveglia e ha la fronte sudata. Mi guarda con gli occhi verde acqua spalancati. Il tablet giace sul comodino, l’orsacchiotto di Peppa Pig sul tappeto a pancia in giù.
«Mi porti a vedere la macchia?»
«No, sei ancora troppo debole per uscire.»
«Ma papà, sono l’unica che non l’ha ancora vista!»
«L’hai guardata alla televisione.»
«Non è la stessa cosa! Voglio vederla dal vivo!»
«No.»
Mi chino a baciarla sulla fronte.
«Portami a casa di zia Marta, così posso vederla dalla finestra.»
«Stai tranquilla, per favore, e non fare arrabbiare la mamma.»
Faccio un salto in soggiorno a salutare Giorgia. Florentina l’ha già sistemata sulla sedia a rotelle. Giorgia mi guarda senza dire nulla; mi chino a baciarla sulle labbra.
«La bambina mi sembra che stia meglio», dico.
Continuano a osservarmi, entrambe silenziose.
L’ultima tappa è la stanza dei modellini. Stamattina tocca a una Chevrolet Celebrity del 1986, scala 1:24, carrozzeria color blu mare, interni in similpelle beige. La rigiro davanti ai miei occhi, rimirandola da ogni angolazione.
La poso sul tavolo e fingo una manovra. Apro le portiere e il bagagliaio. Faccio girare le ruote in plastica nera con cintura bianca e cerchioni argento.
Quando la macchia cominciò a rendersi visibile fummo tra gli ultimi in paese a saperlo. Casa nostra sorge all’inizio del vallone Ramondini, e un costone roccioso copre la visuale verso la collina del Moro. Era sera e fu il geometra Vanzetta ad avvertirmi per telefono, chiedendomi di raggiungerlo davanti al Municipio, che c’era una cosa importante da farmi vedere.

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