di Alessandra Daniele

L’uomo in doppiopetto entra nel laboratorio.
– Funziona?
Il tecnico annuisce.
L’uomo gli dà un’occhiata torva.
– Sicuro? Le ricordo che saremmo al terzo fallimento consecutivo.
– Non si preoccupi – sorride il tecnico – questo premierobot funzionerà perfettamente – indica un piccolo oggetto metallico sul tavolo.
L’uomo in doppiopetto lo esamina.
– È il modellino?
– No, è lui. È il nostro nuovo premier.
– Ma è un pupazzetto!
La miniaturizzazione ci consentirà di evitare i problemi di coesione capitati al precedente di metallo liquido.
– Che s’è squagliato.
– Non si ripeterà. Questo è molto compatto.
– Ma è un pupazzetto – ripete l’uomo – se ne accorgeranno tutti.
– No, verrà sempre circondato da un sistema di lenti olografiche che lo farà sembrare di proporzioni umane. O quasi.
Aziona il telecomando. Il mini premier comincia a marciare deciso lungo il tavolo, emettendo una cantilena di frasi casuali. Il tecnico sorride.
– La micro batteria è perfetta, con una carica può andare avanti così per dodici ore.
– Ma non sta dicendo niente di sensato.
– Non importa, quello che conta è che sembri attivo e dinamico.
Il pupazzetto continua a marciare fino al bordo del tavolo. Poi cade giù. Il tecnico lo raccoglie, lo rimette sul tavolo. Il mini premier riparte.
– Vede? Non si ferma mai.
– Ma non guarda dove va, rischia continuamente di cadere.
Il pupazzetto raggiunge di nuovo il bordo, cade, resta ad agitarsi sul pavimento come un insetto schienato.
L’uomo in doppiopetto s’avvicina al tecnico con aria minacciosa.
– Non mi pare che funzioni. E deve funzionare.
Il tecnico lo spinge via.
L’uomo fa un passo indietro per non sbilanciarsi. Si sente un crack.
L’uomo solleva il piede, guarda il mini premier ridotto a una poltiglia colorata.
– Non si preoccupi – dice il tecnico. Raccoglie i pezzetti, li butta in un cestello pieno di parti metalliche.
– Ne faremo un altro. Li ricaviamo dai rottami.

Questo racconto è collegato a Metallo Urtante