Springtimedi Alessandra Daniele

Quanto vale numericamente il voto antisemita in Italia? Parecchio a quel che sembra, perché in molti gli stanno dando la caccia. Scaricare tutta la colpa della bancarotta italiana sui tedeschi non basta più, quindi si ricorre a un classico: gli ebrei. Non direttamente, almeno non all’inizio. Si comincia con una battuta sulla Shoah. In questa campagna elettorale si sono fatte più battute sulla Shoah che sulla Boschi, e in un paese sessista come l’Italia è un record.
Poi quando qualcuno legittimamente s’incazza, si dice: “ma questi ebrei, quanto sono permalosi. Ma di cosa si lamentano? Hanno le banche, hanno i giornali. Controllano l’economia”.
Poi naturalmente si smentisce con indignazione, dichiarandosi fraintesi, strumentalizzati. E magari “grandi amici del popolo ebraico”. Ecco un problema che molti hanno in comune col popolo ebraico: avere degli amici di merda.
L’antisemitismo in Italia ha radici antiche, che risalgono a prima del cristianesimo, e millenni di egemonia culturale vaticana non hanno certo migliorato le cose, come non lo hanno fatto decenni di sistematica rimozione della Memoria collettiva, di Revisionismo storico, letterario, linguistico, semantico, giuridico.
Il fatto che Berlusconi ai servizi sociali sia stato assegnato al reparto malati di Alzheimer è profondamente metaforico.
Se c’è un paese negazionista oggi è proprio l’Italia, per ignoranza e ur-fascismo cronico. Il paese dei polpettoni televisivi e cartacei sui ”fascisti buoni”, che ancora si crogiola nell’illusione degli italiani brava gente, perlopiù innocenti e ignari delle persecuzioni.
L’Italia che tracanna avidamente le peggiori stronzate complottiste sugli ebrei mutanti ninja che dominano il mondo dai sotterranei steampunk della piramide di Cheope, ma diventa diffidente di fronte all’evidenza storica documentata, e pensa che leggi razziali, rastrellamenti effettuati dai fascisti, e campi di concentramento e transito verso Auschwitz istituiti dalla Repubblica Sociale siano calunnie inventate dai comunisti.
I “ragazzi di Salò” hanno sistematicamente collaborato alla Shoah, e non sono certo stati gli unici italiani a farlo.
E oggi l’Italia è fra i paesi più destronzi dell Unione Europea, come questa primavera elettorale continua a dimostrare in modo ogni giorno più sguaiato, disgustoso e inquietante.
In testa ai sondaggi, il cazzaro che sta azzerando i residui diritti dei lavoratori col PrecariAct promette di svuotare la Costituzione d’ogni presidio antifascista istituito contro l’endemica deriva autoritaria d’un paese sempre in cerca di Uomini della Provvidenza.
Un paio di vecchi miliardari livorosi e dispotici si contende il secondo posto a colpi di complottismo e battute sulla Shoah.
L’unica formazione apparentemente di sinistra, la fan-lista Tsipras, non ha né origini autoctone credibili, né speranze di raggiungere il quorum, ferma su percentuali inferiori persino a quelle miserrime degli avanzi berlusconiani di Alfano e Meloni, dei rimasugli Montiani, e della Lega millenarista di Salvini, ancora indecisa se a scatenare la zombie apocalypse sarà prima l’Ebola, o l’Euro.
Per quanto grottesco, il fascismo in Italia diventa ogni giorno più virulento.
Ed è questa l’epidemia che dovrebbe preoccuparci.