di Alessandra Daniele

febbre_da_cavalloNel classico della commedia all’italiana Febbre da Cavallo (Steno, 1976) Bruno detto Mandrake (Gigi Proietti) e Armando detto Er Pomata (Enrico Montesano) piccoli truffatori, scommettitori cronici, ed eterni perdenti, prendono il posto d’un paio di driver per truccare una corsa a Tor di Valle. In prossimità del traguardo però, Mandrake non resiste all’impulso competitivo di battere il complice, e invece di trattenere la cavalla che sta guidando come previsto dal piano, la lancia.
Vince la corsa, ma perde la scommessa, e finisce arrestato con tutta la banda.
La sindrome di Mandrake è endemica nel PD.
Fin dalle sue origini, i leader dell’ibrido demopiccino DC/PCI sono sempre stati molto più interessati a fregarsi a vicenda, che a battere l’avversario.
Renzi non fa eccezione. Ha infatti inaugurato l’anno nuovo con una mandrakata, proponendo un accordo sulla legge elettorale a Grillo e Berlusconi.
Nel 2008 Veltroni offrì a Berlusconi una legge elettorale che avrebbe penalizzato i partiti minori: questo spinse (al galoppo) Mastella a buttare giù il governo Prodi, perché si tornasse alle urne con la vecchia legge. Il piano veltroniano per rimpiazzare Prodi a Palazzo Chigi però fallì miseramente. A vincere le elezioni fu la destra berlusconiana.
L’impulso di fare le scarpe a Letta sta oggi spingendo Renzi verso altre elezioni anticipate che il PD non può vincere.
Più presto si tornerà a votare, più è facile che Berlusconi e Grillo riescano ancora una volta a capitalizzare le millanterie populiste che sparano dai loro ricchi pulpiti mediatici, mentre il PD inevitabilmente pagherà il governismo ossessivo compulsivo che tenta di spacciare per Responsabilità.
A Berlusconi basterà proclamare ”io vi avevo tolto l’IMU, i comunisti m’hanno cacciato, e l’hanno rimessa”. E se non vincerà, otterrà almeno un altro pareggio trifido, un altro stallo all’italiana, e l’ennesimo governissimo, del quale difficilmente stavolta il PD otterrà la guida.
E probabilmente un terzo mandato presidenziale di Napolitano.
L’unico di cui la BCE si fidi. Lo terranno al Quirinale per altri 300 anni. Poi gli invieranno un nuovo ciclo di dodici rigenerazioni.
Probabilmente Renzi si rende conto del rischio che corre nel segare il ramo su cui è seduto, ma è più forte di lui: la sindrome di Mandrake è una variante autoimmune de La Rana e lo Scorpione, chi ne è affetto è sia rana che scorpione, e finisce per avvelenarsi e annegarsi da solo.
Perché è del PD: è nella sua natura.